«Si fidano di voi» disse Carver. «Siete uno dei loro agenti, ora. Almeno cosi credono.»

«Si.»

«Tornerete da loro e gli direte che vi siete sbarazzato di me, come vi avevano ordinato, e che siete in attesa di un nuovo compito. Solo che porterete un dispositivo subsonico con voi. Ve lo inseriremo ora. Una volta entrato nella loro sede, azionerete il dispositivo e li tramortirete.»

«E io?»

«Voi sarete completamente schermato.»

«Capisco» disse Harris. «Allora dovrei… ammazzarli mentre sono privi di sensi?»

«Proprio cosi» dichiaro Carver.

Reynolds, il tipo grasso, disse lentamente: «Mi sembra di vedere una sfumatura di riluttanza nell’espressione del maggiore. O sbaglio?»

Harris lotto per dare ai suoi lineamenti ribelli una espressione seria e patriottica, come si conveniva.

«Forse il maggiore conserva ancora qualche legame sentimentale residuo nei confronti di uno dei Medlinesi?» insinuo McDermott.

Harris lo fulmino con un’occhiata furibonda. Era proprio cosi trasparente? Riuscivano tutti a leggergli nel pensiero?

«Qualcosa vi turba, maggiore?» chiese Carver.

«No.»

«Siete disposto a portare a termine la missione che vi e stata assegnata?»

«Sono un Servo dello Spirito» disse Harris, rigido.

Carver annui. «Proprio cosi. Non avremmo mai dovuto permetterci di dubitare delle vostre intenzioni, neanche indirettamente.» Harris penso che c’era una buona dose d’ironia nella sua voce. «Non si puo essere pietosi con i Medlinesi, Harris, sapete» continuo Carver. «E un assioma, direi. Sarebbe come essere pietosi con i vampiri o i serpenti.»

Harris si senti tremare le gambe. Cinque paia di occhi darruuesi erano fissi minacciosamente su di lui.

Che cosa stanno pensando? Sospettano qualcosa? Forse credono davvero che mi sia venduto a Medlin?

«Aspetteremo fuori del quartier generale nemico fino a che il vostro segnale non ci avvisera che avete terminato il vostro compito» disse McDermott. «Se vi occorre aiuto, fatecelo sapere.»

«Che ve ne sembra del piano?» chiese Carver.

Harris si passo la lingua sulle labbra e cerco di prendere un’aria piu marziale. Quell’improvviso accesso di vigliaccheria lo turbava e sgomentava. Mai aveva reagito cosi prima di allora, neppure in situazioni assai piu gravi. «Mi sembra che dovrebbe funzionare» disse, con un filo di voce. «Mi sembra buono.»

«Benissimo» replico Carver, secco. «Sono lieto che lo abbiate approvato. Reynolds, inserite il dispositivo subsonico.»

Impassibile, Harris guardo l’uomo calvo prendere una pallottolina di metallo non piu grande di un fagiolo, da cui sporgevano tre filamenti di tantalio. Il suo corpo, ormai, era un ammasso di congegni inseriti chirurgicamente, e lui era stoicamente pronto a ospitarne uno di piu.

«I pantaloni, maggiore…»

Harris se li sfilo. Reynolds estrasse un bisturi da un astuccio che si era levato di tasca e, inginocchiatosi accanto alla coscia sinistra del collega, sollevo il brandello di carne senza nervi che serviva da sportello per accedere alla rete di dispositivi sottostante.

Guardando in giu con curiosita, Harris sbircio negli oscuri recessi della sua gamba e vide gli avvolgimenti e i fili che ci stavano dentro. Reynolds inseri due dita e svolse un rotolino di filo di ferro.

Lui sbatte le palpebre e si controllo con uno sforzo immane, mentre un’ondata dolorosa e bruciante lo faceva barcollare.

«Scusate, maggiore» disse Reynolds, con disinvoltura, sistemando i fili. «Ho colpito i centri corticali questa volta, eh? Non succedera piu.»

Harris non rispose. Il dolore diminuiva lentamente, lasciando tutto uno strascico di indolenzimenti, ma lui non volle lamentarsi. Non doveva. Continuo a guardare, mentre l’altro con dita svelte e sicure assicurava la pallina ai fili gia sistemati nella gamba, chiudendo poi la ferita col mastice. Harris si rivesti. Sentiva solo un lieve prurito nel punto in cui era stata compiuta l’operazione.

«Lo attiverete premendo contro la giunzione neurale del fianco sinistro» disse Carver. «Il dispositivo e autoschermante per un raggio di un metro tutto intorno a voi, percio assicuratevi che nessuna delle vostre vittime sia troppo vicina. Per esempio… non funzionerebbe durante un abbraccio.»

Harris incasso l’allusione, impassibile.

«Come potrete constatare, emette onde subsoniche piuttosto potenti» continuo Carver. «Chiunque si trovi entro un raggio di dodici metri, sara messo in condizioni di non nuocere.»

«E mortale?»

«Per gli organismi complessi, no. Pero ucciderebbe qualsiasi essere inferiore a un primate.»

«E se i Medlinesi fossero schermati contro le onde subsoniche?»

Carver rise, con sicurezza. «Questo e un trasmettitore a ciclo variabile, maggiore. Se quelli possiedono qualcosa in grado di schermarli da un’onda cosi irregolare, possiamo tornarcene tutti a casa, e subito.»

«Hanno dimostrato di avere altre abilita sorprendenti» osservo Harris.

«Sono propenso a credere che non siano in grado di difendersi da questo dispositivo» dichiaro Reynolds. «Occorrerebbe una tecnologia ad altissimo livello, un livello addirittura impensabile, per mettere a punto un sistema di difesa qualsiasi contro un dispositivo subsonico. La semplicita stessa del congegno rende impossibile neutralizzarne l’azione. Volete una dimostrazione pratica?»

«Meglio di si» disse Carver.

Reynolds fece un gesto, e Tompkins e Patterson scomparvero in una delle stanze, tornando poi con tre gabbie piene di piccoli mammiferi terrestri. Harris non era in grado di riconoscerli, ma alcuni sembravano notevolmente intelligenti.

«Noi andiamo in fondo al corridoio» disse Carver. «Vi faremo un segnale quando saremo fuori portata. Cosi vedrete come funziona.»

Lui annui, con durezza. I cinque lasciarono la stanza. Harris fisso gli animaletti chiusi nelle gabbie e i loro occhietti tondi lo fissarono, quasi comprendessero che cosa stava per fare.

«Ora!» grido Carver da fuori.

Harris esito un attimo, poi la sua mano premette contro il fianco.

Lui non senti niente.

Ma gli animaletti cominciarono a contorcersi e a gemere, in un’improvvisa agonia.

I piu piccoli morirono senza avere il tempo di soffrire e piombarono sul fondo della gabbia. Le code vibrarono per un attimo, le zampette si tesero, rigide, gli artigli annasparono nell’aria un istante, poi tutto fu finito.

Ma quelli piu grossi lottarono contro la morte. Poi anche loro cedettero, cadendo con un tonfo sordo e acciambellandosi grottescamente come se volessero dormire.

Harris stacco la mano dal fianco. Si avvicino alle gabbie, ne apri una, introdusse le dita. Sfioro i cadaverini pelosi e senti solo rigidita e morte. Gli occhi che un attimo prima erano grandi e lucenti, ora avevano una fissita innaturale e lo guardavano immobili, quasi accusandolo.

«Be’?» grido Carver.

«Ha funzionato» disse lui. «Potete tornare. E tutto finito.»

I cinque Darruuesi rientrarono nella stanza. Reynolds tolse gli animali dalle gabbie e li esamino.

«Morti» disse. «Tutti.»

«Ma non uccide gli esseri umani?» chiese Harris.

«Li tramortisce soltanto» rispose Reynolds. «Anche da vicino. Impossibile costruire un subsonico in grado di uccidere esseri umani risparmiando il portatore.»

«E loro non possono difendersi?»

«No» disse Carver. «L’unica difesa possibile sarebbe uno schermo a cicli irregolari come il vostro, attivato nello stesso momento in cui il vostro entra in azione. Ma l’irregolarita dei cicli e del tutto irrazionale e irripetibile. Assolutamente. Quindi ogni difesa e semplicemente impossibile, Harris. Garantisco io!»

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