pressioni storiche… non era ancora molto grande. Stava pero crescendo. Fuori negli umidi campi di cavoli c’era un luccichio nell’aria e un debole sfrigolare, come di cavallette che friggono.
Le persone non alterano la storia piu di quanto gli uccelli alterino il cielo, ci tracciano soltanto dei brevi disegni. Centimetro dopo centimetro, implacabile come un ghiacciaio ma ben piu fredda, la reale realta stava ritornando come una pressa verso Sto Lat.
Morty fu la prima persona ad accorgersi della cosa.
Aveva avuto un pomeriggio molto duro. Il montanaro era stato aggrappato al suo appiglio ghiacciato fino all’ultimo istante e il condannato a morte aveva chiamato Morty 'lacche della monarchia'. Soltanto la vecchietta di centotre anni, che aveva ricevuto la sua ricompensa circondata dai parenti addolorati, gli aveva sorriso e gli aveva detto che sembrava un po’ pallidino.
Il sole del Disco era prossimo all’orizzonte mentre Binky avanzava, affaticato, al canter attraverso i cieli di Sto Lat e Morty guardava giu notando il confine della realta. Esso si incurvava al di sotto di lui, una mezzaluna di pallida foschia argentea. Morty non sapeva precisamente cosa fosse ma aveva la sgradevole premonizione che avesse qualcosa a che fare con lui.
Tiro le redini del cavallo e lo fece avanzare dolcemente al trotto verso il terreno, toccando terra qualche metro all’interno della muraglia di aria iridescente. Essa si stava muovendo a una velocita di poco inferiore al passo di marcia, sibilando delicatamente mentre fluttuava come un fantasma attraverso l’incombente umidita dei campi di cavoli e dei canali di irrigazione gelati.
Era una notte fredda, quel classico tipo di notte in cui la nebbia e il ghiaccio lottano per la supremazia e ogni suono sembra attutito. E fiato di Binky produceva fiotti di fumo nell’aria immobile. Il cavallo nitri in maniera delicata, quasi in tono di scusa, e scalpito sul terreno.
Morty scivolo giu dalla sella e si avvicino all’interfaccia. Essa scricchiolo leggermente. Strane ombre vi brillavano attraverso, fluttuando, andando alla deriva e scomparendo.
Dopo una breve ricerca, Morty trovo un bastone e lo infilo nella muraglia. Quello produsse misteriose increspature in essa e lentamente ondeggio e scomparve alla vista.
Morty sollevo lo sguardo mentre una sagoma scura passava sopra la sua testa. Si trattava di un gufo nero, che pattugliava i canali di irrigazione in cerca di qualcosa di piccolo e squittente.
Colpi la strana muraglia producendo uno schizzo di foschia scintillante, lasciando intravvedere una tremolante sagoma di gufo che si allargo e si diffuse finche non si dissolse nel brulicante caleidoscopio.
A quel punto scomparve. Morty riusciva a vedere attraverso l’interfaccia trasparente e fu piu che certo che nessun gufo fosse riapparso dall’altra parte. Soltanto mentre si stava arrovellando su cosa stesse accadendo, noto un altro schizzo che non emise alcun rumore a qualche metro di distanza e l’uccello riapparve alla vista, con assoluta indifferenza, e poi spari attraverso i campi.
Morty si fece coraggio e cammino all’interno della barriera, che non era affatto una barriera. Essa gli fece provare una specie di solletico.
Un istante dopo ne venne fuori anche Binky dietro di lui, con gli occhi che gli roteavano per la disperazione mentre filamenti di interfaccia gli penzolavano dagli zoccoli. Si impenno, scuotendo la criniera come un cane per sbarazzarsi delle fibre di foschia che gli erano rimaste addosso e guardo Morty con espressione implorante.
Morty lo afferro per le briglie, gli diede qualche leggera pacca sul muso e armeggio in tasca estraendone poi una zolletta di zucchero alquanto sudicia. Si era reso conto di trovarsi davanti a qualcosa di importante, ma non era ancora del tutto certo di cosa di trattasse.
C’era una strada che correva in mezzo ad un viale di salici malinconici e lugubri. Morty risali in sella e indirizzo Binky attraverso il campo nell’oscurita gocciolante sotto i rami.
In lontananza riusciva a distinguere le luci di Sto Helit, che non era davvero nulla di piu di un paesello, e un debole bagliore al limite del visibile che doveva essere Sto Lat. Lui lo fisso con una certa malinconia.
La barriera lo preoccupava. La poteva vedere strisciare attraverso il campo al di la degli alberi.
Morty era quasi sul punto di incitare Binky a rituffarsi nel cielo quando vide una luce proprio davanti a se, calda e invitante. Stava filtrando dalle finestre di un largo edificio situato un po’ all’interno rispetto alla strada. Si trattava probabilmente di una luce che emetteva allegria in ogni caso, ma in quell’ambiente e paragonata all’umore di Morty era praticamente entusiasmante.
