— Preferirei non farlo, onestamente — rispose Cullingham. — Credo che la vostra produzione sarebbe molto piu fresca senza l’influenza dei mulini-a-parole. E credo che ne sareste piu felici.

— Credete forse che quella produzione mulinesca, quell’escremento meccanico, potrebbe causarci un complesso di inferiorita? — chiese Doppio Nick.

Gaspard provo uno scatto di collera. Si auguro che Cullingham leggesse una storia ben mulinata e costringesse Doppio Nick a rimangiarsi le sue parole. Cerco di ricordare qualche superbrillante brano della produzione dei mulini per citarlo immediatamente, qualche passo di uno dei migliori libri che aveva letto recentemente, magari del suo Passaporto per la passione. Ma, inspiegabilmente, quando rivolse la propria mente in quella direzione, vi trovo soltanto una nebbia rosea e inquietante. Tutto quello che ricordava del suo libro erano le frottole sulla controcopertina. Si disse che questo avveniva probabilmente perche ogni singola frase del contenuto era cosi superbamente geniale che non ve n’era alcuna che potesse spiccare particolarmente. Ma questa spiegazione non lo soddisfece del tutto.

— Bene, se lor signori rifiutano di essere sinceri con noi e di mettere tutte le carte in tavola — disse Doppio Nick, — se rifiutano di fornirci un quadro completo… — L’uovo lascio incompleta la frase.

— Perche non cominciate voi a essere sinceri con noi? — chiese tranquillo Cullingham. — Per esempio, non sappiamo neppure i vostri nomi. Dimenticate il vostro anonimato… dovrete pur farlo, un giorno o l’altro. Voi, per esempio, chi siete?

L’uovo rimase silenzioso per qualche attimo. Poi disse: — Io sono il cuore del Ventesimo Secolo. Sono il cadavere vivente di una mente dell’Eta della Confusione, uno spettro ancora agitato dal vento di incertezza che sferzo la Terra quando l’uomo schiuse per la prima volta l’atomo e affronto il suo destino fra le stelle. Io sono liberta e odio, amore e paura, alti ideali e bassi piaceri, uno spirito che ogni giorno esulta e perpetuamente dubita, tormentato dai suoi stessi limiti, un groviglio di impulsi, una marea di elettroni. Ecco cio che sono. Il mio nome non lo conoscerete mai.

Cullingham piego il capo per un attimo, poi fece un cenno alla signorina Bishop che abbasso l’altoparlante. Il direttore editoriale lascio cadere al suolo le restanti pagine de Il flagello dello spazio e prese un manoscritto rilegato di plastica purpurea che recava l’emblema in oro dell’Editrice Razzi, un razzo sottile cui erano allacciati due serpenti.

— Proveremo qualcosa d’altro, per cambiare — disse. — Non produzione dei mulini-a-parole, ma qualcosa di molto diverso da cio che avete ascoltato.

— La signorina Jackson e arrivata alla Nursery? — chiese Gaspard a Zane. Si parlarono sottovoce, davanti alla porta.

— Oh, si — rispose il robot. — E uno spettacolo come la signorina Bishop, solo che e bionda. Gaspard dov’e la signorina Blushes?

— Non l’ho vista. Ha dato i numeri di nuovo?

— Si, e diventata inquieta. Ha detto che tutti quegli esseri umani in barattoli d’argento che la fissavano la facevano diventare nervosa. Ma mi ha detto che ci saremmo visti qui.

Gaspard corrugo la fronte.

— Hai chiesto al nuovo robot-portiere, a pianterreno, o al ragazzo che era con lui se l’hanno vista arrivare?

— Non c’era nessun robot-portiere, a pianterreno quando sono arrivato — disse Zane — e nessun ragazzino. Altri impostori, immagino. Ma ho visto un investigatore federale che si chiama Winston P. Mears, fuori dalla porta. Lo conosco bene perche ha indagato sul mio conto quando mi accusarono (ma l’accusa non fu mai provata) di progettare robot giganteschi mossi dall’energia atomica: un’inevitabile evoluzione tecnologica che sembra ancora atterrire gli umani. Ma il fatto e, adesso, che quel Mears, un agente federale, e qui vicino, e per quanto io adori la signorina Blushes, devo ricordare che e una dipendente del governo e di conseguenza, le piaccia o no, un agente segreto del governo. Pensaci, Gaspard.

Gaspard cerco di pensare, ma ne fu subito distratto.

Infatti, ecco cosa stava intonando Cullingham: — Tin, tin, tin, fecero le forti chele mentre lavoravano, assicurando il cavo all’affusolato carico icchio. Squinch, squinch, squinch fece la vite, mentre il dottor Tungsteno la girava. Un flusso carico di sentimento fece fremere le griglie della sua bruncia struttura. ‘Buon atterraggio’, alito sottovoce. ‘Buon atterraggio, mio dorato tesoro’. Sette secondi e trentacinque rivoluzioni piu tardi, una scossa di deliziosa violenza fece vibrare la sua piastra. Per poco non lascio andare la manovella. Si giro, cigolando. Vilya, una lucentezza argentea nell’oscurita, stava tendendo le pinze, icchie da fare impazzire, giammai fatte per servire gli umani, che ora lo tentavano. ‘No’, disse severamente il dottor Tungsteno. ‘No, no, icchia robicchia’ ”.

La signorina Bishop alzo una mano.

— Nick desidera dire che, sebbene pure questo sia abbastanza orribile, e molto piu interessante di tutto quello che avete letto finora. E diverso.

— Quello — sussurro modestamente Zane a Gaspard — l’ho scritto io. Oh, si. L’ho scritto io. I miei lettori amano le scene in cui un robot gira una manovella, quasi quanto gli umani amano le scene in cui un uomo sculaccia una donna, specialmente quando sono di scena tutte e due le robicchie, quella d’oro e quella d’argento. Nessun altro dei miei libri si e venduto bene quanto Il dottor Tungsteno gira una manovella, che e il terzo della serie. Il passo che hai appena udito viene dal quinto, Il dottor Tungsteno e il Trapano di Diamante, che e il malvagio padrone di Vilya nonche avversario del protagonista in quel volume. Ecco la!

Gaspard giro la testa abbastanza in fretta per vedere qualcosa di roseo che sfrecciava dalla toeletta delle signore e spariva quasi immediatamente nel corridoio trasversale.

— Corri all’ingresso principale! — ordino pronto Zane. — Ferma la signorina Blushes se cerca di uscire. Puo darsi che sia ipnotizzata. Se devi metterla fuori combattimento, dalle un colpo in testa. Io andro all’uscita posteriore… era diretta la. Rrrrrr!

Pattino via lungo il corridoio, svolto al primo incrocio e scomparve.

Gaspard scrollo le spalle e trotterello giu per la scala mobile. Il fattorino dalla faccia di topo e il robot- portiere alto due metri e mezzo erano spariti, proprio come aveva detto Zane. Gaspard si piazzo nel punto in cui si trovavano prima i due, accese una sigaretta, e si accinse a ricostruire nella sua mente i passi piu brillanti della produzione mulinesca altamente letteraria che prima gli erano sfuggiti. Ne ricordava migliaia, alla lettera, dopo una vita trascorsa a leggere. Senza dubbio, con un piccolo sforzo compiuto con calma avrebbe potuto ricordare le parole esatte di una dozzina di quei brani.

Dopo un’altra mezz’ora noiosa e letterariamente inutile, Zane Gort lo chiamo con un fischio dai piedi della scala mobile bloccata. Zane teneva saldamente per il polso la signorina Blushes. La rosea robicchia sembrava molto dignitosa, mentre Zane era chiaramente in preda a sentimenti contrastanti.

— Ho trovato Mears nel corridoietto vicino al Magazzino Tre — disse il robot azzurro acciaio quando Gaspard si avvicino. — Sosteneva di essere un elettricista assunto dall’Azienda Elettrica per rintracciare un cavo di alimentazione che si era perduto! Gli ho detto subito che credevo di averlo gia incontrato prima e lui ha avuto il coraggio di rispondere che non lo sapeva, perche per lui tutti i robot erano uguali. Mi sono preso il piacere di fargli fare fagotto. Poi, dopo una lunga ricerca, ho scoperto la signorina Blushes che si nascondeva…

— Non mi stavo nascondendo — protesto lei. — Stavo pensando. Lasciatemi andare, bruncia macchina!

— E per il vostro bene, signorina B. Dunque, allora l’ho scoperta mentre stava pensando, in un condotto di ventilazione. Dice che ha avuto un attacco di amnesia, che non ricorda nulla dal momento in cui ha lasciato la Nursery fino al momento in cui l’ho trovata. Non l’ho vista, pero, con l’agente del governo.

— Ma tu credi che lei… gli abbia fatto un rapporto? — proruppe Gaspard. — Credi che lui la conoscesse?

— Vi prego, signor Nuit! — obietto la signorina Blushes. — Non “conoscesse”, ma “le fosse stato presentato”!

— Perche non vi va bene “conoscesse”? — sbotto Gaspard. — Anche ieri ha protestato.

— Non avete mai letto la vostra Bibbia — rispose in tono bruciante la rosea robicchia della censura. — Adamo conobbe Eva, e quello fu l’inizio di tutte quelle riproduzioni in serie. Un giorno o l’altro espurghero la Bibbia… e il mio sogno. Ma fino ad allora vi prego di non citarla in deliberati tentativi di mettermi in imbarazzo. E adesso, Zane Gort, robosto animale, lasciatemi andare!

Sottrasse il polso alla presa di lui e comincio a salire la scala mobile, a testa alta. Zane la segui,

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