— Macche, sono i reumatismi. Stare all'umido non mi fa bene affatto. Sono vecchio, avrei tanto bisogno di andare un poco in campagna. Ho un fratello che abita in un campo di granoturco: stende la sua rete tra due fili d'erba e tutto il giorno si gode il sole e l'aria pura. Mi ha scritto tante volte invitandomi ad andarlo a trovare, ma ormai mi sono preso questo incarico. Io dico che quando uno si prende un incarico lo deve mantenere. E poi ce l'ho col Principe Limone, perche il suo servitore ha ucciso mio padre. Lo ha schiacciato sul muro della cucina, povero vecchio. C'e ancora la macchia su quel muro. Ogni tanto la vado a rivedere e dico cosi: spero che un giorno anche il Principe finisca su un muro, e che non resti nemmeno la sua macchia. Dico bene?
— Non ho mai trovato un ragno cosi generoso, — disse Cipollino, gentilmente.
— Si fa quello che si puo, — rispose modestamente il ragno. E zoppicando raggiunse il finestrino, passo sotto il naso di un Limonaccio e continuo il suo giro.
Capitolo XXIV
Servizio postale ma non troppo con laiuto del Ragno Zoppo
Cipollino si strappo un lembo di camicia e lo ritaglio in tanti pezzettini.
— Ecco pronta la carta da lettere, — penso soddisfatto. — E adesso aspettiamo che ci portino l'inchiostro.
Quando il Limonaccio di guardia gli porto la zuppa, non ne mangio nemmeno un boccone. Graffio dal muro un poco di mattone, servendosi del cucchiaio, e lo verso nell'acqua. Mescolo un poco, poi usando il manico del cucchiaio, scrisse le lettere che aveva pensato.
La seconda lettera, indirizzata alla Talpa, diceva:
La terza lettera era per Ciliegino, e diceva cosi:
Nascose le tre lettere sotto il pagliericcio, verso l'inchiostro che gli rimaneva in una piccola buca, rese la ciotola al Limonaccio, quando passo per l'ispezione serale, e si addormento.
Il mattino dopo Ragno Zoppo gli porto un'altra lettera del babbo. Il povero Cipollone era ansioso di ricevere notizie da Cipollino, ma gli raccomandava di non consumare troppo presto la camicia.
Cipollino si strappo quasi mezza camicia, la distese per terra, intinse un dito nel calamaio, ossia nella buchetta sotto il letto e comincio a scrivere.
— Che fai? — domando il postino, indignato, — se usi dei fogli cosi grandi tra una settimana non avrai piu carta per scrivere.
— Non ti preoccupare, — rispose Cipollino, — tra una settimana non saro piu qui.
— Figliuolo, tu ti illudi.
— Puo darsi. Ma intanto, invece di stare a farmi delle prediche, non potresti darmi una mano?
— Ti do anche tutte le mie otto zampe. Che cosa hai in mente?
— Voglio disegnare una pianta della prigione, segnando al posto giusto il muro di cinta, il cortile, i corridoi, le celle e tutto il resto.
— Oh, non e difficile. Conosco la prigione centimetro quadrato per centimetro quadrato.
Con l'aiuto del Ragno Zoppo, Cipollino stese in un momento la carta della prigione e segno con una croce il cortile.
— Perche hai segnato quella croce? — domando il ragno.
— Te lo spieghero un'altra volta, — rispose Cipollino, evasivamente. — Ora ti consegno una lettera per il mio babbo; queste due lettere e la pianta, invece, sono per un mio amico.
— Fuori della prigione?
— Si. E' il Visconte Ciliegino.
— Abita lontano?
— Al Castello del Ciliegio.
— So dov'e. Ho un cugino impiegato nel solaio del Castello. Mi ha mandato a dire tante volte di andarlo a trovare ma non ne ho mai avuto il tempo. Dice che si sta una bellezza. Ma se io vado fin laggiu, chi fara il servizio postale?
— Tra andare e venire ti ci vorranno due giorni. Per due giorni, si potra anche fare a meno della posta.
— Non mi assenterei dal mio servizio, — disse Ragno Zoppo, — ma dal momento che non si tratta di un viaggio di piacere…
— Tutt'altro, — disse Cipollino, — si tratta di un viaggio molto importante, di una missione delicatissima. Pensa che dall'esito del tuo viaggio puo dipendere la liberta per i prigionieri.
— Per tutti?
— Per tutti, — promise Cipollino, — tranne che per i ladri e gli assassini, si capisce.
— In questo caso, appena terminato il giro mi metto in viaggio.
— Non so come ringraziarti.
— Oh, non ci pensare nemmeno, — rispose Ragno Zoppo — se la prigione si vuota potro finalmente andare a starmene in campagna.
Mise le tre lettere nella borsa, se la getto a tracolla e si avvio zoppicando verso il finestrino.
— Arrivederci, — bisbiglio Cipollino, mettendo il naso tra le sbarre. — E buon viaggio.
Dal momento che lo vide sparire nel buio, Cipollino comincio a contare le ore e i minuti della sua assenza. Il giorno dopo pensava:
— A quest'ora Ragno Zoppo, dev'essere nelle vicinanze del Castello.
Gli pareva di vedere il piccolo, vecchio ragnetto arrampicarsi zoppicando fino al solaio, farsi indicare la camera di Ciliegino, scendere giu per la parete, avvicinarsi al letto del Visconte e svegliarlo con un bisbiglio per consegnargli i messaggi.
Poi Cipollino non ebbe piu pace. Da un'ora all'altra ormai il Ragno poteva essere di ritorno. Ma passa un giorno, ne passano due, il ragno non si vede comparire. Passarono tre giorni. I prigionieri erano preoccupati per la mancanza di posta. Siccome il Ragno non aveva svelato a nessuno il segreto della sua missione, ma aveva detto che si prendeva qualche giorno di ferie, alcuni ergastolani, in cuor loro, temevano che il Ragno li avesse ormai abbandonati al loro destino per andare a starsene in campagna, come aveva sempre sognato. Cipollino non sapeva che pensare.
Il quarto giorno era giorno di passeggiata, ma Cipollino non vide suo padre e nessuno seppe dargliene notizie. Rientro nella cella piuttosto scoraggiato e si getto sul tavolaccio. Aveva quasi perso ogni speranza.