Mentre il ragazzo cavalcava verso quella luce vide delle ombre che si muovevano contro di essa e riusci a captare alcuni brandelli di canzoni. Si trattava di una taverna e al suo interno c’erano delle persone che si stavano divertendo, o che comunque godevano di qualcosa che passava per divertimento se si era contadini e si trascorreva la maggior parte del proprio tempo a stretto contatto coi cavoli. Confrontata coi cavoli, qualsiasi cosa puo essere considerata divertente.
C’erano degli uomini li dentro che facevano cose umane poco complesse, del tipo ubriacarsi e dimenticare le parole delle canzoni.
Morty non aveva mai sentito la nostalgia di casa, forse anche perche la sua mente era stata troppo occupata con altre questioni. Adesso pero la provava, per la prima volta… una specie di malinconia, non tanto rispetto a un posto, quanto rispetto ad uno stato mentale, rispetto ad essere semplicemente un comune essere umano che si deve preoccupare di problemi assolutamente semplici come il denaro, la malattia e il prossimo…
'Mi faro un goccetto' penso 'e forse mi sentiro meglio.'
C’era una scuderia, con la sezione frontale aperta, su uno dei lati dell’edificio principale e lui condusse Binky in quella calda oscurita dall’odore di stallatico in cui erano gia sistemati altri cavalli. Mentre Morty slegava il sacchetto del foraggio si chiedeva se il cavallo della Morte provasse, rispetto agli altri cavalli che conducevano uno stile di vita ben poco soprannaturale, le stesse sensazioni che provava lui. Binky aveva un aspetto certamente imponente, se paragonato agli altri che lo guardavano con grande cautela. Era un cavallo vero… le vesciche che Morty aveva sulle mani, che gli erano state procurate dal manico della pala, ne erano una chiara testimonianza… e paragonato agli altri sembrava anche piu reale che mai. Piu solido. Piu cavallino. Qualcosa di leggermente di piu che non soltanto vivo.
In effetti, Morty era sul punto di fare una importante scoperta e fu una vera sfortuna che fosse distratto dalla vista dell’insegna della taverna, mentre camminava attraverso il cortile verso il basso portone della stessa. L’artista che l’aveva disegnata non era stato particolarmente dotato, ma non c’era possibilita di confondere la linea delle mascelle di Keli o la massa della sua fiera chioma nel ritratto de 'Il Capo della Regina'.
Sospiro e spinse la porta, aprendola.
Come un sol uomo, la compagnia li riunita smise immediatamente di parlare e lo fisso con l’onesto sguardo rurale che lascia immaginare che, per due soldi, tutti i suoi membri ti fracasserebbero una pala in testa e seppellirebbero il tuo corpo sotto un mucchio di letame in una notte di luna piena.
Potrebbe anche valere la pena di soffermarsi un attimo sull’aspetto di Morty, in quanto esso e parecchio mutato durante gli ultimi capitoli. Tanto per dirne una, sebbene egli continui ad avere una gran quantita di gomiti e ginocchia sulla sua persona, essi sembrano essere migrati nelle loro residenze normali, inoltre il ragazzo non si muove piu come se le sue giunture fossero legate insieme a casaccio con degli elastici. Prima sembrava avere l’aspetto di chi non sa assolutamente nulla: adesso sembra invece che sappia anche troppo. Qualcosa nei suoi occhi fa intuire che lui abbia visto cose che la gente comune non vede mai, o almeno, non vede mai piu di una volta.
Qualcos’altro nel resto del giovane suggerisce poi all’osservatore casuale che provocare qualche inconveniente a questo ragazzo potrebbe rivelarsi un’azione saggia quanto dare un calcione a un nido di vespe. In breve, Morty non ha piu l’aspetto di qualcosa che un gatto ha ingerito e poi vomitato.
L’oste allento la presa sul pesante 'riappacificatore' di pruno che teneva sotto al bancone e ricompose i suoi lineamenti in qualcosa che poteva assomigliare, anche se non in maniera eccessiva, ad un allegro sorrisetto di benvenuto.
«Buona sera, vossignoria» disse. «Quale cosa vi potrebbe essere gradita in questa notte fredda e brinosa?»
«Cosa?» chiese Morty, strizzando gli occhi per la vivida luce.
«Vuole dire: che vuoi da bere?» disse un omino con la faccia da furetto che stava seduto accanto al focolare e che stava gettando a Morty il classico sguardo che da un macellaio ad un campo pieno di agnelli.
«Ehm. Non so» disse Morty. «Avete del succo di stella?»
«Mai sentito parlare di una cosa simile, vossignoria.»