«CHE COSA TI HO DETTO CHE DEVI RICORDARE SEMPRE QUANDO SEI FUORI IN SERVIZIO?»
«Ebbene, lei…»
«ALLORA?»
Morty balbetto e si zitti.
«NON C’E GIUSTIZIA. CI SEI SOLTANTO TU.»
«Be’, io…»
«DEVI RICORDARLO.»
«Certo, ma…»
«IO RITENGO CHE ALLA FINE TUTTO SI RISOLVA PER IL MEGLIO. NON HO MAI CONOSCIUTO IL CREATORE MA MI E STATO DETTO CHE E DISPOSTO IN MANIERA PIUTTOSTO FAVOREVOLE NEI CONFRONTI DELLA GENTE.» La Morte spezzo il filo e comincio a slegare il morsetto.
«TOGLITI QUESTI PENSIERI DALLA MENTE» aggiunse. «ALMENO LA TERZA PERSONA NON AVREBBE DOVUTO PROCURARTI ALCUN PROBLEMA.»
Questo era il momento adatto. Morty ci aveva pensato molto a lungo. Non aveva alcun senso nascondere la cosa. Aveva messo sottosopra l’intero corso della storia futura. Fatti di questo genere tendono ad attrarre l’attenzione della gente. Meglio toglierselo dallo stomaco. Comportarsi come un uomo. Mandar giu la pillola. Mettere le carte in tavola. Menare il can per l’aia non serviva a nulla. Meglio affidarsi alla pieta di lei.
I penetranti occhi blu sfavillarono su di lui.
Morty li guardo di rimando come un coniglio, di notte, che cerca di distogliere lo sguardo da un articolato a sedici ruote il cui guidatore e una specie di mostro da dodici ore di caffeina al giorno che supera i tachimetri dell’inferno.
Falli.
«No, signora» disse.
«BENE. BEN FATTO. ALLORA, CHE NE PENSI DI QUESTO?»
I pescatori contano sul fatto che una buona mosca secca possa mimare con estrema bravura l’animale vero. Ci sono le mosche adatte per la mattinata. Ci sono poi mosche diverse per quando cala il tramonto. E cosi via.
Tuttavia la cosa che si trovava fra le trionfanti falangi della Morte era una mosca degli albori del tempo. Era la mosca del crogiolo primordiale. Si era riprodotta su sterco di mammut. Non era il tipo di mosca che sbatte contro i vetri delle finestre, era una di quelle che perfora le pareti. Era un insetto che sarebbe potuto strisciar fuori da sotto la retina dell’acchiappamosche piu pesante, grondante veleno e in cerca di vendetta. Strane ali e pezzi penzolanti sporgevano da tutte le parti. Sembrava avere una massa di denti.
«Come si chiama?» chiese Morty.
«IO LA CHIAMERO’… ORGOGLIO DI MORTE.» La Morte dette alla cosa un’ultima occhiata di ammirazione e se la infilo nel cappuccio della tunica. «MI SENTO PROPENSA A VEDERE UN PO’ DI VITA QUESTA SERA» disse. «PUOI ESSERE DI SERVIZIO TU, ADESSO CHE HAI COMPRESO COME SI FA. ALMENO SEMBRA.»
«Si, signora» disse Morty con aria afflitta. Vide la sua vita allungarsi davanti a se come un odioso tunnel nero privo di una luce al termine.
La Morte tamburello con le dita sulla scrivania e bofonchio qualcosa fra se.
«AH, GIA» disse. «ALBERT MI HA COMUNICATO CHE QUALCUNO E ANDATO A ROVISTARE NELLA BIBLIOTECA.»
«Scusi, signora?»
«TIRANDO FUORI LIBRI E LASCIANDOLI IN GIRO. LIBRI RIGUARDANTI GIOVANI FANCIULLE. LUI SEMBRA PENSARE CHE SIA UNA COSA DIVERTENTE.»
Come e gia stato rivelato, i Santi Ascoltatori hanno un udito talmente ben sviluppato che possono venire assordati da un bel tramonto. Soltanto per qualche secondo a Morty sembro che la pelle del suo collo stesse sviluppando degli strani poteri simili, in quanto riusci a
Disse. «Si, signora. Non accadra piu, signora.»
