Capitolo XXV
Per colpa di un pollo senza giudizio un postino cade in servizio
Che cos'era successo al Ragno postino?
Vi narrero in due parole la sua storia.
Appena uscito dal carcere egli si avvio giu per il corso, camminando rasente al marciapiede per non essere travolto dalle carrozze. La ruota di una bicicletta lo sfioro, minacciando di schiacciarlo: fece appena in tempo a scansarsi.
— Mamma mia, — penso spaventato, — a momenti il mio viaggio finisce prima di incominciare.
Per fortuna trovo un tombino e si calo nella fogna. Non aveva ancora messo dentro tutta la testa che si senti chiamare.
Era un vecchio conoscente, un po' parente di suo padre, che anche lui, una volta, viveva nella cucina del Castello. Si chiamava Sette e mezzo, perche aveva sette zampe e mezza: l'altra meta l'aveva perduta per un colpo di scopa male assestato.
Ragno Zoppo lo saluto con molto rispetto e Sette e mezzo gli si mise al fianco, cominciando a parlare dei bei tempi.
Ogni tanto si fermava, per spiegare come erano andate le cose quella volta della scopa, ma Ragno Zoppo tirava via, senza cedere alla tentazione di una bella chiacchierata.
— Ma dove vai con tanta fretta? — chiese infine Sette e mezzo.
— Vado a trovare mio cugino, — rispose evasivamente Ragno Zoppo, che non voleva stargli a raccontare tutta la storia di Cipollino, del Visconte e della Talpa.
— Quello che sta al Castello del Ciliegio? Mi ha giusto invitato a passare una settimana nel suo solaio. Quasi quasi vengo anch'io: in questo momento non ho affari urgenti.
Ragno Zoppo non sapeva se essere contento o no della compagnia. Ma poi penso che in due il tempo passa prima e ci si aiuta se capita qualche inconveniente.
— Ben volentieri, — rispose, — se sei disposto a camminare un poco piu in fretta, perche ho una commissione da fare e non vorrei arrivare in ritardo.
— Fai sempre il postino in prigione? — domando Sette e mezzo.
— Oh, adesso sono in licenza, — rispose Ragno Zoppo. Sette e mezzo era un amico, ma certe cose non le devono sapere nemmeno gli amici.
Cosi chiacchierando, giunsero finalmente fuori di citta e poterono uscire dalla fogna. Ragno Zoppo tiro un respiro di sollievo, perche la sotto c'era un cattivo odore che gli dava il voltastomaco. In breve furono tra il verde dei campi. Era una bella giornata, e il vento agitava dolcemente l'erba profumata. Sette e mezzo spalancava la bocca come se volesse respirare tutto il vento in una volta.
— Che delizia, — esclamava, — da tre anni non mettevo il naso fuori della mia fogna, ma adesso credo che non ci tornero mai piu e mi stabiliro in campagna.
— La campagna e gia molto popolata, — osservo Ragno Zoppo, indicando al suo compagno una lunga fila di formiche, affaccendatissime a trascinare un bruco nel formicaio.
— A lor signori non piace la compagnia della gente, — maligno un grillo, affacciato sulla soglia del suo buco.
Sette e mezzo volle a tutti i costi fermarsi a spiegare al grillo la sua opinione sulla campagna. Il grillo rispose, Sette e mezzo ribatte, il grillo esclamo, Sette e mezzo grido, non la finivano piu di chiacchierare, e il tempo passava.
Molta gente si era intanto radunata ad ascoltare: grilli, coccinelle, e, a debita distanza, perfino qualche moscerino temerario. Un passero che fungeva da vigile urbano noto l'assembramento e si abbasso per disperderlo, adocchiando subito Sette e mezzo.
— Ecco un buon boccone per i miei piccoli, — borbotto tra se. Fu il moscerino a dare l'allarme:
— Attenzione, la polizia!
In un attimo non si vide piu nessuno, sembrava che la terra li avesse inghiottiti. Ragno Zoppo e Sette e mezzo si rifugiarono nella tana del Grillo, che chiuse precipitosamente la porta e rimase di guardia.
Sette e mezzo tremava come una foglia, e Ragno Zoppo cominciava a pentirsi di aver preso con se un compagno cosi chiacchierone, che gli faceva perdere del tempo e attirava su di loro l'attenzione della polizia.
— Eccomi segnalato, — pensava tra se il vecchio postino, — il passero ha certamente preso nota della mia presenza nel suo registro. E quando si e segnati la sopra e facile finir male.
Si rivolse a Sette e mezzo e gli disse:
— Compare, come vedi, il viaggio e pericoloso. Che ne diresti se a questo punto ci dividessimo?
— Mi meraviglio molto di te, — esclamo Sette e mezzo, — prima mi convinci a seguirti per mare e per terra, poi mi vuoi lasciare nelle peste. Bell'amico, in fede mia.
— Sei stato tu a volermi seguire. Ma il punto non e questo. Io ho una commissione da fare al Castello e non intendo passare la giornata in questo buco, pur ringraziando il Grillo per la sua ospitalita.
— Ed io verro con te, — dichiaro Sette e mezzo, — ho promesso a tuo cugino di andarlo a trovare e voglio tener fede alle mie promesse.
— Allora andiamo, — concluse Ragno Zoppo.
— Aspettate un minuto, guardo se c'e la polizia, — fece il Grillo. Apri cautamente la porta: il passero era ancora li sopra. Volava basso scrutando diligentemente l'erba filo per filo.
Sette e mezzo tiro un lungo sospiro preoccupato e dichiaro che in quelle condizioni non avrebbe mosso un passo, e avrebbe impedito anche a Ragno Zoppo di muoversi.
— Non ti permettero di arrischiare la vita, — disse, — ho conosciuto tuo padre e mi sento responsabile verso di lui della tua salvezza.
Non rimaneva che aspettare. E siccome il passero non diminui per un istante la sorveglianza, tutta la giornata se ne ando in quella vana attesa. Solo al tramonto la polizia si ritiro nella sua caserma, ossia su un cipresso accanto al cimitero, e i nostri due viaggiatori poterono rimettersi la strada fra le zampe.
Ragno Zoppo era molto contrariato per aver perso tutto quel tempo.
Durante la notte poterono compiere un bel po' di strada, ma ad un certo punto Sette e mezzo dichiaro che era stanco e desiderava riposare.
— Non possiamo, — protesto Ragno Zoppo, — non possiamo assolutamente. Io non mi fermero.
— Vorresti dunque lasciarmi a mezza strada, e per di piu di notte? Cosi tratti i vecchi amici di tuo padre? Ah, come vorrei che quel povero vecchio fosse qui per poterti rimproverare come meriti.
Tanto disse e tanto fece che Ragno Zoppo dovette rassegnarsi. Si cercarono un posticino sotto la grondaia di una chiesa e si accomodarono per dormire.
Ragno Zoppo, e inutile dirlo, non pote chiudere occhio e passo il tempo a guardare con rabbia il suo vecchio compagno di viaggio che russava beatamente.
— Se non fosse per lui a quest'ora sarei gia arrivato e forse sarei gia sulla strada del ritorno.
Appena il cielo comincio a schiarirsi ad oriente lo desto senza tanti complimenti.
— In cammino, — ordino.
Ma dovette ancora aspettare che Sette e mezzo si facesse una accurata pulizia. Il vecchio chiacchierone si lavo coscienziosamente le sue sette zampe e mezza, e solo dopo questa operazione dichiaro che era pronto a proseguire.
La mattina passo senza ulteriori incidenti. Verso mezzogiorno, per nascondersi alla vista di un altro passero che si avvicinava minacciosamente, si infilarono in una specie di galleria. Quando ne uscirono, dopo essersi assicurati che il pericolo era passato, si trovarono in una larga radura senz'erba, pesticciata in tutti i sensi da impronte irriconoscibili.