Indicai la splendente carta nelle sue mani, chinandomi in avanti appena per vedere alcune righe di testo scritto in puro oro lucente.

Lui sorrise, ma ignoro la questione.

«Chiedi a lei che cos’e; chiedile cosa farebbe per averlo. Devi distruggerla, Zsuzsanna! Distruggila prima che lei distrugga te. Se non lo farai, non avro altra scelta che infliggere ad entrambe la stessa deplorevole fine. Fai attenzione: non ti avvertiro ancora. E ricorda che avrei potuto distruggerti qui ora, ma ho scelto, invece, di avere pieta».

Immediatamente, la porta dietro di me si spalanco e un altro potente turbine mi spinse — furiosa, spaventata e sputando polvere — nel corridoio e poi fuori della casa, con tanta facilita quasi fossi stata una piuma e non un’immortale arrabbiata.

Fuori, mi dissolsi nella polvere, e viaggiai nella citta sui raggi del sole, verso la bella casa dove Elisabeth sedeva in attesa su un divano, con i riccioli d’oro sciolti e tirati tutti da una parte cosi che le ricadevano in grembo. Sedeva con inusuale rigidita, con la schiena dritta e senza appoggi, le mani piegate, in modo compassato, sulle ginocchia. Per mettere alla prova me — e lei — entrai in casa con l’aura ancora ritirata, mantenendo la mia invisibilita.

Non mi vide affatto o, se lo fece, era un’attrice degna di Ellen Terry, poiche continuo a sospirare, ad aggrottare la fronte, e a guardare fuori dalla finestra come dovrebbe fare un’innamorata in pensiero; una scarpetta di raso crema batteva senza pieta su un tappeto turco del colore del sangue. Quando mi materializzai rapidamente davanti a lei, si alzo battendo le mani e grido:

«Zsuzsanna! Mia dolce Zsuzsa! Sono stata talmente preoccupata! Sei entrata? L’hai visto? Come sei riuscita a scappare?».

Mi getto le braccia intorno e mi bacio ripetutamente le guance e le labbra, ma io non le restituii l’abbraccio; rimasi immobile come Vlad nella sua bara e dissi:

«Hai ragione; lui e potente, tremendamente potente. Non lo posso sfidare da sola».

A queste parole lei si ritrasse, confusa dalla mia freddezza fisica ma approvando le mie parole, e mi afferro le mani, in attesa di qualche segno che potesse spiegare quella contraddizione.

Mantenni la mia espressione solenne, le mani senza vita, e lo sguardo dritto.

«Dice che ti devo chiedere circa il tuo Patto. Il tuo… contratto con l’Oscuro, e che cosa esso ha a che fare con me».

Il giudizio? Colpevole. Emozioni contrastanti passarono nascostamente sul suo viso come le onde dell’oceano che si gettano sulla spiaggia, solo per essere respinte all’indietro e rapidamente sostituite da altre: rabbia, odio, paura, astuzia… e, infine, indignazione.

«Zsuzsa! Non vedi cosa sta cercando di farti? Di fare in modo che mi odi, di farti ritornare da lui e, in quel momento, cosa pensi che ti accadra?»

«Ho visto il manoscritto», dissi rapidamente; lei si ritrasse come se fosse stata schiaffeggiata. In realta si volto, chiaramente sconvolta e incapace di affrontare questo nuovo sviluppo, mentre io fingevo un’espressione consapevole. Il significato era che avevo letto e compreso il suo valore per Vlad (e chiaramente, ora, anche per lei), una bugia nascosta in un’affermazione veritiera.

Con la schiena ancora rivolta verso di me, si mise un braccio intorno al torace, in realta afferrandosi, sebbene cercasse di fingere che il gesto fosse casuale. Con l’altra mano si massaggio rapidamente la fronte, poi il collo, proprio sopra il dolce osso in rilievo sotto la pelle lattea. Con estrema — e incredibile — calma, chiese quindi:

«Che cosa ti ha detto?»

«Abbastanza. Abbastanza da sapere che mi hai mentito». Si volto di scatto, mettendo le gonne di raso rosa e crema di lato, e comincio a protestare, ma io alzai la voce e non la volli sentire. «Come minimo, mi hai costantemente nascosto la verita».

Immediatamente il suo viso di porcellana si corruccio, e lacrime di diamante le uscirono dagli occhi di zaffiro.

«Zsuzsanna… pensi che l’abbia fatto solo per tormentarti? Si, lui e, al momento, piu forte di tutte e due messe insieme, ma io non ho abbandonato la speranza. Troveremo un modo per sconfiggerlo ma, fino ad allora, dobbiamo usare tutta la nostra intelligenza e circospezione». Si allungo e mi prese ancora una volta la mano, premendola tra le sue e chinandosi per baciarla, battezzandola con le lacrime. «Sono stata in qualche modo crudele con te, mia cara? Ti ho forse ferita? Dimmelo e faro subito ammenda. Non ti ho portato a Londra per renderti infelice!».

Tentennai. Lei lo capi e si difese con accresciuto vigore.

«Tu conosci Vlad, Zsuzsa. In tutti i decenni che sei stata con lui, ti ha trattato mai con rispetto o genuino affetto? No! Ti ha trattato come una schiava, per far di te quello che voleva; ti ha donato l’immortalita, ma non perche teneva a te… ma solo per se stesso! Tu sai che non ti puoi fidare di lui: sai che e un bugiardo. Ti prego… non lasciare che ci allontani! Ti racconta chissa quali orrende menzogne per ottenere solo questo! E, se ci riesce, allora saremo perdute veramente! Dobbiamo lavorare insieme, cara, per sconfiggerlo. E la nostra migliore speranza, te lo dico io, e Van Helsing. Con lui come nostra pedina, ce la faremo».

In verita, ero influenzata dalla sua bellezza, dalle sue lacrime, dalle sue parole. Ma le accuse di Vlad mi tormentavano.

«Allora, se ti devo aiutare in un compito tanto difficile, devi spiegarmi tutto. Qual e il tuo Patto con l’Oscuro Signore? E che cos’e questo manoscritto a cui Vlad tiene tanto?».

Sospiro.

«Riguardo al mio Patto… non si tratta di una cosa di cui si possa discutere. Se tu ne avessi fatto uno, mi capiresti. Riguardo al manoscritto, non lo so. Per favore, credimi, Zsuzsa! Anch’io sto cercando di risolvere tutti questi misteri; forse oggi ne possiamo discutere, e trovare una comune strategia».

Poi mi mise un braccio intorno alla vita e mi bacio e mi lusingo finche mi arresi sorridendo. Per il resto del giorno e della notte fu gentile con me come nessuno e mai stato.

Ma non posso fare quello che mi ha chiesto: non le posso piu concedere fiducia. Rimango con lei solo perche non ho un altro posto dove andare. E abbastanza brutto che mi sia attirata l’ira di Vlad, e non voglio attirarmi anche la sua.

Devo trovare un modo per distruggerli entrambi.

26 agosto. Il ritardo diventa folle. Finora, nessun Van Helsing; Elisabeth e io siamo d’accordo che lui e la nostra migliore speranza per vincere Vlad. Uccideremo il dottore olandese, e Vlad sara distrutto anche lui.

Ora sono convinta che il solitario manicomio a Purfleet contiene il panorama che ho visto attraverso gli occhi di Gerda, poiche i fiori del giardino hanno proprio lo stesso aspetto. Ma non siamo riuscite a trovare alcuna traccia di Van Helsing, e la mia paura e che siano stati li per un po’ di tempo, ma che poi se ne siano andati. E cosi, oppure il dottore e un mortale potente come me che sono un Vampiro, e sa come rendere se stesso e sua moglie invisibili per giorni. La seconda possibilita e indubbiamente peggiore.

Cosi abbiamo controllato il manicomio quasi giornalmente e continuiamo a perlustrare la citta… e, ogni giorno, divento piu inquieta.

Ieri sera non riuscivo piu ad attendere per agire; cosi, qualche ora dopo il tramonto, sono uscita da sola nella notte nebbiosa mentre Elisabeth si riposava. Lei e io andiamo abbastanza d’accordo esteriormente, ma io sono ancora molto guardinga nei suoi confronti, e lei lo e con me. Mi esamina attentamente in cerca di segni di incredulita o disaffezione (che io ho in abbondanza ma cerco di mascherare); nel trovarli, non reagisce con rabbia, ma con grande preoccupazione e dolcezza. E come se mi stesse nuovamente corteggiando, poiche mi ricopre di regali. Ieri ha assecondato la mia inclinazione per cani e uccelli (lei non li puo sopportare tutti e due) portandomi un bianco levriero afgano adulto con un collare di diamanti, e un grande cacatua bianco con una catenella di diamanti intorno alla zampa (per incatenarlo elegantemente al suo trespolo).

Il cane e l’uccello sono abbastanza dolci, e io li adoro, ma la mia presenza li terrorizza; cosi li tengo rinchiusi nel salotto e lascio che la cameriera al piano di sotto dia loro l’affetto che si meritano. Nel frattempo, Elisabeth mi ricopre di rose bianche, gioielli preziosi, vestiti da ballo originali ed eleganti, e promesse di impegni sociali. Altre cose deliziose ma, oh come mi annoiano!

Cosi, la notte scorsa, quando sono sgattaiolata fuori nell’umida oscurita resa piu soffice dalla nebbia, ha

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