— Roger Restak. CI4069PC1114.

— Si.

— Tutti i sistemi di comunicazione delle spaziomobili di polizia vendute a privati cittadini sono modificati in modo da ricevere solo frequenze legali. Perche state intercettando i nostri codici?

— Nient’affatto! Non avevo idea…

— Numero di identita di tutte le persone a bordo.

— Sono gia registrati su Averno. Siamo nei pasticci?

I disturbi radio sembrarono un pochino piu umani. — E possibile che sia stato commesso un errore nelle modifiche precedenti la vendita. Siete il primo proprietario civile?

— No.

— Verificileremo i passaggi di proprieta. Roger Restak. Stato legale: proprietario e comandante della spaziolancia sospetta Pianto volante. Non siete accusato formalmente. Procederete secondo i programmi fino ad Averno. Ogni tentativo di deviare dal programma di atterraggio sara considerato atto criminale. Domande?

— No.

— Qui Sunbird. Chiudo.

La spaziomobile accelero e usci dall’orbita, permettendo una chiara visione di Averno. Quasar degluti rumorosamente.

— Magico Capo.

— Puoi fumare nella stiva.

— Vengo anch’io — disse Nebraska, seguendola.

— Un luogo nient’affatto amichevole — disse il Professore. — Roger.

Il Mago fece una smorfia. — Qui non si puo nascondere niente al GLM. Signora dei Cuori, non avevi fatto ricerche alla banca dati della biblioteca per aggiustare la ricevente? Da qualche parte c’era scritto che i privati cittadini non possono sintonizzarsi sulla frequenza di Averno?

Lei scosse la testa. — No. — Le mani le tremavano ancora. Non guardo il Mago, ma l’incombente carcere spaziale, la gigantesca ruota di luce e di tenebra che girava in continuazione sotto l’occhio del Sole. — No — ripete a bassa voce. Il Mago allungo finalmente la mano e sfioro la ragazza. Di nuovo fu turbato dall’oro inespressivo che si girava verso di lui.

— Scusami, Magico Capo.

— Continui a chiedermi scusa — disse, rendendosi finalmente conto delle sue parole. — Non hai fatto niente. Non ne avevi la possibilita, se ti sei limitata a seguire i diagrammi meccanici.

— C’erano due… c’erano due piccoli sigilli di rame con il marchio di Averno. Non erano riportati sui diagrammi. Allora ho pensato… ho pensato che erano li per sbaglio. Cosi li ho eliminati.

Il Mago brontolo qualcosa. Tocco un pulsante luminoso a caso, cosi lievemente che non ottenne alcuna reazione. — Per cui — disse piano — probabilmente hai attivato una trasmittente subsonica, oltre ad aprire la frequenza di Averno. Peccato che non stessimo ascoltando…

— Siamo fortunati — disse il Professore con fervore — a non aver ascoltato. Controlleranno le registrazioni di bordo.

— A questo… a questo non avevo pensato, Magico Capo. — Gli poso la mano sul braccio e sostenne il suo sguardo, con un’aria cosi angosciata che il Mago scosse lievemente la testa, muto, preoccupato. — Non intendevo metterti nei guai.

— Vuoi calmarti? — supplico lui. — Mi fai diventare nervoso. Non siamo nei guai.

— Glielo diro — disse lei, giungendo a una decisione improvvisa, sorprendente. — Su Averno. Glielo diro. — Ma lui scosse la testa, con decisione.

— No. Assolutamente.

— Allora cosa farai?

— Siamo qui per suonare. Quando ce ne andremo, ce ne andremo tutti insieme, costi quel che costi. Non e colpa tua. Come possono credere che tu sia a conoscenza di frequenze non riportate sui diagrammi?

— Allora cosa farai? — chiese lei ancora. Il Mago sorrise, le diede un colpetto sulla spalla.

— Diro loro quello che vogliono sentirsi dire. E la cosa in cui riesco meglio. Su col morale. E stato un errore in buona fede. Anche se non credono alle mie bugie, non ci sbatteranno mai nell’Anello Scuro solo per questo.

— E stato un errore — mormoro lei. — E stato un errore venire qui.

Lui resto in silenzio, sopraffatto di colpo dalle confuse emozioni della ragazza, e senza riuscire a capirle.

Il Professore disse con gentilezza: — Suoneremo, e ce ne andremo. Semplicissimo.

Lei non rispose. Il Pianto volante parlo di nuovo, annunciando la scorta d’atterraggio. Il Mago alzo incredulo la testa, sentendo nella lancia una nota che non aveva programmato. Ma riascoltandola mentalmente comprese che quel suono spurio non era nella musica, ma nella visione che il Professore aveva del loro futuro.

2

Nella sala computer del Mozzo, Jase guardo il Pianto volante atterrare. La stanza era in ombra, quasi priva di suoni; il suo viso era colorato dalla luce che veniva da un grazioso spiegamento di nebulose e galassie, una fantasiosa ricostruzione del cosmo realizzata da qualche artista sconosciuto. Gli piaceva passare qualche momento di liberta li dentro, nel cervello di Averno, sapendo che a ogni secondo il computer prendeva innumerevoli decisioni per garantire che sul satellite tutto filasse liscio, proprio come il corpo prende decisioni tacite e precise per mantenersi in vita. Normalmente trovava consolante trovarsi accanto a un potere cosi grande. Ma ancora non era stato inventato un computer con il tormentoso dono della premonizione.

— Parola d’ordine.

— Nacque con il dono del riso e la sensazione che il mondo fosse pazzo.

— Parola d’ordine.

— E=mc2.

— Parola d’ordine.

— Flash Gordon.

— Codice d’accesso 6B. Canale nove. Starcatcher, scortate il Pianto volante alla Stazione C. Pianto volante, seguite esattamente le istruzioni, pena la distruzione. Confermate.

— Confermato.

— Permesso di entrata in Averno.

L’immenso portello esterno si spalanco scivolando sui cardini, poi si richiuse. La rossa ragnatela di luci d’avvertimento attorno ai due vascelli divenne a poco a poco color oro. I vascelli atterrarono.

Jase esamino il Pianto volante. Era una spaziomobile sorpassata, un macinino Terra-Luna, d’aspetto tozzo e goffo; c’era gente che giurava che fosse il miglior modello mai progettato. Nessuno degli occupanti era ancora sceso. Per prima cosa una squadra di tecnici l’avrebbe esaminato controllando la ricevente difettosa. Non credeva che qualcuno a bordo avesse messo le mani nell’apparecchiatura. Erano musicisti, venuti a suonare su Averno per un’unica sera, che il giorno dopo a colazione sarebbero stati solo un ricordo. Erano il complesso scelto da Sidney Halleck, non un gruppetto di cospiratori che intendeva usare le apparecchiature di Averno per entrare illegalmente. Erano ospiti, giunti in buona fede… — E allora perche — chiese al computer del Mozzo — me ne sto qui al buio ad aspettare che tutte le spie d’allarme di Averno si spengano?

“Perche”, si rispose in silenzio da solo, “sono appena atterrati e gia le coincidenze sono troppe.”

— Direttore Klyos.

Premette un pulsante dell’intercom. — Si?

— Qui il capotecnico Rethro, signore. Abbiamo controllato la ricevente del Pianto volante. Mancano i sigilli con il marchio. Ritengo che l’abbiano mandato sulla Terra senza modificarlo. Un

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