informazioni irrilevanti e ascoltando rapporti sui risultati di una serie di esami del medico legale. Non era emerso niente di utile. Il pigiama era stato acquistato da «Wal-Mart, il che non e mai un buon segno quando si cerca di ricostruire la storia di un oggetto. Quelli della Scientifica stavano ancora esaminando il l’hard disk estratto dalla bocca della donna; una foto del suo volto veniva mostrata in giro per la citta da investigatori e agenti di pattuglia. Poteva volerci una vita prima che trovassero qualche corrispondenza. Una donna, un tempo attraente e ora morta. Gli archivi della polizia del paese erano pieni di casi come questo.

Rientro in casa e trovo un messaggio sulla segreteria. Schiaccio il pulsante, pensando che potesse essere Zandt con una risposta piu costruttiva alla sua telefonata di prima. Invece era la sua amica Meredith, una sua ex compagna di studi, che si diceva d’accordo: era il momento che si incontrassero, che cenassero insieme e si facessero una bella chiacchierata. Nina non si ricordava di cosa dovessero discutere, ma convenne che fosse giunto il momento. Era passato almeno un anno da quando il suo sfilacciato gruppo di vecchi amici si era ricostituito. Merry viveva nella Silicon Valley, con un marito e tre bambini, apparentemente senza che la cosa le pesasse, come se avesse vinto un concorso. Ora si preoccupava un sacco per cose che Nina reputava inutili, incomprensibili o semplicemente insignificanti, e per di piu la sua acconciatura diventava sempre piu indifendibile. Presto sarebbe stato impossibile guardarla al di sotto dei capelli e ripensare ai tempi in cui Nina si era spanciata dalle risate mentre lei vomitava in una serie di gabinetti in occasione di non meglio precisate feste organizzate da alcuni professori nei loro minuscoli alloggi stipati di libri. La ragazza di allora se ne era andata da qualche parte, rispondendo al richiamo dell’happy hour di qualche bar perso in un passato lontano, e aveva mandato al suo posto la Meredith Jackson mamma perfetta per partecipare agli incontri. A sua volta questa donna doveva essere sicuramente sconcertata dalla piu recente incarnazione di Nina, che continuava a sembrare una donna senza la minima idea di cosa significasse lavorare. Nina sapeva di dovere mantenere i legami con le vecchie amiche, ma spesso si chiedeva perche queste lo volessero. Forse a Meredith piaceva conoscere un agente dell’FBI o forse a Nina piaceva credere di avere ancora qualche legame con la vita reale, credere che al di la dell’universo che la circondava, costituito da assassini, scrivanie, uomini in giacca e cravatta e notti in bianco, ci fosse ancora qualcuno che non voleva altro da lei che un po’ di conversazione, qualche pettegolezzo e un sorriso. Non aveva avuto il coraggio di fare il grande passo e rispondere al messaggio, e cosi si mise a pensare. Fini col chiedersi quale era la differenza tra Merry, o lei stessa, e la giovane trovata al Knights quella mattina; a che livello di deriva della vita si dovesse giungere per finire ammazzata in un motel, impregnata del fumo delle sigarette degli uomini arrivati a prendere nota dei tuoi ultimi istanti, le tue orecchie ormai sorde riempite di discorsi confusi sui piu recenti eventi sportivi e almeno un’osservazione sulle tue tette. John Zandt — che aveva fatto il poliziotto nella Omicidi della citta prima che il Ragazzo delle Consegne rapisse sua figlia — le aveva fatto notare, molto tempo prima, quanto velocemente a Hollywood la vita di una teenager potesse passare dalla A alla B e poi dalla B alla Z; poi c’era il salto dalla Z al cartellino di «Sconosciuta» dell’obitorio. E nessuna di loro sa quanto tutto accadra velocemente e senza ostacoli. Non si tratta di anni, ma di mesi, forse settimane. Potenzialmente, potrebbe accadere nell’arco di una sola notte. Cominci una sera come la bambina viziata e coccolata di qualcuno e ti svegli il sudicio mattino dopo gia privata di tutto cio che non hai ancora imparato ad apprezzare di te stessa. Tutte pensano di essere delle star, ma in realta non sono altro che carne da cannone in attesa di vedere amici, amanti e destino infrangere le loro promesse.

Nina entro in casa e si verso un bicchiere di vino. Quindici minuti dopo stava dormendo. Si sveglio di soprassalto e quando finalmente le giunse il suono del telefono, si alzo barcollando dalla poltrona convinta di arrivare in ritardo: l’impressione era che stesse suonando da molto, come se si sforzasse di strapparla a un sogno in cui un vecchio stava tentando di violentarla in una stanza buia.

Nell’andare a rispondere sbatte sia contro la porta a vetri sia contro il bancone ed era pronta a dirne quattro a Zandt. Ma anche questa volta non era John.

Era Monroe. «Faresti meglio a tornare qui,» disse senza preamboli. «Abbiamo trovato qualcosa.»

