— Cerchiamo un'altra strada.

— Cerchiamo molte altre strade, — approvo Segugio, — e possibilmente che non vadano a finire contro gli specchi.

Questa volta, invece della bussola, Mister Carotino uso uno dei suoi potentissimi cannocchiali di marina. Ci ficco l'occhio e comincio a girarlo a destra e a sinistra.

— Che cosa vedete, principale? — domando Segugio.

— Vedo una finestra: e chiusa, ha le tende rosse ed ha quattordici vetri per parte.

— La scoperta e molto importante, — esclamo Segugio, — quattordici e quattordici fa ventotto: se andiamo in quella direzione possiamo produrci ventotto tagli in testa e quanto a me non so che cosa mi restera ancora della mia coda.

Carotino giro il cannocchiale in un'altra direzione.

— Che cosa vedete, principale? — domando Segugio preoccupato.

— Vedo una costruzione in ferro battuto. E' molto interessante: ha tre gambe, legate insieme da un giro di ferro. In cima alla costruzione c'e un tetto bianco, apparentemente smaltato.

Segugio era sbalordito per l'abilita del suo padrone.

— Principale, — osservo, — se non sbaglio nessuno fino a questo momento aveva scoperto tetti smaltati.

— Noi saremo i primi, — continuo Carotino. — Un investigatore deve saper trovare ogni sorta di cose misteriose in una semplice camera da letto.

Marciarono nella direzione della costruzione in ferro battuto con il tetto bianco smaltato, non prima di essersi sdraiati per terra e di aver ascoltato con l'orecchio sul pavimento, per essere sicuri che nessun cavallo si aggirasse nelle vicinanze. Dopo una marcia di una decina di passi arrivarono sotto la costruzione di ferro, e ci arrivarono tanto sotto che il tetto si rovescio.

Quale non fu la meraviglia e la sorpresa del valente investigatore e del suo valentissimo cane Segugio quando dal tetto piovve sulle loro teste e sulle loro spalle una doccia freddissima. Rimasero immobili per timore di altri danni e lasciarono colare pazientemente l'acqua sui capelli, sul viso, nel collo e nella schiena.

— Penso, — borbotto Carotino, scontento, — penso che si trattasse di un catino.

— Penso, — aggiunse Segugio, — si trattasse di un catino con molta, molta acqua, destinata alle abluzioni del mattino.

Carotino si alzo, imitato dal suo fedele aiutante. Scopri senza difficolta il letto, da cui distava un metro e mezzo, e vi si diresse dignitosamente, continuando a fare profonde osservazioni come questa:

— Nella nostra professione bisogna affrontare dei rischi; ci siamo lavati la testa con l'acqua del catino, ma in compenso abbiamo trovato il letto.

— Ci siamo molto, molto lavati la testa, — osservo per conto suo il cane.

Al quale, del resto, non arrise la fortuna: gli tocco di dormire sul tappeto, con la testa appoggiata alle pantofole del suo padrone. Carotino russo tutta la notte e si sveglio solamente con il primo raggio di sole.

— Segugio, al lavoro, — chiamo affettuosamente.

— Padrone, sono pronto, — rispose il cane, balzando a sedere sul mozzicone di coda che gli era rimasto dopo il disastro dello specchio.

Non si poterono lavare la faccia perche tutta l'acqua si era rovesciata. Segugio si accontento di leccarsi i baffi, poi diede una leccatina anche alla faccia del suo padrone. Indi scesero entrambi in giardino e diedero inizio alle ricerche.

L'investigatore estrasse prima di tutto un sacchetto di quelli che si adoperano per giocare a tombola, con dentro i novanta numeri del lotto. Prego il cane di dargli un numero. Segugio introdusse la zampa nel sacchetto e tiro fuori il numero sette.

— Dobbiamo fare sette passi a destra, — concluse l'investigatore, dopo aver riflettuto per qualche minuto.

Fecero sette passi a destra e andarono a finire in un cespuglio di ortiche.

