te. Perche tu sei diverso da noi. Perche tu sei diverso da chiunque altro.
Le proporzioni del piccolo problema degli Ujurriani stavano dilatandosi molto piu in fretta di quanto lui riuscisse a tenergli dietro. — Perche non scavate una delle vostre gallerie in quella direzione?
— Perche e troppo lontano. Incommensurabilmente lontano.
— Se e cosi incommensurabilmente lontano, come puo rappresentare una minaccia per noi?
— Si puo muovere. In questo momento non sembra che si muova da questa parte, ma non ne siamo sicuri. Dobbiamo esserne sicuri. — Fluff guardo Flinx con occhi pieni di affetto. — Non ti vogliamo costringere, maestro.
— Oh, al diavolo, questo lo so. Ma che differenza fa? Solo, assicuratevi di non perdermi, dopo che mi avrete lanciato la fuori, dovunque sia il luogo in cui mi manderete. — Trasse un lungo sospiro. — Cosa devo fare?
— Sarebbe meglio se ti sdraiassi, Flinx-amico, in modo da non cadere e farti del male.
— Mi sembra sensato. Se devo impegnarmi in una qualche proiezione astrale Ujurriana, o quel che e, non vorrei mai uscirne con un polso slogato. — Come al solito, il suo sarcasmo ando perduto con i suoi amici pelosi, ma lo aiuto a mascherare un po' la paura che stava cominciando a nascere in lui.
Fece un passo in direzione del sarcofago, ma subito ci ripenso. Non sarebbe tornato in quella bara. In fondo alla stanza c'erano un paio di brande: scelse la piu vicina e si sdraio, dopo essersi assicurato che le spire di Pip non lo stringessero. Tenne le braccia lungo i fianchi, desiderando di non essere cosi rigido e a disagio come certo doveva apparire.
— Va bene. Cosa devo fare, ora? Mi prendete e mi gettate verso il soffitto? — fece una risata nervosa. Gli Ujurriani si sistemarono ai quattro capi del letto. Tra Fluff e Bluebright vide Clarity, che lo fissava ansiosa.
— Flinx, forse non dovresti farlo.
— Probabilmente hai ragione. Ma non sono mai stato capace di fare quello che era meglio per me. Sembra sempre che finisca col fare quello che e meglio per gli altri. — Chiuse gli occhi, chiedendosi che differenza faceva. — Procedi, Fluff, fate quello che dovete.
Non ci fu transizione, non ci fu un passaggio. Era di nuovo nel lago, con Pip accanto. Ma questa volta non stava galleggiando senza una meta. Era in grado di muoversi. Per prova, fece qualche cerchio nuotando, e Pip lo segui. Il liquido trasparente non gli colo giu per le narici e i polmoni, soffocandolo.
Quando ebbe completato il quarto cerchio, il lago comincio ad oscurarsi. Continuo a nuotare ed ebbe la sensazione di muoversi a grande velocita, anche se il suo corpo sembrava non muoversi per nulla. Le mani e i piedi si agitavano pigramente, mentre il cosmo gli sfrecciava accanto.
La trasparenza e la luce del sole cedettero il posto a strisce cremisi e porpora, come se cio che lo circondava stesse subendo un incredibile effetto Doppler. Stelle e nebulose esplosero verso di lui, solo per svanire rapidamente sotto i suoi piedi. Un'illusione interessante, ma niente di piu.
Era questo che si provava ad essere un quasar? penso distratto.
Gli sarebbe piaciuto indugiare a studiare ogni stella ed ogni pianeta. Come scintille elettriche, immagini di potenti razze e civilta immense gli sfiorarono per un istante la mente e poi scomparvero. Erano tutte nuove, sconosciute, aliene e insospettate. La sua mente le sfioro ed esse si ritrassero, come un'onda che si infrange e si ritrae sulla riva del mare.
Al di la dell'ultimo pensiero sapiente e ancora piu in la, null'altro che un concetto, una pecca nei precetti della fisica convenzionale. Non una particella, nient'altro che un ripensamento sfuggito alla prigione della mente.
Le stelle erano tutte scomparse, come pure l'ultima saggezza, e lui si trovo in una regione che non avrebbe dovuto esistere. Un luogo in cui il vuoto era macchiato solo da dimenticati refoli di idrogeno interstellare e dove l'occasionale cuore di una stella brillava come una candela in una bottiglia messa a mare in un oceano di nulla.
E qualcosa d'altro.
Troppo grande per essere vivo, eppure viveva. Una torbida ridefinizione della vita e della morte, del bene e del male.
La forza che lo spingeva avanti cercava di spingerlo nel mezzo della cosa, ma lui rallento, ritraendosi, Aveva toccato intere civilta, aveva compreso intere galassie, ma questa cosa era troppo vasta e troppo terribile perche la sua coscienza disincarnata potesse comprenderla. Ne intravvide le ombre e si ritrasse, ripiegandosi in se stesso, e corse, corse a ritroso lungo la strada che aveva percorso…
E mentre fuggiva, la cosa si accorse di lui. Lui cerco di accelerare, mentre l'universo gli scivolava accanto come una massa piatta di colori brillanti. Lenta ma immensa, la cosa si tese verso l'intruso… e lo manco. Di un chilometro, di un anno luce, di un diametro galattico… Flinx non lo avrebbe mai saputo. L'unica cosa che importava era che l'aveva mancato e l'aveva lasciato intoccato, senza insozzarlo con cio che era.
Fuggi indietro, in se stesso e all'ultimo istante sfreccio accanto ad una mente grande ma confusa, piu innocente persino degli Ujurriani, un esecutore di un potenziale ancor piu grande. Era un verde in espansione, una pallida immagine congelata nel vetro, in cui lui vide riflesso se stesso e Clarity e tutta l'umanita. Una colla color smeraldo teneva tutto insieme. Poi scomparve.
E venne rimpiazzata da un'altra, tanto diversa da quella precedente come lo era lui da essa. Nuotava in un altra parte del lago. Quando gli passo accanto, toccandolo appena, Flinx percepi un grande senso di pace. Questa seconda sapienza era calda, amica, persino contrita. Era li, e poi scomparve, nella stessa direzione del verde.
Il terzo tocco, e il piu leggero di tutti, venne da una consapevolezza che lui finalmente riconobbe. Un richiamo solitario. Un grido che nessuno si sarebbe mai aspettato da un'intelligenza artificiale. Lontano, al di la dei confini del Commonwealth, nel Blight. Un'arma e uno strumento insieme, che attendeva il suo ritorno, per dirigerla, per dare uno scopo alla sua esistenza, anche se tutti i vecchi nemici erano scomparsi.
E i nemici nuovi? Coloro che avevano costruito quell'enorme rete di allarmi che aveva il suo centro ad Horseye dov'erano andati? E perche? Nessuno lo sapeva. Gli Ujurriani volevano saperlo. E anche Flinx.
E in quell'istante capi. C'era bisogno di lui. Perche lui era uno scherzo di natura, un'anomalia, un germoglio. Un essere che coloro che avevano costruito quell'allarme non avevano potuto prevedere. Proprio come non avevano potuto prevedere l'evoluzione del verde, il calore e la macchina della distruzione del Tar-Aiym che piangeva nella sua solitudine. Essi avevano costruito quell'allarme per metterli in guardia contro una minaccia inconcepibile che si annidava alle frange piu estreme dell'esistenza, e probabilmente erano fuggiti perche non erano stati in grado di trovare un modo per affrontarla.
Ma l'imprevedibile li aveva seguiti. La vita era nata e si era evoluta al di la di quello che si sarebbero attesi. O forse se l'erano aspettati, si erano aspettati ogni cosa e avevano lasciato quell'allarme per avvertire chiunque o qualunque cosa fosse venuta dopo di loro? Il verde, il calore e l'arma.
Un'unica cosa non avevano potuto prevedere: un ragazzo di diciannove anni di nome Flinx.
Forse era questo che gli Ujurriani avevano percepito. Come? lui non era in grado di immaginarlo, ma gli ursinoidi erano in grado di compiere molte cose che loro stessi non capivano. Come Maybeso, che era in grado teletrasportarsi quando e dove voleva, ma che non faceva nulla se glielo si chiedeva ed era probabilmente matto da legare.
Tante cose che avvenivano contemporaneamente e lui c'era in mezzo. C'erano delle responsabilita a cui non poteva sfuggire, Qualunque cosa minacciasse lui, minacciava anche la sapienza, dovunque. Le grandi civilta che aveva percepito, le intelligenze che ancora stavano lottando per emergere dal fango primordiale, il verde, il calore e l'arma che cantava. E il Commonwealth il suo Commonwealth. Il genere umano, i thranx, tutto e tutti.
Quell'incredibile vastita che aveva sfiorato con la sua mente cosciente stava agitandosi. Si preparava a muoversi, anche se per un po' non lo avrebbe fatto. Per un po' del suo tempo o del tempo galattico? Scopri di non saperlo. Era una cosa che avrebbe dovuto scoprire.
E questo era giusto. Lui non era forse uno studente? Avrebbe avuto l'aiuto degli Ujurriani e dei suoi vecchi mentori, se riusciva a trovarli. E sarebbe andato di nuovo, al di la dello spazio, per guardare ancora.