funghi. — Crescono molto in fretta ma otteniamo pochissimo elisir da tutta quella materia prima. Ci sono voluti anni per distillare la quantita di siero di cui disponiamo oggi, nonostante la velocita impressionante con cui i funghi si riproducono. Si nutrono di qualunque cosa purche sia in decomposizione.

— La droga e pericolosa? — domandai.

Leon separo accuratamente le cappelle dai gambi e comincio a spappolarle in un recipiente di legno, facendo girare abilmente un pestello piu simile a un bastone.

— Non si sa con certezza — rispose. — Lo sai, e stato difficile fare delle prove. Tutto quello che e stato scritto in proposito rischia di essere una semplice congettura. Se la si somministra a un uomo, questo sparisce, spiazzato nel tempo per settimane o per anni. Compilare un tabulato con i dati dell’esperimento e piuttosto complesso. Non sono nemmeno mai riusciti a trovare la giusta proporzione nel dosaggio. Varia molto da persona a persona.

“Ma non penso che tu debba preoccuparti. Quelli che sono tornati sembravano in salute. Ne abbiamo avuto qualcuno di passaggio in questi giorni, come il tuo amico che viaggiava nel tempo. Molti di loro proseguono, ed e probabile che passino oltre sorvolando questo tempo.”

— Sorvolano questo tempo… Vuoi dire che non si soffermano in quest’epoca?

— Probabilmente non la notano nemmeno. E tutta una questione di percezione, ricordatelo. L’occhio non vede e il corpo non si preoccupa. Be’, suppongo che debbano trovarsi qui, in qualche modo. Ma non riuscirei a individuarne neanche uno, a meno che non si fermasse a parlarmi.

— E quando si fermano, cosa succede?

— Compaiono e scompaiono. Da quello che so dalle esperienze di altra gente, non c’e schema, nel tempo che trascorrono. Appaiono perfettamente normali e non accusano disturbi alla percezione temporale. La droga sembra condizionare l’universo molto piu di loro. Ma naturalmente questa e una deformazione della realta. E solo il nostro punto di vista.

— Fino a che punto riusciremo ad arrivare, secondo te? — gli domandai.

— Fino alla fine, spero. Come ho detto non sappiamo molto sul dosaggio, ma ormai nelle beute dovrebbe esserci abbastanza droga per attraversare un miliardo di anni o piu se e necessario. Ma non sono poi molti. La Terra e assai piu vecchia. Dovendo esprimere un parere, pero, penso che vi portera dove vorrete, o dovrete, andare.

— Non so quanto sia lontano — confessai.

— Lo saprai presto.

— Mi chiedo come sara — dissi. — Questa e una cosa che non ho mai domandato all’uomo che viaggiava nel tempo. Non ho mai pensato che un giorno avrei fatto la stessa cosa. Immagino che si passi semplicemente da un tempo all’altro come se si guardassero cose diverse, senza pero soffermarsi a studiare con uguale attenzione tutto cio che capita tra l’una e l’altra. Vediamo gia cosi poco di quello che abbiamo davanti agli occhi!

Leon fece un ampio sorriso e continuo a spappolare la massa grigia nel mortaio, con movimenti del polso decisi e regolari. — Sara proprio cosi — confermo.

Avendo fondato la mia analogia sui suoi ragionamenti, non mi sorprese il fatto che si trovasse d’accordo con me.

— E come attraversare la storia, la storia futura — continuo Leon. — E come dirigersi verso qualcosa di nuovo, fermarsi a osservare e passare davanti a ogni cosa senza il bisogno, ne la capacita, di esaminare tutto. Dovrete sbrigarvi, non potrete fermarvi a contemplare le cose. Avete solo il tempo di una vita per arrivare fino alla fine del tempo. Ma immagino che tuo fratello non vi fara riposare. Non e il tipo da lasciare passare il tempo senza sfruttarlo.

— No — dissi. — Vorra ripartire nell’istante in cui si fermera. Niente riposo, nessuna possibilita di imparare e capire. E sempre stato cosi.

Leon appoggio il mortaio con un colpo secco e si sfilo gli stretti guanti mentre con gli occhi gia cercava l’apparecchiatura per la distillazione. Volevo ancora parlare, trascorrere quelle ultime ore nelle rassicuranti certezze delle mie conoscenze, ma Leon era occupato a distillare l’ultima goccia di droga, la goccia con cui probabilmente avremo avuto la visione dell’Uomo Futuro. Non voleva piu essere disturbato.

John, Joaz e Xavier si preparavano in privato. Non sapevo dove trovare Alvaro e quelle erano le uniche persone che conoscevo abbastanza bene per poter parlare loro della partenza, del piu importante dei miei giorni.

Cosi ritornai in giardino e vagai per i chiostri, assaporando l’aria fragrante, godendo della luce del sole come se fosse stata l’ultima volta.

Mi inginocchiai e tastai il terreno, strappai dell’erba e la toccai con la punta della lingua. Ascoltai il ronzio delle mosche e il verso delle cavallette. Solo poche ore prima quei suoni mi erano sembrati irritanti, mentre ora volevo ascoltarli fino a essere certo di ricordarli perfettamente.

Lasciai gli edifici del monastero e vagai per i sentieri della collina, immerso in un mondo che nei trentaquattro anni precedenti avevo considerato solo distrattamente.

L’ultima, lunga giornata.

Non avevo dubbi: mi stavo comportando come uno sciocco. Il domani avrebbe contenuto le stesse cose dell’oggi, sennonche non sarebbe stato il domani ma un insieme di centinaia di domani, separati da un lasso di tempo di cui non conoscevo l’estensione.

“A quale velocita si viaggia nel tempo?” mi chiesi.

“Si puo correre o bighellonare?”

“Come ci ritroviamo se siamo separati?”

“Il movimento nello spazio e legato al movimento nel tempo o posso restarmene seduto a guardare il mondo che cambia intorno a me?”

Era tutto nuovo, troppo nuovo, e io ero cosi vecchio, radicato nelle mie abitudini e soddisfatto della mia esistenza.

Non come John, un ventenne ancora pieno di vita.

Non volevo andare. Ma dovevo farlo.

14. Pellegrinaggio

Fu un inizio di proporzioni cosmiche, grandioso e splendido. Ma ero stanco di questi continui inizi e del timore reverenziale per il cosmo. Ne avevo gia avuto esperienza nei sogni indotti dalla droga che pervadeva il mio corpo e il mio sangue.

Allora ero sicuro che cio che stavamo cercando fosse un’illusione. Volevamo delle risposte, cercavamo conclusioni, coronamenti. Ci aspettavamo che ogni cosa andasse a posto, come tessera di mosaico, per dare ordine e precisione a cio che conoscevamo e credevamo.

Ma dopo quell’inizio, l’inizio del tempo stesso, ero certo che da questo caos non poteva scaturire alcuna chiarezza, ne ordine o coerenza.

Sulle prime la successione delle immagini mi acceco. Mi ci volle del tempo per adeguarmi al Tempo, per far si che i miei sensi fronteggiassero quel nuovo flusso che li aveva aggrediti. Lentamente mi resi conto che quanto stavo vedendo non era affatto il futuro ma piuttosto il passato. Milioni di anni passavano in un solo istante a una velocita incredibile, le pagine scorrevano e sfarfallavano.

La terra sotto i miei piedi fremeva, si muoveva e cambiava forma. Il giorno e la notte si susseguivano veloci e solo il debole tremolio delle immagini lasciava intendere che il giorno non era eterno. La traiettoria del sole era un arcobaleno lucente che andava da un orizzonte all’altro muovendosi rapidamente avanti e indietro nel cielo mentre le stagioni finivano ancor prima di cominciare. La sola sensazione fisica di cui avevo consapevolezza era un vento freddo e pungente che sembrava attraversarmi il corpo. Non era un vento reale, ma non so dire cosa fosse. Non vi era il minimo segno della presenza di John, Joaz o Xavier.

Le prime forme di vita cominciarono ad apparire, ma naturalmente non potei vederle. Mi rammaricavo del fatto che un tale avvenimento mi passasse accanto lasciandomi immaginare cio che accadeva senza pero poterlo osservare. Anche a quel ritmo febbrile il lavorio duro ben piu dello spazio di un istante, ma tutto quello che riuscii a vedere in lontananza fu solo dell’acqua torbida. Intorno a me c’era una desolata distesa di roccia senza vita ma in

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