Vedendo la moglie prossima a un crollo nervoso, David richiuse la porta e la consolo come meglio pote. In fondo, sapeva che correre dietro a quei bambini non sarebbe servito a niente, se non a sfogarsi per cercare di lenire i sensi di colpa.
Strinse a se anche Nikki e si sedette con tutte e due sul divano del salottino. Quando vide che Angela si era un po’ calmata, uso il telefonino per chiamare la polizia.
Visto che David non la smetteva d’imprecare per avere lasciato sole lei e Nikki, Angela cerco di convincerlo che anche lei aveva una parte di colpa.
«Avrei dovuto aspettarmelo», gli disse e gli rivelo i propri sospetti che il tentativo di stupro fosse stato invece un tentativo di omicidio. «Anche Calhoun e d’accordo.»
«Perche non me l’hai detto?» chiese David.
«Avrei dovuto farlo. Mi dispiace.»
«Se non altro, stiamo imparando che non dovrebbero esserci segreti fra di noi. E Calhoun? Lo hai sentito?»
«No, gli ho anche lasciato un messaggio, come avevi consigliato tu. Che cosa facciamo adesso?»
«Non lo so.» David si alzo. «Intanto diamo un’occhiata alla finestra.»
La polizia non aveva nessuna fretta. Ci mise quasi tre quarti d’ora ad arrivare e, con grande disappunto di Angela e David, c’era Robertson in persona, con tanto di uniforme. Angela fu tentata di domandargli se quello fosse il suo costume di Halloween. Lo accompagnava un assistente, Carl Hobson.
Arrivato alla porta d’ingresso, Robertson noto la sporcizia sulla veranda e la finestra rotta.
«Avete qualche problemino?» domando.
«Non tanto ‘ino’», replico Angela e descrisse cio che era accaduto dal momento in cui era comparso l’uomo fino all’arrivo di David.
Apparve subito evidente che Robertson non dava molta importanza alla storia. Si muoveva di qua e di la, alzando con impazienza gli occhi al cielo rivolto al suo assistente.
«Sentiamo, e sicura che fosse una pistola vera?» domando quando Angela ebbe finito di raccontare.
«Certo che era vera», rispose lei, esasperata.
«Magari era solo un giocattolo, parte di un costume», insistette lui. «E sicura che quel tipo non fosse solo in cerca di dolcini?» e strizzo un occhio a Hobson.
«Aspetti un minuto», intervenne David. «Non mi piace proprio per niente quello che sto sentendo. Ho la netta impressione che lei non stia affatto prendendo sul serio cio che e accaduto. Quell’uomo aveva una pistola e c’e stata della violenza, qua dentro. Diavolo, persino parte della finestra e saltata via.»
«Non gridi, quando parla con me», lo redargui il capo della polizia. «La sua deliziosa mogliettina ha gia ammesso che e stata la vostra cara figliola a fare saltare i vetri, non il presunto assalitore, e lasci che le dica un’altra cosa: c’e un’ordinanza che proibisce di sparare con un fucile a pallini entro i limiti cittadini.»
«Se ne vada da casa mia!» gli intimo David, furibondo.
«Ben volentieri.» Robertson fece cenno a Hobson di precederlo e, arrivato sulla porta, si fermo. «Lasciate che vi dia un consiglio. Non siete una famiglia molto popolare in questa citta e potrebbe diventare ancora peggio, se sparate a qualche bambino innocente che viene a chiedere un dolcetto. Il Signore vi aiuti, se avete davvero colpito un ragazzino.»
David corse alla porta e gliela sbatte dietro.
«Bastardo!» esclamo. «Be’, adesso non abbiamo piu illusioni sulla polizia locale. Non possiamo piu aspettarci nessun aiuto da parte loro.»
Angela si strinse le ginocchia e dovette lottare contro un nuovo accesso di lacrime. «Che casino!» mormoro, scuotendo la testa.
David le si avvicino e cerco di consolarla. Dovette calmare anche Nikki, che si era impressionata per la discussione fra suo padre e il capo della polizia.
«Pensi che dovremmo rimanere qui stanotte?» domando Angela.
«E dove potremmo andare a quest’ora? Basta assicurarci di non avere altri visitatori.»
«Suppongo che tu abbia ragione», ammise lei con un sospiro. «Lo so che non ragiono, ma non sono mai stata cosi sconvolta.»
«Hai fame?»
«No, ma avevo cominciato a preparare la cena, prima che succedesse tutto questo.»
«Bene, io sto morendo di fame, ho saltato il pranzo.»
«Nikki e io metteremo insieme qualcosa.»
Poi David chiamo la societa dei telefoni per avvisare che c’era un guasto e, quando disse che era un medico, si mostrarono disposti a mandare un tecnico il piu presto possibile. Poi ando nella rimessa e trovo altre lampadine per l’esterno della casa, cosi riusci a illuminare quasi a giorno lo spazio tutt’attorno alla casa.
Il tecnico arrivo mentre stavano cenando e scopri subito che il guasto era all’ esterno: la linea era stata tagliata nel punto in cui entrava in casa. Esegui la riparazione e riparti, accompagnato dai ringraziamenti di David per essersi scomodato la domenica sera.
Dopo cena, David rafforzo le misure di sicurezza. Copri con un’asse la parte di finestra rotta, poi controllo che tutte le porte e le finestre fossero chiuse dall’interno.
Anche se la visita della polizia era stata esasperante, aveva avuto un effetto positivo: i pestiferi ragazzini si erano dileguati. Fu dunque nella calma piu completa che, verso le nove, i Wilson si ritrovarono nella camera di Nikki per la terapia respiratoria.
Dopo avere messo a letto la figlia, David e Angela scesero nel salottino per esaminare il materiale che lui aveva portato da Boston. Avevano convinto Rusty ad abbandonare la camera della padroncina per stare con loro, confidando nel suo udito molto fine. Il fucile era vicino a loro, a portata di mano.
«Sai che cosa penso?» disse Angela, mentre David apriva la busta con i referti medici. «Credo proprio che l’uomo che e stato qui stasera sia la stessa persona che e dietro l’eutanasia, nonche l’assassino di Hodges. Ne sono convinta. E l’unica spiegazione possibile.»
«Sono d’accordo con te e credo che il nostro candidato numero uno sia Clyde Devonshire. Leggi qua.»
Angela scorse il suo referto e, arrivata alla fine, esclamo: «Oh, e sieropositivo!»
David annui. «Vuol dire che e lui stesso un potenziale malato terminale e a questo unisci le altre cose, come il fatto di essere stato arrestato davanti alla casa del dottor Kevorkian. E evidente che gl’interessano molto i suicidi assistiti. Chi lo sa? Questo interesse potrebbe estendersi all’eutanasia. E un infermiere e quindi ha basilari conoscenze mediche. Lavora in ospedale e quindi ha accesso ai pazienti. E, come se cio non bastasse, ha alle spalle quella storia dello stupro. Potrebbe essere lui lo stupratore con gli occhiali da sci.»
Angela annui, ma era perplessa. «L’unico problema e che e tutto basato su semplici indizi.» Rimase a pensare qualche istante, poi chiese al marito: «Senti, ma se tu vedessi Clyde Devonshire, lo riconosceresti?»
«No.»
«Mi chiedo se sarei capace di identificarlo dall’altezza o dal suono della voce, ne dubito. Non ne sarei mai assolutamente sicura.»
«Be’, proseguiamo», disse David. «Il secondo sospetto e Werner Van Slyke. Dai un’occhiata alla sua storia.» David porse ad Angela il dossier su di lui, decisamente piu voluminoso dell’altro.
«Buon Dio», esclamo lei, quando lo ebbe letto. «Che cosa non si scopre sulle persone!»
«Che ne pensi di lui, come sospetto?»
«E un’interessante storia psichiatrica, ma non credo che sia lui. Essere affetti da un disordine schizo- affettivo con accessi di mania e paranoia non e la stessa cosa che essere degli psicotici antisociali.»
«Ma non occorre affatto essere antisociali per farsi venire idee sbagliate sull’eutanasia», obietto David.
«E vero, ma solo perche una persona ha disturbi mentali non vuol dire che sia un criminale. Se Van Slyke avesse una storia di comportamenti violenti o decisamente criminali, allora sarebbe diverso. Ma non e cosi e non credo che sia molto probabile come sospetto. Inoltre, puo conoscere i sottomarini a propulsione nucleare, ma non ha una conoscenza abbastanza sofisticata della medicina. Come potrebbe avere ammazzato tutti quei pazienti usando un metodo che nemmeno tu sai scoprire?»
«Sono d’accordo, ma guarda questo materiale che mi ha dato Robert.» David porse alla moglie l’elenco dei vari conti correnti che Van Slyke aveva in diverse banche di Albany e di Boston.
«Dove diavolo si e procurato tutti quei soldi?» chiese Angela. «Credi che abbia a che fare con il caso Hodges e le morti inaspettate?»