stoffa del… traditore. E questo non e un insulto, ma il piu alto complimento che si possa fare a un membro della vostra specie.»
«Sarebbe a dire?»
«Avete una vista straordinaria. Io non riesco a scorgere i motivi che mi spingono ad agire, ma voi si. Quando mi mandarono qui, ero perplesso riguardo alla validita della mia missione. Non capivo che cosa servisse a Darruu cattivarsi le simpatie della Terra. Sapevo soltanto che dovevo bloccare l’impeto dei Medlinesi. Una ragione oscura, poco convincente, per un viaggio tanto lungo. E ora… Ora non sono piu tanto sicuro dei valori in cui ho creduto con fede cieca…»
«Volete unirvi a noi?» chiese Beth.
Harris esito un attimo. «Tanto vale che lo ammetta» disse poi. «Avete ragione. Dapprima non avrei voluto accettare la missione sulla Terra, ma non avevo alternativa. Comincio a capire che sono dalla parte sbagliata. Che posso fare per aiutarvi?»
Coburn e Beth si scambiarono un’occhiata. Il «terrestre» Wrynn si limito a sorridere.
«Sapevo che avreste collaborato, maggiore» disse Beth.
«Quale sara il mio primo compito?»
«Obiettivo numero uno: l’uomo che si fa chiamare Carver. Una volta eliminato quello, gli altri agenti di Darruu resteranno senza il loro cervello e diventeranno una preda facile.»
«E come fate a essere certi che non vi tradiro, non appena mi avrete liberato?» chiese Harris.
«Abbiamo un buon sistema per tenervi d’occhio, maggiore» disse Coburn. Ma non si dilungo in particolari.
Harris annui. «D’accordo» disse. «Andro a trovare Carver, per primo. Mi mettero in contatto con voi appena me ne saro sbarazzato.»
5
Lo fecero uscire dalla stanza e lo accompagnarono in un ascensore che saliva, invece di scendere. Su, sempre piu su, emergendo da chissa quali profondita nascoste nel cuore della citta. Ripenso alla «luce del Sole» che aveva visto entrare dalla finestra con l’inferriata, e capi che si era ingannato. La cabina filava verso l’alto, sicura… Infine si fermo con un brusco sobbalzo, la porta scorrevole si apri e lui fu scaricato al livello principale di un enorme edificio adibito a uffici.
Rimase li per un attimo nell’atrio affollato. Terrestri e alieni di ogni razza attraversavano frettolosamente il grande locale. Harris si avvio verso l’uscita piu vicina e si ritrovo nella strada rumorosa. Erano le prime ore del mattino di una giornata calda e piena di luce.
C’era una carta stradale affissa a un muro, a mezzo isolato di distanza da dove lui era uscito. Si avvicino e osservo la complicata mappa della citta. Dapprima gli riusci difficile orientarsi. Un cerchio rosso segnava il punto in cui si trovava in quel momento, ma nessuna delle strade all’intorno gli ricordava niente. Solo quando ebbe osservato la carta nel suo insieme, scopri il quartiere dove si trovava l’albergo.
Lo avevano portato in un posto lontano parecchi chilometri. Infilo una monetina nella fessura, marco le coordinate seguendo le istruzioni del cartello, e una striscia luminosa gli indico il percorso per tornare allo
Prosegui a piedi. Poco lontano, le volute di una rampa pubblica per elitassi scintillavano, gialle, nella luce del mattino. Passando davanti ai tavolini di un bar il profumo di caffe e pane fresco gli attanaglio lo stomaco. Tuttavia, benche affamato, sapeva che non poteva permettersi di mangiare prima di essersi messo in contatto col suo capo e di avergli raccontato la sua storia. Un cameriere si affaccio sulla soglia del bar e gli sorrise, pieno di speranza, indicando un tavolino libero sul marciapiede. Harris scosse la testa e tiro dritto.
Ripensava a Beth Baldwin e alle sue parole.
