berlina a luci spente, accostata sull'altro lato del porto. Gli basto un'occhiata e si butto subito a terra. In quello stesso istante, dalla macchina parti un colpo soffocato, qualcuno gli stava sparando addosso. Estrasse la rivoltella e rimase disteso. Senti che avviavano il motore, e poi lo stridio dei freni sulla strada ghiaiosa. Infine la macchina scomparve dietro l'angolo.
Fenner si alzo e si spolvero l'abito.
Le cose si complicavano.
Ritorno all'albergo, camminando nell'ombra e prendendo solo delle strade laterali.
Glorie stava esattamente dove l'aveva lasciata. Lo guardo con un viso tormentato, e cerco di sorridere ma le riusci solo una brutta smorfia.
Fenner prese una sedia e si sedette. «L'hai trovato nella cabina centrale?» chiese bruscamente.
«Si» rispose la ragazza.
«L'hanno portato via» continuo. «Non capisco perche l'abbiano fatto. Se volevano un capro espiatorio, tu andavi benissimo. O l'hai ucciso tu, e poi l'hai buttato in mare oppure, se non sei stata tu, l'assassino e tornato indietro per una ragione che non conosciamo e l'ha portato via. L'hai buttato tu in mare?»
Glorie mostro le sue lunghe braccia. «Credi che ci riuscirei? Era pesante.»
Fenner ripenso alla scala quasi perpendicolare che portava nella cabina e scosse il capo. «No» rispose «credo che tu abbia ragione.»
Riapparve un po' di colore sulle guance della ragazza, che non era piu cosi tesa.
«Se l'hanno nascosto, nessuno sapra che e morto, no?»
Fenner sbadiglio: «Si, e vero» rispose.
Lei si rannicchio nel letto, spingendo il cuscino contro la testata. «Ho le spalle al sicuro, non ti pare?» disse, con gli occhi che le brillavano, invitanti.
«Dov'e Marian, tua sorella?» le chiese Fenner a bruciapelo.
Lei sobbalzo lievemente, ma parve che avesse fatto un gran salto. Fenner le fu sopra e la costrinse a girarsi. Aveva gli occhi dilatati. «Dov'e tua sorella?» ripete.
«Cosa sai di lei? Come puoi saperlo?»
«Vi assomigliate come due gocce d'acqua» disse Fenner. «Non ho mai visto niente del genere.» Infilo la mano nella tasca e ne trasse la lettera che aveva trovato nella borsetta di Marian. «Leggi qua» disse.
Lei lesse con un'espressione vuota, poi scosse il capo. «Non capisco» fece. «Chi e Pio? Chi e Noolen?»
Fenner ando al tavolino, raccolse un foglio di carta e una matita e torno verso il letto. «Ricopia questa lettera per me» disse.
Mentre lei stava per alzarsi, lui la fermo. «Aspetta.» Dall'armadio tolse la giacca del suo pigiama e gliela butto. Poi ando in bagno e aspetto qualche secondo. Quando torno lei stava indossando la giacca e si stava arrotolando le maniche.
«Perche vuoi che la ricopi?» gli chiese.
«Fallo» aveva parlato con un tono molto secco.
Lei scribacchio sul foglio e glielo tese. Fenner confronto le due scritture.
Non avevano niente in comune. Butto il foglio sul tavolo e comincio a camminare avanti e indietro per la stanza, lentamente.
«Hai una sorella, vero?» chiese alla fine.
Lei esito, poi ammise: «Si, ma non ci vediamo da molto tempo.»
«Da quanto tempo? E perche?»
«Quattro o cinque anni, non mi ricordo bene. Marian e io non andiamo tanto d'accordo. Ha delle strambe idee su come io dovrei vivere. Non abbiamo litigato, ma lei aveva sempre quelle strane idee. Quando papa mori, ci siamo separate.»
«Tu menti. Non e vero che non vi siete viste per tutto quel tempo, perche e venuta da me tutta terrorizzata, dicendo che tu eri scomparsa.»
Due piccole macchie rosse brillavano sulle guance di Glorie. «Non sapevo che fosse venuta da te. Chi sei tu, comunque?»
«Poco importa chi sia io. Quando hai visto Marian l'ultima volta?»
Glorie s'incupi. «Ero a New York assieme ad Harry. Ci siamo incontrate per strada. E stato un paio di settimane fa. Io ero di passaggio. Marian voleva che andassi a trovarla nel suo albergo. Le ho detto di si, perche insisteva. C'era Harry con me. Era una situazione imbarazzante. Marian non ha mai sopportato Harry, cosi le ho fatto il bidone e sono tornata in Florida.»
Fenner si accosto e si sedette sul letto. «O mi stai raccontando un sacco di bugie, oppure c'e qualcosa che mi sfugge in tutto questo» disse.
Glorie giro il capo da una parte all'altra. «Non ti dico bugie» esclamo.
«Perche dovrei?»
«Stammi a sentire, hai parlato con tua sorella di dodici cinesi?»
«Dodici cinesi? E perche?»
«Smettila di chiedere perche» esclamo Fenner, furioso. «Mi confondi.»
Ora che aveva finalmente trovato la ragazza, non ne sapeva granche piu di prima. Penso, e poi chiese: «Perche Leadler, e non Daley?»
«Leadler e il mio nome da sposata» rispose Glorie. «Ho divorziato un anno fa.»
«Dov'e tuo marito?» grugni Fenner.
Lei scosse il capo. «Non lo so» rispose. «Perche?»
Fenner non rispose. Disse, invece: «Tua sorella e stata uccisa la settimana scorsa, in una casa di Brooklyn.»
Ci fu un lungo silenzio.
«Non ci credo» gli occhi di Glorie scrutavano il viso di Fenner, intensamente.
Fenner alzo le spalle. «Non sei obbligata a farlo» disse. «Comunque l'hanno veramente uccisa. Mi piaceva, quella ragazza. Era venuta da me in cerca di aiuto. Non mi piace che sia morta a quel modo e ho promesso a me stesso di farla pagare cara a quel porco che l'ha uccisa.»
Glorie lo afferro per la giacca. Tiro la giacca, scuotendolo. «Marian e morta?» disse. «Te ne stai li seduto e mi dici che e morta? Non hai pieta per me. Marian… Marian…»
Fenner la prese per il polso e strappo via la mano. «Piantala» esclamo.
«Non sai recitare. Non te ne importa niente di quello che e accaduto a Marian.»
Glorie lo guardo e poi ridacchio. Si mise una mano sulla bocca e gli occhi assunsero un'espressione spaventata.
«Non avrei dovuto farlo» disse. «Figurarsi, Marian che si fa ammazzare…» Rotolo sul letto e nascose la faccia nel cuscino. Comincio a ridere, scuotendosi tutta.
Fenner ebbe un'idea improvvisa. Mise una mano sulla testa della ragazza, schiacciandola contro il cuscino, mentre con l'altra mano strappava via il lenzuolo. Sempre tenendo ferma la ragazza, le alzo il pigiama fin sulle spalle e le guardo attentamente la schiena. Riabbasso il pigiama e la copri con il lenzuolo, poi fece un passo indietro.
Glorie si giro su se stessa, gli occhi scintillanti. «Perche… perche l'hai fatto?» grido.
«Lo sapevi che tua sorella aveva la schiena piena di lividi?» chiese Fenner.
«Tu sai tutto, eh?» Scoppio a piangere.
Quando Fenner vide le lacrime scivolare sul lenzuolo, si allontano, dirigendosi verso la finestra. Cominciava a sentirsi terribilmente stanco. Disse improvvisamente: «Parleremo meglio domani» e ando verso la porta. I singhiozzi della ragazza lo seguirono fin sulle scale. Penso: 'Finiro per impazzire se non succede qualcosa, presto' e ando dal portiere a chiedere un'altra camera.
La viva luce del sole filtrava dalle tapparelle abbassate e disegnava delle sbarre sul letto di Fenner.
L'investigatore si mosse inquieto mentre un orologio dal pianterreno batteva le dieci. All'ottavo colpo, apri gli occhi e grugni. Si sentiva ancora stanco, gli doleva la testa. Vagamente conscio della luce del sole, richiuse gli occhi. Poi, mentre lottava contro il sonno, si rese conto di un peso ai piedi del letto e del profumo nell'aria. Mentre lui grugniva, Glorie ridacchio. La guardo con gli occhi socchiusi e i suoi sensi semisvegli gli dissero che quella ragazza era molto carina. Stava tutta rannicchiata, con la schiena appoggiata alla spalliera del letto, le lunghe