Fenner si accuccio. Sparo due raffiche, stando bene attento che le pallottole volassero sopra il battello. Quasi immediatamente, Reiger fece fuoco con il suo mitra. Persino da dove si trovava, Fenner vide una grandine di schegge volare in aria.

Fenner mise la testa al riparo quando quelli cominciarono a rispondere al fuoco. Vide le lunghe fiammate gialle e i colpi dei proiettili che colpivano il fianco del battello. Le guardie costiere tenevano un fuoco continuo e cosi pesante che per Reiger e Fenner fu assolutamente impossibile mettersi allo scoperto per tentare di rispondere.

Miller, che osservava tutta la scena protetto dalla cabina, strillo: «Fate qualcosa. Fra pochi secondi ci saranno addosso.»

Reiger sbircio dal nascondiglio, vide il battello della polizia a poco piu di un metro e si ritrasse, mentre una nuova mitragliata scheggiava il legno.

Fenner volto il capo. Reiger, completamente disteso per terra, gli grido:

«Attenzione alla testa!» e, sollevandosi sulle braccia, butto qualcosa di rotondo, simile a una palla, sul battello accanto. Ci fu un lampo accecante, una violenta esplosione e immediatamente la poppa del battello della polizia comincio a colare a picco.

«Dagli col motore» urlo Reiger a Miller, e si alzo a sedere per vedere l'altro battello ormai in preda alle fiamme. Arranco carponi verso Fenner.

«Che trovata! Questa e la prima volta che ce ne serviamo. Carlos e grande con le sue idee. Se non avessimo avuto quella bombetta a bordo, a quest'ora i cinesi sarebbero pasto per i pesci, e noi avremmo fatto un viaggio a vuoto.»

Fenner grugni. Non gli riusciva di staccare gli occhi dal battello in fiamme, che diventava una macchia luminosa sempre piu piccola nell'oscurita. Si rialzo lentamente in piedi. Reiger era gia nella cabina di comando, e segnava a dito una luce verde che brillava lontana. Miller devio leggermente il timone.

«Ecco l'uomo che deve ritirare il nostro carico» grido Reiger a Fenner.

«Per questa volta, ce l'abbiamo fatta.»

Fenner guardo immobile la luce verde che si avvicinava. Ormai capiva che era tempo di passare all'azione. Aveva giocato con Carlos fin troppo a lungo.

Erano appena passate le due di notte, quando Fenner rientro all'Haworth.

Ancora prima di accendere la luce nella stanza, capi che c'era qualcuno dentro. Non sentiva niente, ma sapeva di non essere solo. Fece un passo avanti, sentendosi maledettamente esposto sulla soglia, nella fioca luce del corridoio. C'era qualcosa nell'aria, un profumo. Infilo la mano sotto la giacca e afferro la pistola, poi cerco a tastoni l'interruttore e accese la luce.

Degli abiti da donna, buttati per terra, accanto al letto, attirarono la sua attenzione. Un vestito nero, una manciata di pizzi e di crespo di Cina, un paio di scarpe. Era Glorie Leadler, seduta sul letto. Le braccia bianche e scoperte stringevano saldamente il lenzuolo attorno al corpo. Quando vide chi era entrato, si lascio ricadere sul cuscino, tenendo fuori le braccia.

Fenner ripose la pistola. Riusciva a pensare soltanto che era molto stanco. Glorie gli sorrise, sonnacchiosa.

Fenner si accosto alla lampada da tavolino, l'accese e spense quella del soffitto. La luce era piu smorzata, ma illuminava bene il pavimento. Vide due macchie rosse sul tappeto, che prima non c'erano. Le guardo e poi guardo le scarpe di Glorie. Si avvicino un po' di piu. C'erano macchie rosse sulle scarpe, come se Glorie avesse camminato sopra qualcosa. Se non prendeva in mano le scarpe, non poteva esserne sicuro. Era chiaro che erano macchie di sangue, ma preferiva non far sapere alla ragazza di averle gia viste.

«Che ci sei venuta a fare, qui?» le chiese.

«Sei stato tu. Mi hai detto che stavi all'Haworth. Mi hai detto che volevi parlare con me. Sono venuta qui e ti ho aspettato. Quando mi sono stancata di aspettare, mi sono messa a letto. Credevo che non saresti piu tornato, stanotte.»

«Quando sei arrivata?»

«Cosa vuol dire, quando?» I suoi begli occhi si fecero gelidi.

«A che ora?»

«Alle nove. Ti ho aspettato fino alle undici e poi mi sono messa a letto perche ero stanca.»

«Nessuno ti ha visto entrare?»

Lei scosse il capo. A Fenner parve di vederla impallidire. Si mosse inquieta nel letto. Fenner vedeva la lunga linea delle sue gambe sotto le lenzuola. La ragazza aveva perso gran parte della sua spavalderia.

«Mi sembri uno di quei brutti poliziotti che fanno tante brutte domande» disse.

Fenner sorrise cattivo. «Questa e soltanto una prova, piccola» fece.

«Non credo che tu abbia un alibi di ferro, o mi sbaglio?»

Glorie balzo a sedere sul letto. «Cosa… cosa dici?»

«Copriti. Sei troppo grande per questo genere di cose, ora.»

La ragazza si copri col lenzuolo, ma non si sdraio. «Cosa vuoi dire, un alibi?»

Lui si chino e afferro una scarpa. L'esamino attentamente. La suola era sporca di sangue rappreso. Le butto la scarpa in grembo. Lei getto un gridolino soffocato e la ributto lontano da se. Poi si sdraio, si copri il viso con le mani e scoppio a piangere.

Fenner ando all'armadio, prese la bottiglia di Scotch e si concesse una sorsata.

Accese una sigaretta, si tolse il cappello e la giacca. Faceva caldo e c'era aria di chiuso nella stanza. Eppure c'era la finestra aperta; vi si avvicino e guardo la strada deserta.

«Su, dimmi tutto» disse.

«Non ne so niente, niente» rispose lei.

Fenner torno verso il letto e si sedette. «In questo caso, prima esci da questa stanza, e meglio e. Non ho intenzione di essere coinvolto in un omicidio.»

«L'ho trovato steso per terra. Gli avevano sparato addosso» disse lei, piangendo convulsamente.

Fenner si passo le dita tra i capelli. «Chi?» chiese con gentilezza.

«Harry… Thayler, l'uomo che era con me.»

Fenner riflette per un momento. «Dov'e?» chiese infine.

Glorie stacco le mani dal viso. Fenner rimase allibito. La ragazza non stava piangendo, soltanto fingeva.

«Sulla sua barca.»

«Quando l'hai trovato?»

«Poco prima di venire qui.»

Fenner si stropiccio gli occhi. Si alzo, si rimise la giacca e il cappello.

«Aspettami qui» decise. «Vado a dargli un'occhiata.»

«Vengo anch'io.»

Fenner scosse il capo. «Tu stai lontana da quel posto. Rimani qui. Quando ritorno, voglio parlare con te.»

Poi usci dalla stanza e ando al porto.

Individuo la 'Nancy W' e sali a bordo. Scese nella cabina centrale. C'era buio e non gli riusciva di trovare l'interruttore. Si servi della torcia, ma non trovava Thayler. Perlustro tutto il battello, ma non trovo niente; accese la luce nella cabina con le cuccette, dopo aver chiuso l'oblo. Dai vestiti sparsi in giro, penso che Thayler doveva dormire li.

Passo in rivista i cassetti attentamente.

L'unica cosa che trovo di veramente sorprendente per lui, era un'istantanea di Ricciolina Robbins, presa parecchi anni addietro, da quello che poteva giudicare. Prese la fotografia e se l'infilo nel portafoglio. Poi chiuse il cassetto e spense la luce.

Ritorno nella cabina principale e ispeziono il tappeto. Solo guardandolo molto da vicino si accorse che in un punto era stato lavato molto di recente. Si rialzo, grattandosi la testa. Adesso era sicuro che Thayler non si trovava a bordo.

Era davvero morto, Thayler? Poteva fidarsi di quanto aveva detto Glorie? Se era stato ucciso, chi si era disfatto del cadavere, e aveva lavato il tappeto? Era stata Gloria ad ucciderlo? L'ultima volta che li aveva visti insieme, quei due, non erano in rapporti del tutto amichevoli.

Esasperato, esclamo: «Al diavolo!» e usci dalla cabina. Mentre metteva piede sul molo, intravvide una grossa

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