Chiedevano davvero troppo alla sua credulita. Quella lunga tirata su superuomini e altruismo, su tenere razze mutanti che andavano vezzeggiate e protette dalle furie e dalla gelosia degli avi ormai sorpassati, era inverosimile!
Proprio un’assurdita. Quel poco che sapeva della psicologia medlinese non lo induceva a credere che gente simile si sarebbe schierata dalla parte di un progetto tanto insensato. Semmai, avrebbe fatto il possibile per soffocare all’inizio il sorgere di nuove facolta, potenzialmente pericolose, tra i Terrestri. Come avrebbero fatto i Darruuesi, del resto, se avessero scoperto loro i sedicenti mutanti.
In fin dei conti, non si trattava che di istinto di conservazione. I superuomini rappresentavano un superpericolo. Allo stato attuale, l’equilibrio dell’Universo era gia fin troppo precario e davvero non c’era ragione alcuna per favorire l’avvento di nuove razze. Quelle gia esistenti erano riuscite a trovare un
No, non c’erano superuomini. Era un’idea assurda… La propaganda di Medlin seguiva vie molto tortuose e lui aveva ottime ragioni per diffidare.
E c’era un’altra cosa di cui diffidare: possibile che fossero cosi ingenui, Medlinesi e Super-Terrestri, da lasciarlo andare fidandosi unicamente della sua parola? I Medlinesi, quanto meno, sapevano perfettamente qual era la sua missione sulla Terra. Solo grazie a una specie di gioco di prestigio, Beth si era salvata da morte certa quella notte. Eppure lo avevano liberato alla prima blanda offerta di collaborare, dopo essere stati offesi e scherniti per mezz’ora. Nel caso di individui davvero altruisti, lo si sarebbe potuto capire, perche nel suo lessico «puro altruismo» e «pura stupidita» erano sinonimi. Ma conosceva troppo bene i Medlinesi per accettare l’idea che fossero stupidi a tal punto. Forse avevano deciso di servirsi di lui come di una pedina in un piano assai piu vasto.
Be’, a questo ci avrebbe pensato Carver. Era compito suo decidere sulla strategia a cui attenersi per rispondere alle mosse dei Medlinesi.
Harris raggiunse la rampa degli elitassi. Uno era gia pronto per il decollo, ma un cittadino grassoccio e rubizzo, che evidentemente si riteneva molto importante, gli sgattaiolo davanti e introdusse per primo la sua mole voluminosa nel veicolo. Harris si strinse nelle spalle e chiamo un altro elitassi. Questo sali lungo la rampa e lo sportello si apri.
«Dove, colonnello?»
«
«Non c’e di che, maggiore.»
I potenti motori rombarono. L’elicottero si sollevo e cerco il suo livello, seguendo le istruzioni del computer centrale sepolto nelle viscere della citta. Harris chiuse gli occhi e si abbandono contro il cuscino, che aveva un odore leggermente aspro. Il velivolo era vecchio, in cattivo stato. Harris ascolto il mormorio indistinto della voce del calcolatore.
Non aveva mai pensato che una citta potesse essere cosi grande. Su Darruu, la popolazione degli agglomerati urbani era limitata, da una legge antichissima, a tre milioni di persone, e nessuna citta superava quel numero di abitanti. Naturalmente, poiche tutti gli agglomerati urbani erano vecchi di millenni, cio dimostrava che l’incremento demografico si era ben stabilizzato. Negli ultimi millecinquecento anni, nessuna citta nuova era stata fondata sul pianeta, e quelle gia esistenti avevano raggiunto il numero di abitanti prestabilito. Chi voleva trasferirsi da un centro urbano a un altro doveva ottenere una licenza. Non era molto difficile ottenerla, perche c’era sempre un certo numero di persone che andavano e venivano, cosi il limite della popolazione non superava mai i tre milioni.
Ma se si voleva mettere al mondo un figlio, era un altro conto. Le nascite dovevano osservare un certo rapporto rispetto ai decessi. E la morte arrivava tardi, su Darruu. C’erano coppie costrette a sprecare in attesa
