C’era un’altra anziana sul sedile del passeggero. Tiro giu il finestrino e mise fuori la testa. «Questo e il nostro parcheggio.»

«E un’operazione di polizia» spiegai. «Dovra parcheggiare da qualche altra parte.»

«Sei un’agente di polizia?»

«Mi occupo di latitanti sotto cauzione.»

«Esatto» intervenne Valerie. «Questa e mia sorella e si occupa di latitanti sotto cauzione.»

«Non ha niente a che fare con la polizia» protesto l’anziana donna.

«La polizia sara qui a minuti» le dissi.

«Io penso che tu sia una gran bugiarda e che stia tenendo il posto per il tuo fidanzato. Nessuno impegnato in un’operazione di polizia si vestirebbe come te.»

La Oldsmobile era gia entrata per un terzo nel parcheggio e con la parte anteriore occupava meta della strada. Con la coda dell’occhio vidi muoversi qualcosa di bianco e prima che potessi reagire, DeChooch ando a sbattere contro la Oldsmobile. La Oldsmobile fu sbalzata in avanti e ando a sbattere contro il retro del SUV, mancandomi per un pelo. La Cadillac sbando contro il quadrante posteriore sinistro della Oldsmobile e vidi che DeChooch si sforzava di mantenere il controllo. Si giro e mi guardo dritto in faccia, rimanemmo tutti sospesi nel tempo per un attimo, poi riparti.

Maledizione!

Le due anziane forzarono le portiere della Oldsmobile e riuscirono faticosamente a scendere dall’auto.

«Guarda la mia macchina!» grido la donna alla guida. «E da buttare!» Mi costrinse a girarmi. «E tutta colpa tua. Guarda cosa hai fatto. Ti odio.» E mi colpi la spalla con la borsetta.

«Ahi» esclamai «mi ha fatto male.»

Era piu bassa di me di qualche centimetro ma aveva qualche chilo in piu. I capelli erano corti e permanentati di fresco. Doveva avere sui sessant’anni. Sulle labbra aveva un rossetto rosso acceso, si era disegnata le sopracciglia con una matita marrone scuro e aveva due cerchi di fard rosa sulle guance. Sicuramente non era del Burg. Forse Hamilton Township.

«Avrei dovuto prenderti sotto quando ne avevo l’opportunita» disse.

Mi colpi di nuovo con la borsetta, ma questa volta la presi per la cinghia e gliela tolsi di mano con uno strattone.

Dietro di me sentii Valerie fare un piccolo verso di sorpresa.

«La mia borsa» grido la donna. «Ladra! Aiuto. Mi ha preso la borsa!»

Intorno a noi aveva cominciato a radunarsi una piccola folla. Gente che passava di li in auto e gente che era andata a far visita alla defunta. L’anziana prese uno degli uomini che stava sull’esterno dell’assembramento. «Vuole rubarmi la borsa. Ha provocato l’incidente e ora mi sta rubando la borsa. Chiami la polizia.»

Dal gruppo salto fuori la nonna. «Che sta succedendo? Sono appena arrivata. Cos’e tutto questo casino?»

«Mi ha rubato la borsa» menti la donna.

«Non e vero» risposi.

«E invece si»

«E invece no!»

«Me l’hai rubata» ripete e mi spinse indietro con una manata sulla spalla.

«Tenga giu le mani da mia nipote» disse la nonna.

«Si. Da mia sorella» intervenne Valerie.

«Fatevi gli affari vostri» urlo la donna rivolta alla nonna e a Valerie.

La donna diede una spinta alla nonna la quale gliene restitui un’altra e fu cosi che cominciarono a prendersi a schiaffi mentre Valerie se ne stava da un lato a gridare.

Feci un passo avanti per dividerle e nella confusione di minacce e braccia che si agitavano qualcuno mi diede una botta sul naso. Mi si riempi il campo visivo di tante piccole lucciole e mi cedette un ginocchio. La nonna e l’anziana smisero di picchiarsi e mi offrirono fazzolettini uniti a consigli su come bloccare il sangue che mi colava dal naso.

