anche se lui e Wayne non andavano d’accordo. Proprio il giorno in cui e scomparso doveva passare da lui.»
«E ci e andato?»
«No. Quel giorno aveva saputo che Clark Davenport era morto e, anziche andare da Wayne, mi ha fatto fissare un appuntamento con il dottor Barry Holster, il radioterapista.»
«Come mai lo voleva incontrare?»
«Era il dottor Holster che aveva curato Clark Davenport.»
Calhoun poso la tazza del caffe e si alzo. «E stata oltremodo gentile e disponibile», le disse. «Ho apprezzato sia il caffe sia la sua eccellente memoria.»
Madeline Gannon arrossi.
Angela aveva terminato il lavoro della mattina e stava per uscire per la pausa, quando la chiamo il medico legale, annunciandole che aveva fatto una scoperta straordinaria.
«Tutto merito della tua visita improvvisa di ieri», aggiunse. «Salta in macchina e vieni qua.»
«Quando?»
«Subito.»
Angela moriva dalla curiosita. «Non potresti dirmi di che cosa si tratta?» domando.
«Preferirei fartelo vedere», rispose Walt. «C’e da scriverci sopra una pubblicazione. Voglio che tu venga subito, consideralo parte del tuo apprendistato.»
«Vorrei tanto venire, ma mi preoccupa il dottor Wadley. Non siamo in ottimi rapporti.»
«Oh, dimentica Wadley, gli telefonero io. E una cosa importante.»
Angela si lascio convincere e usci immediatamente, non senza essersi prima informata sulle mosse di Wadley. Le segretarie le dissero che era andato all’
Avviso Paul Darnell che andava dal medico legale dietro sua richiesta specifica, poi passo a fare una visitina a Nikki, che trovo abbastanza bene e su di morale, quindi parti a razzo per Burlington.
«Ehi, che velocita!» l’accolse Walt nel vederla arrivare da lui a tempo di record. «Non sapevo che avessi una macchina sportiva!»
«Sei tu che hai stimolato la mia curiosita», rispose lei. «E poi ho pochissimo tempo a disposizione.»
«Non ci vorra molto.» Walt la porto davanti a un microscopio, dicendole: «Guarda qui dentro».
Angela osservo un campione di pelle e poi alcune chiazze nere nel derma.
«Sai che cos’e?» le chiese Walt.
«Penso che sia la pelle trovata sotto le unghie di Hodges.»
«Esatto. Lo vedi il carbone?»
«Si.»
«Bene. Ora da’ un’occhiata qui», la invito Walt, porgendole una foto. «E una microfotografia che ho ottenuto con un microscopio elettronico a scansione. Come potrai notare, le macchie non appaiono piu come carbone».
Angela la osservo bene e vide che Walt aveva ragione.
«Adesso guarda qui», prosegui lui, «questa e l’immagine fornitaci da uno spettrofotometro atomico. Avevo diluito le particelle con un solvente acido e poi le ho analizzate. Non erano carbone.»
«Che cos’erano?»
«Una mistura di cromo, cobalto, cadmio e mercurio», annuncio Walt, trionfante.
«Meraviglioso», mormoro Angela, sconcertata, «ma che cosa significa?»
«Anch’io ero perplesso quanto te», ammise Walt, «e non avevo idea di che cosa significasse. Pensavo persino che lo spettrofotometro fosse guasto. Ma poi ho avuto la rivelazione: fa parte di un tatuaggio!»
«Ne sei sicuro?»
«Assolutamente. Quei pigmenti sono utilizzati per fare tatuaggi.»
Angela condivise immediatamente l’eccitazione di Walt. Con le possibilita offerte dalla medicina legale avevano fatto una scoperta che riguardava l’assassino. Aveva un tatuaggio. Non vedeva l’ora di dirlo a David e a Calhoun.
Tornata in ospedale, Angela s’imbatte in Paul Darnell, che la stava aspettando.
«Ho brutte notizie», le annuncio. «Wadley sa che sei uscita di citta e non ne e contento.»
«Come fa a saperlo?» esclamo lei. Lo aveva detto soltanto a Paul.
«Credo che ti spii, e l’unica spiegazione a cui so pensare. E venuto da me un quarto d’ora dopo che eri uscita.»
«Credevo che fosse andato a mangiare.»
«E cio che ha detto a tutti, ma evidentemente non l’ha fatto. Mi ha chiesto subito se avevi lasciato Bartlet. Non potevo mentirgli, gliel’ho dovuto dire.»
«Gli hai detto che sono andata dal medico legale?»
«Si.»
«Allora non dovrebbero esserci problemi. Grazie per avermi avvertita.»
Appena Angela mise piede nella sua stanza, una segretaria l’avviso che il dottor Wadley le voleva parlare. Quella era la prima volta che ricorreva a un’intermediaria per convocarla da lui. Brutto segno, si disse Angela.
Quando si presento nella stanza di Wadley, lui le rivolse uno sguardo glaciale.
«L’ho chiamata per comunicarle che e licenziata», le annuncio senza perdere tempo in preliminari. «La pregherei di prendere le sue cose e andarsene al piu presto. La sua presenza qui non e piu gradita.»
«Non riesco a crederci», disse Angela.
«Tuttavia e cosi.»
«Dovrebbe sapere che ho utilizzato l’ora di pausa per recarmi a Burlington dal medico legale», ribatte lei. «Mi ha telefonato chiedendomi di andare da lui il prima possibile.»
«Non e il dottor Walter Dunsmore il primario di questo reparto. Sono io.»
«Non le ha telefonato?» Angela era disperata. «Mi ha detto che lo avrebbe fatto. Era eccitato per una scoperta fatta a proposito del cadavere trovato nella mia cantina. Sono corsa subito la… Sono stata via poco piu di un’ora.»
«Non m’interessano le sue scuse. Soltanto ieri l’avevo avvertita, ma lei non mi ha dato retta, ha dimostrato di essere inaffidabile, disobbediente e ingrata.»
«Ingrata!» esplose Angela. «Ingrata per che cosa? Per le sue viscide avance? Per non volermi dare alla pazza gioia con lei a Miami? Mi puo licenziare, dottor Wadley, ma io le dico che cosa faro: denuncero lei e l’ospedale per molestie sessuali.»
«Ci provi, signora. La butteranno fuori a risate dal tribunale.»
Angela sfreccio via, fuori di se dalla rabbia. Raccolse le sue poche cose e le ficco in una borsa di tela della spesa, poi usci senza parlare con nessuno, per paura di perdere il controllo: non voleva dare a Wadley la soddisfazione di vederla piangere.
Voleva andare direttamente da David, in ambulatorio, ma poi cambio idea. Dopo la discussione avuta con lui, temeva che reagisse male alla notizia del suo licenziamento e non voleva dare spettacolo in ospedale. Cosi sali in macchina e si diresse verso la citta, senza una meta precisa.
Mentre passava davanti alla biblioteca, riconobbe l’inconfondibile furgone di Calhoun fermo li davanti, allora parcheggio la macchina ed entro. Lo trovo che leggeva tranquillo e lo chiamo sottovoce.
«Capita a proposito!» la accolse con un sorriso. «Ho alcune novita.»
«Anch’io, purtroppo. Che cosa ne dice se andiamo a casa mia?»
Giunta a casa, Angela mise subito l’acqua a bollire e, quando Calhoun busso alla porta, aveva gia messo sul tavolo tazze e piattini.
«Te o caffe?» gli chiese.
«Quello che prende lei», rispose Calhoun, poi aggiunse: «Ha staccato presto, oggi!»
Dopo avere tenuto a freno le sue emozioni dal momento in cui era uscita di corsa dallo studio di Wadley, Angela reagi a quell’innocente commento con un fiume di lacrime.
Il detective rimase a guardarla, perplesso, senza capire che cosa le avesse detto o fatto di male. Aspetto che il pianto dirotto si trasformasse in singhiozzi intermittenti per scusarsi: «Mi spiace, non so che cosa ho fatto, ma mi spiace».