finestra.
Alla porta dell’appartamento d’angolo, solo un paio di metri oltre la lunga finestra di Pen, Alicia Bonner stava abbarbicata al suo boyfriend. La diciottenne Alicia, che evidentemente si ispirava alla moda dei film di
Il tetto sporgente riparava Alicia e il suo amico dalla pioggia.
La ragazza spinse una mano sotto la cintura dei jeans di lui. Poi si contorse, le cosce strette attorno alla gamba sollevata del ragazzo.
Dev’esserci un modo per cancellarlo dalla mente, penso Pen. Riavvolgere il nastro, premere un tasto, cancellare la voce come la si cancella da un nastro magnetico.
Sentiva bisbigliare dietro la finestra.
Per quanto tempo continueranno?
Il tempo che ci vuole. Giusto.
Pen poso il coltello sul tavolo, si sdraio sul letto, sistemo il cuscino sulla faccia e sospiro.
Finche rimangono la fuori, concluse, non devo preoccuparmi del mio amico.
Cerca di dormire.
Nonostante il cuscino sulla testa, sentiva la pioggia, certi momenti un rumore di stivali sul cemento, qualche bisbiglio.
Grazie per fare da sentinelle, ragazzi.
Si accorse di rilassarsi, stava quasi per addormentarsi.
Va meglio, ma devo andare in bagno.
Con un gemito soffocato, si costrinse a scendere dal letto. Si slaccio i jeans mentre attraversava la stanza buia e stava abbassando la lampo quando si fermo a meta strada.
Ah, gia.
Il cordone.
All’inferno.
Un piede avanti per non perdere l’equilibrio, ma il cordone lo trattenne.
Inciampo, tese le braccia mentre si tuffava oltre la porta. Ando a sbattere contro la parete del corridoio con la testa.
Le stelle. Una galassia. Che turbinavano.
Suonare. Pen senti suonare.
Meglio che risponda al telefono.
Ma qualcuno le conficcava una forchetta nel cervello attraverso un foro rotondo nel cranio. Che scavava intorno tirando fuori pezzetti di materia grigia.
Meglio che risponda al telefono mentre mi rimane abbastanza cervello per…
Un momento. Ho staccato i due telefoni.
Come puo far squillare il telefono se l’apparecchio e staccato?
Non e il telefono, e il campanello della porta.
Le si strinse lo stomaco. Il suo cuore batteva all’impazzata, i colpi le rintronavano nella testa.
Si serro la testa fra le mani con un gemito.
Non c’era nessun buco. Solo un bernoccolo delle dimensioni di una pallina da golf.
Il suono cesso.
Pen apri gli occhi. Il corridoio era appena rischiarato dal riflesso delle prime luci del mattino.
Giaceva a stomaco in giu sul pavimento, la guancia contro il tappeto. Si tiro su appoggiandosi a mani e piedi, strinse forte gli occhi mentre una fitta di dolore le dilaniava la testa.
Fortuna che non ti sei ammazzata, da come…
Rumori dalla porta d’ingresso. Qualcuno tentava di forzare la maniglia? Un leggero grattare e il clic di metallo contro metallo.
Pen libero i piedi dal cordone e si alzo. Corse in camera e afferro il coltello sul comodino. Le batteva la testa. La nuca bruciava a ogni passo quando di corsa scavalco il cordone, balzo nel corridoio fino in soggiorno.
La porta d’ingresso era aperta!
Solo di pochi centimetri, ma abbastanza da lasciar passare una mano.
La mano stringeva lo schienale della sedia, scuotendola, nel tentativo di allontanarla da sotto la maniglia.
6
«Sbrigati!»
«Sto provando.»
«Lascia fare a me.»
«Quasi fatto.»
«Andiamo!»
Con la mano sinistra sulla maniglia esterna, Bodie spinse la porta con il braccio destro. La sedia all’interno scivolo di poco. Lui la tiro. Era sicuro di poterla scostare, ma si chiedeva che cosa Melanie gli avrebbe chiesto di fare con la catena di sicurezza. Aprire la porta con un calcio e staccare il supporto dal muro?
Poi senti un rumore di passi pesanti. Qualcuno caricava dall’altra parte dell’uscio.
«Bastardo!»
Bodie si ritrasse contro Melanie, abbasso il braccio. Dalla fessura spunto fuori una lunga lama. Lui indietreggio barcollando il piu rapidamente possibile mentre la lama si avvicinava. La punta gli scalfi quasi un fianco.
I suoi piedi incontrarono quelli di Melanie. Bodie cadde contro la ragazza. Le sbarre della balconata mandarono un tintinnio quando Melanie le colpi.
Un braccio coperto da una felpa blu agito un coltello tagliando l’aria.
«Pen!» farfuglio Melanie.
Il braccio si fermo. La lama si inclino verso l’alto. Il braccio si ritrasse dall’apertura. Dopo un momento una mezza faccia apparye nella fessura, un occhio sbircio fuori attraverso alcune ciocche di capelli biondi. E piu basso, un seno nascosto dalla stessa felpa.
«Melanie?»
La mezza faccia e il seno si ritirarono. La porta si chiuse. Bodie senti la catena contro la porta, poi l’uscio si spalanco.
Questa sarebbe la playmate dell’anno? Si chiese Bodie. La sorella bellissima?
Meno male che aveva posato il coltello. Con le dita tremanti lei scosto i capelli dalla faccia. «Mio Dio, avrei potuto ucciderti!» mormoro.
«E solo una ferita di striscio», brontolo Bodie, e reggendosi il fianco si rialzo.
Pen si sporse e guardo attorno per vedere se qualcuno aveva assistito all’aggressione. «Entrate», bisbiglio.
Bodie lascio entrare prima Melanie. Pen chiuse la porta alle sue spalle. E si appoggio all’uscio. Sembrava confusa, mortificata. «Io non… Mi dispiace tanto… Non so che cosa dire.»
«Che succede?» volle sapere Melanie.
Pen si strinse nelle spalle. Aveva i jeans sbottonati, si vedeva la pelle sopra le mutandine bianche. Parve accorgersene nello stesso momento in cui se ne accorse Bodie. Tiro su la lampo e allaccio il bottone alla cintura. «Ho avuto dei guai», mormoro, sfregandosi la nuca. «Venite, prendiamo una benda.»