«Buon uomo» aveva detto seccamente il Cancelliere «sapevamo di potere contare su di lei. Moltissimi razzi, capisce, e a completamento ci dovrebbe essere un pezzo… faccia attenzione… qualcosa di veramente mozzafiato come un ritratto di… di…» i suoi occhi lo fissarono con uno sguardo che stava diventanto deprimentemente familiare per Bentagliato.
«Della Principessa Keli» aveva detto stancamente.
«Ah. Gia. Lei» aveva confermato il Cancelliere. «Un ritratto di… quello che ha detto lei… creato coi fuochi artificiali. Ovviamente tutte queste cose sono piuttosto semplici per voi maghi, alla gente piacciono. Non c’e nulla come un bello scoppio, una esplosione e un po’ di gente ai balconi che saluta per mantenere in perfetta forma i muscoli della lealta, e quello che ho sempre sostenuto. Provveda lei. Razzi. Con simboli magici.»
Un’ora prima Bentagliato aveva sfogliato l’indice del
'Che cosa strana sono le sopracciglia' aveva riflettuto fra se. 'Non le noti davvero mai finche non spariscono.'
Con gli occhi cerchiati di rosso e puzzando leggermente di fumo, Bentagliato trotterello verso gli appartamenti reali passando oltre frotte di domestiche molto impegnate a svolgere quelli che costituiscono i loro compiti, che sembrano sempre necessitare della presenza di almeno tre di esse. Ogni volta che avvistavano Bentagliato, generalmente si zittivano, si affrettavano ad allontanarsi a testa bassa e poi a scoppiare in risolini soffocati lungo il corridoio. Questa cosa infastidi parecchio Bentagliato. 'Non tanto' penso velocemente fra se 'per qualche strana considerazione di tipo personale, quanto perche ai maghi dovrebbe essere riservato un maggior rispetto.' Come se non bastasse, parecchie delle domestiche avevano un modo di guardarlo che gli stimolava immediatamente e distintamente dei pensieri molto poco da mago.
'E proprio vero' penso. 'La via del progresso culturale e simile a un percorso che passa attraverso mezzo miglio di vetri rotti.'
Busso alla porta della suite di Keli. La apri una domestica.
«La tua padrona e qui?» domando lui, col tono piu altezzoso che riuscisse a tirar fuori.
La ragazza si porto una mano sulla bocca. Le spalle le si misero a fremere. Gli occhi le scintillavano. Tra le dita le trapelo un suono simile a quello provocato da uno sbuffo di vapore.
'Non posso farci niente' penso Bentagliato 'sembra proprio che io abbia questo effetto sorprendente sulle donne.'
«Si tratta di un uomo?» disse la voce di Keli che arrivava da dentro. Gli occhi della ragazza sembrarono vagare nel vuoto: piego la testa come se non fosse stata certa di quello che aveva udito.
«Sono io, Bentagliato» rispose Bentagliato.
«Oh, allora va bene. Puoi entrare.»
Bentagliato passo oltre la ragazza e cerco di ignorare la risata soffocata che quella emise quando scappo via dalla stanza. Era chiaro che tutti sapevano che un mago non aveva bisogno di uno chaperon. Era soltanto il tono tipico della principessa 'Oh, allora va bene' che lo aveva ferito dentro.
Keli stava seduta davanti alla sua toeletta e si spazzolava i capelli. Pochissimi uomini al mondo vengono a scoprire che cosa indossa una principessa sotto i suoi abiti e Bentagliato si uni a quelli con estrema riluttanza e con un rimarchevole autocontrollo. Soltanto il frenetico ballonzolare del suo pomo d’Adamo lo tradi. Non c’era alcun dubbio, non avrebbe potuto essere in grado di operare magie per
Lei si volto e lui annuso una zaffata di talco profumato. Per
«Sembra che tu abbia un po’ caldo, Bentagliato. C’e qualcosa che non va?»
«Naaaarrg.»
«Come, scusa?»
Lui cerco di scuotersi. 'Concentrati sulla spazzola, amico, la spazzola.' «Soltanto qualche esperimento magico, mia signora. Qualche bruciacchiatura superficiale.»
