raggomitolata a un’estremita del divano, chiaramente impaurita. «La stiamo facendo spaventare.»

«Lei la sta spaventando», replico la Neuberger. «Vada avanti.»

«Annie non sapeva che c’era il vetro. E non poteva assolutamente saperlo.»

«Assurdo! L’aveva visto in precedenza.»

«No, non l’aveva visto!» insiste Vera, cominciando a mostrarsi esasperata. «Lo chieda ad Annie!»

«La smetta di ordinarmi che cosa devo fare!»

«Non sto ordinando. Sto suggerendo!»

Di scatto, Annie si mise seduta. «Non lo sapevo da prima», disse spontaneamente.

«E tua mamma che ti istruisce a dire questo!» sbotto la Neuberger.

«Non e vero!» insiste Vera. Squadro con rabbia la Neuberger, ma questa ricambio l’occhiataccia. Quella vecchia non voleva, non poteva essere suggestionata o influenzata. Vera si senti svuotata d’ogni energia.

«Mi dica», continuo la dottoressa, accavallando le gambe in modo goffo, decisamente mascolino, «lei ha uno di quegli agenti teatrali, vero?»

«Non la capisco.»

«Qualcuno con la giacca dai grandi risvolti e che telefona sempre in California. Che procura scritture per la piccola in teatro.»

Dapprima Vera non comprese del tutto. Poi l’enormita dell’accusa le apparve evidente. «Sta insinuando», proruppe indignata, «che io cerco di far quattrini perche Annie ha avuto queste visioni? Vuol forse dire che la manderei su un palcoscenico, come un fenomeno da baraccone?»

«E quello che sto dicendo.»

«Allora lei e senz’altro in malafede», affermo Vera, incapace di frenarsi.

«Questo non e vero», ribatte la Neuberger. «Sto solo esponendo dei fatti. L’ho vista in televisione, con folle di giornalisti, a fare la scena.»

Vera scrollo la testa, disperata, e si volto indietro, tentando di trattenere la collera. «Quella», disse con tono quasi condiscendente, «era una conferenza stampa. I cronisti volevano parlare con noi di Annie dopo che lei aveva salvato delle vite umane. Questo riesce a capirlo?»

La Neuberger sbuffo in modo quasi sprezzante. «Lei sta tentando di farmi fessa», disse. «Sapeva di sicuro i vantaggi della pubblicita. Non riesce a darmela a bere.»

«E inutile andare avanti», replico Vera bruscamente. «Niente puo farle cambiare opinione.»

«Lei si arrende troppo facilmente», osservo la Neuberger. «Gli americani sono dei molli.» Riprese il bicchiere di birra e ne ingollo parecchie sorsate, quasi fino in fondo. Quando ebbe finito fisso compiaciuta il bicchiere, come se interpretasse uno short pubblicitario alla televisione. «Stimolante», disse. «Adesso», ordino, «mi dica qualcosa di piu della sua storia.» Vera fu tentata di porre fine a quell’umiliazione, ma era sopraffatta dal disperato bisogno di trovare qualche aiuto per Annie. «Stavo andando a un colloquio per un impiego. Ero in macchina e Annie mi e corsa dietro. Incredibile. Sapeva che c’era un’esplosione nel palazzo dove stavo recandomi. Ecco com’e diventata cosi… famosa.»

«Famosa», ripete la Neuberger con una sfumatura di cinismo. Si appoggio allo schienale della poltrona e alzo la testa, osservando il soffitto. Poi chiuse gli occhi, evidentemente riflettendo. Li riapri di colpo e si rivolse ad Annie. «Io ti piaccio?» le chiese.

Annie comincio a dondolare le gambe avanti e indietro, come fanno i bambini quando si sentono imbarazzati. «Si», rispose. Vera le aveva detto di essere sempre gentile, indipendentemente dai suoi reali sentimenti.

«Mi dirai la verita?» continuo la Neuberger.

«Si.»

