«Stai comodo» disse lei, avvicinandosi. «Voglio parlarti.»

Fenner si rimise a sedere. «Come ti chiami, bella?» fece per guadagnare tempo.

«Robbins» rispose. «Da queste parti mi chiamano Ricciolina.»

«Bel nome, Ricciolina» disse Fenner. «Che cos'hai?»

Lei si sedette sulla poltrona di Usignolo. «Ascolta il mio consiglio» sussurro «e torna a casa. La merce d'importazione non dura mai molto in questa citta.»

Fenner inarco le sopracciglia. «Chi ti ha detto che ci voglia restare?»

«Non c'e bisogno che me lo dicessero. Sei sceso per dare fuoco alla citta, vero? Ebbene, non ci riuscirai. I capi, da queste parti, non amano la concorrenza. Diventerai carne da macello in pochi giorni, se resti nei paraggi.»

Fenner era veramente commosso. «Tu sei una ragazzina perbene» disse «ma temo che non serva a niente. Sono venuto qua per guadagnarmi da vivere, e ci restero.»

Lei sospiro. «Lo sapevo che l'avresti presa cosi» rispose, alzandosi. «Se tu sapessi quello che ti aspetta, prenderesti il primo treno. Comunque, stai attento. Io non mi fido di nessuno di loro. Non ti fidare di Usignolo. Sembra uno stupido, ma non lo e affatto. E un killer, percio stai attento.»

Fenner si alzo dalla poltrona. «D'accordo, piccola» disse. «Staro attento.

Adesso e meglio che te la squagli, prima che lui ti trovi qui.» L'accompagno alla porta.

«Ti dico queste cose» lei replico «perche sei un bel fusto. Detesto vedere un ragazzone come te in cerca di guai.»

Fenner ghigno e le diede un buffetto. «Non spremerti il cervellino per me.»

La ragazza si appoggio a lui, alzando il viso; cosi, siccome era molto bella, lui la bacio. Lei gli butto le braccia al collo e lo strinse a se. Rimasero cosi per parecchi minuti, poi Fenner la scosto, gentilmente.

La Robbins lo guardo immobile, col fiato grosso. «Temo di essere pazza» disse, mentre un'improvvisa ondata di rossore le saliva al viso.

Fenner si passo un dito nel collo della camicia. «Devo aver perso la testa anch'io» disse. «Scappa, piccola, prima che si passi alle vie di fatto. Fila!»

Lei sgattaiolo fuori e chiuse la porta. Fenner si tolse di tasca il fazzoletto e si asciugo, pensosamente. «Credo che mi piacera questo lavoro» disse a voce alta. «Si, puo presentare degli sviluppi molto gradevoli.» E torno a sedersi accanto alla finestra aperta.

Usignolo gli fece strada attraverso l'affollato ingresso del Flager Hotel.

«Questo ragazzo ci sa stare bene, al mondo» constato Fenner.

Usignolo si fermo davanti alle porte dell'ascensore e schiaccio il bottone.

«Certo» rispose «non te l'avevo detto? E con Pio che ti devi mettere.»

Fenner studio l'elaborata grata del cancello dell'ascensore. «Me l'hai detto» ribatte.

La cabina si fermo e loro entrarono. Usignolo schiaccio il bottone del quinto piano, e l'ascensore riparti.

«Per adesso parlo io» disse Usignolo, mentre l'ascensore si fermava al piano. «Forse non otterrai niente, ma val la pena di tentare.»

Fenner grugni e segui l'ometto per il corridoio. Questi si fermo davanti al numero 47 e busso tre volte forte e due piano.

«Anche i segnali segreti» commento Fenner con ammirazione.

La porta si apri e un cubano basso, vestito di nero, li squadro da capo a piedi. Fenner mosse le labbra come per fischiare, ma non ne usci alcun suono. Usignolo disse con la sua voce morbida: «E con me.»

Il cubano li fece entrare. Mentre richiudeva la porta, Fenner vide che teneva la rivoltella sotto la giacca. Si trovavano in una grande anticamera, e avevano di fronte tre porte.

«Non ci sono ancora i ragazzi?» chiese Usignolo.

Il cubano annui. Si sedette su una poltrona accanto alla porta d'ingresso e prese in mano un giornale. Per quel che lo riguardava, loro non esistevano.

