II boscaiolo, dopo essere rimasto ad osservarli stupito, si preparava ad abbattere la quercia, quando vide passare un intero plotone di Limoncini, comandati da un Limone di secondo grado.

— Attenti! — comando il Limone di secondo grado. Il boscaiolo lascio cadere la scure e si mise sull'attenti.

— Riposo! — ordino ancora il Limone di secondo grado. Il boscaiolo assunse la posizione di riposo.

— Avete visto passare di qui due persone, ossia un cane e il suo padrone?

Dovete sapere che al Castello erano molto impensieriti per la scomparsa di Carotino e di Segugio, e avevano deciso di inviare un plotone di guardie alla loro ricerca. Il boscaiolo, come tutta la povera gente, non si fidava molto della polizia. I due tipi che aveva trovato legati alla quercia e che, appena liberati, si erano gettati a terra ad ascoltare se arrivavano gli indiani, gli erano sembrati due pazzi. Ma per nulla al mondo avrebbe dato un'informazione ai poliziotti del Principe.

— Se i Limoncini li cercano per arrestarli, — penso fra se, — devono essere due brave persone.

— Sono andati di la, — disse poi ad alta voce, indicando una direzione sbagliata.

— Benissimo, — esclamo il Limone di secondo grado, — li raggiungeremo subito. Attenti!

Il boscaiolo si rimise sull'attenti, fece il saluto e li guardo filar via a tutta velocita. Poi si asciugo il sudore e ricomincio a tagliare la sua quercia.

Era passato forse un quarto d'ora quando senti un gran rumore di passi e vide comparire Mastro Uvetta, Zucchina, Mirtillo, Pisello, Pero Pera e la sora Zucca, e tutti insieme gli domandarono se avesse visto passare Cipollino.

— Io non lo conosco, — rispose il boscaiolo stupito, — ma non ho visto passare nessun ragazzo.

— Se lo vedete avvertitelo che lo stiamo cercando da tre giorni, — disse Mastro Uvetta, che aveva tutta l'aria di essere il comandante della spedizione.

E la spedizione riparti a tutta velocita.

Non era passata un'ora, e la quercia era quasi abbattuta, quando passarono di li Cipollino e Ciliegino. Il Visconte aveva deciso di non tornare a casa, per quel giorno, e di aiutare il suo amico a rintracciare gli scomparsi. Il boscaiolo narro l'arrivo e la partenza della spedizione, cosi Cipollino pote capire che anche i suoi amici lo stavano cercando.

Prima di sera il boscaiolo vide passare molt'altra gente.

Innanzitutto Ravanella e gli altri ragazzi, anche loro in cerca di Cipollino; infine nientemeno che Pomodoro e don Prezzemolo, che andavano in cerca di Ciliegino, persuasi che fosse stato rapito dagli evasi.

Ma per il povero boscaiolo le sorprese della giornata non finirono li. Al tramonto, infatti, un gran concerto di campanelli gli fece alzare la testa. Sopraggiungeva il Principe Limone in persona, il quale, preoccupato perche le sue guardie non tornavano, si era messo in campagna per rintracciarle. Le Contesse del Ciliegio lo seguivano in calesse: erano contente e allegre come se andassero a caccia.

Il boscaiolo tento di nascondersi: difatti sapeva che i poveri non devono mai farsi vedere dal Principe, per non guastargli la digestione.

Ma un Limone di primo grado, che sedeva alla destra del Principe sulla carrozza, lo vide e lo chiamo:

— Vieni qua, pezzente!

— Comandi, Eccellenza, — balbetto il boscaiolo.

— Hai visto passare un plotone di guardie?

Il boscaiolo, come sapete, aveva visto ben altro che un plotone eli guardie. Ma quando si parla con il Principe Limone, e sempre meglio non sapere niente.

E cosi rispose che non aveva visto nessuno. Se avesse detto:

— Si, le ho viste, — gli avrebbero fatto delle altre domande, e magari lo avrebbero punito e messo in prigione.

Siccome non sapeva niente, non gli poterono far niente. Il corteo del Principe si allontano con un fragoroso scampanio.

La sera scendeva rapidamente, anzi, nell'interesse della nostra storia facciamola scendere di colpo, cosi abbiamo subito il buio. Al buio le storie sono molto piu divertenti. E non solo le storie, ma anche gli inseguimenti.

In questo momento, infatti, mentre il buio scende sulla foresta, la nostra storia e diventata una corsa a inseguimento, nella quale i campioni ciclisti potrebbero fare una bellissima figura: peccato che non ci possano essere anche loro!

Invece abbiamo: Carotino che investiga; le guardie che cercano Carotino; il Principe che cerca le sue guardie; Mastro Uvetta che guida la spedizione in cerca di Cipollino; Cipollino e Ciliegino che vanno in cerca di Mastro Uvetta; Ravanella che va in cerca di Cipollino; Pomodoro e don Prezzemolo che vanno in cerca di Ciliegino.

E sottoterra, per chi non lo avesse ancora immaginato da solo, la Talpa che va in cerca di tutti. La Talpa, il giorno prima, aveva fatto una capatina alla grotta nella quale si erano rifugiati i prigionieri e vi aveva trovato un biglietto che diceva: 'Cipollino scomparso. Andiamo alla sua ricerca. Se avete notizie, comunicatecele.'

Subito dopo aver letto il biglietto, la Talpa si era messa febbrilmente a scavare in tutte le direzioni. Sopra il suo capo, sentiva passare continuamente della gente: isolata, a piccoli gruppi, a gruppi numerosi. E passavano a una tale velocita, che quando la Talpa risaliva alla superficie per osservarli, erano gia scomparsi.

Mancavano solo i lupi.

I lupi non si fecero vedere: credevano che ci fosse una battuta di caccia grossa e se ne stettero rintanati nei loro rifugi.

Capitolo XX

Grazie a un Leone e a un ficcanaso il Castello viene invaso

Con la partenza delle Contesse, in vena di avventure di caccia, il Barone Melarancia e il Duchino Mandarino erano rimasti padroni assoluti del Castello.

Il primo ad accorgersene fu il Duchino. Il quale, secondo il suo solito, ad un certo punto si era arrampicato su una finestra e minacciava di gettarsi nel vuoto e di sfracellarsi sul pavimento se… Ma il «se», non c'era nessuno ad ascoltarlo.

— Strano, — medito Mandarino mettendosi un dito nel naso. — Possibile che nessuno si faccia vivo? Forse non ho gridato abbastanza forte.

Grido ancora un paio di volte senza convinzione, poi ando a trovare il Barone Melarancia.

— Cugino carissimo, — lo saluto.

— Hum, — mugolo il Barone, sputando un'ala di pollo che gli era andata per traverso.

— Sapete la novita?

— Hanno messo delle galline nuove nel pollaio? — domando il Barone, che il giorno prima aveva costatato di aver dato fondo alle riserve di pennuti del Castello e del villaggio.

— Macche galline, — rispose il Duchino, — siamo soli. Siamo stati abbandonati. Il Castello e deserto.

Il Barone fu molto preoccupato.

— Chi preparera la cena?

— Voi vi preoccupate per la cena. E se invece approfittassimo dell'assenza delle nostre amate cugine per fare un'ispezione alle cantine del Castello? Ho sentito dire che sono molto ben fornite di vini di marca.

— Impossibile, — rispose il Barone, — a tavola non servono che acqua sporca e vino di cavoli.

— Appunto, — disse il Duchino, — a voi danno i vini cattivi, e in cantina tengono le bottiglie buone per scolarsele quando sarete partito.

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