Dabis la chiamo dalla cima delle scale. — Sono arrivati, signora.
— Hai controllato i loro documenti?
— Sissignora…
— Allora lasciali passare e vediamo di muoverci.
Guardo un'ultima volta la stanza nella quale aveva passato tante ore febbrili durante il mese passato. Monconqui stava controllando il serbatoio del morfogas per essere sicuro che fosse pieno e funzionasse a dovere. Era un tipo di poche parole, a differenza di Dabis, ma entrambi sembravano fatti dello stesso stampo. Erano molto piu che assassini senza cervello: con il denaro, si potevano assumere muscoli intelligenti, e non solo stupidi.
La squadra del trasloco indossava una tuta verde ed un berretto. Lei si era aspettata gente della taglia di Dabis, ma sembrava che la compagnia avesse optato per il numero invece che per la grossezza. Forse avevano avuto delle difficolta a richiamare i soliti operai con un preavviso breve, anche se per paga doppia. Non che la taglia e la forza fossero indispensabili, ricordo a se stessa. Con le ancore a levitazione di cui erano dotati, in quattro potevano tranquillamente spostare un generatore di due tonnellate. Una delle donne, una bionda alta, dall'aspetto gelido, sembrava capace di sollevare da sola una delle estremita del contenitore, mentre i suoi tre compagni non sembravano altrettanto capaci. Uno in particolare sembrava troppo vecchio per un lavoro del genere, anche con l'aiuto dell'ancora. Ma lei non ne sapeva molto delle qualita necessarie per quel particolare tipo di lavoro, si disse.
Si accosto alla tenda e la scosto per l'ultima volta. — Cominciamo da qui.
— Bene. — disse il giovane che sembrava il capo.
I quattro piazzarono le ancore e le accesero. Un semplice movimento del polso basto per sollevare di parecchi centimetri il contenitore con l'unita atmosferica. Con cautela, girarono la parte anteriore verso la scala.
— Ricordate che si tratta di materiale fragilissimo e di estremo valore — disse loro la Vandervort. Dietro di lei, Clarity emise uno sbuffo sprezzante. Vandervort quasi corrugo la fronte, ma poi riusci a non cambiare espressione.
Dal canto suo, la donna bionda e alta sorrise.
Perche quel sorriso? E a pensarci bene, perche avrebbe dovuto avere una qualunque reazione per una cosa tanto insignificante? Il sorriso era gia scomparso. Non era necessario dire nulla, fare nessun commento.
Ma qualcosa spinse Vandervort a fare un passo avanti, portandosi di fronte a quella donna tanto piu alta di lei. — C'e forse qualcosa di buffo?
Lo splendido viso della donna era privo di espressione. — Nossignora. — Esito. — E solo che siamo fieri del nostro lavoro. Mi divertiva il fatto che qualcuno potesse pensare che non avremmo maneggiato con la massima cura qualunque carico affidato a noi.
— Capisco. — Vandervort si sposto. Una spiegazione perfettamente plausibile per un sorriso innocente. Troppo plausibile? O troppo tempestiva? — Un'altra cosa. — I quattro si fermarono, ognuno con la mano sui comandi delle ancore. — Posso vedere ancora una volta i vostri documenti, per favore?
Il capo esito una frazione di secondo, poi tese la mano verso la tasca superiore della tuta. Fu l'uomo anziano che commise l'errore fatale. Forse credeva di parlare a voce piu bassa di quanto facesse in realta. Forse invece era solo un po' duro d'orecchi. Comunque fosse, Vandervort lo udi chiaramente sibilare: — Non fargliela vedere.
Gli occhi della donna bionda guizzarono nella sua direzione. Ignorando il consiglio, il giovane prese il documento e lo tese a Vandervort, che finse di ispezionarlo attentamente. Sussurri, sguardi in tralice, sorrisi inesplicabili.
— Nessun problema, signora — stava dicendo il giovane tutto allegro. — C'e qualcosa che non va?
— Solo un controllo di routine. — Tenendo in mano il documento, Vandervort si volto perche non potessero vederla in viso. Colse lo sguardo di Dabis e mosse silenziosamente le labbra. L'omone spalanco gli occhi e fece un cenno impercettibile. A quel punto, la Vandervort si tuffo al riparo dietro alcune casse.
Dabis si chino e fece fuoco con la pistola ad aghi. Non essendo stato messo in guardia, Monconqui fu leggermente piu lento, ma non appena vide muoversi il compagno, si getto al riparo.
La reazione dei trasportatori fu rapida, ma non abbastanza. Nonostante la recente esperienza, non possedevano ancora l'abilita di combattenti professionisti. Il piu lento dei quattro venne colpito in pieno petto dal colpo di Dabis. Questo penetro attraverso lo sterno, bruciando nervi, vasi sanguigni, e spina dorsale, per uscire dalla schiena e andare a conficcarsi nella parete.
Urla e grida riempirono la stanza. Clarity era un facile bersaglio per i falsi operai, ma questi non ebbero tempo di concentrarsi su di lei e cosi riusci a mettersi al riparo. Il problema erano Dabis e Monconqui. Entrambi erano nascosti dietro grosse casse che contenevano equipaggiamenti di monitoraggio e strumenti elettronici. Erano in inferiorita numerica, ma erano tiratori migliori e controllavano l'unica uscita della stanza, mentre gli avversari dovevano mettersi allo scoperto sulla scala per poter prendere di mira la stanza.
Il fuoco continuava serrato. Il colpo di una pistola neuronica sfioro Clarity, paralizzandole momentaneamente il fianco sinistro. Ma pochi istanti dopo, la sensibilita torno, lasciando solo una sensazione di prurito.
Vandervort era sdraiata poco distante, e osservava lo scontro. — Tieni giu la testa, bambina! Tu ed io non c'entriamo niente con tutto questo. — Stava sbirciando tra due grosse casse e poteva farlo senza problemi, in quanto gli avversari avevano concentrato il fuoco sulle due guardie del corpo.
L'uomo che era stato colpito, giaceva ai piedi delle scale, con lo sguardo vitreo rivolto verso l'alto e il buco nel petto ancora fumante. Abbandonato dai trasportatori, il contenitore era andato alla deriva e si era fermato contro una parete poco lontana, ancora sospeso alle quattro ancore che ronzavano piano.
— I tuoi amici di Alaspin e Longtunnel — mormoro Vandervort, cercando di ottenere una visuale migliore senza esporsi. Alzo la voce. — Arrendetevi! I miei due uomini prima o poi vi colpiranno, loro sono professionisti e voi no! Qualunque cosa intendeste fare qui, e andata a monte. Non riuscirete ad avere Clarity.
— L'avremo. — Clarity penso di riconoscere la voce del giovane, che si teneva fuori vista in cima alle scale. — E avremo te e anche il mutante.
— Come fanno a sapere di Flinx? — Vandervort scosse la testa incredula. — Come hanno fatto a scoprirlo? — Di colpo si volto verso Clarity, accucciata poco distante. La ragazza spalanco gli occhi e scosse con forza la testa. L'amministratore riflette prima di parlare ancora.
— Non so di cosa stiate parlando.
Questa volta, la bionda alta rispose con una risata acuta. — Abbiamo decifrato il codice di comunicazione della Coldstripe molto tempo fa, quindi puoi fare a meno di mentirci. Abbiamo saputo del mutante ancor prima della Scarpania.
— Maledizione — mormoro Vandervort. —
La bionda non aveva ancora finito. — Come pensi che sapessimo dove trovarvi su Longtunnel, dove fossero i vostri archivi e i laboratori? Quando e stata nostra ospite su Alaspin, la vostra pasticcia-geni ci ha detto qualcosa di quello che volevamo sapere, ma non tutto. Il resto lo abbiamo saputo tenendo sotto controllo le vostre trasmissioni locali e tramite il nostro agente nella vostra organizzazione. — Fece un risata priva di allegria. — Non avete notato che il vostro amico Jase sembra avere nove vite?
Vandervort impallidi e Clarity godette dello sconforto dell'altra. — Avevi pensato a tutto, vero? — L'amministratore non rispose. La bionda stava ancora parlando.
— La pasticcia-geni viene con noi, cosi saremo sicuri che non manipolera piu la natura.
— E che cosa ne fate del giovane? E stato trattato con tutte le cure. Si chiama Flinx e non avete alcun diritto di…
Questa volta fu l'uomo giovane ad interromperla. — Proprio tu ci fai una lezione sui diritti degli individui? Ci credi sciocchi come i tuoi ex datori di lavoro? Stai sprecando fiato, Vandervort.
Nonostante l'avvertimento del suo superiore, Clarity sollevo la testa al di sopra delle casse, per farsi sentire chiaramente. — E allora lasciatelo andare. Non fatelo prendere da nessuno! — Ignoro i gesti frenetici di Vandervort. — Lui non vi ha fatto nulla.
— E quello che e stato fatto a lui che importa. — Era la voce dell'altro uomo, che si faceva sentire per la prima volta e il tono era autoritario. — Lo tratteremo con ogni cura, mentre tenteremo di riportarlo alla normalita, cercando di correggere i danni perpetrati dai Meliorare. Ci sono ingegneri genetici che simpatizzano con la nostra