Usignolo entro nella stanza di mezzo. C'erano quattro uomini che oziavano, nella stanza. Tutti in camicia a maniche corte e sigaretta accesa. Due leggevano il giornale, uno ascoltava la radio e il quarto puliva una pistola.

Tutti diedero un'occhiata a Usignolo, e poi fissarono gli sguardi vuoti su Fenner.

L'uomo con la rivoltella si alzo lentamente. «Chi e?» domando. Aveva uno strano modo di parlare, coi denti chiusi. Indossava un abito bianco con camicia nera e cravatta bianca. I capelli ispidi e neri erano tagliati a zero e gli occhi verdastri erano freddi e sospettosi.

«Questo e Ross» annuncio Usignolo. «Viene da New York. Crotti lo conosce. E in gamba.» Poi si volse a Fenner. «Ti presento Reiger.»

Fenner rivolse a Reiger un sorriso gelido. Non gli piaceva la sua faccia.

Reiger rispose con un cenno. «Piacere» disse. «Vi fermate molto?»

Fenner agito la mano. «Questi altri ragazzi sono amici vostri, o fanno da tappezzeria?»

Reiger spalanco gli occhi. «Ho detto, vi fermate molto?» ripete.

Fenner lo guardo. «Vi ho sentito. Non sono affari vostri, no?»

Usignolo mise una mano sul polso di Fenner. Non disse niente, ma era un gesto di ammonimento. Reiger cerco di sostenere lo sguardo di Fenner, non ci riusci e scrollo le spalle. Disse: «Kene, il pugile, vicino alla radio.

Borg, a destra. Miller, a sinistra.»

Gli altri tre fecero un cenno a Fenner. Nessuno di loro parve simpatizzare con lui.

Fenner si sentiva come a casa sua. «Lieto di conoscervi» disse. «Non vi chiedo se avete del whisky, ragazzi. Forse non ne tenete di quella robaccia.»

Reiger si volse a Usignolo. «Che storia e questa?» gli ringhio contro.

«Chi e questo bel damerino da far la voce grossa?»

Miller, un tipo grasso, untuoso, con la testa prematuramente calva, disse:

«Deve averlo trovato nella spazzatura.»

Fenner gli fu addosso in un secondo e lo schiaffeggio due volte, sulla bocca. Tra le mani di Usignolo comparve una rivoltella e lui disse: «State fermi, state fermi, per favore.»

Fenner si sorprese quando vide che i ragazzi davano retta a Usignolo.

Anzi, si erano tutti raggelati. Persino Reiger era impallidito.

«Allontanati da lui» ordino Usignolo a Fenner. La sua voce era minacciosa quel tanto da far rabbrividire anche Fenner. Ricciolina aveva ragione.

Quell'uomo era un killer. Fenner si scosto da Miller e si mise le mani in tasca.

Usignolo riprese: «Non lo tollero. Quando porto qui un amico, voglio che sia trattato bene. Altrimenti, dovro pigliare le misure a qualcuno di voi, bastardi, per una cassa da morto.»

Fenner scoppio a ridere. «Ma e poco gentile» esclamo. «Oppure voi fate servizio completo, li ammazzate e poi li seppellite?»

Usignolo ripose la pistola, e gli altri tirarono il fiato. Reiger disse, con un sorriso forzato: «Che scherzi fa questo caldo!» Si accosto a un armadio e si verso da bere.

Fenner si sedette vicino a Reiger. Costui doveva essere il piu duro della compagnia, decise, ed era bene lavorarselo subito. Replico, tranquillo:

«Questo caldo mi fa persino odiare me stesso.»

Reiger lo guardo con aria sospetta. «Lascia perdere» rispose. «Ora che sei qui, fa' come se fossi a casa tua.»

Fenner appoggio il naso sull'orlo del bicchiere. «C'e Carlos?» chiese.

Gli occhi di Reiger si allargarono. «Carlos non ha tempo per ricevere visite» rispose. «Gli diro che sei stato qui.»

Fenner vuoto il bicchiere e si alzo. Usignolo fece per alzarsi, ma Fenner lo fermo con un gesto. In piedi, guardo gli uomini uno ad uno, a turno.

«Bene, sono contento di essere venuto qui» disse. «Credevo di trovare della gente sveglia, ma mi sbagliavo. Voi ragazzi non mi servite. Credete di avere in mano questa citta, ma siete grassi e pigri. Credete di essere dei pezzi grossi, ma e qui che vi sbagliate. Andro a far una visita a Noolen.

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