a notte inoltrata, se non fosse stato improvvisamente svegliato da un urlo.

CAPITOLO QUARTO

Si sveglio e scatto in piedi all'istante. Bellissima anche da sveglia, proprio come lo era quando era priva di sensi, la sua ospite era in piedi dall'altra parte della stanza. Nella mano destra impugnava un coltello, piccolo ma letale. Gli occhi erano spalancati per la paura.

Pip era sospesa davanti a lei, a non piu di due metri dal suo viso, in posizione di attacco. Scrap girava nervosamente in cerchio intorno a sua madre. I continui movimenti del giovane minidrago preoccupavano la ragazza piu di quanto non facesse l'immobile Pip.

Flinx registro quella scena in un secondo e si chiese cosa diavolo stesse succedendo. Il coltello non aveva alcun senso, e neppure la posa minacciosa di Pip, a meno che quel coltello non fosse stato diretto contro il suo padrone. Ma perche la ragazza avrebbe dovuto minacciarlo mentre dormiva?

A quel punto lei si accorse che si era seduto sul letto, ma continuo a tenere gli occhi fissi sul minidrago.

— Richiamali, maledizione, richiamali!

Flinx lo fece, lanciando un pensiero distratto. Pip sfreccio di nuovo sul letto.

Il respiro della donna si calmo e il braccio che teneva il coltello ricadde lungo il fianco. — Come ci sei riuscito?

— Tutti i minidraghi di Alaspin sono telepati emotivi. A volte stabiliscono un legame con una persona. Pip e mia… e l'adulto. Il nome del piccolo e Scrap.

— Carino — disse lei con voce tesa, — davvero carino. — Poi rabbrividi e chino la testa. — Non so come hai fatto a trovarmi. E adesso? Hai intenzione di picchiarmi di nuovo? Perche non ti decidi ad ammazzarmi e la facciamo finita? Ho risposto a tutte le vostre domande.

Flinx socchiuse gli occhi. — Io non ti ho picchiata e non ho nessuna intenzione di ucciderti. Se avessi avuto delle cattive intenzioni nei tuoi riguardi, pensi forse che ti avrei curata?

Lei sollevo il capo di scatto e lo studio per un lungo istante. — Non sei uno di loro? — chiese incerta.

— No, non lo sono, chiunque siano “loro”.

— Per gli dei. — Emise un lungo sospiro e a quel punto le sue gambe si fecero di gomma e dovette appoggiarsi alla parete per non cadere. Il coltello cadde senza far rumore sul pavimento di legno.

Flinx balzo giu dal letto, dirigendosi verso di lei, ma quando la vide irrigidirsi, si fermo. La ragazza non si fidava ancora di lui e, dopo tutto quello che aveva passato, non poteva darle torto.

— Non voglio farti del male. — Parlo lentamente, in tono dolce. — Voglio aiutarti, se posso.

Lo sguardo della ragazza si sposto da lui al serpente volante. Lentamente, si chino a raccogliere il coltello, lo mise sul vecchio cassettone li vicino e scoppio in una risata nervosa.

— Tutto questo non ha alcun senso, ma niente di quello che mi e successo nelle ultime settimane ne ha. E poi, se anche solo la meta di quello che ho sentito e vero, allora quel coltello e del tutto inutile contro un minidrago.

— Non la meta — la corresse Flinx, — e tutto vero. — Rimase fermo. — Perche non ti siedi? Sei rimasta svenuta per parecchi giorni.

La ragazza si mise una mano sulla fronte. — Pensavo di essere morta, la fuori. — Indico la finestra che si affacciava sulla citta. — Non ero mai stata cosi certa di qualcosa in vita mia. Adesso non sono piu sicura di niente. — Sbatte le palpebre e cerco di sorridergli. — Grazie. Credo che mi siedero.

C'era una sedia a sdraio fatta di liane lucidate. Sotto la superficie levigata, il legno splendeva di un arcobaleno di colori. Era l'unico mobile dai colori vivaci che ci fosse nella stanza. Flinx si sedette sul bordo del letto, mentre Pip si arrotolava attorno ad uno dei pomelli della testiera, simile ad una decorazione intagliata. Scrap ando a sistemarglisi in grembo e Flinx accarezzo la schiena del piccolo serpente volante con aria assente.

— Quanti anni hai? — gli chiese la donna sprofondando nella poltrona.

Perche gli chiedevano sempre quello? Non «grazie per avermi salvato» o «da dove vieni» o «che lavoro fai». Le diede la stessa risposta che usava da anni.

— Quanti ne bastano. Quanti ne bastano perche non fossi io quello che giaceva la nell'Ingre, pronto a diventare il pasto delle cimici e a morire disidratato. Come sei finita li?

— Sono fuggita. — Trasse un profondo respiro, come se l'aria fresca della stanza fosse un regalo inaspettatamente gradevole. — Scappata.

— Sicuramente non avevo pensato che ci fossi finita per tua scelta, perche non eri vestita nel modo giusto. Alaspin non perdona.

— Neppure le persone che mi avevano presa. Come hai detto che ti chiami?

— Non l'ho detto, ma il mio nome e Flinx.

— Solo Flinx? — Quando lui non rispose, la ragazza accenno a un leggero sorriso. Era bellissimo a vedersi. — Va bene, so che ci sono dei limiti alle domande che si possono fare in un posto come questo. — Stava cercando di mostrarsi forte e risoluta. Da un momento all'altro avrebbe potuto mettersi a insultarlo… o sarebbe potuta scoppiare in lacrime. Rimase seduto tranquillamente, accarezzando l'insidiosa creatura accoccolata nel suo grembo.

— Hai detto che sei scappata. Io avevo pensato che magari il tuo veicolo si fosse guastato. Da chi sei scappata? Immagino che si trattasse di quello che ti ha picchiato.

La mano della ragazza corse istintivamente alla ferita sulla spalla. — Si. Adesso non mi fa piu cosi male.

— Ti ho prestato le prime cure — le spiego Flinx. — Mi sono trovato in situazioni in cui ho dovuto prendermi cura di altri, oltre che di me stesso. Ma ho paura che le mie risorse fossero limitate quanto le mie cognizioni. Sei stata fortunata. Niente lesioni interne ne ossa rotte.

— Questa e buffa, perche io mi sentivo proprio come se dentro fosse tutto rotto.

— Chiunque ti abbia pestato, non voleva ucciderti. Che cosa volevano?

— Informazioni. Risposte a delle domande. Ho rivelato il meno possibile, ma qualcosa ho dovuto dirgli… cosi per un po' hanno smesso. — Abbasso la voce. — Ma non ho detto tutto quello che volevano sapere, cosi hanno ricominciato. Ho finto di perdere i sensi… non e stato difficile, avevo fatto un sacco di pratica. Poi sono scappata.

«Mi tenevano in qualche posto, la nella giungla. Era notte e mi sono diretta verso il fiume. Ho trovato un tronco e mi sono lasciata trasportare dalla corrente. Non avevo idea di essere tanto lontana da qualunque posto abitato.»

— Ti ho trovata su di una spiaggia. Ti eri trascinata fuori dall'acqua.

Lei annui. — Credo di ricordare di aver lasciato andare il tronco. Non avevo piu forze e sapevo di dover tornare sulla terraferma, altrimenti sarei annegata.

— Saresti sorpresa di vedere quanta strada hai fatto strisciando.

Lei stava guardandosi le mani. — Hai detto che sono rimasta priva di conoscenza per parecchi giorni. — Flinx annui, mentre la ragazza girava le mani, osservando i palmi escoriati. — Penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro, grazie. Non posso dire di sentirmi bene, ma almeno va un po' meglio.

— Qualche giorno di riposo e un'ottima medicina per qualunque ferita.

— Mi sono svegliata, ti ho visto sdraiato nell'altro letto e ho pensato che mi avessero trovato. Ho creduto che tu fossi uno di loro. — Questa volta non sorrise. — Avevo quel coltello, nascosto nella suola dello stivale. E con quello che mi sono liberata. Non serve a molto contro un gruppo di persone, ma contro un uomo addormentato… stavo per tagliarti la gola.

— Pip non te lo avrebbe mai permesso.

— Me ne sono accorta. — Guardo il serpente volante arrotolato sul pomolo. — Quando mi si e gettato contro, ho cercato di raggiungere la porta. Ma e sigillata. Allora ho cominciato a gridare, ma nessuno e venuto a vedere cosa stava succedendo.

— Ho sigillato la porta perche non mi piace essere interrotto quando dormo. — Allungando una mano dietro la testiera del letto, prese un piccolo braccialetto e tocco un pulsante inserito sulla superficie. La porta emise un

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