«Si sta muovendo
«Temo di si.»
Keli si volto nuovamente verso lo specchio. Aveva una espressione durissima.
«Abbiamo un po’ di tempo?»
Questa era proprio la domanda che il mago aveva temuto. Lui aveva fatto tutto quello che era stato in suo potere. L’Astrologo Reale era stato incalzato tanto a lungo da fargli ammettere che l’indomani sarebbe stato l’unico giorno possibile in cui la cerimonia potesse avere luogo e cosi Bentagliato l’aveva organizzata in modo che essa incominciasse un secondo dopo la mezzanotte. Aveva implacabilmente decurtato la partitura della fanfara di trombe. Aveva calcolato il tempo dell’invocazione agli dei dell’Alto Sacerdote e poi l’aveva tagliata pesantemente: ci sarebbe stato un bel trambusto quando gli dei lo avessero scoperto. La cerimonia dell’unzione con i sacri olii era stata ridotta ad un veloce buffetto dietro alle orecchie. Gli skateboard erano una invenzione sconosciuta nel Disco: se non lo fossero stati, il percorso di Keli lungo il corridoio sarebbe stato anticostituzionalmente veloce. Ma non era ancora sufficiente. Cerco di farsi animo.
«Penso proprio di no» disse. «Potrebbe essere una cosetta davvero rapida.»
Lui vide che la ragazza lo fissava tramite lo specchio.
«Quanto rapida?»
«Ehm. Molto.»
«Stai forse cercando di dire che potrebbe raggiungerci nel momento stesso della cerimonia?»
«Ehm. E piu probabile che arrivi anche prima.» disse Bentagliato miserevolmente.
Non si udi alcun altro suono oltre quello del tamburellare delle dita di Keli sul bordo della tavola. Bentagliato si chiese se lei stesse forse per crollare oppure per distruggere lo specchio. Invece domando: «Come fai a saperlo?»
Lui si chiese se se la sarebbe potuta cavare dicendo qualcosa del tipo: 'Sono un mago, noi sappiamo queste cose', ma decise di non farlo. L’ultima volta che aveva pronunciato quella frase lei lo aveva minacciato con un’ascia.
«Ho chiesto ad una delle guardie informazioni sulla taverna di cui aveva parlato Morty» disse. «Poi sono riuscito a calcolare la distanza approssimativa che la cupola doveva percorrere. Morty ha detto che si muoveva ad un lento passo di marcia e io ho stimato che il suo passo e all’incirca di…»
«Cosi facile? Non hai usato la magia?»
«Soltanto il buon senso. E molto piu affidabile, alla lunga.»
La principessa allungo una mano e diede un buffetto su quella di lui.
«Povero vecchio Bentagliato» disse.
«Ho soltanto vent’anni, mia signora.»
La principessa si alzo in piedi e si diresse nello spogliatoio. Una delle cose che si imparano quando si e principesse e di essere sempre piu vecchie di chiunque sia di rango inferiore.
«Si, suppongo debba esistere qualcosa come maghi giovani» disse da sopra le spalle. «E soltanto che la gente pensa sempre che essi siano vecchi. Mi chiedo perche sia cosi.»
«I rigori della professione, mia signora» rispose Bentagliato, roteando gli occhi. Poteva avvertire il fruscio della seta.
«Che cosa ti ha fatto decidere di diventare mago?» La voce di lei era attutita, come se avesse qualche cosa sopra la testa.
«E un lavoro che si fa stando in casa e che non prevede gravi sollevamenti» disse Bentagliato. «E poi immagino anche di aver desiderato conoscere come funziona il mondo.»
«Ci sei riuscito, allora?»
«No.» Bentagliato non era molto abile nelle conversazioni di societa, altrimenti non avrebbe mai permesso alla propria mente di distrarsi a sufficienza da chiedere: «E che cosa ha fatto decidere te a diventare principessa?»
Dopo una pausa di riflessivo silenzio lei rispose: «E stato deciso per me, sai?»
«Mi spiace, io…»
«Essere reali e una specie di tradizione di famiglia. Ritengo che avvenga la stessa cosa per la magia: senza dubbio anche tuo padre era un mago.»