be’, cavolo, siamo o non siamo tutte creature di Dio? Non siamo altro che esseri umani. Non e questo quello che dice la Bibbia? Allora cosa importa se un bambino viene cresciuto da qualcuno che non e suo parente o lontano da dove e nato? Dagli una buona sistemazione e puo darsi che non accada mai nulla. Ho visto questo metodo funzionare centinaia e centinaia di volte. Non e sempre facile, ma funziona, ed e una delle cose che mi fa credere che noi umani non siamo poi cosi cattivi, in fondo.»
Scosse la testa. «Trovare una famiglia adottiva per Paul non era cosi semplice. Venne sistemato in tre famiglie diverse da allora: la prima duro un anno, un altro affidamento presso una coppia che aveva gia una figlia piu grande. In quel periodo ero alle prese con problemi personali piuttosto seri: mio marito si era ammalato. Un lunedi mattina arrivai al lavoro con il mio carico di pensieri e mi venne detto che Paul si trovava in una stanza a un altro piano. Lo avevano trovato seduto sui gradini quando la gente aveva cominciato ad arrivare al mattino. Non era fuggito, era stata la famiglia a portarlo li. Fece avanti e indietro per qualche mese, poi riuscimmo a trovargli un’altra famiglia, con la quale Paul resto due anni interi, fino a quando lui non ebbe dieci anni. Poi, un giorno, sentii bussare alla porta del mio ufficio: era la madre adottiva. La donna mi disse, cortesemente, che non ce la facevano piu, che il problema non era Paul, ma solo il fatto che adesso lei aveva una bambina sua e avevano deciso che l’affidamento non faceva piu per loro. Io mi infuriai, glielo giuro. Le cavai gli occhi, quasi. Quello non era il modo di comportarsi. Pero… non si puo lasciare un bambino con persone che non lo vogliono piu.»
Prese la tazza, si accorse che il caffe era freddo e la rimise giu. «Ne vuole…»
«Va bene cosi,» dissi. «La prego, continui.»
«Rividi Paul a casa, poco dopo. Ero dispiaciuta per il bambino. Gli dissi che pensavo lo avessero trattato ingiustamente. Lui si limito a fare spallucce. ‘Ce l’ho gia una famiglia,’ ripete. Mi preoccupai nel sentire che pensava ancora una cosa del genere e cercai di fargli capire che non era il caso, e che ci doveva aiutare a trovare un altro nucleo familiare con cui potesse stare. Aveva avuto un padre e una madre naturali, e questo sarebbe stato vero per sempre, ma ora doveva stare con qualcuno di diverso. ‘Non parlo di loro,’ disse. ‘Loro non erano reali, ma avevo un fratello e lui era vero, era proprio uguale a me.’ Mise un forte accento su quel ‘proprio’: ‘Proprio uguale a me’, fu quello che disse.»
Fece un sorriso stentato. «Naturalmente non gli credetti, pensai che fosse semplicemente una sua fantasia; c’era qualcosa in lui a quei tempi che era un po’… Non saprei. Ma quando lei e apparso sulla porta, stasera, ho capito che dopo tutto aveva ragione. Aveva un fratello, proprio uguale a lui.»
Annuii, perche dovevo farlo, ma stavo pensando che si sbagliava e che anche lui si sbagliava. Io gli assomigliavo fisicamente, pianto e basta. Ero comunque sorpreso che avesse potuto notare la somiglianza, se Paul era un bambino l’ultima volta che lei lo aveva visto.
«Alla fine ne trovammo una disponibile. Lo sistemammo in una famiglia qui in citta ed era li da un anno quando si trasferirono in un altro stato e lui ando con loro. Qualunque cosa fosse a non essere andata bene, quella volta funziono. Ecco tutto.»
La fissai.
«Cosa c’e?» disse.
Continuai a guardarla.
Lei abbasso lo sguardo sulle sue mani e parlo con voce pacata. «Che cosa ha fatto?»
«Mrs. Campbell,» dissi. «Mi dica quello che non mi ha ancora detto. Devo sapere assolutamente.»
Rialzo lo sguardo su di me e quando parlo lo fece velocemente, con lo sguardo vitreo. «Pochi anni dopo incontrai il marito della coppia che lo aveva abbandonato sugli scalini dell’edificio. Non avevo piu saputo nulla di loro da quel giorno — quando ti comporti in quel modo con un bambino vieni cancellato dalle nostre liste e rischi il tribunale. In effetti, c’eravamo quasi arrivati, ma poi la moglie si ammalo, e cosi… soprassedemmo. Vidi quell’uomo dall’altra parte della strada e distolsi volontariamente lo sguardo, ma subito dopo corse verso di me in mezzo al traffico. Arrivo, mi si piazzo davanti e comincio a parlare. Mi disse che sua moglie aveva un cane, quando Paul viveva con loro. Disse che per la maggior parte del tempo in cui visse in casa loro, il bambino fu bravo, bravissimo, quasi come se avesse deciso che quello era il modo in cui le cose stavano e che doveva farsene una ragione. Andava quasi sempre d’accordo con la loro figlia. Ma con il cane, Paul non si trovava e quando abbaiava lo odiava, perche diceva che lo guardava in modo strano. Era un cane piuttosto vecchio, la moglie lo aveva dai tempi dell’universita e lo amava piu di qualsiasi cosa al mondo. ‘Anche piu di me,’ era solito dire il marito, ma andava bene cosi: anche a lui piaceva quell’animale. Quel vecchio cane sonnacchioso non faceva granche, dormiva nel cortile sul retro e sbatteva la coda sul pavimento ogni tanto.»
