— Non nel campo della fisica, lo so: ventisei anni sono piu o meno come un’era geologica…

— Non riuscirai a trovare nessun lavoro.

— Be’, avevo pensato di ricominciare gli studi, magari di andare avanti… — Mike scuoteva il capo.

— Lascialo finire, William. — Marygay si agito, inquieta. — Penso che sappia qualcosa che noi non sappiamo.

Mio fratello fini di bere e fece roteare il ghiaccio sul fondo del bicchiere, guardandolo fisso. — esatto. Vedete, la Luna e tutta della FENU, borghesi e militari, e ci divertiamo a scambiarci le notizie.

— E un vecchio passatempo militare.

— Uh-uh. Be’, ho sentito dire qualcosa sul vostro conto… — Fece un ampio gesto. — Sul conto di voi veterani, e mi sono preso la briga di controllare. Era proprio vero.

— Lieto di saperlo.

— Si, immagino. — Mike depose il bicchiere, tiro fuori una sigaretta alla marijuana, la guardo e la rimise nel pacchetto. — La FENU e pronta a ricorrere a qualunque mezzo, meno che il rapimento, per riavervi tutti quanti. Sono loro che controllano la Commissione Collocamento, e potete essere sicuri che verrete giudicati poco qualificati o troppo qualificati per qualunque possibilita d’impiego che vi si offrisse. Eccetto che nell’esercito.

— E sicuro? — chiese Marygay. Ormai ne sapevamo troppo, tutti e due, per protestare che non potevano fare una cosa simile.

— Sicurissimo. Ho un amico nella divisione lunare della Commissione Collocamento. Mi ha mostrato la circolare: e redatta in modo molto elegante. Ma dice: 'Non sono assolutamente ammesse eccezioni.'

— Magari quando usciro dalla scuola…

— Non ci entrerai mai, nella scuola. Non ce la farai mai a superare quel labirinto di criteri di qualificazione e di numeri chiusi. E se provassi a insistere, ti diranno che sei troppo vecchio… diavolo, io non potrei entrare in un corso di laurea alla mia eta, e…

— Gia, ho afferrato l’idea. Io ho due anni piu di te.

— Esatto. Quindi la scelta e questa: o vivere per tutta la vita col sussidio di disoccupazione o tornare nell’esercito.

— Non se ne parla neanche — disse Marygay. — Sussidio di disoccupazione.

Mi dichiarai d’accordo. — Se cinque o sei miliardi di persone ce la fanno a campare decentemente senza una professione, posso farcela anch’io.

— Loro ci sono cresciuti dentro — disse Mike. — E non e detto che sia quella che tu chiameresti una vita decente. In generale, fanno i perdigiorno, fumano droga e guardano l’olovisione. Ricevono giusto il vitto sufficiente per controbilanciare le calorie consumate. Carne una volta la settimana, persino nella Categoria A.

— Non sarebbe una novita — dissi io. — Per quel che riguarda il vitto, almeno… E esattamente cosi che ci davano da mangiare nell’esercito.

'In quanto al resto, come hai appena detto tu, Marygay e io non ci siamo cresciuti, dentro. Non passeremmo il tempo a starcene seduti mezzi rimbecilliti dalle droghe a guardare l’olovisione tutto il giorno.'

— Io dipingo — disse Marygay. — Ho sempre desiderato mettermi tranquilla e imparare a dipingere veramente bene.

— E io posso continuare a studiare fisica, anche senza rincorrere una laurea. E potrei darmi alla musica o mettermi a scrivere o… — Mi girai verso Marygay. — O a fare qualcuna delle cose di cui ci ha parlato il sergente a Stargate.

— Entrerete a far parte del Nuovo Rinascimento — disse Mike, con voce piatta, accendendo la pipa. Era tabacco e aveva un profumo delizioso.

Probabilmente noto il mio sguardo avido. — Oh, sono proprio un pessimo ospite. — Tiro fuori delle cartine dalla borsa e arrotolo una sigaretta con mosse esperte. — Ecco qui. Marygay?

— No, grazie… se procurarselo e difficile come dicono, non voglio riprendere l’abitudine.

Mike annui e riaccese la pipa. — Non e mai servito a niente. E meglio abituarsi a rilassarsi senza ricorrere al tabacco. — Si rivolse a me. — L’esercito vi teneva a corto di sigarette per paura del cancro?

— Sicuro. — Non sarebbe stato simpatico morire in un modo cosi poco militare. Accesi la sottile sigaretta. — Molto buono.

— Migliore di quello che potrai procurarti sulla Terra. Anche la marijuana lunare e meglio. Non stordisce tanto.

Mamma entro e venne a sedersi. — La cena sara pronta fra pochi minuti. Ho sentito che Michael ha ricominciato a fare paragoni ingiusti.

— Perche ingiusti? Con la marijuana terrestre, bastano un paio di sigarette per ridurti a uno zombie.

— Correzione: ti ci riduci tu. E perche non ci sei abituato.

— Okay, okay. E un figlio non deve contraddire sua madre.

— No, quando ha ragione lei — disse Mamma, stranamente senza allegria. — Be’, ragazzi, vi piace il pesce?

Parlammo della fame che avevamo, un argomento abbastanza tranquillo, per un paio di minuti, e poi sedemmo davanti a un’enorme aragosta rossa alla griglia, servita su un letto di riso. Era il primo pasto come si deve che io e Marygay facevamo dopo ventisei anni.

23

Come tutti gli altri, il giorno dopo fui intervistato dall’olovisione. Fu un’esperienza esasperante.

Commentatore: — Sergente Mandella, lei e uno dei militari piu decorati della FENU. — (Verissimo, a Stargate ci avevano dato una manciata di nastrini a testa.) — Lei ha partecipato alla famosa campagna di Aleph, il primo vero contatto con i taurani, ed e appena ritornato da un attacco contro Yod-4.

Io: — Be’, non si puo dire che…

Commentatore: — Prima di parlare di Yod-4, sono sicuro che al nostro pubblico interesserebbe moltissimo una sua impressione personale dei nemici, poiche e uno dei pochissimi che li ha incontrati faccia a faccia. Hanno un aspetto orribile, vero?

lo: — Be’, si. Immagino che abbiate visto le foto. Quello che non mostrano, pero, e il tipo di pelle. E scagliosa e ruvida come quella di una lucertola, pero e arancione pallido.

Commentatore: — Che odore hanno? — Odore?

Io: — Non ne ho la minima idea. Dentro a uno scafandro si sente solo il proprio odore.

Commentatore: — Ah, ah, capisco. Quel che voglio sapere da lei, sergente, e quello che ha provato la prima volta che ha visto i nemici… Aveva paura di loro, era disgustato, infuriato o cosa?

— Be’, avevo paura, la prima volta, ed ero disgustato. Soprattutto la paura… ma prima della battaglia, quando un taurano ci e passato in volo sopra la testa. Durante la battaglia, eravamo sotto l’influenza di un condizionamento d’odio… ci avevano condizionati sulla Terra, e poi hanno fatto scattare la suggestione con una frase chiave… E io non sentivo altro che un furore artificiale.

— Li disprezzava… e non ha avuto pieta.

— Giusto. Li abbiamo assassinati tutti, sebbene non tentassero neppure di reagire. Ma quando ci hanno liberati dal condizionamento… be’, non riuscivamo a credere di esserci comportati da macellai. Quattordici dei nostri sono impazziti e tutti gli altri hanno tirato avanti per settimane a tranquillanti.

— Ah — fece il commentatore, con aria distratta, e guardo a lato per un momento. — Lei personalmente quanti ne ha uccisi?

— Quindici, venti… non lo so. Come ho detto, non eravamo padroni di noi. E stato un massacro.

Per tutta l’intervista, il commentatore mi era sembrato un po’ tardo, tendente a ripetersi. E quella sera scoprii il perche.

Marygay e io guardammo l’olovisione insieme a Mike. Mamma era uscita per farsi mettere qualche dente falso (pareva che i dentisti di Ginevra fossero migliori di quelli americani). La mia intervista era in un programma intitolato Pot-pourri, fra un documentario sulle culture idroponiche lunari e il concerto d’un tale che affermava di saper suonare la Doppia fantasia in la maggiore di Telemann

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