Tirava fuori quell’argomento per la centesima volta, da due ore a quella parte…
Conveniva ai Medlinesi allevare e nutrire un potenziale conquistatore galattico?
No, no, mille volte no!
I Terrestri erano gia abbastanza pericolosi cosi, e non era proprio il caso di accentuarne la forza e le facolta. Benche nella galassia la supremazia restasse ancora divisa, come prima, tra Darruu e Medlin — la lama a doppio taglio che spaccava in due l’universo da millenni — i Terrestri, in quei trecento anni di contatto con le altre specie galattiche piu antiche, avevano fatto passi da gigante verso le possibilita di raggiungere un posto importante nell’economia universale.
Trecento anni non erano che un breve momento nella storia galattica. Ce n’erano voluti dieci volte tanti perche Darruu riuscisse a espandersi e a creare delle colonie. La fase attiva del conflitto darruu-medlinese si era protratta durante tutto il periodo in cui la civilta della Terra era in corso di formazione. La fase attuale — ovvero inattiva — era iniziata quando i Terrestri usavano ancora veicoli a trazione animale per i trasporti.
Eppure solo tre secoli erano trascorsi da quando la prima nave terrestre aveva superato la barriera della luce, e gia gli uomini avevano fondato colonie fino a meta galassia, spingendosi fino alle oscure propaggini dell’ammasso di stelle. I Corpi di Espansione Interstellare, a cui lui, sotto le spoglie di Abner Harris, fingeva di appartenere, avevano installato colonie della Terra, indiscriminatamente, su tutti i mondi deserti e abitabili della galassia che non fossero gia stati rivendicati da Darruu e da Medlin… Compresi alcuni che questi due antichi pianeti avevano dichiarato inabitabili per le specie che respiravano ossigeno.
E i Medlinesi, gli antichi nemici del suo popolo, la razza che gli avevano sempre insegnato a considerare come l’incarnazione del male, aiutavano i Terrestri ad attuare un piano di sviluppo che li avrebbe portati assai piu in la di dove erano mai giunti gli abitanti di Darruu o dello stesso Medlin.
Nessuna razza, coscientemente, agevola, coltiva e incrementa con entusiasmo la propria distruzione, neppure una razza di stupidi. E i Medlinesi erano tutt’altro che stupidi.
E scosse la testa, sconcertato.
Dopo un poco si alzo, prese la preziosa fiaschetta di vino di Darruu, la stappo e verso una piccola quantita di quel nettare in un bicchiere. Lo tenne stretto nella mano per un momento interminabile, scaldandolo, per poterne sentire l’aroma.
Infine lo porto alle labbra e si concesse una sorsata, quasi con rimorso. In un primo momento, gustare il vino scuro e vellutato del suo mondo natale lo calmo un poco, ma poi la dolorosa nostalgia di casa divenne insopportabile.
Chiuse gli occhi e si raffiguro le vigne di Moruum Tiira, che maturavano lentamente nelle nebbie purpuree dell’estate. Era nato nel paese del vino. Ricordava le cantine della casa di suo nonno, con le botti vecchie di un secolo e piu, allineate in lunghe file polverose. Solo in occasioni particolari da quelle botti si prelevava il vino. Il giorno in cui lui era diventato maggiorenne, gli avevano permesso di assaggiare un vino pigiato: in quel periodo i Terrestri erano ancora legati al loro pianeta. Nel giorno della potatura dell’albero piantato alla sua nascita, il nonno gli aveva fatto assaggiare l’acquavite purissima e bruciante che distillava lui stesso. E quando era stato ammesso nei ranghi dei Servi dello Spirito… solo allora il vino era fluito liberamente. Vino vecchio, vino nuovo. Una notte felice che non avrebbe scordato mai.
Ora, su Darruu, i grappoli pendevano, pesanti, dalle viti: gonfi di zucchero, maturi, quasi pronti a fermentare. Presto sarebbe stato il tempo della vendemmia. Qualche settimana dopo, le prime bottiglie di vino nuovo avrebbero raggiunto le botteghe, e a Moruum Tiira si sarebbero tenuti i riti del rendimento di grazie, col vino che scorreva come acqua in lode dello Spirito che aveva concesso il dono dell’estate, mentre le donne si sarebbero concesse a tutti senza restrizione e l’allegria avrebbe regnato dappertutto.
Per la prima volta lui non avrebbe gustato il vino nuovo quando aveva ancora l’aroma della giovinezza. Su Darruu certo stavano riunendosi per pronunciare il verdetto sulla produzione dell’annata. Ma l’’avrebbero fatto senza di lui. Lui non avrebbe preso parte all’allegria generale, quell’anno, e forse mai piu avrebbe gustato le gioie della vendemmia. Altri ne avrebbero approfittato al posto suo.
Aggrotto la fronte e mando giu un altro sorso per calmare la pena che gli stringeva il cuore.
6
Una giornata interminabile, di inattivita logorante per i nervi, ebbe inizio.
Harris attese per tutta la mattina un messaggio di Carver, ma non ricevette niente. Neanche gli agenti di Medlin si erano messi in contatto con lui. Verso mezzogiorno percorse il corridoio fino alla camera di Beth Baldwin, ma quando suono, nessuno ando ad aprire.
Scese nell’atrio dell’ingresso e si reco al bureau. «Vorrei lasciare un messaggio per la signorina Baldwin» disse.
«Che stanza, signore?»
«Cinque-otto-due-zero.»
L’impiegato controllo il quadro. «Spiacente, signore. La camera e libera dalle prime ore di oggi.»
Harris tamburello nervosamente con le dita sul piano della scrivania, pensando con tristezza che cominciava a trovare naturali perfino i gesti che nei Terrestri tradivano irritazione e impazienza. «Ha lasciato per caso il suo nuovo indirizzo?»
Un’altra occhiata al quadro.
«No, signore. Mi spiace.»
Harris sospiro. «Va bene. Grazie, comunque.»
Se ne ando. Penso che era logico che lei avesse troncato ogni legame a quel modo. Era rimasta in albergo quel tanto che bastava per entrare in contatto con lui. A missione compiuta, era sparita senza lasciare tracce.
Penso con rammarico che, dopo tutto, gli sarebbe piaciuto poter fare quell’esperimento biologico con lei. Un pensiero perverso, perche Beth — sotto l’involucro di carne — era un’abitante di Medlin. Ma per quanto lei fosse medlinese, il corpo di lui, di Harris, adesso era sintonizzato sulla Terra e l’intero sistema ghiandolare aveva subito modifiche e adattamenti. Per questo sarebbe stata un’esperienza interessante.
Be’, non era piu il caso di pensarci. Tanto meglio, comunque. Unirsi a un nemico era sempre un delitto contro lo Spirito, a prescindere dal tipo di corpo di cui si era rivestiti.
Lascio l’albergo, demoralizzato, con un gran bisogno di aria fresca e di movimento. Su Darruu era abituato a farsi una lunga nuotata ogni mattina: estate o inverno, nebbia rossa o nebbia rosa. Li, in quella mostruosa giungla d’asfalto e di cemento, non poteva permettersi un esercizio del genere; i suoi muscoli si andavano atrofizzando e dolevano per l’inattivita.
Cosi si mise a camminare.
Percorse strade strette, vecchie di duemila anni, vicoli tortuosi che scendevano al fiume puzzolente e inquinato che scorreva nel cuore della gigantesca metropoli. Sosto sulla riva del corso d’acqua, guardando la corrente pigra e fangosa correre verso il mare. Il cielo pullulava di elitassi, non di uccelli. La frenesia del lavoro contagiava ogni cosa.
Penso che la Terra fosse un mondo ricco. Un mondo di negozianti, di mercanti, di finanzieri e di ladri. Non esistevano valori morali, li: neppure il senso della disciplina militare. La Terra era un curioso miscuglio di individui spietati oppure deboli, e Harris ormai disperava di riuscire a comprendere questo tipo di civilta.
Il puzzo del fiume lo opprimeva. Si allontano, premendosi il fazzoletto contro il naso e torno verso il centro. Un numero esorbitante di autorobot gli giostravano intorno, da ogni parte. Era sconvolto dall’onnipresenza della folla, una folla indaffarata, che infestava tutti i luoghi. Nove miliardi di individui sopra un solo mondo, e piccolo per giunta… Roba da vertigini. Eppure sapeva che c’erano ancora vaste zone della Terra dove non viveva nessuno, distese incolte e foreste intricate che non erano state ancora bonificate, anche se i villaggi dei coloni cominciavano ormai a rosicchiarne i contorni.