questo dico a me stesso che non voglio andarvi. Qui sono un naufrago senza piu risorse. Un tempo ero come lui: cercavo una risposta. Ho cercato e cercato, ho passato al setaccio l’Eta dell’Oro, quella che John pensa possa avere una risposta, ma non ho trovato nulla. Ipocrisia, apparenza, falsa ragione e falsa speranza, ecco cio su cui era fondata la sua Eta dell’Oro. Tutto quello che aveva da offrire era tormento e miseria. Per questo ho continuato il mio viaggio nel tempo pensando che sarebbero giunti tempi migliori. Nonostante l’inadeguatezza del nostro modo di essere, quello che avevamo era cosi importante, cosi meraviglioso, e io sentivo dentro di me che l’intero universo sarebbe stato nostro, che un giorno o l’altro avremmo scoperto i segreti della vita. Ma mi sbagliavo. Anno dopo anno, secolo dopo secolo era sempre lo stesso. Il nostro modo di “essere” non mutava e quello che avevamo lo perdemmo perche non poteva darci cio che volevamo. Se aveste visto quello che ho visto io… se solo poteste immaginare, allora capireste che e tutto inutile. Non esiste una risposta, e l’Uomo in se non e una risposta esauriente. Quando rivedrete vostro fratello, ditegli che rincresce anche a me, che mi dispiace per quello che prova, per quello che pensa, per quello che crede di volere. Mi dispiace di non potergli offrire niente, ne una risposta ne un modo per viaggiare nel tempo.

— Potreste lasciargli continuare la ricerca — insistetti. — Potreste dirgli come andare avanti.

— Potrei dirglielo, ma non potrebbe farlo. Vedete, non e cosi semplice come sembra. Non ho attraversato “materialmente” il tempo, e il “tempo” che mi ha attraversato “quantitativamente”. Soggettivamente il risultato e lo stesso. Oggettivamente e molto differente. Il tempo non e una dimensione lungo la quale ci si puo muovere. E una qualita della mente. L’orologio che registra i minuti e le ore e solo un interprete che crea un’illusione di esteriorita per un’esperienza che ha luogo solo “dentro” di noi. Il flusso del tempo non e sempre uguale. Siamo tutti sincronizzati l’uno con l’altro, ma quello che accade veramente in ognuno di noi e molto diverso. Si diceva che l’uomo sarebbe vissuto solo settant’anni durante la sua vita terrena, ma non era vero. Gli uomini hanno vissuto per secoli, per millenni. Sono stati loro stessi a limitarsi a una sola unita di tempo, a un quantum se preferisci. Il tempo dell’universo non e un passaggio misurato dal ticchettio di un orologio. E un’entita singola e composita della mente umana. Il limite, il solo limite, e la percezione dell’uomo.

“Ho assunto una droga che ha ampliato la mia percezione e la mia prospettiva, ma solo in un senso: come diciamo noi, in ‘avanti’. Non mi ha dato l’immortalita, non mi ha dato potere. Il mio essere e debole e limitato come il vostro. Si e semplicemente dilatato coprendo un periodo di tempo maggiore. Ma adesso e tutto finito. La mia percezione si e riassorbita, forse perche l’effetto della droga era solo temporaneo. Non so dire se ho perso le mie facolta percettive perche non riuscivo piu a vedere o perche non ‘volevo’ piu farlo, ma per quel che mi riguarda e lo stesso.

“La droga ha fatto effetto su di me, ma potrebbe non farlo su vostro fratello. Potrebbe influenzare la sua mente in modo diverso, potrebbe ucciderlo. Ma se vuole provare, deve procurarsela. Non so da dove venga ne come produrla. Non so nemmeno dove potreste trovare qualcuno che sappia dirvi qualcosa di piu.”

L’uomo ricadde nel silenzio. E cosi il futuro poteva essere raggiunto attraverso una droga! Forse, dopo tutto, la fuga offertaci dal nano nel paese senza nome prima di Hawkeyrie era quella che cercava John. Ma cosa mi aveva rivelato la porta? “Senso unico. Non potete uscire da questa parte. Fuggire non serve a nulla.”

Si trattava comunque sempre di droghe e di altri espedienti per acuire la percezione. Il dio che plasmava statue senza sesso portava un anello. Qualcuno glielo aveva fornito, e qualcuno aveva fornito la droga al nano.

E c’era solo una fonte possibile…

11. Tempo di morire

Come avevo previsto, John non ritorno. Me ne andai verso mezzanotte. La luna risplendeva e l’aria di montagna era limpida e fredda. Immaginai che John fosse tornato al carro, nonostante la donna che ora aveva con se la sua preziosa balestra.

Avevo ragione. A dire il vero, lo trovai in casa della donna, una piccola capanna nascosta tra gli alberi vicino alla strada dov’era abbandonato il nostro carro. Sembrava che l’odio della donna per i viandanti si fosse placato, tanto da offrire un riparo al ragazzo. La mente di John era occupata da sentimenti ben piu seri del rancore per un cavallo morto o per una balestra rubata. E cosi la povera Darling fu ben presto dimenticata.

La donna e il bambino dormivano placidamente e, apparentemente, senza paura, con la balestra accanto.

Io e John sedemmo davanti al fuoco e osservammo le fiamme. John era perso nella profondita dei suoi pensieri e io aspettai pazientemente che ritornasse in se.

Solo dopo qualche tempo mi accorsi che nella capanna c’era una quinta persona, svegliatasi con il mio arrivo. Probabilmente era stata la sua presenza che aveva convinto la donna ad ammettere John al suo focolare, e certamente era sempre in virtu della sua presenza che questa dormiva senza temere vendette da parte della sua recente vittima.

Era Alvaro.

— Vi siete ulteriormente allontanato dal vostro percorso — dissi con un tono piuttosto freddo. Perche si trovava li?

— Forse no — rispose. — Una certa idea mi ha fatto cambiare strada e vi ho seguito.

— Perche?

— Avevo previsto la delusione di vostro fratello.

— E allora?

Mi accovacciai accanto al fuoco per scaldarmi le mani e guardai Alvaro. Lui si avvicino lentamente e si sedette accanto a me rivolgendo lo sguardo verso John, il quale si sposto silenziosamente per lasciarci spazio senza pero interrompere la sua profonda meditazione.

— Immagino che sapevate gia da molto tempo a quale delusione sarebbe andato incontro mio fratello — dissi lentamente.

La luce del fuoco riflessa sugli occhiali di Alvaro non mi permetteva di vedergli gli occhi e interpretarne l’espressione.

— Si — disse. — Forse lo sapevo. Forse avrei dovuto saperlo.

— Non avete detto nulla. Avete discusso con lui, ma non gli avete detto che era impossibile.

— Lo so. Ho sbagliato?

— Come posso saperlo?

— Come posso saperlo io? — L’ometto allargo le dita tozze in un gesto di impotenza. — Non e facile avere a che fare con i sogni altrui. Avevo il diritto di intromettermi nelle sue illusioni? Avevo il dovere di infrangerle? Non lo so, e nemmeno voi lo sapete. Neppure lui puo dire se avrei dovuto informarlo o no. Non l’ho fatto perche non volevo che soffrisse. Non sono coraggioso, Matthew, non come lui. Mi piace vostro fratello, Matthew. Mi piaceva vederlo pensare, conoscere i suoi sogni, mi piaceva la sua ricerca. E una ricerca rara, sapete, e non volevo distruggere niente di cosi raro. Ma adesso, se posso esservi di aiuto, non mi tiro indietro. Mi dispiace.

Sospirai. — E che genere di aiuto potreste offrire? — domandai.

— Non lo so.

— Potete fornirgli la droga che cerca?

— Non so nemmeno questo.

— Oggigiorno non ci sono molti viandanti — dissi.

— Pochissimi — ammise. Sapeva dove volevo arrivare.

— Non ci sono piu molte persone a conoscenza delle cose o che raccolgono le informazioni — continuai. — E ce ne sono ancora meno che coltivano propositi per i quali tali informazioni siano utilizzabili. Eppure qualcuno ha dato un anello a uno storpio. Qualcuno si e interessato a lui. Qualcuno rifornisce di droghe solitari paesi di montagna. Ci sono uomini con il loro sole personale e uomini che vivono al crocevia del mondo. Non tutto e perduto, vero, Padre? Lo sappiamo bene, e un mondo soddisfatto di se, la felicita e l’euforia sono dappertutto; ma e necessario un intervento esterno, non e cosi, Padre? Si deve mantenere la tranquillita. Qualcuno deve far girare le ruote in modo che il resto del mondo possa dormire tra due guanciali. Nessuno e inappagato o insoddisfatto. Siamo un popolo di bambini che possiede giocattoli meravigliosi. Chi fabbrica questi giocattoli, Padre Alvaro? Chi si occupa dei bambini?

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