di soprassalto. Non giunse risposta. Sorrise. Era comprensibile che dormisse ancora.

Giro la chiave con cautela nella serratura e fece ruotare il chiavistello, adagio, molto adagio, cercando di non svegliarla, quasi bramoso di sorprenderla ancora nel sonno, dal quale voleva svegliarla con un bacio, ancora una volta, l’ultima prima di doverla dare a un altro uomo.

La porta si apri di scatto, egli entro, e la luce del sole gli piovve in pieno viso. Era come se la camera fosse piena d’argento lucente, tutto risplendeva, e per un momento l’impatto gli fece chiudere gli occhi.

Quando li riapri, vide Laure che giaceva sul letto, nuda e morta, con i capelli rasati e il corpo d’un bianco accecante. Era come nell’incubo che aveva avuto due notti prima a Grasse e poi dimenticato, e il cui contenuto ora passo come un lampo per la sua memoria. D’un tratto tutto era estremamente preciso, come in quel sogno, soltanto molto piu chiaro.

47

La notizia dell’assassinio di Laure Richis si diffuse rapidamente nel territorio di Grasse, come se fosse stata una voce del tipo «Il re e morto!» o «C’e la guerra!» oppure «I pirati sono sbarcati sulla costa!» e scateno paure analoghe, anche peggiori. D’un tratto la paura che si erano sforzati di dimenticare era ancora la, virulenta come nell’autunno precedente, con tutti i fenomeni a essa collegati: panico, ribellione, ira, sospetti isterici, disperazione. Di notte gli uomini restavano in casa, rinchiudevano le loro figlie, si barricavano, diffidavano l’uno dell’altro e non dormivano piu. Ognuno pensava che adesso sarebbe stato come prima, ogni settimana un assassinio. Sembrava che il tempo fosse tornato indietro di sei mesi.

La paura era ancor piu paralizzante che non sei mesi prima, perche il ritorno del pericolo che si credeva superato da tempo diffuse un senso d’impotenza tra gli uomini. Se aveva fallito perfino la maledizione del vescovo! Se Antoine Richis, il grande Richis, il piu ricco dei cittadini, il secondo console, un uomo potente, avveduto, con tutti i mezzi possibili a sua disposizione, non era riuscito a proteggere la propria figlia! Se la mano dell’assassino non era indietreggiata neppure davanti alla sacra bellezza di Laure! (Poiche in effetti Laure appariva come una santa a tutti coloro che l’avevano conosciuta, soprattutto adesso, a posteriori, dopo la sua morte.) Che speranza c’era ormai di sfuggire all’assassino? Era piu crudele della peste, perche alla peste ci si poteva sottrarre, ma a quest’assassino no, come dimostrava l’esempio di Richis. Evidentemente possedeva doti soprannaturali. Si era certo alleato con il diavolo, posto che il diavolo non fosse lui stesso. E cosi molti, soprattutto gli animi piu semplici, non seppero far altro che andare in chiesa a pregare. Ogni categoria professionale prego il proprio patrono, i fabbri sant’Aloisio, i tessitori san Crispino, gli ortolani sant’Antonio, i profumieri san Giuseppe. E condussero con se le loro mogli e figlie, pregarono insieme, mangiarono e dormirono in chiesa, non la lasciarono piu neppure di giorno, convinti di trovare, in seno alla comunita disperata e al cospetto della Madonna, l’unica sicurezza possibile di fronte al mostro, se pure una sicurezza c’era ancora.

Altri, piu smaliziati, dal momento che la chiesa aveva gia fallito una volta, si riunirono in associazioni occultistiche, ingaggiarono per una grossa somma di denaro una strega abilitata di Gourdon, si rifugiarono in una delle tante grotte di calcare del sottosuolo di Grasse e allestirono messe nere al fine di propiziarsi il Maligno. Altri ancora, principalmente membri dell’alta borghesia e della nobilta colta, puntarono sui metodi scientifici piu moderni, magnetizzarono le loro case, ipnotizzarono le loro figlie nei salotti, tennero sedute fluidali in cerchio e, in silenzio, con emissioni di pensiero prodotte in comune, tentarono di bandire telepaticamente lo spirito dell’assassino. Le corporazioni organizzarono una processione di penitenza da Grasse a La Napoule e ritorno. I monaci dei cinque conventi della citta istituirono una messa supplicatoria permanente con canti continui, dimodoche ora in uno, ora in un altro punto della citta si sentiva risuonare un lamento incessante, giorno e notte. Quasi piu nessuno lavorava.

Cosi il popolo di Grasse aspettava in ozio febbrile, quasi con impazienza, il prossimo attentato omicida. Che fosse imminente, nessuno ne dubitava. E in segreto ognuno desiderava che arrivasse la spaventosa notizia, con l’unica speranza che non riguardasse lui, bensi un altro.

