— Ma perche stai bruciando i libri, cara?
— E tu chiami libri quei prodotti di mulinatura? Verme! Lombrico! Non hai mai desiderato scrivere qualcosa che fosse veramente tuo? Qualcosa di importante?
— Naturalmente no — rispose Gaspard, in tono scandalizzato. — Come potrei? Cara, non mi hai detto perche state bruciando…
— E solo un assaggio — scatto lei. — Un simbolo. — Poi l’espressione perversa ritorno nel suo sogghigno. — La distruzione piu importante deve ancora venire! Andiamo Gaspard, tu puoi aiutarci. Liberati della tua idiozia e agisci da uomo!
— Aiutarvi a fare cosa? Tesoro, non mi hai ancora detto…
Homer Hemingway lo interruppe con un: — Perdiamo tempo, bambola. — E lancio a Gaspard uno sguardo distratto e sprezzante.
Quest’ultimo l’ignoro.
— E che cos’e quella palla di ferro nero che hai in mano, Heloise? — si informo.
La domanda sembro deliziare la sua atletica uri.
— Tu leggi molti libri, vero, Gaspard? Hai mai letto niente sul nichilismo e sui nichilisti?
— No, cara, non posso dire di aver mai letto niente.
— Bene, li leggerai, tesoruccio, li leggerai. In verita, scoprirai che cosa si prova a essere un nichilista. Dagli la tua ascia, Homer.
Di colpo, Gaspard ricordo la domanda di Zane Gort:
— State
— Naturalmente no! Non potevo fidarmi di te. Hai molte debolezze… specialmente per i mulini-a-parole. Ma adesso avrai la possibilita di dimostrare cio che vali. Prendi l’ascia di Homer.
— Senti, non potete darvi alla violenza — protesto subito Gaspard. — Il Viale e pieno di robot.
— Non ci daranno fastidio, amico — affermo enigmatico Homer Hemingway. — Li abbiamo sistemati, quegli straccioni di latta. Se e questo che ti preoccupa, amico, puoi prendere un’ascia e fracassare personalmente qualche mulino-a-parole.
—
— Si, fracassare i mulini-a-parole! — scatto la sua adorabile divoratrice d’uomini. — Presto, Gaspard, scegli! Sei un vero scrittore o un pidocchio? Sei un eroe o una marionetta degli editori?
Un’espressione decisa apparve sul viso di Gaspard.
— Heloise — disse con fermezza, avvicinandosi a lei — tu verrai immediatamente a casa con me.
Una grossa zampa pelosa lo fermo e lo mise a sedere sul pavimento gommato della strada.
— La signora andra a casa quando ne avra voglia, amico — disse Homer Hemingway. — Con me.
Gaspard balzo in piedi e sferro un pugno al gigante, ma fu respinto con una calma pacca al petto che lo fece boccheggiare.
— E dici di essere uno scrittore, amico? — domando Homer, in tono dubbioso, mentre sferrava a sua volta il pugno che, un secondo piu tardi, doveva far perdere la conoscenza a Gaspard. — Eh, non ti sei nemmeno tenuto in allenamento!
3
Splendenti negli abiti uguali color turchese con i bottoni di opale, padre e figlio stavano ritti, con aria compiacente, davanti al mulino-a-parole di Gaspard. Non si era presentato un solo scrittore del turno di giorno. Joe la Guardia dormiva in piedi vicino all’orologio. Gli altri visitatori si erano allontanati. Un robot rosa era apparso all’improvviso e si era seduto quietamente su uno sgabello, all’estremita della grande sala a volta. Le sue chele si muovevano in fretta, come se lavorasse a maglia.
PADRE: Ecco qua, figliolo. Guardalo. No, no, non devi appoggiarti a questo modo.
FIGLIO: E grande papa.
PADRE: SI, e grande. E un mulino-a-parole, figlio, una macchina che scrive libri di narrativa.
FIGLIO: Scrive anche i miei libri di racconti?
PADRE: No, scrive romanzi per adulti. Una macchina molto piu piccola, di misura adatta ai bambini, scrive i tuoi…
FIGLIO: Andiamo papa.
PADRE: No, figliolo! Volevi vedere un mulino-a-parole, hai insistito tanto, ho dovuto faticare molto per procurarmi un lasciapassare, quindi adesso devi guardare questo mulino-a-parole e ascoltare mentre io ti spiego come funziona.
FIGLIO: Si, papa.
PADRE: Bene, vediamo, e cosi… No… e come…
FIGLIO: E un robot, papa?
PADRE: No, non e un robot come l’elettricista o il tuo insegnante. Un mulino-a-parole non e una persona come lo e un robot, sebbene entrambi siano fatti di metallo e funzionino grazie all’elettricita. Un mulino-a-parole e come un calcolatore elettronico, ma manipola le parole, non i numeri. E come la grande macchina che gioca a scacchi o che fa i piani di guerra, ma fa le sue mosse in un romanzo invece che su una scacchiera o su un campo di battaglia. Ma un mulino-a-parole non e vivo come un robot e non puo muoversi e andare in giro. Puo soltanto scrivere libri di narrativa.
FIGLIO (sferrando un calcio al mulino-a-parole): Stupida vecchia macchina!
PADRE: Non devi fare cosi, figliolo. Su ecco… vi sono infiniti modi di raccontare una vicenda.
FIGLIO (continuando a sferrare calci piu fiacchi): Si, papa.
PADRE: Il modo dipende dalle parole che vengono scelte. Ma una volta che e stata scelta una parola, le altre devono adattarsi a quella. Devono avere lo stesso tono o la stessa atmosfera e devono adattarsi alla catena di suspense con precisione micrometrica… te lo spieghero piu tardi.
FIGLIO: Si, papa.
PADRE: Un mulino-a-parole viene fornito dello schema generale d’una vicenda che viene trasmessa al suo grande banco-memoria, molto piu grande perfino di quello di tuo padre: e sceglie la prima parola a casaccio. Oppure il programmatore gli da la prima parola. Ma quando sceglie la seconda parola, deve sceglierne una che abbia la stessa atmosfera, e cosi via. Basta fornire lo stesso schema di vicenda e cento prime parole diverse (una alla volta, naturalmente) e il mulino-a-parole scrivera cento romanzi completamente diversi. Naturalmente e molto piu complicato, troppo complicato perche tu capisca, ma funziona cosi.
FIGLIO: Un mulino-a-parole continua a raccontare la stessa storia con parole diverse?
PADRE: Be’, in un certo senso si.
FIGLIO: Mi sembra sciocco.
PADRE: Non e sciocco, figliolo. Tutti gli adulti leggono romanzi. Tuo padre legge romanzi.
FIGLIO: Si, papa. Chi e quella?
PADRE: Dove?
FIGLIO: Sta venendo da questa parte. La signora con i calzoni azzurri aderenti che non si e abbottonata la camicetta.
PADRE: Ehm! Guarda da un’altra parte, figliolo. E un’altra scrittrice, figliolo.
FIGLIO (continuando a guardare): Cos’e una scrittrice, papa? E una di quelle cattive signore di cui mi hai parlato, che hanno tentato di parlare con te a Parigi, ma tu non hai voluto?
PADRE: No, no, figliolo! Una scrittrice o uno scrittore, e solo una persona che si prende cura di un mulino- a-parole, che lo spolvera e cosi via. Gli editori sostengono che lo scrittore aiuta il mulino-a-parole a scrivere il libro, ma e una finzione, figliolo, un modo per rendere tutto piu interessante. Gli scrittori hanno il permesso di vestirsi e di comportarsi in modo bizzarro… come gli zingari: lo prevede un accordo sindacale che risale ai tempi in cui furono inventati i mulini-a-parole. Ora, non crederai…
FIGLIO: Sta mettendo qualcosa nel mulino-a-parole, papa. Una cosa nera e rotonda.