Si fermo per prendere un respiro profondo. «Poi un giorno Paul entro in casa di corsa dicendo che il cane aveva avuto un incidente. Si precipitarono tutti a vedere. Il cane giaceva steso con il corpo per meta all’interno del cortile e per l’altra meta nella stradina esterna sul retro della casa, con la testa devastata come se fosse stata presa dalle ruote di una macchina. Paul piangeva a dirotto e si disperava, cosi il cane fu sepolto in fretta e fu solo a tarda sera, quando erano entrambi seduti a letto, che la moglie dell’uomo disse qualcosa. Non guardo l’uomo e parlo piano, come se si rivolgesse al muro. Disse che in tutti gli anni che avevano vissuto in quella casa, il cane non si era mai avvicinato alla strada sul retro. Disse che le sembrava strano che qualcuno fosse andato cosi velocemente da non riuscire a fermarsi. E aggiunse che era molto singolare che fosse solo la testa a essere cosi pesantemente danneggiata, strano che entrambi gli occhi e la bocca fossero cosi malconci.
«Il marito ci riflette su e per quella sera fu tutto. Alla fine si addormentarono. Questo accadde una settimana prima che riportassero Paul. Il marito ammise di non poter spiegare perche erano sicuri, che non avevano prove, ma quello che era accaduto era piu che sufficiente. Sua moglie non voleva piu tenerlo.»
Mrs. Campbell alzo un dito per impedirmi di dire qualcosa. «No, adesso mi ascolti. Pensai che potesse trattarsi di una sorta di menzogna esagerata detta per giustificare il loro gesto, e che probabilmente questa impressione era leggibile sul mio volto. L’uomo si limito a scuotere la testa e a dire che se avessi guardato negli occhi sua moglie per tutti quegli anni, avrei saputo capire cosa era vero e cosa no. Poi se ne ando e non lo rividi mai piu.»
«Gesu,» dissi.
«Giusto.» Annui. «E l’ultima cosa riguarda solo me; gliela diro e poi se ne dovra andare. Sei o sette anni dopo quel fatto, non molto prima che andassi in pensione, ci fu un incendio. Muriel ha detto di avergliene accennato. Andarono persi molti documenti.»
«Si, me l’ha detto.»
«Una cosa che Muriel non sa, pero, e questa. Quella mattina ero in ritardo per andare al lavoro — il tram si era rotto e avevo dovuto fare a piedi sei isolati. Quando arrivai la, l’edificio era gia in fiamme e la gente correva avanti e indietro per la strada. Avrebbe potuto essere un giorno ancora piu tragico, anche se comunque morirono quattro persone e molte altre rimasero ustionate. L’incendio scoppio quando il palazzo era pieno di gente. E mentre mi trovavo li, cercando di rendermi conto dell’accaduto, avvertii una strana sensazione alle mie spalle. Mi voltai e…»
Degluti a fatica. «Lui era li, dall’altra parte della strada, e osservava. Era cresciuto, ormai era un ragazzo. Aveva lo stesso aspetto che lei ha adesso, era solo piu magro. Lo vidi solo per un attimo e poi scomparve. O forse non lo vidi affatto. Talvolta penso di aver visto quel viso e di averlo riconosciuto. Ma il piu delle volte, penso sia stata solo una proiezione mentale ed e questo il motivo per cui non ne ho mai fatto cenno a nessuno. Nemmeno a Muriel, che era come una figlia per me, e che lo e ancora quando ha tempo.»
«Era lui,» dissi piano. «Era Paul.»
Mi afferro per il braccio, con le sue dita forti e sottili. «Quello che non deve assolutamente pensare e che questo abbia a che fare con il suo essere stato dato in affidamento, con i genitori che lo adottarono e che tentarono disperatamente di dargli una vita normale. Non ando cosi. Queste persone hanno aiutato Muriel e migliaia di altri come lei a crescere.»
«Lo so,» dissi. «Nemmeno i miei genitori erano quelli naturali, tuttavia mi amarono piu di quanto io abbia mai meritato.»
Questo la sorprese, ma si contenne. Si alzo in piedi e capii che il tempo a mia disposizione era scaduto.
Alla porta, mentre ero nella veranda mi afferro nuovamente il braccio e mi disse un’ultima cosa.
«Ho passato tutta la mia vita con i ragazzi e nel complesso mi e piaciuto molto. Ma un aspetto della mia visione del mondo cambio in quel periodo e per una buona ragione.»
«Cos’era?»
«Continuo a credere che siamo tutti esseri umani,» disse facendo un passo indietro e chiudendo la porta