«Allora raccontami come inventi questi scherzetti. Chi ti suggerisce di dire queste cose?»

Annie alzo le spalle.

«La verita!» insiste la psicanalista.

«La mamma ha spiegato…»

«Tu, spiegalo!»

Vera ribolli all’allusione che avesse mentito. Ma aveva fiducia in Annie e decise di non interferire.

«Vedo le scene», preciso Annie, «proprio come ha detto la mamma.»

«Sono sogni, naturalmente», dichiaro la Neuberger.

«No che non lo sono. Vedo le scene nella mia testa, come alla televisione.»

«Chi ti ha suggerito di dire cosi?»

«Nessuno.»

«Tu non mi stai raccontando la verita.»

«Si, invece!»

«Non mi piacciono i bambini che dicono le bugie!»

Allora Annie scoppio in lacrime, nascondendo la testa in grembo alla madre.

«Come puo!» esclamo Vera, dominandosi, ma con le lacrime agli occhi. «E solo una bambina e lei la tratta come spazzatura!»

«Non e vero», ribatte freddamente la Neuberger.

«Lo e», scatto Vera, alzando la voce. «E verissimo. Forse per questo lei e al bando nella sua professione. Forse per questo lei esercita in una vecchia casa squallida come questa!»

«Mrs. McKay», ribatte la dottoressa, con un’improvvisa sincerita nella voce, «io sto cercando di aiutarvi.»

«Un bell’aiuto davvero!» commento Vera, cui era sfuggito il cambiamento di tono della Neuberger. «Gli altri dottori non ritengono di essere in tribunale. Perche lei si?»

«Perche il mio sistema funziona. Ho aiutato altra gente come voi due, Mrs. McKay», prosegui, «so che lei pensa che sia un’originale. Non mi stupisce, ma nemmeno mi preoccupa. Il metodo che uso e insolito. Tende a cavarle informazioni esattamente come un dentista estrae un dente. Gia so di voi due piu di qualsiasi altro dottore, ma di questo per ora non parleremo. La stragrande maggioranza dei medici, quelli con l’orologio d’oro, si preoccupa della propria immagine, di cio che gli altri possono pensare di loro. Io mi preoccupo soltanto di risolvere il problema. Devo anche convincermi che lei non sia un’imbrogliona. Se questo non le va a genio, quella e la porta. Se vuole il mio aiuto, si adegui al mio metodo.»

Vera abbasso gli occhi, non sapendo che cosa ribattere, sentendosi di colpo imbarazzata, ma ancora incollerita per un «metodo» che metteva Annie alla tortura.

Squillo il telefono, uno squillo lacerante e sonoro che rimbombo sulle pareti quasi spoglie. La Neuberger si alzo con un’agilita che smentiva i suoi anni e si diresse a un tavolino, dove il telefono era nascosto dietro una pila di libri.

«Si, pronto.»

Ascolto e Vera la vide oscurarsi in volto, annoiata.

«Si, si, si. E qui, ma questo e uno studio medico, non un club di ritrovo. Non posso passargliela.»

Ascolto ancora, con un’espressione seccata sul punto di diventare rabbiosa.

«Attenda, Mr. Blablabla», disse aspramente, poi si giro verso Vera. «E per lei. Questo scocciatore dice che e urgente, ma io non lo credo affatto.»

«Chi e?» domando Vera.

«Un certo Mr. Ned.»

Vera esito, ma decise che evitare di rispondere sarebbe stato peggio. «Devo parlargli?» chiese alla Neuberger.

«Questo Ned puo turbarla ancora di piu», rispose la psicanalista. «Secondo me dovrebbe lasciarlo perdere. Ma se non puo farne a meno…»

«Si, credo di doverlo fare.» Vera accarezzo ancora Annie, si alzo e si diresse al telefono.

«Ned… sono Vera.»

«Che cosa diavolo ti e venuto in mente di fare?» replico lui seccamente.

11

Вы читаете Visioni di terrore
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату