«IO PENSO…»

«Si?»

«IO PENSO… CHE POTREI DIVENTARE AMICO DELLA BOTTIGLIA VERDE.»

L’oste fece scivolare la bottiglia ottagonale lungo il bancone. La Morte la prese e la inclino sopra al bicchiere. Il liquido ando a cadere sull’orlo.

«TU… IO… PENSI… UBRIACO, VERO?»

«Io servo chiunque possa stare in posizione eretta» rispose l’oste.

«HAI ASSSCCCIIOLUUTAMMENTEE RAAAGIOOONE. MA IO…»

Lo straniero si interruppe agitando un dito in aria con fare declamatorio.

«COSA… DICEVO… STAVO… IO?»

«Hai detto che io pensavo che tu fossi ubriaco.»

«AH. SCI’, PERO IO POSSCIO TORNARE SCIOBRIO IN OGNI MOMENTO VOGLIO. QUESCTO E UN ESPERIMENTO. E ADESSCIO IO MI PIACEREBBE FARE UN ESCPERIMENTO NUOVO CON LA BOTTIGLIA ARANCIONE.»

L’oste sospiro e getto un’occhiata all’orologio. Non c’era dubbio che stesse guadagnando un sacco di soldi, in particolar modo visto che lo straniero non sembrava incline a preoccuparsi dei prezzi gonfiati o del resto mancante. Ma si stava facendo tardi: a dire il vero era tanto tardi da essere gia presto. C’era poi anche qualcosa nel cliente solitario che lo sconvolgeva. La clientela del Tamburo Riparato beveva spesso come se non esistesse il domani, ma questa era la prima volta in cui l’uomo aveva la sensazione che essa potesse avere ragione.

«VOGLIO DIRE, CHE COSA HO DA SPERARE IO PER IL FUTURO? DOV’E IL SENSO DI TUTTO QUESTO? E POI DI CHE SI TRATTA, IN REALTA?»

«Non te lo so dire, amico mio. Ritengo che ti sentirai meglio dopo una bella dormita.»

«DORMITA? DORMITA? IO NON DORMO MAI. IO SONO PROPRIO PROVERBIALE PER QUESTO.»

«Tutti hanno bisogno di un po’ di sonno. Anch’io» insinuo lui.

«MI ODIANO TUTTI, SAI?»

«Si, lo hai gia detto. Ma adesso sono le tre meno un quarto.»

Lo straniero si volto un po’ barcollante, e fisso la stanza silenziosa.

«NON C’E PIU NESSUNO QUI DENTRO A PARTE IO E TE» disse.

L’oste sollevo l’assicella e passo dall’altra perte del bancone, aiutando lo straniero a scendere dal suo sgabello.

«NON HO UN SOLO AMICO. PERFINO I GATTI SI PRENDONO GIOCO DI ME.»

Tiro fuori repentinamente una mano ed afferro una bottiglia di Liquore Amanita prima che l’oste fosse riuscito a spingere il cliente verso la porta, chiedendosi come mai una persona tanto magra potesse essere cosi pesante.

«NON HO ALCUN BISOGNO DI UBRIACARMI, TE L’HO DETTO. PERCHE ALLA GENTE PIACE UBRIACARSI? E FORSE DIVERTENTE?»

«Li aiuta a dimenticare la vita, vecchio mio. Adesso resta appoggiato qui mentre io apro la porta…»

«DIMENTICARE LA VITA. HAH. HAH.»

«Puoi tornare tutte le volte che vuoi, mi hai sentito?»

«TI PIACEREBBE DAVVERO VEDERMI DI NUOVO?»

L’oste getto un’occhiata indietro al mucchietto di monete sul bancone. Valevano certamente un po’ di stravaganza. Almeno questo era un tipo tranquillo e sembrava anche innocuo.

«Oh, si» disse, spingendo lo straniero in strada e recuperando la bottiglia con un movimento delicato. «Fa’ pure un salto qui quando vuoi.»

«QUESCTA E LA COSA PIU CARINA CHE…»

La porta sbatte sul resto della frase.

Ysabell balzo a sedere sul letto.

Senti bussare nuovamente alla porta in maniera delicata e urgente. Si tiro su le coperte fino al mento.

«Chi e?» sussurro.

«Sono io, Morty» disse un sibilo che proveniva da sotto la porta. «Fammi entrare, ti prego!»

«Aspetta!»

Ysabell armeggio freneticamente sul comodino che aveva di fianco al letto per cercare i fiammiferi, ribaltando una boccetta di acqua di colonia e facendo sparire una scatola di cioccolatini che conteneva ormai soltanto cartacce appallottolate. Appena ebbe acceso la candela si accomodo sul letto per ottenere il massimo effetto, abbasso la scollatura della camicia da notte in modo che rivelasse qualcosa di piu e disse: «Non e chiuso a chiave.»

Morty avanzo barcollando all’interno della camera: puzzava di cavallo, ghiaccio e scumble.

«Spero» disse in modo malizioso Ysabell «che tu non ti sia introdotto qui per sfruttare la tua posizione di vantaggio all’interno di questa casa.»

Morty si guardo attorno. Ysabell era sommersa dalle trine. Perfino la toeletta sembrava indossare una sottoveste. L’intera stanza non pareva tanto arredata quanto vestita con biancheria intima.

«Stammi a sentire, non ho affatto tempo per gingillarmi» disse. «Porta quella candela in biblioteca. E, per l’amor del cielo, mettiti addosso qualcosa di piu sensato, stai straripando.»

Ysabell abbasso lo sguardo e poi la sua testa balzo nuovamente su.

«Allora?»

Morty infilo nuovamente il capo all’interno della stanza. «E una questione di vita o di morte» aggiunse e scomparve.

La ragazza osservo la porta richiudersi scricchiolando alle spalle di lui, mettendo in mostra la vestaglia blu con i fiocchi che la Morte aveva avuto la bella idea di regalarle per l’ultima Notte della Posta del Cinghiale e che lei non aveva avuto cuore di gettar via, nonostante il fatto che fosse di una misura troppo piccola e avesse un coniglio ricamato sulla tasca.

Alla fine tiro giu le gambe dal letto, si infilo la castigata vestaglia e si incammino lungo il corridoio. Morty la stava aspettando.

«Sei sicuro che mia madre non ci sentira?» chiese lei.

«Non e ancora rientrata. Sbrigati.»

«Come fai a esserne sicuro?»

«Questo posto da una sensazione diversa quando lei non c’e. E… e come la differenza che passa quando un cappotto si trova addosso al proprietario e quando invece si trova appeso ad un gancio. Non lo hai notato?»

«Che cosa dobbiamo fare di tanto importante?»

Morty apri la porta della biblioteca. Una folata di aria calda e secca scivolo fuori e i cardini emisero un cigolio di protesta.

«Stiamo per salvare la vita di qualcuno» rispose lui. «Piu precisamente quella di una principessa.»

Ysabell rimase istantaneamente affascinata.

«Una principessa vera? Voglio dire, riesce a sentire un pisello attraverso dodici materassi?»

«Riesce…?» Morty senti svanire dentro di se una preoccupazione anche se era di scarsa rilevanza. «Oh, Gia. Avevo immaginato che Albert avesse detto una cosa sbagliata.»

«Sei innamorato di lei?»

Morty resto immobilizzato fra gli scaffali, conscio dell’indaffarato debole scribacchiare dei libri all’interno delle copertine.

«E difficile esserne sicuri» disse. «Ho l’aspetto di uno che lo e?»

«Sei arrossito leggermente. E lei cosa prova per te?»

«Non lo so.»

«Ah» disse Ysabell con l’aria di chi la sa lunga, assumendo il tono dell’esperto. «L’amore non ricambiato e quello del tipo peggiore. Tuttavia non mi sembra una buona idea prendere il veleno oppure ucciderti» aggiunse poi, pensierosa. «Che stiamo facendo qui? Vuoi trovare il suo libro e scoprire se ti sposera?»

«L’ho gia letto e lei e morta» disse Morty. «Ma soltanto tecnicamente. Voglio dire, non e realmente

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