attraverso le vie affollate del barrio de Santa Cruz dove si adunavano i turisti per le processioni della Semana Santa. Il sole era sbucato dalle nuvole. Faceva caldo e ben presto Falcon comincio a sudare. L'aria nelle viuzze sapeva di Ducados, di fiori d'arancio, di sterco di cavallo e di tracce d'incenso, vestigia delle processioni. I ciottoli della strada, cosparsi di cera delle candele, erano scivolosi.
Falcon si tolse l'impermeabile e taglio per le stradine laterali, che conosceva grazie alle rare volte in cui riusciva a seguire le lezioni d'inglese (che comunque continuava a pagare) al British Institute in calle Federico Rubio. Sbuco nell'angolo sudorientale di plaza de la Alfalfa, gremito di tutte le tribu del mondo. Macchine fotografiche lo annusarono, ma Falcon si fece largo tra la gente, percorse in fretta la calle San Juan e, all'improvviso, fu spinto in avanti dalla folla che sopraggiungeva da calle Boteros. Si rese conto dell'errore troppo tardi, vide la processione muoversi verso di lui, non riusci a liberarsi e l'orda lo sospinse verso la piattaforma cosparsa di fiori, che aveva appena superato un angolo difficile grazie agli sforzi dei venti
La folla si spingeva in avanti, il
VI
Il
Falcon allento la cravatta, si asciugo il sudore sulla fronte e, facendosi largo verso il limitare della folla, barcollo sgusciando tra le fila dei
Non aveva mangiato nulla in tutto il giorno, penso, ma sapeva che non era quella la causa del suo malessere. Si volto verso il
Trovo l'ufficio sopra il ristorante di Jimenez, si fece dare la stampata degli indirizzi e un bicchiere d'acqua. Lasciato il centro storico evitando ogni processione, scese in macchina verso il fiume e lo attraverso in direzione di plaza de Cuba. Si sentiva svuotato, affamato e si fermo in un bar sull'avenida Republica Argentina per un
La Jefatura si trovava all'incrocio tra l'avenida Blas Infante e calle Lopez de Gomara. Parcheggio sul retro dell'edificio e sali le due brevi rampe di scale fino al suo ufficio, affacciato sulle file ordinate di automobili, un luogo spartano dove non teneva niente di personale. Due sedie, una scrivania di metallo, qualche armadietto grigio. La luce proveniva dalla lampada al neon sul soffitto. Falcon non voleva distrazioni sul lavoro.
Lo aspettavano trentotto messaggi, cinque dei quali del suo immediato superiore, Jefe de Brigada de Policia Judicial, Comisario Andres Lobo, senza dubbio sotto pressione da parte del
«Quello che ha detto all'Inspector Ramirez prima, a casa sua…» comincio: la cattiveria di quella frase lo infastidiva ancora.
«Qualsiasi studente potrebbe dirle che i docenti reagiscono molto male con i cretini.»
«Non c'era altro?»
«Sono sorpreso che le importi, Inspector Jefe.»
Gliene importava invece, e Falcon si domando se si stesse rendendo ridicolo.
«Dubito che mia madre sia mai stata brava a letto come Consuelo, se e questo che si sta chiedendo», disse Lucena.
«Lei e un uomo complicato, signor Lucena.»
«In un mondo complicato», ribatte il giovane, agitando la penna in direzione di Falcon.
«Da quanto tempo frequenta la signora Jimenez?»
«Da un anno circa», rispose Lucena. «Quella era la prima volta che tornavo all'Edificio Presidente da quando ci siamo conosciuti… La mia solita fortuna.»
«E Marciano Ruiz?»
«E curioso come l'Inspector, vero? Io mi annoio facilmente, Don Javier. Marciano e io ci vediamo quando la mia noia diventa insopportabile.»
Entro Perez, informo Falcon sulla stanza in cui si trovava la prostituta e gli diede il cambio nell'interrogatorio di Lucena.
La ragazza, seduta al tavolo, fumava impilando due pacchetti di Fortunas l'uno sull'altro, a ritmo continuo come in uno strano gioco. Aveva i capelli corti, sembrava che se li fosse tagliati da sola e senza uno specchio. Fissava lo schermo spento della TV, ombretto azzurro, labbra rosse. Una parrucca bionda era appesa alla spalliera di una sedia non occupata. Indossava una minigonna scozzese, una camicetta bianca e stivali neri. Era minuta, aveva l'aria di una scolaretta, ma gli occhi scuri rivelavano tutta la depravazione che avevano visto in quella specie di prolungata assenza dai banchi di scuola.
Ramirez accese il registratore, identifico la ragazza come Eloisa Gomez e presento se stesso e Falcon.
«Sai perche sei qui?» domando l'ispettore capo.
«Non ancora. Hanno detto che era per qualche domanda, ma io vi conosco voialtri, ci sono gia stata qui, conosco i vostri giochetti.»
«Noi siamo diversi», disse Ramirez.
«D'accordo. Siete diversi. Chi siete?»
Falcon scosse la testa in modo quasi impercettibile in direzione di Ramirez.
«Eri con un cliente la notte scorsa…» riprese.
«Sono stata con un sacco di clienti la notte scorsa. E la Semana Santa», ribatte la ragazza. «Per noi e il momento di maggior lavoro dell'anno.»
«Piu ancora della Feria?» domando Ramirez, vagamente sorpreso.
«Certamente. Specie gli ultimi giorni, quando arriva la gente da fuori.»
«Uno dei tuoi clienti si chiamava Raul Jimenez. Sei stata da lui ieri sera nel suo appartamento all'Edificio Presidente.»