attraverso le vie affollate del barrio de Santa Cruz dove si adunavano i turisti per le processioni della Semana Santa. Il sole era sbucato dalle nuvole. Faceva caldo e ben presto Falcon comincio a sudare. L'aria nelle viuzze sapeva di Ducados, di fiori d'arancio, di sterco di cavallo e di tracce d'incenso, vestigia delle processioni. I ciottoli della strada, cosparsi di cera delle candele, erano scivolosi.

Falcon si tolse l'impermeabile e taglio per le stradine laterali, che conosceva grazie alle rare volte in cui riusciva a seguire le lezioni d'inglese (che comunque continuava a pagare) al British Institute in calle Federico Rubio. Sbuco nell'angolo sudorientale di plaza de la Alfalfa, gremito di tutte le tribu del mondo. Macchine fotografiche lo annusarono, ma Falcon si fece largo tra la gente, percorse in fretta la calle San Juan e, all'improvviso, fu spinto in avanti dalla folla che sopraggiungeva da calle Boteros. Si rese conto dell'errore troppo tardi, vide la processione muoversi verso di lui, non riusci a liberarsi e l'orda lo sospinse verso la piattaforma cosparsa di fiori, che aveva appena superato un angolo difficile grazie agli sforzi dei venti costaleros che la sostenevano. La Madonna, piena di contegno sotto il baldacchino di trine bianche, tremolava nella luce intensa del sole, mentre l'incenso dei turiboli fluttuava verso di lui nella corrente della via, riempiendogli la testa e i polmoni, che faticavano a respirare. I tamburi della banda alle spalle della piattaforma continuavano a rullare, martellanti nel loro ritmo solenne.

La folla si spingeva in avanti, il paso avanzava verso i volti rapiti, la Vergine torreggiava su di loro, il corpo ondeggiante da destra a sinistra seguendo il passo dei costaleros. Squilli di tromba disordinati e assordanti davano voce alla passione. Il suono nei confini ristretti della via riverbero nel petto di Falcon e parve schiantarlo, la folla trattenne il fiato nel momento glorioso, ogni sguardo fisso sulla Madonna piangente, al culmine dell'estasi… e il sangue deflui rapidamente dal cervello di Falcon.

VI

Giovedi 12 aprile 2001, calle Boteros, Siviglia

Il paso viro, gli occhi alti e compassionevoli della Vergine Maria passarono oltre, caddero su altri, la pressione si allento, gli squilli finali delle trombe rimbalzarono dai balconi. I tamburi tacquero. I costaleros abbassarono il baldacchino a terra tra gli applausi della folla ammirata per la loro bravura, la processione dei nazarenos con i loro cappucci a punta poso le croci e le candele. Falcon si sosteneva aggrappandosi al bracciolo di una carrozzina per invalidi, l'altra mano sul ginocchio. La vecchia signora sulla carrozzina chiamo con la mano uno dei nazarenos, che sollevo il lembo del cappuccio e sorrise, rivelando il normale essere umano che vi si celava sotto, niente di piu sinistro di un occhialuto contabile.

Falcon allento la cravatta, si asciugo il sudore sulla fronte e, facendosi largo verso il limitare della folla, barcollo sgusciando tra le fila dei nazarenos. La gente ammassata dall'altra parte gli fece strada e, trovato un certo spazio in disparte, Falcon si piego in due, abbassando la testa sulle ginocchia finche senti il sangue affluire alla corteccia cerebrale, restituendo lucidita al cervello.

Non aveva mangiato nulla in tutto il giorno, penso, ma sapeva che non era quella la causa del suo malessere. Si volto verso il paso, in direzione della Madonna, che ora guardava avanti, senza curarsi di lui. Se non che… poco prima lo aveva fatto. Per quell'attimo, per quella frazione di secondo, essa gli era entrata dentro, lo aveva riempito di se. Era stata un'esperienza che quasi gli sembrava di avere gia vissuto, ma di cui non serbava veramente il ricordo. Troppo lontana nel tempo.

Trovo l'ufficio sopra il ristorante di Jimenez, si fece dare la stampata degli indirizzi e un bicchiere d'acqua. Lasciato il centro storico evitando ogni processione, scese in macchina verso il fiume e lo attraverso in direzione di plaza de Cuba. Si sentiva svuotato, affamato e si fermo in un bar sull'avenida Republica Argentina per un bocadillo de chorizo che mangio troppo in fretta, tanto che gli rimase piantato sullo stomaco, duro come il dolore di un lutto, il che era strano, poiche non aveva perduto nessuno dopo la morte di suo padre, avvenuta due anni prima.

La Jefatura si trovava all'incrocio tra l'avenida Blas Infante e calle Lopez de Gomara. Parcheggio sul retro dell'edificio e sali le due brevi rampe di scale fino al suo ufficio, affacciato sulle file ordinate di automobili, un luogo spartano dove non teneva niente di personale. Due sedie, una scrivania di metallo, qualche armadietto grigio. La luce proveniva dalla lampada al neon sul soffitto. Falcon non voleva distrazioni sul lavoro.

Lo aspettavano trentotto messaggi, cinque dei quali del suo immediato superiore, Jefe de Brigada de Policia Judicial, Comisario Andres Lobo, senza dubbio sotto pressione da parte del suo capo, il Comisario Firmin Leon, il cui rapporto di conoscenza con Raul Jimenez Falcon aveva desunto dalle fotografie. Ando dritto nella stanza degli interrogatori dove Ramirez, in piedi, mostrava il pugno a Lucena, come se volesse colpirlo. Chiamo l'ispettore fuori dalla stanza, gli diede istruzioni sulla strategia da seguire nell'interrogatorio della ragazza e lo prego di far scendere Perez. Entro nella stanza degli interrogatori a vedere Lucena, che alzo la testa per poi riprendere subito dopo la stesura della sua deposizione.

«Quello che ha detto all'Inspector Ramirez prima, a casa sua…» comincio: la cattiveria di quella frase lo infastidiva ancora.

«Qualsiasi studente potrebbe dirle che i docenti reagiscono molto male con i cretini.»

«Non c'era altro?»

«Sono sorpreso che le importi, Inspector Jefe.»

Gliene importava invece, e Falcon si domando se si stesse rendendo ridicolo.

«Dubito che mia madre sia mai stata brava a letto come Consuelo, se e questo che si sta chiedendo», disse Lucena.

«Lei e un uomo complicato, signor Lucena.»

«In un mondo complicato», ribatte il giovane, agitando la penna in direzione di Falcon.

«Da quanto tempo frequenta la signora Jimenez?»

«Da un anno circa», rispose Lucena. «Quella era la prima volta che tornavo all'Edificio Presidente da quando ci siamo conosciuti… La mia solita fortuna.»

«E Marciano Ruiz?»

«E curioso come l'Inspector, vero? Io mi annoio facilmente, Don Javier. Marciano e io ci vediamo quando la mia noia diventa insopportabile.»

Entro Perez, informo Falcon sulla stanza in cui si trovava la prostituta e gli diede il cambio nell'interrogatorio di Lucena.

La ragazza, seduta al tavolo, fumava impilando due pacchetti di Fortunas l'uno sull'altro, a ritmo continuo come in uno strano gioco. Aveva i capelli corti, sembrava che se li fosse tagliati da sola e senza uno specchio. Fissava lo schermo spento della TV, ombretto azzurro, labbra rosse. Una parrucca bionda era appesa alla spalliera di una sedia non occupata. Indossava una minigonna scozzese, una camicetta bianca e stivali neri. Era minuta, aveva l'aria di una scolaretta, ma gli occhi scuri rivelavano tutta la depravazione che avevano visto in quella specie di prolungata assenza dai banchi di scuola.

Ramirez accese il registratore, identifico la ragazza come Eloisa Gomez e presento se stesso e Falcon.

«Sai perche sei qui?» domando l'ispettore capo.

«Non ancora. Hanno detto che era per qualche domanda, ma io vi conosco voialtri, ci sono gia stata qui, conosco i vostri giochetti.»

«Noi siamo diversi», disse Ramirez.

«D'accordo. Siete diversi. Chi siete?»

Falcon scosse la testa in modo quasi impercettibile in direzione di Ramirez.

«Eri con un cliente la notte scorsa…» riprese.

«Sono stata con un sacco di clienti la notte scorsa. E la Semana Santa», ribatte la ragazza. «Per noi e il momento di maggior lavoro dell'anno.»

«Piu ancora della Feria?» domando Ramirez, vagamente sorpreso.

«Certamente. Specie gli ultimi giorni, quando arriva la gente da fuori.»

«Uno dei tuoi clienti si chiamava Raul Jimenez. Sei stata da lui ieri sera nel suo appartamento all'Edificio Presidente.»

Вы читаете L'uomo di Siviglia
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату