affrettavano giu per le scale. Appena si furono allontanati, iniziarono a camminare lentamente.
Camminarono per un po’ in silenzio nella notte calda. Poi Melanie chiese: «Come va il naso?»
«Vivro», rispose lui. «Credo che non sanguini piu.»
«Mi dispiace, ti ho fatto male.»
«Non e niente», replico lui e la guardo. «Vuoi dirmi che cosa e successo?»
«Oh, Bodie!» bisbiglio lei, passandogli un braccio attorno alla schiena e posandogli la mano sul fianco. «E stato terribile.»
«Lo so. Ho visto.»
«Non quello.
«Che cosa hai visto?»
«Mio padre. Doveva essere papa. O mia sorella.» Lei strinse la mano sul fianco di Bodie. «Dio! Lui… lui dev’essere morto. Uno dei due, comunque. Io… Accidenti.» Melanie singhiozzo. «Io non so quale dei due. Ma credo papa. Quando e successo l’ultima volta era la mamma.»
Bodie si fermo, si volto e la fisso negli occhi che luccicavano. Il dolore di Melanie lo turbava, gli faceva male. Ma le parole… Che cosa stava dicendo?
Si caccio il fazzoletto in tasca e le cinse le spalle con il braccio. Si accorse troppo tardi di avere del sangue sulle dita. «Voglio capire», dichiaro.
Melanie s’irrigidi. Abbasso la testa e si asciugo il naso con il polsino. «C’era qualcosa che veniva verso di me», attacco con voce tremante. «Era una cosa scura, faceva rumore e correva nella mia direzione e allora ho capito che dovevo togliermi di mezzo altrimenti mi avrebbe uccisa. Ma non avevo tempo, la cosa andava troppo veloce e mi ha raggiunta.»
Lui l’attiro dolcemente a se. Melanie abbasso il viso contro il collo dell’uomo. «Forse, non e tutto successo nella tua mente?» le sussurro. «Mentre… tremavi e ti dibattevi?»
Senti che annuiva. «Gesu», mormoro Bodie.
«L’altra volta che e successo avevo undici anni, ero al campeggio estivo. Allora si trattava della mamma.»
Aveva gia parlato a Bodie della perdita della madre, che era scivolata nella vasca da bagno fracassandosi la testa prima di morire annegata. «Quella volta avevi avuto una visione… come stasera?» volle sapere Bodie.
«Non esattamente come stasera… ma si, ecco perche so che papa e morto.»
«Non lo sai», obietto lui. «Non per certo.»
Lei non rispose.
«Andiamo, torniamo a casa. Puoi telefonare a tuo padre. Magari e tutto normale.»
Nel loro appartamento a due isolati dal campus, Bodie rimase in piedi silenzioso dietro Melanie mentre la ragazza componeva il numero. Sulla camicetta bianca si vedevano le macchie di sangue lasciate dalle sue dita.
Melanie rimase in ascolto per lungo tempo, poi riappese e si volto verso di lui. «Non risponde nessuno.»
Bodie guardo l’orologio. Le nove e mezzo. Otto e mezzo, in California. «Puo darsi che siano usciti a cena. Perche non riprovi fra un’ora?»
«Non serve.»
«Non puoi essere cosi sicura», disse lui. «Quante volte hai avuto queste… visioni?»
«Solo una volta, cosi. Forte come questa. Quando mamma e stata uccisa.»
«Perche non me ne hai mai parlato?»
Lei tacque un momento e strinse le braccia attorno a lui. «Non volevo che mi prendessi per una un po’ strana.»
«Tanto lo sapevo gia.»
«Ti amo, Bodie.»
«Vedi? Questo dimostra che sei un po’ strana.»
«Gia.»
«Senti, che cosa vuoi fare?»
«Andare da papa.»
«Adesso, subito?»
«Si, devo andare. Non resisto.»
«Vuoi che venga con te?»
«Ti dispiace?»
«No di certo.»
«Puoi tornare in tempo per le lezioni di lunedi, io mi fermero finche…» Melanie s’interruppe e scrollo le spalle.
«Forse troveremo che tutto e normale.»
Lei non commento.
Mentre si abbracciavano, Bodie penso al viaggio. La casa del padre di Melanie era a Brentwood, in California, a piu di otto ore da Phoenix. Se partivano alle dieci sarebbero arrivati verso le sei di mattina, le cinque per il Pacifico.
Un lungo viaggio, soprattutto senza aver dormito. Ma Bodie provo una certa eccitazione all’idea della corsa, un viaggio notturno nel deserto, con Melanie al suo fianco. Potevano bere un caffe lungo la strada. Sarebbe stata una piccola avventura, anche se l’occasione si prospettava tutt’altro che lieta.
«Facciamo i bagagli e andiamo», decise.
2
«Lui incendia la casa e pensa: brucio il corpo, cosi non rimane nessuna traccia. Sono proprio intelligente. Invece non e cosi intelligente come crede. Ci vuole ben altro che un incendio in una casa per disfarsi di un cadavere, anche se arrostisce come una bistecca di manzo.»
Il medico legale della contea di Los Angeles sogghigno e annui alle proprie osservazioni, che provocarono risatine e gemiti nel suo pubblico. Pen si guardo attorno. Il piccolo orientale, un incrocio fra Quincy e Charlie Chan, aveva incantato i suoi ascoltatori. Pendevano dalle sue labbra.
Era contenta di aver trovato finalmente il coraggio di venire a una di queste riunioni. Anche se finora aveva venduto solo un racconto, si sentiva orgogliosa di sedere fra tanti scrittori di libri gialli.
Gary Beatty si chino sulla sua sedia sfiorandola con la spalla. Si levo il sigaro sottile dalla bocca. «Quell’uomo e un bravo oratore», decreto piegando il labbro come Sam Spade. «Peccato che non parli inglese.»
Gary era la prima persona che aveva conosciuto alla riunione. Era arrivata presto, aveva trovato da parcheggiare in una via laterale accanto al Circolo della Stampa e si era affrettata sotto la pioggia a raggiungere il bar del Circolo, si era appena seduta quando lui s’era arrampicato sullo sgabello vicino.
«Ciao, Allen», aveva salutato il barman.
«Gary, come va?» Allen, un orientale, parlava con una voce simile a quella di Paul McCartney. «Che cosa ti servo? Coors o Bud?»
«Facciamo una Coors.»
Allen fini di preparare la vodka-tonic di Pen e mise il bicchiere davanti alla ragazza. Pen fece per aprire la borsetta. Gary scosse la testa. «Offro io.»
«No, davvero…»
«A caval donato…»
«Be’…»
«Non mi costringa a usare le maniere forti, piccola. Potrebbe piacere a entrambi.»
Pen era rimasta con Gary, bevendo e chiacchierando, per una ventina di minuti. Poi lui l’aveva