cerco di tenerne nascosto il titolo mentre altri visitatori andavano e venivano.

Due piani sopra, Annie stava disegnando un cavallo, uno dei soggetti che piu le piacevano. La psicoioga prendeva appunti sui colori scelti da Annie, sul suo entusiasmo e su qualsiasi elemento nel disegno stesso che rivelasse timori o desideri insoliti. Le cose andavano bene. Annie era distesa sul pavimento di linoleum, nel suo grembiule giallo, intenta a disegnare il collo marrone e bianco del cavallo, prolungando il tratto verso il corpo e le zampe anteriori che galoppavano. Per una bimba della sua eta, la verosimiglianza era ragionevolmente buona.

Ma, iniziando la zampa destra, Annie si blocco di colpo. Le sue mani s’irrigidirono. La psicoioga che la sorvegliava noto il cambiamento, ma penso che, semplicemente, avesse delle difficolta con il disegno.

«Voglio la mia mamma», piagnucolo Annie.

La psicoioga continuo a osservarla, ignorando l’implorazione.

Gli occhi della piccola si spalancarono di colpo. Il suo respiro divenne rapido e ansante. «Voglio la mia mamma», ripete.

La psicoioga sorrise. «Guarda, Annie, che tua mamma e a un altro piano.»

«La voglio!» Salto in piedi, gli occhi gia lucidi di lacrime. Poi lascio cadere la matita colorata e si precipito fuori del locale.

La psicoioga, una ventenne minuta, mise giu penna e taccuino e le corse dietro. Ma Annie, con velocita sorprendente, gia filava urlando lungo l’atrio, come un’invasata.

Infermiere e inservienti sentirono il tumulto e accorsero, dandosi all’inseguimento di Annie che si lanciava verso le scale in cerca di Vera.

«Mamma! Mammina, dove sei?»

Un’infermiera fece scattare il pulsante rosso di allarme, che diffuse in ogni piano uno scampanellio contenuto, e si porto subito dopo al microfono dell’impianto generale di diffusione. «Paziente in crisi», annuncio pacatamente, dando l’ubicazione di Annie in tono quasi casuale, cercando di non disturbare gli altri ricoverati.

Annie galoppo giu per le scale, sfiorando due sanitari che restarono li impalati. All’improvviso venne affrontata da due inservienti vestiti di bianco, che le sbarrarono ogni via di fuga.

«Mammina!» grido, «ho visto papa morto, vicino al ponte!»

Un inserviente riusci ad afferrarla, ma ce ne volle un altro per domarla. La bimba ansimava spasmodicamente, piangendo da isterica, la pelle gelata e intrisa di sudore.

Cercarono di riportarla nella stanza, ma lei scalciava e si sbracciava violentemente. Dovettero inchiodarla sul pavimento e chiedere un intervento d’emergenza.

Vera, avvisata da un’infermiera, accorse, salendo i gradini a due a due.

Si fermo inorridita vedendo due robusti inservienti infilare ad Annie una camicia di forza. La bimba sanguinava dalla bocca, macchiando di rosso i due uomini e il pavimento.

Alzo gli occhi e scorse Vera. «Mamma!» grido. «Papa… morto, vicino al ponte!»

Qualche attimo dopo accorse un dottore con un’enorme siringa e immerse l’ago nel braccio di Annie.

La piccola emise un urlo selvaggio, poi si affloscio.

La collera invase Vera. Nessuno, d’ora in avanti, avrebbe trattato sua figlia in quel modo!

In silenzio segui gli inservienti che riportavano in camera Annie inerte. Vera lotto disperatamente per non esplodere, per dominare l’impulso irrefrenabile di scagliarsi contro i «professionisti» che circondavano Annie, che restavano fedeli cosi rigidamente alle loro rispettabili idee. Nella sua collera, nel suo orrore, prese una decisione: no, non avrebbe piu permesso che Ned decidesse del destino di Annie, per quanto caro e affettuoso, per quanto bene intenzionato fosse. Anche lui era schiavo del rispetto per la medicina tradizionale. Quelle persone che trasportavano Annie, che l’avevano legata e drogata… erano loro i rappresentanti della scienza. Avevano fallito. Tutti avevano fallito.

10

Larry Birch non era mai stato cosi soddisfatto.