«Qualcuno chiami un’ambulanza» grido Valerie. «Chiamate il pronto soccorso. Un medico. Le pompe funebri.»

Arrivo Morelli e mi tiro in piedi. «Direi che possiamo cancellare la boxe dalla lista di possibili professioni alternative.»

«Ha cominciato la donna anziana.»

«A giudicare dal tuo naso direi che l’anziana ha anche concluso.»

«Ha avuto fortuna.»

«Ho incrociato DeChooch che andava a tutta velocita in direzione opposta» mi informo. «Non sono riuscito a girare in tempo per inseguirlo.»

«E la storia della mia vita.»

Quando il naso smise di sanguinare Morelli carico me, la nonna e Valerie nella mia CR-V e ci segui fino a casa dei miei. Dopodiche ci fece un bel saluto con la mano, preferendo non essere nei paraggi quando mia madre ci avrebbe visto. Avevo macchiato di sangue la gonna e la camicetta di Valerie. La gonna aveva anche un piccolo strappo. Mi ero sbucciata un ginocchio, ancora sanguinante. E avevo un principio di occhio nero. La nonna era piu o meno nelle stesse condizioni, ma non aveva ne l’occhio nero ne la gonna strappata. In compenso le era successo qualcosa ai capelli che adesso le stavano diritti in testa, facendola assomigliare a Don King, il manager di Tyson.

Dato che al Burg le notizie viaggiano alla velocita della luce, quando arrivammo a casa mia madre aveva gia risposto a sei telefonate sull’argomento e sapeva della rissa in ogni minimo dettaglio. Aveva la bocca serrata quando entrammo e andammo di corsa in cucina a prendere del ghiaccio per il mio occhio.

«Non e andata poi cosi male» disse Valerie a mia madre. «La polizia ha sistemato tutto. Quelli dell’ambulanza hanno detto che secondo loro il naso di Stephanie non e rotto. E comunque non c’e molto da fare con i nasi rotti, giusto Stephanie? Magari puoi metterci un cerotto.» Prese il ghiaccio dalle mani di mia madre e se lo mise in testa. «C’e qualcosa di alcolico in casa?»

Il Luna arrivo in tutta tranquillita dalla sua postazione davanti alla TV. «Piccola» disse. «Che succede?»

«Una scaramuccia per un parcheggio.»

Il Luna annui. «E sempre una questione di file da rispettare, vero?» E cosi dicendo, se ne torno davanti alla TV.

«Non avrai intenzione di lasciarlo qui, vero?» chiese mia madre. «Non viene a vivere qui anche lui, e cosi?»

«Credi che potrebbe funzionare?» domandai in tono speranzoso.

«No!»

«Allora immagino che non potro lasciarlo.»

Angie distolse lo sguardo dalla TV. «E vero che sei stata colpita da una vecchietta?»

«E stato un incidente» le risposi.

«Quando si viene colpiti alla testa, il colpo fa gonfiare il cervello. Le cellule cerebrali muoiono e non si rigenerano.»

«Non e un po’ tardi per stare davanti alla televisione?»

«Non devo andare a letto perche domani non devo andare a scuola» disse Angie. «Non ci siamo iscritte alla nuova scuola. E poi siamo abituate a stare alzate fino a tardi. Mio padre era spesso a cena fuori per lavoro e potevamo stare su finche non tornava a casa.»

«Solo che adesso se ne e andato» intervenne Mary Alice. «Ci ha lasciato per andare a letto con la baby sitter. Una volta li ho visti che si baciavano e papa aveva una forchetta nei pantaloni che gli spuntava all’infuori.»

«Le forchette a volte fanno di questi scherzi» disse la nonna.

Presi le mie cose e il Luna e mi diressi verso casa. Se fossi stata piu in forma sarei andata allo Snake Pit, ma per quello dovevo aspettare un altro giorno.

«Spiegami un po’ perche tutti stanno cercando questo Eddie DeChooch» disse il Luna.

«Io lo sto cercando perche non si e presentato in tribunale il giorno fissato per l’udienza. La polizia lo sta

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