riuscita della prima parte del progetto di Eric si basava appunto sul fatto che li credesse morti. Ma se si fosse incuriosito, se avesse voluto scoprire le cause della morte? Eric dovette farsi forza per vincere un brivido. Fra le sue braccia, Rachel tremava.

Finalmente il Titanico prese una decisione, e la corda comincio ad abbassarsi.

Eric decise di arrischiare un’occhiata.

Socchiuse appena le palpebre, e abbassando lo sguardo vide sotto di se l’enorme distesa bianca del tavolo. Finora, tutto andava bene. Ma il Titanico li avrebbe lasciati cadere subito tutti e tre nel tubo di scarico, o avrebbe voluto prima esaminarli separatamente? Adesso che non poteva tornare piu indietro, e nonostante che avesse osservato per settimane il comportamento dei Titanici, Eric temeva di avere agito da idiota. Adesso era sicuro che non ce l’avrebbero fatta mai. Si, i Titanici si liberavano dei cadaveri, ma, che lui sapesse, non avevano mai avuto a che fare con tre cadaveri legati insieme e carichi di oggetti. Forse era meglio slegarsi adesso, cosi i rischi sarebbero stati minori…

Stava gia per muovere una mano, quando riusci a dominarsi e a ritrovare la calma. Doveva ricordare che i Titanici ignoravano tutto dei manufatti umani. L’aveva osservato personalmente decine di volte, e anche Rachel, piu istruita ed esperta di lui, gli aveva confermato che nessuno aveva mai notato un’eccezione a questa regola. A quanto pareva, i Titanici non vedevano un rapporto fra i manufatti e l’intelligenza, e non solo perche i manufatti erano diversissimi da quelli titanici. Per i Titanici, gli uomini erano parassiti noiosi e invadenti, che infestavano le loro case, che imbrattavano il loro cibo e lo rubavano, che danneggiavano le loro proprieta. Gli oggetti che questi parassiti indossavano o portavano con se da un posto all’altro, ai loro occhi dovevano apparire i rifiuti, gli escrementi, gli avanzi di creature appartenenti ai gradini piu bassi della scala evolutiva. Per i Titanici, non esistevano rapporti fra questi parassiti e le creature che in origine erano state la razza dominatrice di quel pianeta.

Mentre riacquistava poco alla volta la calma, Eric senti l’ansito rauco dei suoi due compagni, e intui che avevano avuto gli stessi pensieri e lo stesso impulso di liberarsi dei legami, per tentare la fuga, ciascuno per conto proprio, appena depositati sul tavolo bianco.

Ricordando le sue responsabilita di capo, sussurro: «Calma, Rachel. Calma Roy. Va tutto per il meglio. Tenetevi pronti.»

Ecco, la superficie bianca era vicinissima. Eric si senti contrarre lo stomaco. Cosa sarebbe successo, adesso?… Il Titanico agi come loro avevano previsto. Li lascio andare. Se erano morti, erano buoni per la fogna.

Ruotando su se stessi, scesero a velocita vertiginosa verso il foro nero, spalancato sotto di loro. Mentre vi entravano, un suono acuto ruppe il pesante silenzio. Era stato Roy, che, sopraffatto dall’orrore e dalla paura, non era riuscito a trattenere un grido. Eric lo capi e lo giustifico, ma per poco quel grido non costo loro la riuscita del piano. Stavano gia scivolando entro la cavita liscia del tubo di scarico, quando la corda verde scese alla loro ricerca, e per un pelo non riusci a raggiungerli. Eric riusci a dare una rapida occhiata e vide un tentacolo rosa protendersi oltre l’orlo. Ma subito dopo subirono un urto violento, come se fossero caduti dall’alto sul pavimento della gabbia.

L’acqua penso Eric, mentre affondavano e la corrente li trascinava via. Trattenne istintivamente il respiro e strinse forte Rachel. Le fasce con cui si erano legati non si erano sciolte. Oltre Rachel, sentiva Roy. Affondavano sempre piu, ma se non altro, erano ancora insieme.

Finora, il piano aveva funzionato. Adesso stava a loro agire. In primo luogo, pero, bisognava vedere se avrebbe funzionato il sistema di galleggianti che lui aveva escogitato. Con pezzi della tunica impermeabile di Rachel aveva fatto delle specie di otri, riempiti d’aria e sigillati con dell’adesivo trovato in una delle innumerevoli tasche della tunica. Ognuno di loro aveva due di quei rudimentali galleggianti legati alle spalle.

Continuavano ad affondare, ma piu lentamente. Quando avrebbero potuto respirare ancora? Giu, giu, sempre piu giu e solo acqua intorno a loro. Eric cominciava a sentirsi mancare, gli pareva che gli scoppiasse il cuore… D’un tratto, la qualita dell’acqua cambio, e anche la loro direzione. Furono letteralmente sparati verso destra in mezzo a un vortice turbinante che li fece roteare a lungo, su e giu, finche, finalmente, risalirono a galla.

