Il dottor Slope esamino con cura gli occhi della donna, poi le unghie delle mani. «No, almeno nessun segno evidente…» Nessun livido sulle braccia, ne segni di iniezioni. Slope accese una piccola torcia, ispeziono le narici. Poi prese una siringa dalla borsa. «Non ha sniffato, ma faremo un'analisi del sangue.»

Abbassarono il lenzuolo. Sul fianco sinistro della donna c'era una vecchia cicatrice da arma da taglio. «A quanto pare, il coltello e stato rigirato nella ferita.» Il dottor Slope aveva un'aria corrucciata: «E probabile che avessero gia cercato di ucciderla».

Intanto Riker, attraverso l'obiettivo della macchina fotografica, osservava le dita avvolte nel lattice che tastavano la cicatrice. «E successo parecchio tempo fa.»

«Una rissa di strada?» chiese Slope.

«Puo darsi.» Riker sapeva che Mallory avrebbe potuto fornire tutti i dettagli di quella rissa, ma lei disse soltanto: «Sparrow ci sapeva fare con il coltello».

«In questo caso, spero di non vedere mai le ferite del suo avversario.» Il patologo alzo lo sguardo, continuo: «Oppure le ho gia viste, nel corso di un'autopsia?».

Riker alzo le spalle, non gli piaceva mentire al dottor Slope. «Non ho seguito quel caso.» Ed era vero. Inquadro il viso di Sparrow. Non c'erano dubbi sulla sua identita, ma all'inizio aveva stentato a riconoscere i suoi occhi senza mascara ne ombretto. Due anni prima portava i capelli biondo platino. Adesso erano di un colore piu naturale. Dall'ultima volta che l'aveva vista c'erano stati altri cambiamenti.

Sparrow, che cosa e successo al tuo naso?

Una volta, il naso rotto era la prima cosa che saltava all'occhio nel suo viso. Evidentemente, se l'era rifatto, e della Sparrow di un tempo rimaneva solo il mento pronunciato e l'espressione aggressiva di ogni newyorkese che si rispetti.

Sparrow aveva poco piu di trent'anni l'ultima volta che l'aveva vista. La strada e la droga l'avevano invecchiata di altri venti, eppure adesso sembrava nuova di zecca. «Si e fatta un lifting, vero?»

«Anche la rinoplastica,» disse Slope «dermoabrasione e un intervento alle palpebre piuttosto recente. Si vedono ancora le cicatrici. Un bel lavoro, costoso. Una squillo di alto bordo.»

«Non direi proprio» lo corresse Riker. Sparrow era sempre stata una baldracca da pochi soldi, con la misteriosa capacita di farlo ridere. Era l'informatrice di Riker da quando era poco piu che adolescente.

La notte in cui si erano conosciuti, Sparrow era bagnata fradicia, troppo stonata per ripararsi dalla pioggia.

Aveva passeggiato tutta la notte su e giu per il marciapiede, levando i pugni al cielo: «Dio! Dammi un attimo di tregua!». Le divinita invocate da Sparrow vivevano negli attici. Credeva che la manna le sarebbe caduta in testa dal paradiso ai piani alti.

Non ando cosi.

In pochi anni aveva imparato a vendere il suo corpo per comprare l'eroina. Voleva smettere, e avrebbe smesso domani… sempre domani. Balle. Ciononostante Riker rimaneva il suo piu ardente ammiratore. Sfioro gentilmente una ciocca di capelli. «Cos'ha usato? Forbici o rasoio?»

Il medico alzo le spalle: «Non sono un barbiere».

«Rasoio» disse Mallory, che spendeva centinaia di dollari dal parrucchiere.

Riker immagino la lama tranciare i capelli, gli occhi di Sparrow terrorizzati, il rasoio che sfiorava il viso appena rifatto. Mallory si avvicino al letto. «Che ne dici di quel segno sul braccio? Ancora rasoio?»

«Puo darsi» disse Slope. «Tu concentrati sugli appunti, signorina. Rileggero ogni singola parola prima di firmare.» Si chino per guardare da vicino la ferita sul braccio di Sparrow. «E roba vecchia di qualche giorno, non se l'e procurata difendendosi.» Consulto la cartella clinica. «Il dottore ha verificato l'ipotesi della violenza carnale. Non c'e traccia di liquido seminale. Nessun trauma nella zona genitale.» Guardo Mallory: «Ma non posso escludere un rapporto consenziente con il preservativo, quindi non saltare a conclusioni affrettate». Slope sistemo il corpo a pancia in giu, esamino la parte posteriore delle ginocchia, i piedi, le dita. Nessuna traccia di iniezioni recenti. Sparrow aveva dato un taglio all'eroina, era pulita.

Di nuovo giovane, ricominciava da capo.

Dove stavi andando con la tua faccia nuova?

Dopo aver riletto gli appunti il dottore firmo, mettendo fine alla sua prigionia. Mallory apri la porta e lo fece uscire. Slope si fece da parte per far passare un ragazzo con il camice corto dei tirocinanti. Il giovane medico piombo nella stanza insieme a un'infermiera e a un carrello carico di strumenti. Il dottor Slope rimase a guardare mentre il medico e l'infermiera intubavano la donna. «A cosa serve tutto questo se…»

«C'e segno di attivita cerebrale.» Il giovane medico esamino gli occhi blu di Sparrow. «Non avrei dovuto ascoltare quegli stupidi agenti. Mi hanno detto che questa donna e stata rianimata venti minuti dopo la morte. Non puo essere vero.» Poi si volto verso la faccia sbigottita di Riker. «Lei non aveva il diritto di tenermi fuori da questa stanza. Potrebbe essere troppo tardi…»

«Basta cosi. La sua paziente non e mai stata in pericolo» intervenne Slope che afferro la cartella clinica e indico il fondo della pagina. «Qui c'e scritto di non rianimare.» Scruto il cartellino: «Credo che questa sia la sua firma».

«Si signore, ma ho firmato prima di vedere i risultati degli esami.»

«Ed e stato uno sbaglio, non crede?» Non era una domanda, era l'ultima parola di Edward Slope su un errore imperdonabile.

Il giovane dottore era solo un ragazzino petulante. «Ho detto agli agenti che la mia paziente aveva bisogno di assistenza.»

«Nessuno mi ha avvertito» disse Riker. «Non ne ero al corrente.»

«Lei lo sapeva!» Il giovane medico si volto e punto il dito per accusare Mallory, che pero se n'era gia andata. La porta si stava richiudendo alle sue spalle.

Riker raggiunse una sedia accanto al letto. Aveva cinquantacinque anni, ma si sentiva molto vecchio e molto stanco, e di colpo aveva freddo. A fatica, riusci a convincersi che nessun poliziotto, neppure Mallory, poteva essere tanto stupido da esporsi all'accusa di omicidio volontario, e che Mallory non aveva appena cercato di uccidere Sparrow.

2

Un lenzuolo era stato sistemato sulla finestra rotta e dalla strada si sentivano le risate della gente. Il pavimento dello scantinato non era piu allagato ma l'aria era impregnata di umidita e calore. Mallory si tolse la giacca, la ripiego e la appoggio sul braccio. Si muoveva per la stanza, registrando tutti i particolari. La schiuma antincendio colava lungo gli armadietti della cucina, formando rivoli di umidita sulla polvere per il rilevamento delle impronte digitali. Un divano letto aperto e un mobile in ferro battuto costituivano tutto l'arredamento della sala da pranzo. Alle pareti, solo un crocifisso di legno. Contenitori di metallo e sacchetti di plastica della Scientifica erano ammucchiati vicino alla porta, in attesa di essere caricati sul furgone.

Nonostante fossero state raccolte tutte le prove, Riker teneva le mani in tasca per placare Heller, un uomo grande e grosso con gli occhi stanchi e le maniche rimboccate. Il medico legale passo l'asciugacapelli su una confezione vuota per rullini fotografici e borbotto: «Stupidi pagliacci». Era l'appellativo piu lusinghiero che fosse riuscito a trovare per i vigili del fuoco che avevano rotto la finestra e innaffiato la sua scena del delitto. «I miei uomini non hanno trovato nessuna macchina fotografica. Forse l'assassino ha scattato una foto ricordo.»

Uno scarafaggio fradicio si asciugava sul bordo del lavandino, crogiolandosi sotto la luce artificiale fornita da Heller. Gli scarafaggi di citta non si lasciano spaventare dalla luce, dal fuoco, dalle alluvioni, dai poliziotti armati. Ci vuole ben altro.

«Non ci siamo, qui e tutto sbagliato.» Riker, in piedi accanto al tavolo, esaminava un sacchetto di plastica pieno di insetti morti. «Mallory, hai mai visto tante mosche intorno a un corpo non ancora cadavere? Ce ne saranno un migliaio.»

«Come minimo.» Heller spense l'asciugacapelli poi, lentamente, ruoto la testa come un cannone che punta il bersaglio. «L'assassino s'e portato le mosche da casa, in un barattolo.»

«Cosa?» Riker si avvicino al sacchetto che conteneva un grosso barattolo di vetro, cosparso di polvere nera. «Non avete trovato impronte?»

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