Nina non mosse la testa. «Era un tizio che conosco della polizia di Los Angeles. E a capo della task-force che si occupa dell’assassino dell’hard disk.»
«E quindi?»
«Gli ho chiesto di recuperare alcuni rapporti. Ha qualcuno che e molto bravo in questo genere di cose.» Improvvisamente, e senza preavviso, colpi il cruscotto con tutta la sua forza. «Ho mandato all’aria tutto, Ward.»
«Perche?»
«Olbrich e entrato in possesso del dettaglio delle chiamate del cellulare di John. Ha rintracciato la provenienza di alcune telefonate e ha scoperto che tre giorni fa John ha fatto una chiamata a un numero che ho riconosciuto essere quello del tuo cellulare.»
«Si, bella scoperta. E quando ci siamo messi d’accordo per incontrarci a San Francisco. Quando mi ha detto di trovarsi in Florida.»
Nina annui, senza aprire bocca. Si guardo le mani, che teneva in grembo. La cuticola sotto l’unghia rotta stava sanguinando.
«Dimmi tutto Nina.»
«John ha mentito,» disse. «Sono almeno sei settimane che non va in Florida. Si trovava a Portland il giorno in cui Ferillo e stato ucciso.»
Parte III
Il rumore della pioggia
Capitolo diciannove
Il cadavere venne ritrovato tra i cespugli. Capita. Ci sono persone che vengono ritrovate nei boschi, in camere da letto surriscaldate e in disordine, nei cortili sul retro delle case, nei parcheggi e nelle uscite posteriori dei cinema, nelle piscine o dentro le automobili. Si puo essere trovati morti praticamente ovunque, ma di solito i cespugli sono il posto peggiore. In questi casi le condizioni dei corpi e le posizioni in cui vengono rinvenuti lasciano poco spazio al confortante dubbio che si possa trattare di qualcuno semplicemente assopito, ubriaco o svenuto, in un modo o nell’altro privo di conoscenza ma ancora in grado di essere riportato tra i vivi. Un Morto tra i cespugli e un morto con la «M» maiuscola.
I cespugli in questione delimitavano il lato posteriore del piazzale di parcheggio del Cutting Loose, un salone di acconciatore sulla strada principale di Snoqualmie. Come accade spesso, il corpo venne ritrovato da un uomo che stava portando a spasso il cane nelle prime ore del giorno. Dopo avere mantenuto la lucidita per un tempo sufficiente per fare una chiamata dal cellulare, aspettare nei pressi del luogo — ma abbastanza distante da evitare di attirare i curiosi — e alla fine per indicare la strada a due poliziotti mandati dallo sceriffo, quest’uomo si trovava ora seduto sull’altro lato della strada, con la schiena appoggiata a una recinzione e la testa tra le ginocchia. Accanto a lui c’era il suo cane, confuso dall’odore di vomito, ma leale e fedele. Il cane sapeva che al ritorno a casa sarebbe stato confinato nella sua cuccia per tutto il resto della giornata, mentre l’uomo sarebbe uscito per fare quel che faceva tutti i giorni quando non si occupava di lui. Di conseguenza non sembrava avere fretta di rientrare. Se il prezzo da pagare per un po’ di liberta extra era stare seduto sull’asfalto umido di pioggia nei pressi di un rigurgito maleodorante, a lui andava bene. Lecco la mano del padrone per manifestargli il suo appoggio morale e ne ricevette in cambio una carezza distratta.
In quel momento uno degli agenti stava trasmettendo la notizia via radio. L’altro si trovava a qualche metro dal corpo, con le mani appoggiate sui fianchi. Non aveva visto molti cadaveri prima di allora, e in questo c’era qualcosa di terribile. Era sinceramente contento che di li a poco sarebbero arrivati altri colleghi per prendere la situazione in mano, che non sarebbe stato piu compito suo passare i giorni, le settimane, i mesi successivi a cercare di scoprire quale processo avesse trasformato una persona viva in quella creatura illividita dal rigore della morte, quale viaggio quella donna avesse compiuto per arrivare fino a li. Non aveva voglia di soffermarsi troppo sulla psicologia di un uomo — ammettendo che si trattasse di un uomo, visto che era quasi sempre cosi — che considerava normale, o addirittura semplicemente comodo, scaricare come immondizia una persona morta a pochi metri dalla strada. E forse peggio, perche la gente di solito si preoccupava perlomeno di mettere la spazzatura dentro i sacchetti, mentre quella donna era stata abbandonata come se valesse ancora meno, come se non meritasse nemmeno la sepoltura temporanea che le persone riservavano a barattoli e scatole di cereali vuoti.
Udi il suo collega concludere la conversazione e decise di aver visto abbastanza. Tuttavia, mentre si voltava non pote fare a meno di notare qualcosa che luccicava all’altezza della testa di quella cosa morta. Andando contro il suo istinto, ma comportandosi come un vero detective, fece un passo verso il corpo e si piego per dare un’occhiata piu da vicino.
Anche se la cosa non era ancora stata discussa ufficialmente, appariva evidente a chiunque che non ci sarebbe voluto ne il lavoro di un genio ne molto tempo per determinare la causa del decesso. La donna indossava un abito elegante, o quello che ne rimaneva. Al di sotto del collo, il suo corpo aveva l’aspetto di qualcosa che nessuno avrebbe voluto toccare con piacere, frutto del noncurante lavoro compiuto dalla morte dopo l’accaduto. Era sopra il collo che era successo qualcosa mentre era ancora viva. C’era un oggetto conficcato nella sua testa che era a tal punto coperto di sangue rappreso e altro materiale nerastro da rendere difficile il distinguerne le forme. Era proprio al centro del viso, sopra le sopracciglia, illuminato dal pallido sole del mattino.
«Fai attenzione, amico,» disse il suo compagno. «Se incasini la scena del delitto ti strappano il buco del culo per metterselo come anello.»
«Lo so, lo so,» disse.
Si avvicino ancora di qualche metro. Chino leggermente la testa per evitare il riverbero. L’odore insolito e la vista terribile rendevano lo spettacolo sgradevole.
In quello scempio che una volta era stata la fronte della donna c’era qualcosa che appariva fuori posto.
L’agente trattenne il respiro e si avvicino ancora di qualche centimetro. Da quella distanza era impossibile non vedere le formiche e gli altri insetti che si affrettavano a compiere il loro lavoro, come se sapessero che di li a poco sarebbe arrivato qualcuno a sottrarre loro il tesoro. Ma si vedeva anche che c’era qualcosa infilato nella fronte del cadavere. L’estremita sporgente aveva la larghezza di una carta da gioco, pur essendo molto piu spessa — mezzo centimetro o forse anche di piu. Il luccichio era prodotto da quelle parti dell’oggetto che non erano ricoperte di sangue rappreso. Sembrava essere fatto essenzialmente di un metallo cromato o di qualche lega lucida. L’estremita inferiore sembrava fatta di plastica nera.
Quando il suo compagno si avvicino a sua volta per dare un’occhiata, col suo corpo copri il sole, e improvvisamente parte di quel luccichio scomparve. Di conseguenza l’agente riusci solo a scorgere qualcosa che assomigliava a un’etichetta oblunga che correva lungo il fondo dell’oggetto.
«Che cazzo e questa roba?»
Poco dopo le nove era ormai stato stabilito che l’oggetto che spuntava dalla fronte della donna era un piccolo hard disk, del tipo montato sui computer portatili. Non ci volle molto perche l’informazione arrivasse