Bodie e Melanie la seguirono in un breve corridoio. Passando davanti alla camera da letto, Bodie vide un cordone teso sul fondo della porta.
Che accidenti succede? Si domando.
Pen lo prego di sedersi in bagno e di levarsi la camicia. Lui abbasso il coperchio del water e sedette. Mentre si sfilava la camicia, Pen prese un disinfettante e una scatola dall’armadietto dei medicinali. Inumidi una garza nel lavabo.
«Faccio io», intervenne Melanie.
La ragazza si accuccio accanto a Bodie, gli ripuli il sangue e premette la garza bagnata sul taglio. Con il braccio alzato, Bodie osservava. Lei mise via il batuffolo. Sotto l’ultima costola c’era un bel graffio. Il sangue sgorgava. Melanie torno a coprire la ferita.
Pen svolse una benda. «Non capisco», disse con voce smarrita. «Come mai siete qui?»
«Ho avuto una visione», spiego Melanie.
«Di me?» fece Pen corrugando la fronte.
«Non ne sono sicura.» Melanie sollevo il batuffolo di garza e spruzzo il disinfettante sulla ferita. Bodie non pote fare a meno di ritrarsi. Mentre il sangue riprendeva a spillare, Melanie prese la benda dalla mano di sua sorella e la premette sul taglio. «Fatto», annuncio.
«Grazie.»
«Siete venuti da Phoenix… a causa di una visione?»
«Esatto.» Melanie si rialzo. «Ah, questo e Bodie, fra l’altro.»
«Mi dispiace di averti ferito, Bodie», disse Pen. Appariva cosi mortificata che lui credette stesse per piangere.
«Non preoccuparti.»
«Credevo che fosse… qualcun altro.»
«Chi?» volle sapere Melanie.
«Non lo so. Ieri sera ho ricevuto delle telefonate oscene.» Pen si volto, infilo la mano nell’armadietto dei medicinali e prese una boccetta di pillole. Poi si accorse di aver sbagliato prodotto e strinse con le dita il ripiano. Aspirina. Dopo aver riempito un bicchiere d’acqua, inghiotti quattro pastiglie. «Sono a pezzi», mormoro. «Ho sbattuto la testa.»
Melanie e Bodie si scambiarono un’occhiata. «Vedi, te l’avevo detto.» Melanie si rivolse alla sorella. «Sapevo che eri in un guaio terribile. La mia visione… Era come quella che ho avuto quando la mamma e annegata.»
«Be’, io non sono morta, comunque. Sebbene sarebbe stato preferibile, da come mi sento ora.» Pen fece un sorriso che somigliava a una smorfia. Si sfrego la faccia e chiese: «Avete mangiato?»
«Siamo venuti qui direttamente», rispose Bodie. Tranne per un’ora fermi su una strada desolata, una fermata che, sospettava, aveva a che fare con il fatto che Melanie lo voleva completamente soddisfatto prima dell’incontro con la sua bellissima sorella.
«Volete che vi prepari la colazione?» offri Pen.
Mentre si dirigevano verso la cucina, Melanie noto il cordone attraverso la porta della camera da letto. «Che cos’e quello?» chiese.
«Una precauzione. Ero… Mi ero convinta che sarebbe entrato in casa. Stanotte.»
«Quello che telefona?»
«Si.»
«Era qualcuno che conosci?»
«Non mi pare.»
Entrarono in cucina.
«Solo un anonimo maniaco che fa telefonate oscene?»
«Gia.»
«Di solito sono innocui», commento Melanie.
«Cosi ho sentito dire.»
«Come ti sei ferita?» s’informo Bodie.
«Ho inciampato nel cordone. Sono caduta nella mia stessa trappola», aggiunse Pen con un secco sorriso. «Uova e bacon?»
«Fantastico. Muoio di fame.»
Melanie annui, si accovaccio per tirar fuori un tegame dalla credenza.
Pen prese una caffettiera.
«Faccio io il caffe», si offri Bodie. «Perche non ti siedi e ti rilassi?»
«Sedermi non serve, temo. Quello che mi ci vuole sono dodici ore di sonno.» Con la mano tremante Pen verso del caffe sul banco, mentre riempiva il filtro. «Sono cosi stanca.» La ragazza corrugo la fronte. «Anche voi due dovete essere esausti. Avete viaggiato tutta la notte e…» La sua voce svani come se il resto della frase non valesse la pena di essere pronunciato.
«Prima mangiamo qualcosa», suggeri Melanie. Comincio a preparare alcune fettine di bacon sistemandole nella padella. «Perche non ci racconti che cosa e successo?»
Pen verso un contenitore d’acqua nella macchinetta del caffe. Poi si appoggio al banco e si sfrego la nuca. «Come ho detto, ho ricevuto queste telefonate oscene.»
«Che cosa ha detto l’individuo?» volle sapere Melanie.
Pen sbircio Bodie e abbasso gli occhi. «Non importa che cosa ha detto. Erano parole indecenti.»
«E tu che cosa hai risposto?»
«Niente. Lui parlava alla segreteria telefonica.»
Melanie si rassereno. «Sono sul nastro?»
«Si.»
«Favoloso. Sentiamo che cosa aveva da dire.»
Pen scosse la testa.
Bodie corrugo la fronte. «Ieri sera ti abbiamo chiamato, Mel ha chiamato. Non era inserita la segreteria telefonica, vero?»
«No.»
«Che ora era?» volle sapere Pen dopo un momento.
«Verso le dieci.»
«Le dieci?» gemette Pen. «Avevo gia staccato la segreteria telefonica, a quell’ora. Stavo facendo il bagno. Credevo che fosse
«Una sola», rispose Melanie.
Pen increspo le labbra.
Melanie accese il fornello sotto il tegame. «Che cosa e successo dopo che hai staccato i telefoni?»
«E stato allora che ho pensato che lui sarebbe potuto venire di persona.»
«Che cosa te l’ha fatto credere?»
«Perche non avrei dovuto crederlo? Lui ha fatto capire chiaramente che vuole… divertirsi con me.»
«Ma individui del genere quasi mai…»
«Quasi. Lo so. Ma puo darsi che lui sia un’eccezione. Voglio dire, aveva il mio numero di telefono, percio doveva avere anche l’indirizzo. A ogni modo, ho deciso di tenermi pronta a riceverlo. Ecco perche ho bloccato la porta e ho teso quel maledetto cordone. Per esser pronta, capisci? Giusto nel caso si presentasse. Ecco perche avevo il coltello. Poi nel bel mezzo della notte mi sono scordata del cordone e sono andata a sbattere contro il muro.»
Diede un’occhiata alla macchinetta del caffe. La caffettiera di vetro era piena. Pen prese le tazze dalla credenza. Le sue mani tremavano visibilmente mentre le riempiva. Allungo una tazza a Bodie.
«Credi ancora che quel tale possa venire?» domando lui.
Pen si strinse nelle spalle. «Che cosa glielo impedisce?»
«Adesso ci siamo noi. Immagino che la visione di Mel sia conclusa.»
«Gia», convenne Pen. «Era proprio a segno, stavolta.»
«Staremo in guardia», la rassicuro Melanie. «Puoi dormire tutto il giorno, se vuoi.»
«Forse si.»