Quando si sveglio, stava nuotando nel suo stesso sudore. Pip era sdraiata sul suo petto, con le ali aperte e flosce, completamente esausta. Quattro stanchi Ujurriani lo fissavano preoccupati, insieme ad un'umana dal viso sconvolto.
Clarity gli prese una mano e se la strinse contro il petto, ammiccando per cacciare le lacrime. Scrap era ancora aggrappato alla sua spalla.
Non poteva essersi mosso, ma quando cerco di mettersi a sedere, non accadde nulla. Ogni muscolo, ogni osso del suo corpo doleva.
— E stato esilarante — sussurro. — E anche terrificante e istruttivo.
Clarity gli lascio andare la mano per asciugarsi gli occhi e il naso. — Pensavo che stessi morendo. Te ne stavi sdraiato li, con quell'espressione di beatitudine e di pace sul viso, quando tutto ad un tratto hai urlato.
Lui corrugo la fronte. — Non ricordo di aver urlato.
— Lo hai fatto — lo assicuro lei, — e ti sei inarcato, agitato, e hai tremato tanto convulsamente che ho creduto che ti saresti rotto le braccia. I tuoi amici hanno dovuto tenerti fermo.
— Non facile — mormoro Bluebright. — Non avremmo mai creduto che ci fosse tanta forza nel piccolo corpo dell'insegnante.
— Sono andato vicino — ricordo all'improvviso. — Troppo vicino. — Non dovette spiegare agli Ujurriani cosa intendeva, che potevano leggerlo nella sua mente, ma Clarity non possedeva la stessa percezione. — C'e qualcosa la fuori — le disse in tono calmo.
— La fuori? Vicino a Gorisa?
— No. La… fuori. Oltre il Commonwealth, oltre la nostra Galassia. Oltre l'oltre, credo. Non so come, ma loro… — indico gli Ujurriani che lo osservavano in silenzio, — …e Pip insieme sono riusciti a mandare una parte di me al di la del raggio del miglior telescopio. Ma non dei radiotelescopi. Penso che sia stato individuato, anche se chi ha letto i dati non deve aver avuto la minima idea di cosa stesse osservando. E neppure io sono sicuro di cosa fosse. So solo che e pericoloso. E grande. Grande, oltre ogni limite.
Fluff era serio. — Questo non e divertente. E un gioco serio.
— Si, un gioco serio — convenne Flinx.
— Cosa facciamo ora, Flinx-amico-insegnante? — chiese Moam.
— Cercheremo di saperne di piu. Ci sono altri coinvolti, non solo io e voi, ma altri che nessuno di noi avrebbe sospettato. Devo scoprire anche loro. Ci vorra tempo e tanto lavoro. Spero che avremo il tempo. Avro bisogno del vostro aiuto.
— Sempre, Flinx-amico. — I quattro parlarono con un'unica voce mentale.
— Vorrei che parlaste ad alta voce.
Flinx si volse verso Clarity, rendendosi conto di aver intavolato una discussione puramente telepatica con gli Ujurriani. — Ho scoperto cosa faro della mia vita. Pensavo di essere destinato a vagare senza scopo, acquisendo una conoscenza fine a se stessa. Ora invece ho uno scopo. La fuori c'e un luogo vuoto. Secondo le leggi che regolano la distribuzione della materia nell'universo, non dovrebbe esistere. Ma esiste e nel mezzo c'e qualcosa. Qualcosa di malvagio. Io cerchero di trovare un modo per fronteggiarlo, se comincia a muoversi in questa direzione. E nel farlo, forse diventero un essere umano completo.
— Tu
Lui sorrise. — Clarity, ho diciannove anni. Nessun ragazzo di diciannove anni e un essere umano completo.
— Stai prendendomi in giro?
— No, non sto prendendoti in giro. — Softsmooth gli tese una mano per alzarsi dalla branda. Pip aveva appena la forza di aggrapparsi alla sua spalla. La lingua appuntita pendeva inerte dalla bocca.
— Ho bisogno di bere. Qualcosa di fresco. — Per la prima volta si accorse che la stanza era vuota. — Dove sono tutti gli altri?
— Si sono svegliati uno alla volta — spiego Clarity, indicando il punto del pavimento in cui si era trovato Dabis. — Lui si e risvegliato prima degli altri. La prima cosa che ha visto e stata Bluebright che teneva in mano la sua pistola smontata.
— Se ne sono andati tutti in gran fretta — disse Moam. — Avremmo voluto parlargli, ma le loro menti erano confuse e piene di paura.
— Lo credo bene che sono scappati in tutta fretta — Flinx si rivolse a Fluff. — Cosa farete ora?
— Torneremo ad imparare il gioco della civilta.
— Bene. Io cerchero di imparare qualche nuova regola. Poi mi mettero in contatto con voi.
Fluff batte le zampe, riempiendo la stanza di un rombo cupo. — Meraviglioso! ne faremo un nuovo gioco.
— Ci proveremo — gli disse Flinx. — Devo studiare. Imparare e crescere.
— Ti ritroveremo quando sara il momento. — Softsmooth gli mise un braccio intorno alle spalle, facendolo quasi sparire e lo abbraccio con affetto. Le vertebre del collo di Flinx scricchiolarono. — Non perderemo mai le tracce di Flinx-amico-maestro. Possiamo sempre chiedere a Maybeso di trovarti.
— Si. Vorrei che Maybeso fosse qui.
Come se fosse stato chiamato, il quinto Ujurriano si materializzo. La sua espressione perennemente acida non era cambiata. — Sono qui — grugni.
— Hai nulla da aggiungere a tutto questo? — gli chiese Flinx. Sapeva di non dover spiegare cosa intendeva con “tutto questo”. Con Maybeso non c'era mai bisogno di spiegare nulla.
— Piu tardi — disse brusco Maybeso e scomparve.
— Ecco uno strano essere — mormoro ammirato Flinx.
— Molto strano — convenne Softsmooth. — Credo che tu gli piaccia, ma chi puo dirlo?
Flinx guardo le scale. — Non credo che qualcuna delle persone che era qui tornera.
Clarity fu costretta a sorridere. — Chi avrebbe mai detto che uomini tanto grossi potessero muoversi tanto in fretta.
— Allora parleremo dopo.
I quattro Ujurriani formarono un cerchio intorno a lui e gli appoggiarono leggermente le zampe sulle mani. — Piu tardi — dissero all'unisono.
Si voltarono e balzarono nel buco al centro del pavimento. Udi le loro menti salutarlo e ascolto, finche anche l'ultimo svani dalla sua coscienza.
Trascorsero parecchi minuti. Poi il terreno si sollevo, come se l'edificio avesse ricevuto un calcio dal basso. Roccia e terra riempirono il buco dal basso. Flinx e Clarity corsero su per le scale e rimasero li finche tutta la polvere non si fu depositata.
— Hanno riempito il tunnel dietro di loro — osservo lui pensoso. — Una buona idea. Non era il caso di lasciare una cosa simile, rischiando che qualcuno ci cadesse dentro. — Si rivolse a Clarity. — Ora mi chiederai di portarti con me, dovunque andro, perche credi di amarmi.
— Non lo credo — rispose lei, — lo so.
Lui scosse lentamente il capo. — Mi spiace, ma penso di aver ragione io. Tu credi di amarmi. Io ti sconcerto e magari mi trovi anche attraente. Ma devi capire che non puoi venire con me.
Quelle parole la fecero trasalire. — Non ti fidi ancora di me. E cosi, vero? Dopo quello che ho fatto, non posso biasimarti. Ma e tutto finito ora, ce lo siamo lasciati alle spalle. Ti vedo come ti ho visto la prima volta, ti vedo per quello che sei realmente.
— Davvero? E molto interessante, perche
«Ci sono in gioco cose che fanno apparire pallide e insignificanti le relazioni personali. Dovro dedicare tutto il mio tempo a capire queste cose. Questo non sarebbe giusto nei confronti di un'altra persona. Soprattutto di