inutile tutto il loro periodo di fertilita senza riuscire a ottenere la licenza di procreare a causa di un aumento della longevita.

Comunque, questo non riguardava Aar Khiilom. In quanto Servo dello Spirito, non aveva il diritto di riprodursi. Era un sacrificio liberamente scelto.

Non aveva obiezioni particolari su questo sistema demografico. Secondo lui era buono. Dava stabilita al pianeta, incoraggiava l’emigrazione verso i mondi-colonia ed evitava che gli agglomerati urbani crescessero alla rinfusa come quello che vedeva ora sotto di se. Provava un senso di ripugnanza, guardando dagli oblo dell’elitassi la citta sottostante; la citta sconfinata; la citta di venti, trenta e forse anche cinquanta milioni di abitanti; la citta che si protendeva in lunghe file grigie fino all’orizzonte.

Trovava inconcepibile che una metropoli fosse cosi grande, e che si potesse volare per cinquanta minuti in elitassi senza uscirne. E non l’aveva neppure percorsa da un’estremita all’altra. No. Era semplicemente andato da una propaggine a sud-est, a un punto vicino al cuore della citta stessa… e ci aveva impiegato quasi un’ora, percorrendo quindi centinaia di chilometri.

Ora stavano scendendo.

L’elitassi sorvolava in cerchi sempre piu stretti la rampa di atterraggio dello Spaceways Hotel. Harris pago il pilota, entro immediatamente nell’albergo e sali in camera sua.

Aziono il comunicatore a breve raggio e attese fino a quando la voce metallica dell’altoparlante disse in codice: «Qui Carver.»

«Parla Harris.»

«Siete fuggito?»

«Be’, non proprio. Mi hanno liberato spontaneamente.»

«Come avete fatto?»

«E una storia lunga. Siete riuscito a localizzare l’edificio dove mi tenevano rinchiuso?»

«Si. Perche vi hanno lasciato andare?» insiste Carver.

Harris rise. «In seguito alle loro insistenze, ho promesso di diventare agente segreto di Medlin. La mia prima missione» continuo in tono ameno, «e di assassinarvi.»

La risata che usci dall’altoparlante non era del tutto allegra. «E una barzelletta?» chiese Carver.

«E la verita.»

«Avete acconsentito ad assassinarmi?»

«Prima voi, poi gli altri.»

Carver fece una pausa. «E va bene, Harris» disse poi. «Riferitemi dettagliatamente quello che vi e successo dopo che ci siamo incontrati al club stanotte.»

«Sono tornato all’albergo. Sono andato nella camera di Beth Baldwin con l’intenzione di farla fuori, ma lei era pronta e mi aspettava. E venuta ad aprirmi con un annientatore in pugno.»

«Cosa?»

«Gli agenti di Medlin sanno tutto, Carver. Proprio tutto. Sono sempre avanti a noi in ogni cosa. Ho strappato l’arma alla ragazza, ma lei aveva una stordi-pistola e mi ha tramortito. Ha detto che mi aveva seguito fin dall’inizio, che sapeva la ragione per cui mi trovavo li da lei e che era al corrente di ogni particolare della missione darruuese sulla Terra. Ci dev’essere stata una fuga di notizie, Carver.»

«Impossibile.»

«Davvero? Sentite: sanno in quanti siamo. Beth mi ha detto chiaro e tondo che ci sono solamente dieci agenti di Darruu sulla Terra.»

«Ha tirato a indovinare.»

«Puo darsi. Pero sapeva il mio nome. Sapeva il mio nome, Carver! Mi ha chiamato Aar Khiilom! Anche in questo ha tirato a indovinare?»

L’altro rimase in silenzio.

«Carver? Non vi sento piu.»

«Questo non puo proprio averlo indovinato» disse lui, perplesso. «Non esistono documenti che possano avervi tradito.»

«Ve l’ho gia detto. Sanno tutto. Sanno anche dell’interruzione del circuito della memoria.»

«Impossibile. E assolutamente impossibile che possano sapere una cosa simile.»

Harris cominciava a seccarsi. Cerco di dominarsi e chiese col tono piu calmo che gli riusci di ottenere: «Avete deciso di non credermi?»

«Vi credo, ma non capisco.»

«E pensate che io ci capisca qualcosa, invece?»

«Va bene. Che altro e accaduto stanotte?»

«Dopo avermi stordito, mi ha portato al quartier generale di Medlin. E un edificio sotterraneo, all’altra estremita della citta. Quando mi sono riavuto, mi ha presentato altri due collaboratori. Un medlinese travestito di nome Coburn e un terrestre di dimensioni gigantesche che dice di chiamarsi David Wrynn.»

«Coburn e sul nostro elenco» confermo Carver. «E dei servizi segreti di Medlin. Invece non so niente di quel Wrynn. Probabilmente e davvero un terrestre.»

«Poi la ragazza ha cominciato a raccontarmi la storia fantastica di una specie di Super-Terrestri che loro vogliono aiutare a crescere.» Harris riferi in breve quello che gli aveva detto Beth sulla sedicente specie di mutanti. «Mi hanno chiesto di aiutarli in questa nobile causa.»

«E avete accettato?»

«Ma certo! Solo cosi mi hanno lasciato andare e mi hanno affidato la prima missione.»

«Che sarebbe?»

«Eliminare tutti gli agenti di Darruu esistenti sulla Terra, voi per primo.»

«Gli altri sono ben sparpagliati» disse Carver.

«Non ne dubito. Ma a quanto pare i Medlinesi sanno perfettamente dove si trovano. Conoscono ogni fase dell’operazione, da cima a fondo. Meglio appurare da dove sono uscite tutte queste informazioni segrete, Carver. Uno dei vostri uomini ci ha tradito.»

Carver rimase in silenzio per un poco. «C’e una cosa sola da fare ora» disse poi. «Accelerare l’attuazione del programma e colpire subito. La sorpresa puo forse compensare la posizione di svantaggio in cui siamo venuti a trovarci. Assalteremo il quartier generale medlinese e uccideremo tutti quelli che potremo. Credete che si fidino davvero di voi?»

«Difficile dirlo. Sono propenso a credere che non si fidino per niente e che mi stiano usando come esca in una trappola molto complicata.»

«E probabile. Be’, abboccheremo all’esca. Solo che non potranno manipolarci a loro piacere, una volta che ci avranno preso.»

«Non sottovalutateli, Carver.»

«No. Ma non dobbiamo neanche sottovalutare la nostra forza. Non sottovalutate voi stesso, Harris. Ricordate che siamo Servi dello Spirito. Non conta niente, questo? Che cosa sono in fin dei conti un centinaio di Medlinesi se paragonati a noi?»

Harris chiuse gli occhi. Il suo corpo moriva di fame, e in quel momento — dopo avere constatato da vicino quali fossero le facolta dei Medlinesi — non si sentiva cosi imbevuto del sacro fervore religioso che animava Carver.

«Si» disse senza molta convinzione. «Si. Non dobbiamo dimenticarlo.»

Carver tronco il collegamento. Lui ripose di nuovo l’attrezzatura e la guardo scivolare e sparire nel nascondiglio.

La seconda operazione in programma sulla sua agenda era una lunga permanenza sotto la doccia molecolare. L’attrito calmante delle particelle molecolari danzanti non solo asporto il sudiciume della notte passata in prigionia, ma libero anche il suo corpo dai veleni della fatica, lasciandolo piu pronto ad affrontare i nuovi tranelli dei Medlinesi.

Poi venne la prima colazione. Indosso un uniforme fresca di bucato e scese da basso, al ristorante dell’albergo, dove fece un pasto di stile terrestre, a base di succo di frutta, panini caldi, pancetta affumicata e caffe. Nonostante l’appetito, il cibo gli sembro completamente insipido. Gli acidi corrosivi della paura inibivano il suo apparato digerente.

Torno in camera, si chiuse dentro e si getto, stanco, sul letto. Era sfinito e profondamente turbato.

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