Segugio si punse quel suo povero rimasuglio di coda. Carotino si punse il naso che in pochi minuti divenne rosso come un peperone; rosso.

— Ci dev'essere un errore, — ammise l'investigatore.

— Ci debbono essere molti, molti errori, — approvo tristemente Segugio.

— Proviamo un altro numero.

— Proviamo molti, molti altri numeri.

Questa volta usci il numero trenta e Mister Carotino ne dedusse che dovevano fare trenta passi a sinistra.

Fecero i trenta passi e andarono a cadere nella vasca dei pesci rossi.

— Aiuto! Affogo! — gridava il celebre poliziotto privato.

— Eccomi, padrone, — rispose volenterosamente Segugio, e afferratolo per la collottola con i denti, in poche bracciate lo trasse in salvo.

Si sedettero sull'orlo della vasca a farsi asciugare gli abiti.

— Ho fatto una scoperta preziosa, — disse Carotino.

— Molto, molto preziosa, — approvo Segugio, — ma anche abbastanza umida.

— Immagino che i prigionieri siano fuggiti attraverso la vasca dei pesci rossi.

— Forse essi hanno scavato una galleria proprio sotto la vasca.

Fecero chiamare Pomodoro e gli chiesero di dare disposizioni perche si scavasse sotto la vasca: gravi indizi facevano supporre che i prigionieri se la fossero svignata da quella parte. Ma Pomodoro si rifiuto recisamente di rovinare la vasca. Carotino sospiro e scrollo il capo.

— Ecco la gratitudine del mondo, — disse, — io sto sudando lette camicie, anzi mi sto addirittura prendendo un bagno dopo l'altro, e invece di aiutarmi nel mio lavoro le autorita locali mi ostacolano con ogni mezzo.

Per fortuna passava di li Ciliegino, come per caso, e l'investigatore gli chiese se conoscesse un'altra uscita dal parco che non fosse una galleria scavata sotto la vasca dei pesci rossi.

— Certamente, — rispose Ciliegino, — il cancello.

Mister Carotino riflette rapidamente e concluse che l'idea poteva essere buona. Ringrazio con calore il Visconte e, seguito da Segugio che non finiva di scrollarsi l'acqua di dosso, si diresse verso il cancello.

Ciliegino non lo perdeva d'occhio e quando lo vide uscire dal cancello e imboccare la strada del bosco, si mise due dita in bocca e lancio un fischio.

Carotino si volto di scatto.

— Dite a me?

— No, no, signor Carotino. Stavo avvertendo un passero che gli ho messo delle briciole sul davanzale.

— Che animo gentile, signor Visconte. — Mister Carotino fece un inchino e prosegui la sua passeggiata.

Al fischio di Ciliegino, come potete immaginare, rispose un altro fischio, non cosi sonoro, naturalmente, ma soffocato e discreto, e un cespuglio si agito proprio a destra dell'investigatore, sulla soglia del bosco: Ciliegino sorrise, i suoi amici vegliavano. Egli li aveva avvisati dell'arrivo di Mister Carotino e aveva preparato con loro un piccolo piano di battaglia.

Anche l'investigatore vide il cespuglio agitarsi. Si butto a terra, subito imitato da Segugio e rimase immobile.

— Siamo circondati, — bisbiglio l'investigatore sputando la polvere che gli era entrata in bocca e nel naso.

— Siamo molto, molto circondati, — sussurro il cane, dirimando.

— Il nostro compito, — prosegui Carotino, — si fa di minuto in minuto piu difficile. Ma noi dobbiamo trovare i prigionieri ad ogni costo.

— Noi dobbiamo trovare molti, molti prigionieri.

Carotino si concentro per riflettere, poi studio il cespuglio con un binocolo da montagna.

— Non c'e piu nessuno, — osservo. — I pirati si sono ritirati.

— I pirati? — domando Segugio. — Abbiamo a che fare anche con i pirati?

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