Comunque le autorita della citta, della zona e della provincia questa volta non si lasciarono contagiare dall’isteria della popolazione. Per la prima volta da quando era comparso l’assassino delle fanciulle, si arrivo a una collaborazione pianificata e vantaggiosa tra i baliati di Grasse, Draguignon e Tolone, e tra magistrati, polizia, intendente, Parlamento e Marina.

Il motivo di quest’azione solidale da parte dei potenti fu da un lato il timore di una rivolta popolare generale, dall’altro il fatto che soltanto dopo l’assassinio di Laure Richis si scoprirono indizi che resero possibile un perseguimento sistematico dell’assassino. L’assassino era stato visto. Evidentemente si trattava di quell’infausto garzone conciatore che aveva trascorso la notte del delitto nella stalla della locanda di La Napoule, e la mattina seguente era scomparso senza lasciar traccia. Secondo le indicazioni concordi del locandiere, dello stalliere e di Richis, era un uomo insignificante di bassa statura, con una giacca sul marrone e una sacca da viaggio di tela grezza. Sebbene per il resto la dichiarazione dei tre testimoni restasse stranamente vaga — ad esempio non avrebbero saputo descrivere il viso, il colore dei capelli o il modo di parlare dell’uomo — il locandiere seppe ancora dire che, se non sbagliava, aveva notato nell’atteggiamento e nel modo di camminare dello sconosciuto qualcosa di maldestro, come se zoppicasse a causa di una lesione alla gamba o di un piede deforme.

Muniti di questi indizi, gia nella tarda mattinata del giorno del delitto due reparti di cavalleria della marechaussee si misero all’inseguimento dell’assassino in direzione di Marsiglia, uno lungo la costa, l’altro per la via dell’interno. Il rastrellamento dei dintorni immediati di La Napoule fu affidato a volontari. Due commissari del tribunale di Grasse partirono per Nizza, per eseguire indagini in loco sul garzone conciatore. Nei porti di Frejus, Cannes e Antibes furono controllate tutte le navi in partenza, ai confini con la Savoia furono bloccate tutte le strade, i viaggiatori furono costretti a provare la propria identita. Un mandato di cattura con descrizione del ricercato apparve, per quelli che sapevano leggere, su tutte le porte delle citta di Grasse, Vence, Gourdon e sui portali delle chiese dei villaggi. Tre volte al giorno ne veniva data pubblica lettura. Naturalmente la storia del presunto piede varo rafforzo l’opinione che il colpevole fosse il demonio in persona, e quindi fomento il panico tra la popolazione, anziche procurare indicazioni utili.

Soltanto quando il presidente della corte di Grasse, per incarico di Richis, offri una ricompensa di non meno di duecento lire per la cattura del colpevole, ci furono delazioni che portarono all’arresto di alcuni garzoni conciatori a Grasse, Opio e Gourdon, uno dei quali in effetti aveva la sfortuna di zoppicare. Quest’ultimo, nonostante il suo alibi confermato da piu testimoni, era gia destinato alla tortura, quando, il decimo giorno dopo il delitto, una delle guardie cittadine si presento alla magistratura e rilascio ai giudici la seguente deposizione: alle dodici di mattina del giorno in questione, lui, Gabriele Tagliasco, capitano della guardia in servizio come di consueto alla Porte du Cours, era stato interpellato da un individuo al quale, come ora sapeva, si adattava notevolmente la descrizione del mandato di cattura, e dal medesimo era stato richiesto piu volte e con insistenza sulla via presa dal secondo console e dal suo seguito la mattina, quando avevano lasciato la citta. Ne allora ne in seguito aveva attribuito importanza alcuna all’avvenimento, e anche di quell’individuo, per quanto lo riguardava, certo non si sarebbe piu ricordato — era cosi totalmente insignificante — se il giorno innanzi non l’avesse rivisto per caso, e proprio li a Grasse, in Rue de la Louve, davanti al laboratorio di Maitre Druot e di Madame Arnulfi, e in quella circostanza l’aveva colpito il fatto che l’uomo, il quale stava ritornando in bottega, zoppicava visibilmente.

Un’ora dopo Grenouille fu arrestato. Il locandiere e lo stalliere di La Napoule, che si trovavano a Grasse per l’identificazione degli altri sospetti, lo riconobbero subito come il garzone conciatore che aveva pernottato presso di loro: era lui e nessun altro, lui doveva essere l’assassino che si cercava.

Perquisirono il laboratorio, perquisirono la capanna nell’uliveto dietro al convento dei francescani. In un angolo, neppure ben nascosti, trovarono la veste tagliuzzata, la maglietta e i capelli rossi di Laure Richis. E quando scavarono nel terreno, a poco a poco vennero alla luce i vestiti e i capelli delle altre ventiquattro fanciulle. Trovarono la clava di legno con cui erano state uccise le vittime e la sacca da viaggio di tela. Le prove erano schiaccianti. Il presidente della corte rese noto con un bando e con manifesti che il famigerato assassino delle fanciulle, ricercato da quasi un anno, era stato finalmente catturato ed era ben custodito.

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