mangiare pollo?»

«Se ne e appena andato» disse Lula. «Avremmo potuto catturarlo, ma ci e sembrato troppo facile. Ci piacciono le sfide.»

«Voi due non sapete neanche cosa sia, una sfida» sibilo Joyce. «Siete due fallite. Ciccia e Svampita. Mi fate pena.»

«Gia, faremo anche pena, ma non siamo noi ad avere problemi con i gamberetti in agrodolce» disse Lula.

Il commento colse Joyce alla sprovvista, incerta se Lula fosse coinvolta in quell’ignobile misfatto o se la stesse semplicemente provocando.

Il cercapersone di Joyce trillo. Joyce controllo sul display e atteggio le labbra a un sorriso. «Devo andare. Ho una pista su DeChooch. E un peccato che voi due sciacquette non abbiate niente di meglio da fare che stare qui ad abbuffarvi. Anche se, a giudicare dal vostro aspetto, immagino che sia la cosa che vi riesce meglio.»

«Gia, invece a giudicare dal tuo aspetto la cosa che ti riesce meglio e recuperare bastoncini e ululare alla luna» disse Lula.

«Fottiti» fece Joyce e scappo via verso la sua auto.

«Mmm» fece Lula. «Mi aspettavo qualcosa di piu originale. Mi sa che Joyce e un po’ fuori forma oggi.»

«Sai cosa dovremmo fare? Dovremmo seguirla.»

Lula stava gia raccogliendo il cibo rimasto sul piatto. «Mi leggi nel pensiero» disse.

Nel momento preciso in cui Joyce stava uscendo dal parcheggio, noi uscimmo dal fast food e salimmo sulla CR-V. Lula teneva sulle ginocchia il cestino di pollo e focacce, infilammo i frappe negli appositi reggibicchieri e partimmo.

«Scommetto che e una gran bugiarda» disse Lula. «Scommetto che non c’e nessuna pista. Probabilmente sta andando al centro commerciale.»

Mi tenni a un paio di auto di distanza in modo da non farmi individuare, e io e Lula rimanemmo con gli occhi incollati al parafango posteriore del SUV di Joyce. Dal lunotto si intravedevano due teste. C’era qualcuno seduto davanti, accanto a Joyce.

«Non sta andando al centro commerciale» osservai. «Sta andando nella direzione opposta. Sembrerebbe che si stia dirigendo in centro.»

Dieci minuti dopo cominciai ad avere una brutta sensazione riguardo alla destinazione di Joyce.

«So dove sta andando» dissi a Lula. «Sta andando a parlare con Mary Maggie Mason. Qualcuno deve averle detto della Cadillac bianca.»

Seguii Joyce nel parcheggio sotterraneo, mantenendomi a distanza. Parcheggiai due corsie piu in la e io e Lula rimanemmo zitte e buone a guardare.

«Oh-oh» fece Lula «eccola. Lei e il suo portaborse. Stanno andando a parlare con Mary Maggie.»

Maledizione. Conosco Joyce fin troppo bene. So come lavora. Entrera a tutta birra con la pistola puntata e perlustrera stanza dopo stanza, dicendo che si tratta di un’irruzione del tutto legittima.

E proprio questo il genere di comportamento da cui deriva la cattiva reputazione dei cacciatori di taglie. E come se non bastasse, a volte funziona. Se Eddie DeChooch si sta nascondendo sotto il letto di Mary Maggie, Joyce lo trovera.

Da quella distanza non riuscivo a vedere bene il suo socio. Avevano entrambi T-shirt nera e pantaloni neri multitasche e dietro la maglietta, in giallo brillante, era scritto RISCOSSIONE GARANZIE.

«Cavolo» disse Lula «hanno un’uniforme. Come mai noi non abbiamo un’uniforme?»

«Forse perche non vogliamo sembrare cretine?» «Gia. Stavo pensando piu o meno la stessa cosa.» Saltai fuori dalla macchina e chiamai Joyce. «Ehi Joyce! Aspetta un minuto. Voglio parlarti.»

Joyce si giro sorpresa. Strizzo gli occhi quando mi vide e disse qualcosa al suo socio. Non riuscii a sentire cosa. Joyce schiaccio il pulsante di avvio dell’ascensore. Le porte si aprirono e lei e il suo socio scomparvero.

Lula e io arrivammo qualche secondo dopo che le porte si erano chiuse. Prememmo il pulsante e aspettammo qualche minuto.