Incontro Monroe nell’ufficio di Doug Olbrich. Olbrich era un tenente della sezione Speciale 1 — la divisione Rapine e Omicidi — che si occupava della raccolta dati per gli identikit e dei casi che presentavano legami tra omicidi e riciclaggio del denaro. Era alto, slanciato e con i capelli a spazzola.

«Ciao, Doug.»

«Ciao, Nina. Come vanno le cose?»

«Come al solito. In realta e un po’ che non parlo con John, ma se lo avessi fatto, sono sicura che ti avrebbe mandato i suoi saluti.»

Davanti a Olbrich c’era un piccolo fascicolo di carte e qualcosa di chiuso in una busta di plastica trasparente. Sullo sfondo c’erano tre poliziotti che confabulavano attorno a una scrivania. Dal lato della scrivania di Olbrich vicino alla porta stava appollaiato un tipo magro di colore, in maniche di camicia, che Nina ebbe l’impressione di conoscere.

«Nina, questo e Vincent,» disse Olbrich. Nel frattempo Monroe le porto una tazza di caffe che lei accetto riconoscente.

«Mi ricordo,» disse, «sei un topo da laboratorio, no?»

Monroe si acciglio, ma il tecnico sorrise allegramente. «Sono Vince Walter, fanciullo prodigio della tecnologia.»

«Sono i miei preferiti,» disse lei sentendosi stanca. «Allora, cos’hai per noi, Vince?»

«Questo,» disse Olbrich, spingendo la busta verso di lei. «E quello che c’era dentro.»

Ripulito del sangue e non piu infilato nella bocca di qualcuno, l’oggetto aveva ritrovato la sua ordinaria fisionomia di strumento tecnologico. Misurava all’incirca cinque centimetri per dodici ed era spesso poco piu di mezzo centimetro. Un’estremita era coperta di connettori color oro e l’altra era piatta. La parte superiore era costituita da una placca di metallo con due adesivi che una volta erano stati bianchi, mentre ora erano macchiati irregolarmente di un marrone sbiadito. Nella parte sottostante si vedevano le filiformi tracce verdi di un circuito stampato. A un terzo dalla sommita c’era un piccolo cerchio, probabilmente il punto intorno al quale il disco interno ruotava quando era in funzione. Un’etichetta diceva: «Garanzia non valida se il sigillo viene rotto.» «Non e valida nemmeno se e stato trovato nella bocca di una donna morta?» si chiese Nina.

«Un hard disk,» disse la donna, diligentemente. Gli uomini stavano evidentemente andando a parare da qualche parte, ognuno cercando di rivendicare l’esclusiva.

«Giusto,» disse Vince. «E un Toshiba MK4309, con capacita di poco superiore ai quattro giga, sorpassato rispetto agli standard attuali, e il numero di serie ha confermato che e stato prodotto circa due anni fa.»

«Siamo stati inoltre in grado di stabilire che il disco e stato installato in stabilimento su una macchina assemblata in Giappone e importata negli Stati Uniti a meta del 2002,» intervenne Monroe. «Lo stiamo facendo girare proprio adesso. Potrebbe dirci chi era la donna, o forse no.»

«Ci sono ancora delle persone che girano per strada con le foto della vittima,» aggiunse Olbrich. Nina lo aveva incontrato diverse volte in precedenza, quando Zandt faceva ancora parte della Omicidi, e l’uomo l’aveva impressionata perche si era rivelato uno dei detective meno narcisi che avesse mai conosciuto. «Sappiamo che il giorno in cui e morta non aveva mangiato molto, ma aveva in compenso bevuto un sacco. Due ore fa ho mandato due detective in tutti i bar e i locali dei dintorni del Knights. La prima volta non avevamo trovato niente, ma…»

«E nella stanza non avete ancora trovato niente sull’assassino?»

Lui scrollo le spalle. «Niente impronte, ne fibre, niente sulla vittima. A quanto sembra questo tizio non ha mosso foglia.»

«E per quel che riguarda il disco?»

«Era vuoto,» rispose Olbrich, «eccetto per due cose.»

«Due cose,» ripete il tecnico, risoluto a non perdere il suo momento di gloria. «Il file piu grande e un MP3 di sette mega, un brano musicale.»

«E l’Agnus Dei del Requiem di Faure,» disse Monroe. «Un brano piuttosto noto, sembrerebbe. C’e della gente che sta cercando di capire che registrazione sia, e in ogni caso cercheremo di rintracciare acquisti recenti di CD, ma non mi aspetto molto perche avrebbe potuto anche essere stato scaricato da Internet, per quanto ne sappiamo.»

«E dunque?» disse Nina stufa di incalzarli.

«Prima mi hai chiesto da dove veniva,» disse Monroe. «Hai detto che poteva saltar fuori qualcosa. Si direbbe che tu abbia ragione.»

Spinse il pezzo di carta verso di lei. «Leggi questo.»

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