Matt, tuttavia, capi che non era vero. Attese finche non capi dal respiro che si era addormentata.

«Buonanotte», sussurro.

Si giro sul fianco e s’addormento, mentre la mente riproduceva immagini di un fiume sotterraneo che scorreva ribollendo accanto a un numero infinito di bidoni di veleno per poi scomparire nell’oscurita.

Newark, New Jersey. Dopo essersi fermati quattro volte per chiedere indicazioni, date invariabilmente con il forte accento di quello stato, ci misero di piu a trovare l’ufficio dell’FBI di quanto ci avessero messo da Stamford a Newark. Avevano scelto Newark perche prevedevano di trovarvi un grosso ufficio e perche nessuno dei due voleva entrare in Manhattan. Matt percorse lentamente una strada a tre corsie, supero l’alto Gateway Center in Market Street e si fermo mezzo isolato piu avanti.

«Ecco», disse, mentre Nikki si sfilava il casco, lo agganciava alla moto e si passava la spazzola tra i capelli, «ci siamo.»

«Ci siamo», ripete Nikki, le mani sui fianchi. «Matt, mi sembri angosciato. Credevo che avessimo deciso assieme questo piano.»

«Il fatto e che non mi convince.»

«Capisco. Che ne dici di rendermi il tutto piu facile?» Tese le braccia verso di lui. «Forza», tubo.

«Scusami», borbotto Matt, accogliendo l’invito ad abbracciarla. «Mi riesce ancora difficile capire perche mai la gente non accetti il mio punto di vista su qualsiasi tema come il migliore, per non dire l’unico valido.»

«Puoi entrare con me, se vuoi.»

«Temo che gli agenti dell’FBI non guardino con comprensione chi porta la coda di cavallo, a meno che non sia Steven Seagal. Senti, io vado a telefonare a mio zio da quel telefono a gettoni che abbiamo visto poco lontano di qui, dopodiche forse entrero.»

«Non dovrei metterci molto a presentare una denuncia.»

«Ma qui si tratta di un’agenzia governativa. ‘Non dovrei metterci molto’, non e un concetto ben compreso in quel mondo.»

«Resisti.»

Matt la guardo allontanarsi a grandi passi, fece un passo per seguirla, poi si giro, monto in sella e raggiunse il telefono a gettoni. Nella segreteria telefonica trovo due messaggi. Uno era di Mae, che gli ricordava l’appuntamento alle tre con l’igienista dentale e lo avvisava di avere fissato altri appuntamenti, per i suoi pazienti di quel giorno.

«Spero proprio tu stia bene», aveva aggiunto, con un indubbio tono preoccupato.

Il secondo messaggio, registrato la sera prima, era di Hal.

«Tutto a posto, Matthew. Incontreremo Fred Carabetta domani pomeriggio alle tre nel suo ufficio di Washington. Chiamami per i dettagli.»

Hal rispose al primo squillo.

«Ciao, Matt. Tutto bene?»

«No», rispose, riepilogando rapidamente gli eventi della serata precedente.

«Mio Dio, e terribile», esclamo Hal. «Da dove stai chiamando?»

«Newark. Proprio in questo momento Nikki e all’FBI, a presentare una denuncia.»

«Credo che faresti meglio a portarla via da li», lo esorto Hal. «Stavo proprio per lasciarti un altro messaggio. Grimes ha inviato un messaggio via radio a tutta la polizia chiedendo il vostro arresto.»

«Temevo facesse qualcosa di simile. Di che ci accusa?»

«Omicidio.»

«Cosa?»

«Grimes mi ha telefonato questa mattina, poi e passato da me e mi ha portato a esaminare un cadavere che poi ha portato all’obitorio. Un gigante, quello che e rimasto di lui.»

«Credo di sapere chi sia», borbotto Matt, sentendo il suo stomaco contrarsi. «Si chiama Larry. Lavorava per Grimes.»

«Ancora piu interessante. Da cio che ho potuto vedere, gli hanno sparato in testa in una casetta dalle parti di Tall Pines Road, poi e stato ridotto in cenere quando la casetta e bruciata completamente. Era proprio ben cotto. Mentre tornavamo in citta, Grimes mi ha detto, con aria indifferente, che tu e la dottoressa Solari eravate ricercati per l’uccisione di quel tipo. Voleva sapere se per caso sapevo dov’eri.»

«Come ha fatto a rendermi un indiziato?»