«Sai cosa penso?» disse Lula. «Non credo che l’ascensore arrivera. Penso che Joyce lo stia tenendo occupato.»

Prendemmo le scale e salimmo dapprima veloci, poi sempre piu lentamente.

«Ho qualcosa che non va alle gambe» disse Lula arrivate al quinto piano. «Ho le gambe di gomma. Non vogliono piu funzionare.»

«Non ti fermare.»

«Per te e facile. Devi trascinare per le scale un corpo pelle e ossa, ma guarda cosa tocca fare a me.»

Per me non era per niente facile. Sudavo e riuscivo a malapena a respirare. «Dobbiamo metterci in forma» dissi. «Dovremmo andare in palestra.»

«Faccio prima a darmi fuoco.»

Lo stesso valeva anche per me.

Barcollammo via dalle scale e ci ritrovammo sul pianerottolo del settimo piano. La porta dell’appartamento di Mary Maggie era aperta e Joyce e la padrona di casa stavano urlando.

«Se non esci di qui immediatamente chiamo la polizia» urlo Mary Maggie.

«Io sono un’agente» le grido Joyce per tutta risposta.

«Ma davvero? E dov’e il distintivo?»

«E qui, sulla catenina che ho al collo.»

«Quello e falso. L’hai comprato per corrispondenza. Ti avverto, chiamo la polizia e gli dico che ti spacci per piedipiatti.»

«Non mi spaccio per nessuno» ribatte Joyce. «Non ho mai detto di essere un’agente della polizia di Trenton. Sono un’agente per la riscossione di garanzie.»

«Mi sembri piu l’agente di un circo» sibilo Lula.

Ora che ero piu vicina, riconobbi la persona che era con Joyce. Si trattava di Janice Molari. Eravamo state compagne di scuola. Janice era una brava persona. Mi domandavo cosa ci facesse con Joyce.

«Stephanie» disse Janice. «Chi non muore si rivede.»

«Ci siamo viste l’ultima volta al matrimonio di Loretta Beeber.»

«Come va?» chiese Janice.

«Benone. E a te come va?»

«Benone. I miei figli vanno tutti a scuola ormai, cosi ho pensato che potevo lavorare part rime.»

«Da quanto stai con Joyce?»

«Piu o meno da due ore» rispose. «E il mio primo lavoro.»

Joyce aveva una pistola fissata alla coscia e ci teneva sopra la mano. «Dimmi, che ci fai qui Plum? Mi stai seguendo per imparare i trucchi del mestiere?»

«Ora basta» disse Mary Maggie. «Tutti fuori! Subito!»

Joyce spinse Lula verso la porta. «L’hai sentita. Muoviti.»

«Ehi» fece Lula dando una botta a Joyce sulla spalla. «A chi hai detto di muoversi?»

«Lo sto dicendo a te, barile di lardo» fu la risposta.

«Sempre meglio essere un barile di lardo che vomito di gamberetti in agrodolce e cacca di cane» disse Lula.

Joyce fece un verso di stupore. «Come lo sai? Non ti ho raccontato tutto.» Aveva gli occhi sbarrati. «Ecco! Sei stata tu!» Oltre alla pistola, Joyce aveva una cintura multiuso completa di manette, spray per autodifesa, scacciacani e manganello. Estrasse la scacciacani dalla cintura e la carico. «Adesso te la faccio pagare» disse Joyce. «Ti friggo. Te la tengo addosso finche non mi si scarica la batteria e non ti riduco in una poltiglia di grasso liquefatto.»

Lula abbasso lo sguardo sulle mani. Niente borsa. Le avevamo lasciate in macchina. Si infilo le mani nelle tasche. Anche li, nessuna arma. «Oh-oh» fece.

Joyce le si scaglio contro e Lula strillo, si giro di scatto e corse via lungo il corridoio, in direzione delle scale. Joyce si lancio subito all’inseguimento. E ci mettemmo tutte a correre dietro a loro due. Io per prima, seguita da Mary Maggie e quindi da Janice. Forse Lula non era un granche a salire le scale, ma una volta preso l’abbrivio, in discesa diventava assolutamente imprendibile. Era un treno merci in corsa.

Lula arrivo al parcheggio sotterraneo e oltrepasso svelta la porta. Era quasi giunta alla macchina quando

Вы читаете Colpo al cuore
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату