sulla psiche dei pazienti.

«E per il suo bene, soltanto una precauzione. La spostero di qua appena possibile.»

Prima di scrivere le prescrizioni per Sandra, David passo da Nikki e scopri che era molto meno preoccupata di lui all’idea di restare in quel reparto. Sollevato nel vedere che sua figlia la stava prendendo bene, si sedette alla scrivania e comincio a scrivere le prescrizioni per Sandra. Aveva quasi finito, quando un impiegato lo tocco al braccio, comunicandogli: «C’e un certo signor Kelley che la vuole vedere; e nella sala di ritrovo dei pazienti».

David senti una morsa allo stomaco. Sapeva benissimo perche il responsabile regionale del CMV lo voleva vedere e non ci volle andare subito. Fini di scrivere gli ordini e li diede alla caposala. Soltanto allora ando da Kelley.

«Sono deluso», lo accolse lui. «La coordinatrice della sezione ottimizzazione risorse mi ha chiamato solo pochi minuti fa…»

«Aspetti un momento!» lo interruppe David. «Ho una paziente all’unita di terapia intensiva e non ho tempo da perdere con lei. Quindi si tolga dai piedi, le parlero piu tardi. Capito?»

Per un secondo lo fisso in viso, poi giro sui tacchi e usci.

«Un minuto solo, dottor Wilson», si senti chiamare. Allora si giro e torno indietro come una furia. Senza preavviso afferro Kelley per la cravatta e lo spinse indietro, facendolo finire su una poltroncina, poi gli agito un pugno davanti al viso.

«Stia lontano da me! Se non lo fa, non mi assumo responsabilita sulle conseguenze.»

Kelley degluti, ma non si mosse.

David giro su se stesso e marcio fuori dalla stanza. Quando fu sulla porta, senti Kelley che gli gridava dietro: «Ne parlero ai miei superiori!»

Lui si volto appena il tempo per rispondergli: «Lo faccia!» e prosegui deciso.

Torno alla scrivania e si fermo, con il cuore che gli martellava in petto. Si chiese che cosa avrebbe fatto, se Kelley gli avesse opposto resistenza.

«Dottor Wilson», lo chiamo l’impiegato. «C’e in linea il dottor Mieslich.»

«Mio marito insegna teatro e letteratura al college», spiego Madeline Gannon, vedendo che Calhoun guardava con interesse i numerosi scaffali di libri che rivestivano le pareti della biblioteca.

«Mi piacerebbe incontrarlo», disse lui. «Da quando sono in pensione leggo tantissimo, soprattutto Shakespeare.»

«Di che cosa mi voleva parlare?» cambio discorso la donna; a giudicare dall’aspetto di Calhoun, suo marito Bernard non si sarebbe interessato molto a lui.

«Sto indagando sull’omicidio del dottor Dennis Hodges. Come sa, di recente e stato ritrovato il suo cadavere.»

«E stata una cosa dolorosa.»

«So che ha lavorato a lungo per lui.»

«Piu di trent’anni.»

«Un lavoro piacevole?»

«Aveva i suoi alti e bassi», ammise Madeline. «Il dottor Hodges era un uomo dalla forte personalita. Poteva essere testardo e irascibile e un minuto dopo comprensivo e generoso. Io lo ammiravo e lo detestavo allo stesso tempo, ma sono rimasta sconvolta quando ho saputo che hanno ritrovato il cadavere. Speravo che si fosse stufato di tutto e di tutti e se ne fosse andato in Florida. Parlava spesso di andarci, soprattutto negli ultimi tempi.»

«Sa chi lo ha ucciso?» domando Calhoun, mentre intanto si guardava intorno alla ricerca di un portacenere.

«Non ne ho la minima idea, ma c’erano di sicuro un sacco di candidati.»

«Chi, per esempio?»

«Be’, non e esattamente cosi. A voler essere davvero onesta, non credo che una sola delle persone che davano regolarmente in escandescenze con lui gli avrebbe fatto davvero del male. Cosi come il dottor Hodges non avrebbe mai messo in pratica le minacce che proferiva cosi di frequente.»

«Chi minacciava?»

Madeline rise. «Tutti coloro che avevano qualcosa a che fare con la nuova amministrazione dell’ospedale. Anche il capo della polizia, il capo della banca cittadina, il proprietario della stazione Mobil. L’elenco potrebbe continuare a lungo.»

«Come mai Hodges era cosi in collera con la nuova amministrazione dell’ospedale?» volle sapere Calhoun.

«Soprattutto a causa dei suoi pazienti, o meglio, dei suoi ex pazienti. Il dottor Hodges aveva diminuito la sua attivita di medico, quando aveva assunto la direzione dell’ospedale, e ancora di piu quando era apparso sulla scena il CMV. Lui non ne aveva fatto una questione, perche si rendeva conto che l’ospedale aveva bisogno di un grosso ente mutualistico come cliente, ma poi i suoi ex pazienti cominciarono a tornare da lui, lamentandosi dell’assistenza fornita loro dal CMV. Volevano riaverlo come medico curante, ma non era piu possibile perche l’assistenza sanitaria ormai era fornita loro dal CMV.»

«Ma allora avrebbe dovuto prendersela con il CMV, piuttosto che con l’ospedale», osservo Calhoun, che poi chiese se poteva fumare.

Madeline non gli permise di fumare, ma in compenso si offri di fargli il caffe.

«Che cosa dicevamo?» continuo poi, dopo che si furono spostati in cucina. «Ah, si. Ce l’aveva con il CMV, ma anche con l’ospedale che acconsentiva a tutte le richieste del CMV. E il dottor Hodges sentiva di contare ancora nell’ospedale.»

«C’era qualcosa di specifico per cui era in collera?»

«Un insieme di cose. Non gli andava la gestione del pronto soccorso, per esempio. La gente non puo piu andare al pronto soccorso, a meno che non paghi di tasca propria. Anche il ricovero in ospedale non e sempre prescritto a chi invece pensa di averne bisogno. Il giorno in cui scomparve, il dottor Hodges era veramente sconvolto per la morte di uno dei suoi ex pazienti. Ne erano morti un certo numero, ultimamente. Me lo ricordo perche l’ho sentito sbraitare che i medici del CMV non erano capaci di tenere in vita i suoi pazienti. Secondo lui erano incompetenti e l’ospedale era complice della loro incompetenza.»

«Si ricorda il nome del paziente per il quale Hodges era sconvolto quel giorno particolare?» domando Calhoun.

«Eh, adesso lei si aspetta un miracolo da me!» esclamo Madeline, mentre intanto serviva il caffe. «Ma, aspetti… Si, era Clark Davenport, non ho dubbi.»

Calhoun trasse di tasca le copie dei fogli di accettazione che lui e Angela si erano procurati a Burlington e le scorse. «Eccolo: Clark Davenport, anca fratturata.»

«Si, e lui», confermo Madeline. «Il poveretto era caduto da una scala mentre cercava di fare scendere un gattino da un albero.»

«Guardi questi altri nomi», disse Calhoun, porgendole i fogli. «Le dicono niente?»

Lei sfoglio le varie pagine e annui. «Me li ricordo tutti, uno per uno. Sono proprio i pazienti per cui il dottor Hodges aveva perso le staffe. Sono morti tutti quanti.»

«Uhm, lo sapevo che dovevano essere collegati fra loro in qualche maniera!» borbotto Calhoun, rimettendo i fogli in tasca.

«Un altro motivo per cui ce l’aveva con quelli dell’ospedale erano le aggressioni al parcheggio», aggiunse Madeline.

«Come mai?»

«Secondo lui l’amministrazione dell’ospedale doveva fare molto di piu. Si preoccupavano di piu di non far trapelare gli incidenti alla stampa che di acciuffare il responsabile. Lui era convinto che lo stupratore fosse qualcuno dell’ospedale.»

«Aveva in mente qualcuno in particolare?»

«Aveva lasciato intendere di si, ma con me non ha fatto nomi.»

«Potrebbe averne parlato alla moglie?»

«E possibile.»

«Pensa che abbia mai detto niente alla persona che sospettava?»

«Non ne ho la piu pallida idea, ma so che aveva intenzione di discutere del problema con Wayne Robertson,

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