Erano in una delle condutture della fogna, e i galleggianti funzionavano: tutti e tre avevano la testa fuori dall’acqua. Eric respiro a fondo, e la fetida aria della fogna gli parve deliziosa. Senti Rachel e Roy respirare a loro volta, poi Rachel disse: «Ce l’abbiamo fatta, Eric! Ce l’abbiamo fatta!»

Lui non volle avvilirla ricordandole che adessp dovevano superare la terza parte del progetto e che, se non avesse funzionato, tutto quello che avevano ottenuto fino quel momento non, sarebbe servito a niente. Dove sfociava quel tratto di fogna? Neppure Rachel, con tutta la sua scienza, aveva saputo dirglielo.

«Stai bene, Roy?» chiese Eric, urlando per superare il fragore della corrente.

«Benone!» urlo di rimando l’altro. «Tengo il gancio pronto. Avvertimi tu quando sara il momento.»

Stavano navigando entro un condotto largo circa il doppio dei normali cunicoli, e il soffitto ricurvo distava meno di un braccio dalle loro teste.

Fra poco sarebbe arrivato il momento di decidere, e non sarebbe stata una decisione facile. Sarebbero potuti uscire dalla fogna solo attraverso un tombino. Dando per certo di riuscire ad aprirlo dall’interno, e di questo Rachel si era detta sicura, la scelta era lasciata al caso e alla fortuna. Se ne avessero aperto uno per ritrovarsi in territorio titanico? O se, una volta aperto, si fossero trovati chiusi da pareti di materiale isolante? Comunque, Eric doveva decidere. L’acqua era gelida e loro non erano abituati a restare a lungo nel freddo e nell’umido. La cosa migliore era affidarsi alla fortuna e tentare di forzare il primo tombino che avrebbero incontrato. Ma bisognava avvistarlo in tempo, e con quella corrente non era facile. Eric giro la testa, aguzzando gli occhi per esaminare le pareti del condotto alla luce della lampada legata alla fronte. Laggiu, in fondo, non c’era forse un ribollio, l’acqua non era piu turbinosa, e il colore del soffitto non era leggermente diverso? Socchiuse le palpebre per guardare meglio. Si, era un tombino.

«Roy!» grido. «Guarda laggiu. Tentiamo con quello.»

Il raggio della lampada di Roy frugo nel buio, finche non inquadro il tombino. «Lo vedo. Tenetevi pronti.»

Col coltello che aveva sottratto tanto tempo prima al cadavere di Jonathan Danielson, Eric taglio i legacci che lo tenevano unito a Rachel, restando aggrappato a lei solo con le braccia.

«Come stai?» le chiese.

«Ho freddo» disse lei con un filo di voce. «Ho freddo e sono stanca. Facciamo presto, Eric, ti prego!»

«Fra poco saremo al sicuro, te lo prometto» rispose Eric, frugando con lo sguardo il soffitto. Il tombino era ormai vicinissimo.

Quando fu sopra di loro, Roy si diede una forte spinta con le gambe e riusci a sollevarsi a mezzo fuori dall’acqua, tenendo le braccia tese in alto. Con un colpo sicuro riusci a infilare il gancio nella fessura tra il tombino e il condotto e lo giro. La parte ricurva scivolo, poi si aggancio saldamente all’interno.

«Avanti» ansimo Roy. «Tocca a voi, adesso.»

Rachel era ancora legata a Roy, ma Eric, che doveva contare solo sulle sue forze, per poco non fu trascinato via, tanto era stato brusco l’arresto. Riusciva a stringere il braccio di Rachel ma la sua mano scivolava, scivolava… Con uno sforzo di cui non si sarebbe creduto capace, riusci a rigirarsi su se stesso e ad abbracciare Rachel, poi, tenendosi saldamente con un braccio alle sue spalle, allungo l’altro verso Roy. Pian piano, scivolando, affondando, risalendo, riusci a issarsi sulle spalle del compagno. Erano bagnate e scivolose, ma riusci a sostenersi e ad afferrare con la sinistra il manico del gancio. Poi, aiutandosi col coltello, comincio a spingere per sollevare il tombino. Sentiva Roy scivolare e ansimare sotto di se. Purche la lama non si spezzi pregava Eric, continuando a spingere.

Finalmente, la pesante lastra si mosse. Drizzandosi, Eric infilo una mano nella fessura e spinse piu forte. La piastra prima scivolo e poi ricadde dalla parte opposta. Sopra di lui, si stendeva l’oscurita di un cunicolo. Era territorio titanico o… Alla luce della lampada Eric vide le note pareti grigie ricurve. Lode agli antenati! Erano usciti in un cunicolo… Senza perdere altro tempo, si isso oltre l’apertura. Poi, sdraiatosi bocconi, allungo le braccia nella cavita e afferro Roy sotto le ascelle.

Il Corridore e Rachel uscirono facilmente fino a meta corpo, ma poi, non piu sostenuti dall’acqua, divennero a un tratto talmente pesanti che Eric temette di non farcela. Per fortuna, Roy lo aiuto: con uno sforzo disperato riusci a far leva coi gomiti sull’orlo del tombino e si tiro su. Eric, allora, riusci a estrarli facilmente.

Giacquero a lungo, esausti, sul pavimento del cunicolo.

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