me della sorte del Lupo.
Quello era il punto cruciale, e Gweniver invoco in cuor suo la Dea.
— Mio signore — rispose, — la santa Luna mi ha scelta per servirla come guerriera a lei votata. Sono venuta per implorarti di concedermi una grazia, quella di mantenere il mio posto a capo della mia banda di guerra, per cavalcare con il tuo esercito e vivere ai tuoi ordini.
— Cosa? — esplose il re, dimenticando del tutto la cortesia rituale. — Il tuo deve essere uno scherzo! Cosa puo volere una donna da guerre e battaglie?
— Cio che vuole un uomo, mio signore: onore, gloria e la possibilita di uccidere i nemici del suo re.
Glyn esito, fissando il tatuaggio azzurro come se stesse ricordando le antiche storie relative alle donne che servivano la Dea Oscura. Infine, si rivolse alla banda di guerra.
— Ascoltatemi, uomini — disse loro. — Onorate questa dama come vostro capitano?
All’unisono, i componenti della banda risposero di si, e dalle ultime file Dagwyn aggiunse sfacciatamente che Gweniver possedeva il dweomer.
— Considerero come un presagio il fatto che una guerriera votata alla Luna sia giunta nella mia corte — decise Glyn. — Benissimo, mia signora, ti concedo la grazia che chiedi.
Ad un cenno della maao del re, i servitori vennero avanti in sciami, come locuste. I garzoni di stalla corsero a prendersi cura dei cavalli, gli uomini della banda di guerra personale del re si affrettarono ad avvicinarsi a Ricyn per accompagnare lui e gli altri agli alloggiamenti, i consiglieri si materializzarono accanto a Gweniver con profondi inchini e due sottociambellani arrivarono in tutta fretta per scortare la ragazza nella grande sala.
Le dimensioni di quell’ambiente lasciarono Gweniver stupefatta: la grande sala era abbastanza ampia da poter ospitare cento tavoli per le bande di guerra, aveva quattro enormi camini, le pareti erano decorate da bandiere rosse e argento intervallate a splendidi arazzi e invece che da paglia il pavimento era coperto con piastrelle di ardesia colorate. Gweniver si arresto sulla soglia a bocca aperta, da quella ragazza di campagna che era, e rimase la fino a quando il capo ciambellano, Lord Orivaen, non si affretto a venire ad accoglierla.
— Ti saluto, mia signora — disse. — Permettimi di trovarti una sistemazione nella nostra umile rocca. Vedi, dal momento che sei al tempo stesso di nobile nascita e una sacerdotessa, onestamente non so quale rango attribuirti. Forse lo stesso di un tieryn?
— Oh, mio buon signore, andra bene qualsiasi stanza che contenga un letto e un focolare. Ad una sacerdotessa della Luna Oscura non importa molto del rango.
Orivaen le bacio la mano con sincera gratitudine, poi l’accompagno fino ad un piccolo appartamento in una torre laterale e incarico alcuni paggi di portare su i suoi bagagli. Una volta che si trovo nuovamente sola, Gweniver prese a passeggiare avanti e indietro con irrequietezza, chiedendosi se il re avrebbe ritenuto che valesse la pena di conservare le terre del Lupo adesso che il clan del Cervo aveva subito simili perdite. Pochi minuti piu tardi bussarono pero alla porta e lei vide entrare nella stanza una possibile arma da usare nella sua lotta per la salvezza del clan, nella persona di Lord Gwetmar, un giovane dinoccolato dalla mascella pronunciata, con una massa di arruffati capelli scuri. Anche se nobile, la sua famiglia era povera quanto a terre ed era quindi considerata alquanto inferiore fra i grandi clan; i parenti di Gweniver avevano pero sempre trattato il giovane come un loro pari. Appena entrato, Gwetmar afferro entrambe le mani di Gweniver e le strinse con forza.
— Per tutti gli dei, Gwen, mi rallegra il cuore vederti viva. Quando e giunta la notizia della morte di Avoic mi ha angosciato il timore che potesse essere successo qualcosa di male a te e a tua sorella. Mi sarei diretto al nord immediatamente, ma il nostro signore non me lo ha permesso.
— Indubbiamente non voleva perdere te e i tuoi uomini insieme ai nostri. Maccy e al sicuro nel tempio insieme a nostra madre.
Con un sorriso, Gwetmar si lascio cadere su una sedia e Gweniver si appollaio sul vicino davanzale, studiandolo con attenzione.
— Senti — chiese lui, dopo un momento, — hai davvero intenzione di cavalcare con noi?
— Si. Voglio avere l’occasione di vendicarmi, prima di morire.
— Lo capisco, e prego ogni dio che mi permetta di abbattere colui che ha ucciso Avoic. Se vivremo fino a questo autunno, ti prometto che uniro i miei uomini ai tuoi e ti aiutero a risolvere questa faida.
