da spalla, trasalendo quando le cinghie di cuoio passarono sulla ferita.
Augusta era in piedi alle sue spalle e parlava al suo riflesso. «Dovresti trovare un altro modo di portare la pistola. La spalla sinistra ti fara male per un po'. Non recupererai tutta la forza e la mobilita per un'altra settimana. Ma ho guarito la mia gatta da ferite ben peggiori.»
Riprendendo il discorso che avevano iniziato a colazione, Mallory domando: «Perche il padre di Ira si suicido?».
«Suicidarsi? Andiamo, non esagerare. Il padre di Ira non era un bravo guidatore. La sua macchina aveva un sacco di ammaccature ben prima che finisse contro quel palo del telefono.» Augusta apri il cassetto di un altro armadio e frugo fra le vecchie cose. «Forse possiamo provare a fissare la tua fondina a una cintura.»
«La compagnia di assicurazione non voleva pagare» disse Mallory. Aveva consultato il
«Si, il tizio dell'assicurazione sulle prime pianto delle grane. Ma alla fine pago l'intero risarcimento.» Augusta le mostro una sottile striscia di cuoio. Ma dopo uno sguardo alla grossa pistola di Mallory la scarto scuotendo il capo. «Darlene uso i soldi della polizza per ricomprare la sua casa dalla New Church. Pare che il marito avesse firmato il passaggio di proprieta come donazione, per evitare le tasse.»
«Credevo che la New Church riguardasse la famiglia Laurie.»
«Non esclusivamente. Ma dubito che il padre di Ira fosse tanto religioso. Credo che stesse solo cercando un modo di truffare l'erario. Chi rinunciava alla proprieta della propria casa poteva abitarci senza pagare una lira di affitto fino alla morte.» Aveva trovato una spessa cintura con una grossa fibbia e la sollevo per guardarla meglio. «Ecco, questa puo andare.» La porse a Mallory. «Fu cosi che Malcolm fini per impadronirsi di tutte quelle belle proprieta lungo il Lower Bayou. Convinse un sacco di sciocchi che il miglior modo di conservare qualcosa era darlo via, che il miglior modo di risparmiare quattrini era non guadagnarne affatto.»
Mallory infilo la fondina nella cintura. «Ma perche la compagnia di assicurazione contesto la tesi dell'incidente? Ci dovevano essere…»
«Solo una formalita, tutto qui. Accade sempre quando c'e una modifica nei documenti apportata qualche giorno prima della morte di un cliente. La polizza originaria era a favore della New Church, ma lui la cambio, indicando il nome di Darlene come unica beneficiaria.»
Cosi il padre di Ira aveva rotto i rapporti con la New Church prima di andare a cozzare – frontalmente e a tutta velocita – contro il palo del telefono, secondo quanto riferito dal vicesceriffo Travis nel rapporto sull'incidente.
L'aria era piu fredda quella mattina. In piedi sul portico di Darlene Wooley, Charles si abbottono la nuova giacca sportiva mentre guardava la piazza di Dayborn animarsi a poco a poco: la gente che camminava per andare al lavoro, le macchine che superavano lentamente la fontana, gli amici che si scambiavano saluti.
Ira non avrebbe mai fatto parte di quel mondo. L'autismo era una religione solitaria, nella quale l'attenzione era rivolta all'interno, su di se; eppure Charles si chiese chi fra quegli individui apparentemente estroversi avrebbe mai notato la scomparsa di una stella.
La porta si apri alle sue spalle. Si giro e vide il volto stanco ma sorridente di Darlene Wooley. «Bene, Charles Butler. Pensavo che fosse partito.» Spalanco la porta e indietreggio per permettergli di entrare. «Mi stavo preparando per andare al lavoro. Posso offrirle una tazza di caffe? E gia pronto.»
«Si, grazie.» La segui in un'ampia stanza arredata con perfetta simmetria. Un divano e un tavolino erano posti esattamente al centro di una parete con ai lati due poltrone identiche. Al centro delle pareti laterali c'erano altri due tavolini e i quadri erano appesi secondo uno schema fisso: uno piu grande fiancheggiato da due piu piccoli. Mallory avrebbe approvato, perche era tutto molto ordinato, sebbene alcune poltrone avessero braccioli e cuscini segnati dall'usura.
«Mi piacerebbe salutare Ira, se non le dispiace.»
«Certo che no. Si ricorda molto bene di lei. Ogni volta che andiamo a pranzo al Jane's Cafe ripete: 'uomo del panino'. Si sieda.»
Charles si accomodo su una poltrona dal rivestimento vistosamente rammendato.
«La casa non e cambiata negli ultimi vent'anni» gli spiego Darlene in tono di scusa. «La tappezzeria e la disposizione dei mobili sono rimaste gli stessi. La piu piccola novita comporterebbe una grande fatica per Ira, costringendolo a memorizzare daccapo tutta la stanza. Quando non e a scuola, passa la maggior parte del suo tempo qui a casa.»
«Io l'ho visto al cimitero.»
«Era il suo posto preferito. Fino a poco tempo fa, le pietre erano immobili, sempre identiche a se stesse.»
«Ha visto la statua?»
«No. Gli ho detto di non andarci per un po', almeno fino a quando lo sceriffo non avra scoperto quel che accade laggiu.» Fece una pausa e riprese: «Cosi e venuto a trovare Ira. Che bello. Sono anni che non riceve visite. Torno fra un attimo». E ando in cucina. Un minuto dopo ricomparve e gli porse una tazza di caffe. «Niente latte, tre zollette, vero?»
«Si, grazie. A essere sinceri, nutro un interesse professionale nei confronti di Ira. Ho telefonato al direttore del Centro Dallheim di New Orleans. Fanno ricerche sulle doti dei
«So tutto del Dallheim.» Darlene si lascio sprofondare nel divano, gli occhi fissi sulla sua tazza di caffe. «Era il mio grande sogno, un futuro quasi normale per Ira. Ora come ora…» Lo guardo in faccia, cercando accuratamente le parole. «Se dovesse succedermi qualcosa, finirebbe in un istituto. Supplicai quelli del Dallheim di prenderlo. Mi dissero di non tornare fino a quando Ira non fosse stato in grado di sostenere una semplice conversazione.»
«Il direttore del Centro mi ha detto che Ira non ha mai cantato per loro.»
«No, lo fa solo quando ne ha voglia. Pero suono il piano. Chopin.»
«Ho parlato con il direttore delle qualita canore di Ira. I suoi molteplici talenti lo hanno reso un candidato piu interessante ai suoi occhi. C'e una lunga lista d'attesa. Potrebbero passare mesi o perfino un anno prima che lo accettino, ma bisogna spedire loro tutti i documenti al centro prima che compia venticinque anni. E il limite d'eta per l'iscrizione.»
«E inutile riportarlo da quella gente, se non puo parlare.»
«Non lo porteremo da nessuna parte. Ho l'autorizzazione, e la competenza, necessarie a eseguire qui un nuovo test di selezione.»
«Non parlera. Oppure balbettera cose senza senso.»
«Non e detto. A volte l'ecolalia e uno sforzo, un tentativo di interagire attivamente. Quando ripete quel che lei dice, non le pare che stia comunicando?»
«Be', si, e lo feci notare agli esperti del Dallheim, ma mi risposero che non contava.»
«Ho spedito loro via fax intere pagine di appunti di Cass Shelley a proposito della terapia di Ira. Per essere un bambino tanto piccolo, si esprimeva con grande precisione. Non aveva difficolta con i pronomi personali, un fatto decisamente atipico. Mostrava una buona conoscenza di grammatica e sintassi. Cass lo giudicava di intelligenza addirittura superiore alla media. Al Dallheim non sapevano neanche questo.»
«Ma il test di selezione…»
«E una semplice conversazione. C'e un metodo per ottenere un risultato rapido. E quello che Cass Shelley uso quando Ira regredi. Lo
Darlene assenti con il capo, piu speranzosa. «Ma Ira smise di parlare prima della morte della dotoressa. Fu la cerimonia religiosa a sconvolgerlo irreparabilmente. Cass era furibonda con mio marito per averlo trascinato a quello spettacolo di mostri.»
