Nina lesse:
«Il sonno e delizioso. La Morte ancora meglio. Non essere nati e evidentemente il miracolo.»
«Cristo,» disse Nina alla fine.
«Ha gia ucciso in precedenza,» disse Monroe.
«O vuole che noi lo pensiamo.»
Monroe fece un sorriso tirato. «Possiamo essere sicuri che e capace di rifarlo. Su questo siamo tutti d’accordo, vero?»
«Si,» disse lei. «Su questo sono d’accordo.» Le bruciavano gli occhi. «Da cosa e tratta la citazione?»
«Non lo sappiamo ancora.»
«Ti senti bene, Nina?» Questa volta era stato Olbrich a parlare.
Lei annui continuando a fissare il biglietto. «Sono solo incazzata. Un biglietto che dice: ‘Eccomi qui’ e un
«Non e strano questo parlare di se in terza persona?» disse Olbrich.
«Non particolarmente,» rispose Nina. «E stato notato molte volte negli interrogatori. Ted Bundy, per esempio. Potrebbe essere un modo per permettere loro di aprirsi. La teoria dice che in questo modo riescono a descrivere crimini dai quali altre parti della loro mente desiderano dissociarsi. Nel caso di Bundy questo gli permise anche di descrivere situazioni ipotetiche — ‘Immagino che un assassino in una situazione del genere farebbe questo e questo’ — senza ammettere effettivamente la propria responsabilita. Riusciamo a sapere qualcosa dalle caratteristiche tecniche del file di testo?»
«No, mi dispiace,» disse Vince. «L’hard disk e in un formato standard per PC ma il file non ha alcuna indicazione sul sistema operativo utilizzato: potrebbe essere stato scritto su qualsiasi cosa che va da un supercomputer a un Palm V. C’e qualcuno ai piani bassi che sta setacciando la struttura della directory ma anche in questo caso e meglio non farsi troppe illusioni. Il disco era stato accuratamente ripulito prima di metterci questi file. Abbiamo a che fare con qualcuno che se ne intende di computer.»
«Il che potrebbe essere comunque un’informazione utile,» disse Monroe.
«Assolutamente si,» disse Nina. «Questo ci dice che e sotto i cinquanta e vive da qualche parte nel mondo occidentale.»
Monroe si giro e la guardo. Nina decise che sarebbe stata una buona idea tornarsene a casa al piu presto.
«Una copia di questo materiale ora e a Quantico, alla sezione Profili,» disse Monroe. «Dovrebbero farsene un’idea a breve.» Il tono di voce era un po’ piu alto del solito. Suonava serio, zelante, professionale, ma c’era anche una punta di eccitazione. C’era da aspettarselo: se non ti esaltasse andare a caccia dei cattivi, non saresti nelle forze dell’ordine. Ma fin dalla prima volta che aveva lavorato con lui, quando aveva arrestato un killer chiamato Gary Johnson, che alla meta degli anni ’90 aveva ucciso sei donne anziane in Louisiana, Nina non aveva dubitato che i progetti di Monroe fossero ben altri. I crimini e le loro soluzioni erano solo dei mezzi per raggiungere un fine. Lei non riusciva bene a capire quale potesse essere questo fine — la politica? Avere a disposizione l’ufficio ad angolo piu grande di tutti gli Stati Uniti? —, ma sapeva che quel fine gli dava piu motivazioni che la necessita di guardare negli occhi i parenti delle vittime e dire: «Abbiamo preso l’uomo e non uscira mai piu di galera.» Forse c’era qualcosa di non troppo stupido in tutto questo. Nelle poche occasioni in cui Nina era stata in grado di fare qualcosa secondo questi principi, l’espressione attonita sulle facce dei suoi ascoltatori non era cambiata di molto. Sei madri e nonne muoiono anzitempo e in modi spregevoli; il tizio responsabile viene rinchiuso in una scatola di cemento per il resto della sua vita. Come baratto non sembrava funzionare un granche. Certo, nessuno vuole finire in prigione, e in modo particolare in Louisiana, per aver ucciso, tra le altre, due donne anziane di colore. Non ti va di alzarti ogni mattina dalla tua striminzita branda di metallo domandandoti se e questo il giorno in cui qualche pazzo che vuole ancora bene alla mamma decidera di rallegrare la giornata di tutti tagliandoti la faccia con un cucchiaio appuntito. Ma Nina non credeva che la maggior parte degli assassini avvertisse appieno la forza della carcerazione, per la semplice ragione che loro non interpretavano la realta come facciamo noi altri. A ogni modo, dovevano pur sempre vivere: mangiare, dormire, andare in bagno. Guardavano la televisione, leggevano i fumetti. Seguivano dei corsi e si districavano nel labirinto di appelli che sperperando il tempo di tutti bruciavano abbastanza soldi pubblici da poterci costruire meta di una scuola. Questo, naturalmente, era un loro diritto. Quello che non dovevano fare era starsene sdraiati, da soli, in una buca scavata nel suolo, senza nessuna compagnia se non il rumore del terreno che si assesta. Loro non dormivano, con le braccia lungo i fianchi, in un loculo che i loro figli non potevano permettersi e del quale percepivano la crescente umidita, l’inizio della decomposizione.
Quindi si, forse Monroe vedeva le cose razionalmente. Combattere la battaglia giusta, risalire la scala. Poi tornare a casa dalla moglie e gustarsi una bella cenetta guardando il telegiornale di mezza sera. Chi puo dirlo — potresti anche esserci tu, che salvi il mondo. Sarebbe bello. La conclusione del discorso era che l’FBI non era direttamente incaricata di investigare sugli omicidi seriali. Monroe si era lasciato coinvolgere per motivi di avanzamento di carriera. E allora? Qual era la sua scusa, invece?
«Tornatene a casa, Nina,» disse Monroe. «Fatti una dormita. Mi servi in piena efficienza domani mattina presto.»
Nina alzo lo sguardo, sorpresa dal tono della sua voce, e capi di essersi estraniata per circa trenta secondi. Vince le stava gettando uno sguardo lievemente incuriosito; Monroe la osservo senza troppa simpatia. Solo Olbrich