«Meglio abbondare», disse Bodie.

«Dovrei telefonare, quando ci fermiamo», disse, ma non sembrava entusiasta.

Bodie si fermo accanto al self-service del distributore di benzina. Di fronte, in fondo allo spiazzo, c’erano un paio di telefoni pubblici. «Vuoi telefonare, mentre faccio il pieno?»

«Devo andare al gabinetto.»

Scesero dal furgone. Bodie si avvicino alla pompa, stacco il boccaglio e abbasso la leva. Osservo Melanie. Lei camminava con la testa china, appariva depressa e vulnerabile. Non troppo diversa da come appariva solitamente, con quell’atteggiamento che faceva desiderare a Bodie di abbracciarla e consolarla. Il suo sguardo si soffermo sui pantaloni di fustagno che non nascondevano il movimento e le curve delle natiche. Immagino di infilarle le mani nei pantaloni, di accarezzare la sua pelle morbida e liscia. Chissa se portava le mutandine.

Probabilmente quella sera le portava. Il sesso era l’ultima cosa che aveva in mente quando si era cambiata per il viaggio.

Lei spari dietro l’angolo dell’edificio. Bodie svito il tappo del serbatoio e vi inseri il beccuccio.

Colpa di queste profumate notti dell’Arizona, penso. Uno non poteva fare a meno di sentirsi un po’ eccitato.

Se lei telefonava e tutti stavano bene, avrebbero potuto abbandonare l’autostrada.

Fuori.

E sempre fantastico farlo in macchina. Il rischio di farsi vedere aggiunge…

Rimise il beccuccio sulla pompa, avvito il tappo del serbatoio e si diresse verso l’ufficio della stazione. C’era quasi arrivato quando riapparve Melanie da dietro l’angolo, asciugandosi le mani sui pantaloni.

«Niente asciugamani?» s’informo Bodie.

«L’unica macchinetta era guasta.»

«Porto la macchina vicino ai telefoni.»

Lei annui, e continuo a camminare. Bodie prosegui verso l’ufficio. Pago la benzina e usci.

Melanie era davanti a un telefono e frugava nella borsa.

La stazione di servizio era deserta tranne che per il furgone di Bodie. Decise di non spostarlo e si diresse verso Melanie. Lei alzo gli occhi. «Problemi?» domando lui.

«Ho solo una moneta», spiego Melanie.

Lui tiro fuori il portafoglio. «Ti presto la mia carta telefonica. Devo averla qui.»

«Grazie», disse lei.

Le spiego come usarla.

Melanie inseri la carta nella fessura. Mentre componeva il numero, Bodie la strinse da dietro tenendole dolcemente le spalle. «Andra tutto bene», le disse. Lei annui, i suoi capelli gli accarezzarono la bocca e il mento.

Melanie lesse i numeri della scheda all’operatore.

Bodie si accorse che s’irrigidiva.

«Sta suonando», annuncio lei.

Lui le accarezzo le spalle, senti le spalline del reggiseno sotto la stoffa della camicetta.

«Non risponde nessuno», avverti Melanie.

«Aspetta.» Bodie le premette le labbra sulla nuca. I suoi capelli avevano un gradevole profumo di limone.

«Inutile, non c’e nessuno.»

Melanie riappese. Recupero la scheda, si volto e guardo Bodie con i grandi occhi.

«Vorrei che tutto si sistemasse», disse lui.

«Lo so.»

«Senti, forse potresti telefonare a qualcun altro, un vicino.»

Lei si morse il labbro e corrugo la fronte.

Comincio a frugare nella borsetta e tiro fuori un librettino rosso.

Gli occhi di Pen, sdraiata nella vasca, si spostavano sulla pagina seguendo le righe delle parole. Sfioravano le frasi e lei non tratteneva il loro significato.

Mi dispiace che non sei in casa. Volevo parlarti…

E se chiama di nuovo?

Il mio grosso cazzo e la tua figa calda.

Lui era da qualche parte li fuori, un maniaco e stava pensando a lei.

Forse in questo momento allunga la mano per prendere il telefono.

Pen volto una pagina del libro. I suoi occhi seguivano le parole e intanto tendeva le orecchie aspettandosi di sentire il lontano squillo del telefono. Tutto quello che senti fu il lento gocciolio dell’acqua vicino ai piedi.

Chissa, forse non ritelefona piu.

Oh, telefonera, telefonera.

Gia quattro volte quella sera.

Probabilmente quattro, perche lei ne aveva ascoltato solo tre.

Lei gli aveva parlato quattro volte. Pronto. Mi dispiace, ma non posso rispondere in questo momento. Se mi lascia nome e… Quattro volte la sua voce era corsa sul filo ed era risuonata vicino all’orecchio di lui come un intimo bisbiglio. Lei se lo immaginava solo nella sua camera in compagnia della voce. Le luci erano spente, cosi lui poteva fingere che la voce fosse presente, che la mano di Pen lo toccasse nel buio…

Maledetta segreteria telefonica.

Non gli avrebbe dato un’altra occasione di usare la sua voce.

Regala la segreteria telefonica. Dalla a papa. «Non voglio quel dannato aggeggio», avrebbe dichiarato suo padre. «Regalala a qualcun altro.» Bello scherzo, penso Pen. Avvolgere l’apparecchio in carta da regalo e osservare la reazione di papa. Pen sorrise al pensiero.

Ehi, penso, complimenti, stai pensando a papa…

Che ne diresti se ti cacciassi la lingua…

Maledizione.

Strinse le cosce sollevando un’ondata di acqua calda che le lambi i seni. Volto la pagina e continuo a leggere. «Penny si contorse sotto il letto.» Ehi, la protagonista ha il mio stesso nome. Torno indietro di qualche pagina. Il nome Penny appariva quasi a ogni paragrafo. Chi e Penny? Che cosa succede? Sfogliando cio che aveva letto finora, Pen si accorse di non aver assorbito neanche una parola.

Con un sospiro si mise seduta, allungo il braccio sopra il bordo della vasca e poso il libro sul pavimento accanto alla bottiglia di vino. Il bicchiere, poggiato sul bordo della vasca, era vuoto. Lo prese e lo riempi. Lo bevve per meta, poi torno a riempirlo fino all’orlo e poso con cura la bottiglia sul bordo della vasca.

Non sbronzarti, potresti romperti la testa, uscendo e… Tale madre, tale figlia. Non avrebbe piu dovuto preoccuparsi del suo amichevole vicino pervertito.

Attenta a non versare il vino, si abbasso di nuovo nell’acqua calda. Piu bassa, stavolta. Appoggio la testa sul poggiatesta gonfiabile. Tenne il bicchiere vicino alla faccia e fisso il Borgogna.

Il colore del lividore post mortem.

Mamma…

Cristo, non pensare a lei.

Questa stava diventando una notte memorabile.

Colpa di quel verme che non conosco neppure.

Come faccio a dire che non lo conosco?

La voce.

Potrebbe aver cambiato voce, camuffandola.

Individui del genere, pero, non chiamano solitamente degli estranei? Aprono l’elenco telefonico, scelgono un nome qualsiasi, purche non sia di un uomo. Non serve usare solo le iniziali. Lui vede P. Conway e capisce che non e Peter.

«Qui non c’e nessun Peter», mormoro Pen.

Cerco di bere un sorso.

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