«Ci sono scorte e medicinali ospedalieri nel bosco vicino alla casupola con impronte digitali e tracce di pneumatici di motocicletta tutt’attorno. Grimes pensa che quell’omaccione lavorasse per te quando hai rapito la dottoressa Solari e che tu lo abbia ucciso per non farlo parlare o per evitare che ti estorcesse piu soldi.»

«Bella trovata. Sta allestendo la morte mia e di Nikki, Hal. Forse un omicidio seguito da suicidio compiuto da questo medico impazzito, tanto ossessionato dalla sua paziente da rapirla. Tutto cio che Grimes deve fare e prenderci. Hal, devo fare uscire Nikki prima che parli con quelli dell’FBI. Ti richiamo piu tardi.»

«Siamo attesi nell’ufficio di Carabetta alle tre di questo pomeriggio. Constitution Avenue.»

«Ci saremo», promise Matt.

Fece il giro dell’isolato e smonto dalla Harley dall’altro lato della strada di fronte all’edificio.

«FBI, per favore.»

«Ventiduesimo piano», rispose l’addetto alla sicurezza al bancone di ricevimento nell’atrio, alzando gli occhi dalla rivista il tempo necessario per assicurarsi che chi gli aveva posto quella domanda non fosse cinto di dinamite e non brandisse una mitraglietta.

I sei ascensori erano tutti tra il decimo e il quindicesimo dei ventisei piani dell’edificio. La loro discesa fu tanto disperatamente lenta che a Matt passo per la mente di farsi a piedi i ventidue piani. Era da solo quando entro nella cabina, ma, come era prevedibile, tre persone, due uomini e una donna, si materializzarono proprio mentre le porte stavano per chiudersi e premettero i pulsanti per il quinto, il nono e il diciassettesimo piano. Matt batte la punta del piede e tamburello le dita per tutta la salita, che gli parve durasse un’ora. L’ascensore si apri direttamente nella sala d’attesa.

Grazie a Dio!

Nikki era ancora li, seduta di fronte a un’addetta alla ricezione, e sfogliava una copia di People. Una rugosa donna asiatica occupava una delle altre sedie. Proprio mentre Matt usciva dall’ascensore, un giovane cupamente bello con un mento alla Hollywood usci da uno degli uffici, si avvicino a Nikki e si presento come l’agente in servizio Sherman. Nikki, stupita dall’improvvisa comparsa di Matt, non rispose immediatamente all’agente. Quell’esitazione fu tutto cio di cui ebbe bisogno. Corse al suo fianco e le infilo il braccio sotto il suo, stringendola con forza. Nikki parve momentaneamente scioccata, ma poi si riprese e affronto l’aggressione con freddezza, ma anche con un’espressione che diceva, Sara meglio che la tua giustificazione sia valida.

«Mi scusi se mi sono precipitato qui in questo modo, agente», disse Matt, «ma dobbiamo tornare piu tardi. C’e stato un lutto in famiglia.»

«Ascolta bene, Sara Jane Tinsley. Smettila di dare i numeri e lasciami fare quello che ho da fare. Nessuno ti sta seguendo e nessuno sta cercando di farti del male. Esci e trovati qualcosa da fare o qualcuno con cui giocare. Se non sei capace di occupare il tuo tempo, mettiti a raccogliere il grano.»

«Il grano non e ancora pronto, mamma, e lo sai», ribatte Sara Jane.

«E piu che pronto.»

«No, vuoi solo che io esca cosi quegli uomini possono prendermi. Tu mi odi. Odi il fatto che sono diventata tanto brutta. Credi che sia colpa mia. Pensi che stia alzata tutta la notte solo per infastidirti. Tu non capisci che non riesco a dormire. Per quanto mi sforzi, non riesco a dormire.»

Aveva tredici anni, era alta e sottile, ma non mostrava ancora alcun segno che stava diventando donna. E ora, penso, non m’importa affatto se divento o no una donna. La preoccupavano pero gli uomini che avevano tentato di farla salire sulla loro automobile mentre camminava per strada. Prima l’avevano chiamata per nome e le avevano offerto un grosso panda in peluche se andava con loro. Poi uno di loro, quello magro con il cappello da cowboy, era sceso dall’auto con un pugno di soldi in mano e glieli aveva allungati. Alla vista dell’uomo, Sara Jane si era girata ed era corsa nel bosco. L’uomo l’aveva inseguita, ma non sarebbe mai riuscito ad acciuffarla. Quello era il suo bosco. Nessuno poteva scovarla la dentro, a meno che non lo volesse lei.

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