La pelle sulla parte posteriore del suo collo comincio a prudergli furiosamente.
«FANTASTICO. ADESSO, VOI DUE POTETE ANCHE ANDARE VIA. FATEVI PREPARARE UN PIC-NIC DA ALBERT O QUALCOSA DEL GENERE. ANDATE A PRENDERVI UN PO’ D’ARIA BUONA. HO NOTATO IL MODO IN CUI VI EVITATE L’UN L’ALTRO.» Diede a Morty una gomitatina cospiratrice… era come essere pungolato da un bastone… e aggiunse: «ALBERT MI HA DETTO CHE COSA SIGNIFICA.»
«Davvero?» chiese Morty malinconicamente. Aveva avuto torto: c’era una luce alla fine del tunnel e si trattava di quella di un lanciafiamme.
La Morte gli fece un’altra di quelle sue strizzatine d’occhio stile supernova.
Morty non la ricambio. Si giro e arranco verso la porta, ad una velocita e con un portamento che faceva sembrare la Grande A’Tuin un capretto balzellante.
Era gia a meta del corridoio quando senti l’attutito fruscio di passi alle sue spalle e una mano lo prese per un braccio.
«Morty?»
Lui si volto e guardo Ysabell attraverso una nebbia di depressione.
«Perche hai lasciato che pensasse che fossi stato tu nella biblioteca?»
«Non lo so.»
«E stato… molto… gentile da parte tua» disse lei con titubanza.
«Davvero? Non riesco a capire che cosa mi sia successo.» Senti qualcosa in tasca e tiro fuori il fazzoletto. «Questo ti appartiene, immagino.»
«Grazie.» Lei si soffio il naso molto rumorosamente. Morty era gia quasi arrivato in fondo al corridoio, con le spalle incurvate come le ali di un avvoltoio. Lei gli corse dietro.
«Voglio dirti…» comincio lei.
«Cosa?»
«Volevo dirti grazie.»
«Non c’e di che» bofonchio lui. «Sarebbe soltanto meglio che tu non portassi piu via libri. Pare che la cosa li sconvolga o roba del genere.» Emise quello che riteneva essere una risata priva di spirito.
«Ah!»
«Ah! che cosa?»
«Ah! e basta!»
Morty raggiunse il fondo del corridoio. C’era la porta che dava sulla cucina in cui Albert si sarebbe messo a sghignazzare con l’aria di chi la sa lunga e lui decise che non sarebbe riuscito ad affrontarlo. Si fermo.
«Io ho soltanto preso quei libri per avere un po’ di compagnia» disse la ragazza dietro di lui.
Lui cedette.
«Potremmo fare una passeggiata in giardino» propose al colmo della disperazione, e poi fece in modo di rafforzarsi internamente un po’ e aggiunse: «Senza impegno, intendo dire.»
«Vuoi forse intendere che non mi sposerai?» chiese lei.
Morty rimase inorridito. «Sposarti?»
«Non e forse il motivo per cui mia madre ti ha portato qui?» domando lei. «Non ha alcun
«Vuoi dire tutte quelle gomitatine, strizzatine d’occhi e commenti riguardo al fatto che 'tutto questo figliolo un giorno sara tuo'?» disse Morty. «Ho cercato di ignorarli. Non voglio sposarmi con nessuno, per adesso» aggiunse, sopprimendo una immagine mentale della principessa. «E poi certamente non con te, senza offesa.»
«Io non ti sposerei nemmeno se fossi l’ultimo uomo del Disco» replico dolcemente lei.
Morty si senti ferito per questa affermazione. Una cosa era non desiderare sposare qualcuno, ma ben diverso era se qualcun altro ti diceva che non voleva sposare
«Almeno io non ho l’aspetto di uno che ha passato anni ed anni a mangiare ciambelle in un guardaroba» disse lui, mentre passeggiavano sul praticello nero della Morte.
«Almeno io cammino come se le mie gambe avessero soltanto un ginocchio ciascuna» rispose lei.