— Ti ringrazio… speravo che dicessi qualcosa del genere perche stavo pensando alle terre del Lupo. Adesso appartengono a Maccy, o almeno le apparterranno se il re accogliera la mia petizione di permettere che esse passino alla linea di discendenza femminile. Io pero sono ancora la sorella maggiore, oltre che una sacerdotessa, e lei fara dannatamente bene a sposare l’uomo che io le scegliero.
— E non dubito che ne sceglierai uno alla sua altezza — replico Gwetmar, distogliendo lo sguardo con espressione improvvisamente malinconica. — Maccy non merita di meno.
— Ascoltami, razza di idiota, sto parlando di te. So che Maccy si e sempre comportata con te come una piccola fredda bastarda, ma in questo momento sposerebbe anche il Signore dell’Inferno in persona pur di poter uscire da quel tempio, ed io non ho intenzione di dire a nessun altro nobile affamato di terre dove lei si trovi fino a quando tu non avrai avuto la possibilita di mandarle un messaggio.
— Gwen! Si da il caso che io ami sinceramente tua sorella, e non soltanto le sue terre!
— Lo so, altrimenti perche credi che la starei offrendo a te?
Gwetmar getto indietro il capo e scoppio in una risata luminosa come il sole che emergesse fra le nuvole.
— Non ho mai pensato che avrei avuto la possibilita di sposarla — ammise infine. — Assumere il nome del Lupo e addossarmene la faida mi sembra un prezzo dannatamente esiguo da pagare.
Gwetmar scorto personalmente Gweniver nella grande sala, dove da un lato si trovava la piattaforma rialzata su cui c’era la tavola a cui il re e i suoi nobili consumavano i pasti. Anche se Glyn non si vedeva da nessuna parte, parecchi lord erano seduti a quella tavola, intenti a bere pigramente boccali di birra mentre ascoltavano l’esibizione di un bardo. Gweniver e Gwetmar presero posto accanto a Lord Maemyc, un anziano nobile che aveva conosciuto bene il padre di Gweniver: il vecchio si accarezzo pensosamente i baffi grigi e fisso Gweniver con espressione triste, ma con suo sollievo non avanzo nessun commento sulla via che lei aveva scelto di percorrere. Adesso che il re aveva dato la sua approvazione, nessuno avrebbe mai osato mettere in discussione la scelta da lei fatta.
Ben presto la conversazione si sposto inevitabilmente sugli imminenti combattimenti. La guerra lasciava presagire un avvio lento, perche dopo le sanguinose campagne degli ultimi anni Cerrmor non aveva semplicemente abbastanza uomini per assediare Dun Deverry, cosi come Cantrae non ne aveva a sufficienza per attaccare seriamente Cerrmor.
— Se volete il mio parere, si prospettano una quantita di scaramucce — dichiaro Maemyc, — e forse un duro attacco verso nord per vendicare i Clan del Lupo e del Cervo.
— Soltanto un paio di rapide scorrerie e niente altro — convenne Gwetmar, — ma del resto ci dobbiamo preoccupare anche di Eldidd, sul confine occidentale.
— E vero — convenne il vecchio, lanciando un’occhiata a Gweniver. — Il gwerbret sta diventando sempre piu ardito con le sue scorrerie in profondita che mirano a dissanguare tanto noi quanto Cantrae. Scommetto che sta tenendo da parte il grosso delle sue forze per quando saremo entrambi a terra.
— Capisco. Mi sembra una mossa logica.
Sul lato opposto della piattaforma ci fu una certa agitazione intorno alla piccola porta che dava accesso alla scala privata del re, dove due paggi s’inginocchiarono cerimoniosamente mentre un terzo spalancava il battente. Aspettandosi di veder apparire il re, Gweniver si preparo ad alzarsi in piedi, ma un altro uomo oltrepasso invece la soglia e si soffermo a contemplare i nobili raccolti intorno al tavolo. Biondo e con gli occhi azzurri, il nuovo venuto somigliava molto a Glyn, ma il suo corpo era di struttura snella mentre quello del re era massiccio; con le lunghe braccia incrociate sul petto, l’uomo stava fissando i lord con gli occhi socchiusi in un’espressione di disprezzo.
— Chi e quello? — sussurro Gweniver. — Credevo che il fratello del re fosse morto.
— Il suo vero fratello si — replico Gwetmar. — Quello e Dannyn, uno dei bastardi del vecchio gwerbret e il solo maschio che ci fosse fra essi. Il re lo tiene pero in molta considerazione e lo ha nominato capitano della sua guardia personale… e quando lo avrai visto combattere ti dimenticherai delle sue origini: Dannyn usa la spada come un dio, non come un uomo.
Con i pollici agganciati nella cintura, Dannyn si avvicino al tavolo e indirizzo a Gwetmar un cortese anche se distaccato cenno del capo, fissando poi lo sguardo su Gweniver. Sugli sproni della sua camicia era ricamato lo stemma di Cerrmor, una nave, ma lungo tutte le maniche era invece raffigurato il simbolo del falco in