modo.
Mi ha reso
Vedi? Lui ha rinunciato a controllarmi: non conosce i miei pensieri, non sa dove sono andata. Fa parte dell’affare che ha fatto, al fine di rompere il Patto e rendere
«Un affare con chi?», la interruppi, ma a cio i suoi occhi si socchiusero e lei non sembro propensa a rispondere, quindi continuo rapidamente.
«Fu cosi che non ricordai niente della verita del suo Patto quando stavo cambiando, prima che morissi, perche allora ancora comandava i miei pensieri e, quando mi alzai dalla bara, non riuscivo a pensare a nulla tranne al fatto che avevo una fame orribile. Solo dopo aver bevuto il sangue della donna ed essermi riposata, la mia mente fu abbastanza chiara da pensare, e poi fui presa dall’orrore per te.
Adesso il nostro povero padre soffre all’Inferno, al posto
Dovresti udire come ride crudelmente quando parla del giorno in cui ti ha mandato a Bistritz a vedere il
Chiusi gli occhi, pensando alla lettera di Radu:
«I Mueller», dissi bruscamente aprendo gli occhi, comprendendo che V. aveva ucciso Laszlo al fine di rendermi complice. Allo sguardo interrogativo di Zsuzsanna, aggiunsi: «I visitatori. Mi ha giocato inducendomi a piantare nei loro cuori dei pali prima che fossero morti; mi ha ingannato per farmi uccidere, quando io pensavo solamente di impedire che si rialzassero come morti viventi».
«Non li hai uccisi», disse, con tale certezza che le credetti. «Ho sentito morire la ragazza».
«Ma ha gridato…».
«Come fanno i morti viventi, quando vengono distrutti». Provai un sollievo cosi profondo che gli occhi mi si riempirono di lacrime, ma mia sorella rabbrividi al pensiero mentre aggiungeva: «Hai fatto del male a qualcun altro? Hai portato qualcuno al castello, sapendo chi era Vlad e che cosa avrebbe fatto?»
«No».
Mia sorella batte le mani in un gesto infantile di contentezza.
«Allora forse non e troppo tardi! Forse non c’e ancora la necessita di renderti uno di noi! Ancora non hai commesso un peccato mortale. Ha cercato di ingannarti facendoti pensare che lo avessi gia fatto, e che percio i crimini futuri non avrebbero fatto alcuna differenza».
Scossi la testa e dissi, con un tono pieno di ironia:
«Se sia peccato o meno non fara differenza per le autorita di Vienna. Sapranno solo che ho maneggiato il palo e il coltello…».
«Kasha, io non parlo di qualcosa di cosi irrilevante come il
Per un istante, ci fissammo, ognuno rendendosi conto che l’altro non capiva.
Io parlai per primo, a voce bassa.
«So del Patto. Dunya mi parlo di quello che ha con gli abitanti del villaggio, per la loro protezione, e V. stesso mi ha spiegato l’accordo che ha con la nostra famiglia: il servizio del figlio maggiore in cambio della protezione e della ricchezza della famiglia».
«Oh, no», disse mia sorella, con un bisbiglio cosi stridulo che taglio l’aria tra di noi, e penetro nel mio cuore tanto facilmente come il pugnale di V. nella tenera pelle di un bambino. «Allora non sai niente del vero Patto… quello con il Demonio».
«La tua anima, Kasha. La tua e quella di tuo padre e di suo padre prima di lui. L’anima di ogni figlio maggiore vivente di ogni generazione di Tsepesh: quello e l’oro con cui lui compra la sua immortalita».
Zsuzsa mi parlo ancora, con una voce bassa che tremava per l’orrore mentre eravamo all’ombra del castello. Dopo che V. mi aveva scortato fino al fianco di mia moglie, era ritornato nella camera interna e si era rivolto a Zsuzsa con una furia terribile, urlando che lei lo aveva tradito.
«Mi accuso di averti stregato», disse piangendo, «di averti reso partecipe del mio patto per liberarti dal suo controllo».
«E vero», dissi. «Egli non controlla piu la mia mente, dal momento che ti sei rialzata dalla tomba…».
Annui con tristezza.
«Vlad voleva tenerti ancora prigioniero per legare a se tuo figlio con il rito del sangue prima di restituirti la volonta. Ecco perche e stato costretto, all’ultimo momento, a sequestrare Mary: per portare te e il bambino al castello, poiche non poteva piu richiamarti qui con la mente, ma io sospetto che sia stato giocato da Qualcuno piu cattivo e astuto di lui.
Forse il prezzo della mia volonta non era un pagamento sufficiente per rompere il Patto e rendermi
Pensai al nero altare a capo della bara di V. e rabbrividii. La mia mente ancora non ci credeva, non capiva, ma il mio cuore accetto le parole di Zsuzsa, poiche, se esiste qualcosa di tanto nefandamente malvagio come V., ci dev’essere sicuramente il Demonio.
«Zsuzsa», mormorai, mentre la mente mi si schiariva. «Mi ha chiesto di andare a Bistritz a prendere un altro visitatore…».
«Kasha, non devi andarci! Se tu consegni una vittima nelle sue mani, allora ha vinto… e la tua anima e perduta».
«Allora aiutami a ucciderlo! Ora e addormentato ed e vulnerabile».
Di colpo volse la testa verso di me e i suoi occhi lampeggiarono non d’oro ma con il rosso opaco e irato della cenere ardente.
«Non dire mai piu una cosa simile! Come puoi chiedermi…».
«Ha ucciso un migliaio, un milione di volte, Zsuzsa! Tu stessa hai detto che non lo ami piu».
«No», disse lentamente. «No… io non lo amo. Lo disprezzo per quello che ha fatto a te e a papa, perche mi ha ingannato. Ma sono venuta da te perche non desidero vedere che a qualcuno venga fatto del male, nemmeno a lui».
«Ma potrebbe fare del male a Mary!».
Abbasso il bel viso, dal colorito leggermente rosato, rubato alle guance di Frau Mueller, e sospiro una riluttante ammissione.
«Si… farebbe qualunque cosa per corrompere la tua anima: ucciderebbe tua moglie, tuo figlio (purche tu viva per generarne un altro). Ma non ti fara del male, non finche tu rimarrai innocente».
Sollevai la testa, e il battito del cuore aumento mentre una piu potente rivelazione si presentava.
«E se io muoio innocente…?»
«Sarebbe distrutto».
«Zsuzsa!». Dimenticando il crocifisso, le presi la mano; lei indietreggio con un piccolo grido di dolore. «Zsuzsa, devi promettermi, allora, che tu spiegherai ogni cosa a Mary e provvederai a che lei e il bambino stiano