Guidava la grigia Chevrolet lungo la Saw Mill River Parkway, a venti chilometri oltre il limite di velocita. Vera e Annie erano sui sedili posteriori. Nonostante gli scossoni e i sobbalzi provocati dalla guida caotica di Birch e dall’assoluta mancanza di sospensioni dell’auto, nessuno protestava. Il senso di liberazione, di ansia per una soluzione che sembrava vicina erano troppo grandi.

«Sono nauseato», aveva detto il dottor Laval quando Vera gli aveva dichiarato che sarebbe andata da Marie Neuberger. «Quella non e scienza medica», l’aveva rimproverata, «e ciarlataneria.» E Laval si era immediatamente lavato le mani del caso di Annie. «Non avro mai niente a che fare con medicastri», aveva dichiarato, disponendo che la cartella e i precedenti clinici di Annie non fossero trasmessi alla Neuberger.

Laval voleva anche avvertire Ned delle intenzioni di Vera, ma lei fece appello alla loro amicizia, al segreto professionale per insistere perche il cognato non venisse informato immediatamente.

Birch giro per la West Side Highway, che correva lungo il fiume Hudson. Era in estasi: pensava compiaciuto a quanto, con il suo aiuto, stava prendendo forma. Certo, era posto di nuovo davanti al problema etico di «costruire» una notizia sensazionale grazie al proprio intervento, ma accantono ben presto ogni scrupolo. Non stava forse aiutando una povera bambina afflitta da un male misterioso? Non era lui, prima di tutto, un essere umano e, dopo, un giornalista? Si, da quella sua azione caritatevole avrebbe tratto modesti utili: una storia da prima pagina, l’invidia dei colleghi, forse il Premio Pulitzer. Ma che cos’era tutto cio rispetto alla soddisfazione di avere salvato una famiglia?

All’uscita della Settantanovesima strada, Birch lascio la West Side Highway. Poco dopo transitava per vie brulicanti di una folla pittoresca ed etnicamente composita. Piego a sud su Broadway che, in quella parte a nord dalla zona dei teatri, era un’arteria residenziale e commerciale, piena di piccoli negozi e di supermercati, molti con la merce esposta sul marciapiede. Poi infilo la Settantaquattresima Ovest per fermarsi davanti a un grande edificio residenziale in stile barocco.

«Perche ci fermiamo?» domando Vera.

«Siamo arrivati.»

«E qui che vive la dottoressa?»

«Gia. Proprio qui all’Ansonia. Guardi, Mrs. McKay, non storca il naso. Questo e un vecchio edificio famoso, un simbolo. Ci ha vissuto un sacco di artisti. Alcuni ci abitano tutt’ora.»

Vera guardo gli «artisti» che ciondolavano lungo il marciapiede lungo e stretto, che percorreva l’intero isolato. C’erano bohemien dall’abbigliamento trascurato, qualche coppia di invertiti che si prendeva in giro a vicenda, uno sfaccendato di passaggio e un assortimento di gente qualunque. Nessuno avrebbe trovato collocazione a Tarrytown.

«Che razza di medico vorrebbe esercitare in un posto del genere?» chiese Vera, preoccupata.

«Marie Neuberger», rispose Birch, girando la chiavetta dell’accensione e lasciando spegnare il motore con un ultimo sussulto. «E una di quella razza.»

Vera soffoco i suoi sentimenti di conservatorismo provinciale. Sapeva che poteva essere l’ultima speranza per Annie.

Scesero dall’auto e Vera fu immediatamente aggredita dal puzzo degli scappamenti e dai cattivi odori che aleggiano, in una giornata calda, nella Settantaquattresima Ovest. Birch, Annie e Vera entrarono nel vecchio Ansonia e, nell’atrio, presero l’ascensore. Lentamente raggiunsero l’ottavo piano e s’inoltrarono lungo l’oscuro pianerottolo, in cui stagnavano aromi della cucina dell’Europa orientale. In uno degli appartamenti qualcuno pestava su un pianoforte scordato, forse per rievocare il passato splendore dell’Ansonia, ma l’esecuzione risentiva delle piu modeste capacita degli attuali inquilini.

Birch guido Vera e Annie davanti a una porta verde di legno, in fondo al pianerottolo. La vernice era scrostata e sopra lo spioncino era avvitata una targa sbiadita: DR. MARIE NEUBERGER.

Birch tento di suonare il campanello, ma il pulsante era bloccato. Allora busso e un po’ di vernice e di polvere caddero sul logoro zerbino rosso.

Vera strinse forte la mano di Annie. Sentiva crescere in se la tensione. L’Ansonia

Вы читаете Visioni di terrore
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату