Rachel tacque, spossata. Eric guardo il suo seno che si alzava e si abbassava nell’ansito del respiro, e poi segui la direzione del suo sguardo. Ancora una volta si trovo a fissare le file e file di gabbie trasparenti piene di esseri umani, sopra, a lato, sotto di loro: un’infinita di gabbie, a perdita d’occhio nell’accecante luce bianca.
21
Eric continuo a imparare, e fra le altre cose, imparo anche l’amore. E poi imparo quello che c’era da sapere sulla Gente di Aaron.
Trovo l’amore molto bello, dolce, soddisfacente, anche se alcune delicate sfaccettature di questo sentimento gli riuscivano ancora incomprensibili.
Si meravigliava che Rachel Figlia-di-Ester, al confronto della quale lui era poco piu di un barbaro ignorante, a mano a mano che i giorni passavano lasciasse sempre piu a lui le decisioni su tutti gli argomenti, e per di piu si dimostrava felice di farlo e dimostrava nei suoi riguardi l’ammirazione piu incondizionata. Pareva che, dopo avere espresso un’unica decisione, quella di darsi a lui, ora considerasse lui superiore in tutto, piu abile e piu capace. Com’era diversa dalle donne della Societa Femminile, cosi arroganti e presuntuose! E cosi Rachel era una vera miniera di informazioni; e ne sapeva molto di piu di Ottilie o di Rita. Non finiva mai di sorprenderlo, come il giorno che gli aveva detto, lasciandolo a bocca aperta, che i cunicoli nei quali era nato e vissuto non erano altro che gallerie scavate nel materiale isolante con cui i Titanici proteggevano le loro abitazioni dai rigori del clima.
E inoltre, piu la osservava, piu si accorgeva che Rachel era molto piu aggraziata e femminile delle donne dell’Umanita. Aveva una carnagione delicata, i capelli morbidi, le mani piccole con le unghie rosse. A volte si sentiva un vero Selvaggio, nei suoi confronti.
«Se riuscissimo a tornare nei cunicoli» le chiese un giorno, «come credi che mi accoglierebbe la tua gente?»
Rachel gli si accosto e gli accarezzo i capelli. «Perche ti preoccupi, caro? Ti accoglieranno bene, sta’ sicuro. Se non altro perche io sono una scienziata di valore e non vorranno perdermi. E se non volessero te, mi rifiuterei di tornare fra loro. No, non possono rinunciare a me, specie ora, con i progetti contro i Titanici e la mia specialita in materia.»
«Ogni tanto alludi a questi progetti, Rachel» disse lui, prendendola fra le braccia, «ma non mi hai ancora spiegato niente. Non riesco a immaginare come si possa rendere la pariglia ai Titanici in un modo diverso da quelli sognati finora…»
Lei si sciolse bruscamente dall’abbraccio e lo guardo seria.
«Eric, ti ho gia detto che non posso parlare» disse. «Nemmeno con te. Non tormentarmi con le domande. E un segreto che coinvolge il futuro del mio popolo. Quando tu sarai dei nostri, lo saprai, e farai parte del Piano.»
«D’accordo, d’accordo» disse Eric, conciliante. «Scusami, e non parliamone piu.» Aspetto che lei tornasse a stringersi a lui, ma Rachel non si mosse.
«Vuoi sapere come ti accoglierebbe la mia gente» disse. «Ma prima dobbiamo tornare nei cunicoli. Come?»
«Vuoi dire in che modo possiamo cercare di scappare da qui?»
«Si, da questa gabbia.»
«Non ho ancora formulato un piano preciso, ma ho qualche idea. E una mi pare buona. Ma bisogna pensarci bene.»
«E allora pensaci, caro» fu la risposta di Rachel. «Pero, cerca di fare presto, perche il tempo stringe.»
Si guardarono a lungo, poi lui la prese fra le braccia.
«Non volevo dirtelo» sussurro lei. «Pensavo… non ne ero certa… Ma adesso sono sicura.»
«Sei incinta?»
Rachel annui, poi gli prese la faccia fra le mani e lo bacio dolcemente. «Ascolta, caro» mormoro con la guancia appoggiata a quella di lui. «Qualsiasi piano di fuga richiede un certo sforzo fisico. E fra non molto tempo la piccola Rachel sara molto meno snella e agile di adesso. Non le riuscira facile arrampicarsi, e se ci sara da correre andra molto adagio. Quindi, se dobbiamo agire, e meglio non perdere molto tempo.»
Eric la tenne stretta. «Quei maledetti Titanici!» impreco. «Il loro maledetto laboratorio! I loro maledetti esperimenti! Non si impadroniranno di mio figlio.»
«Potrebbe essere piu di uno» gli fece notare Rachel. «Anche se tu sei stato un singolo, non e detto che io non abbia un parto multiplo.»
«E allora sarebbe assolutamente impossibile fuggire» disse Eric, che aveva riacquistato la calma. «Hai ragione. Bisogna andarcene di qui prima del parto. Molto prima.»
Rachel si stacco dall’abbraccio e quasi parlando solo per se, disse: «E vero. Una cosa era salvare la vita dando ai Titanici quello che volevano: una coppia da riproduzione. Ma dare loro anche il risultato della riproduzione…»
«Taci, Rachel! Non siamo ancora arrivati a questo. E, soprattutto, non dobbiamo perdere la testa.» Si sentiva un altro ora. Piu coraggioso, pronto a tutto. Era davvero un uomo, un guerriero, e l’avrebbe dimostrato. Prese Rachel per mano e la fece sedere accanto a se. «D’ora in poi» continuo, «dobbiamo sospendere le lezioni e pensare solo al modo di fuggire. Dimmi piuttosto…» E comincio una serie di domande, dalle cui risposte sperava di ricavare dei dati utili.
«Rachel, spiegami cosa sono tutti gli oggetti che hai nelle tasche della tua tunica, e dimmi a che cosa servono…» E ancora: «Una volta mi hai detto che la tua gente sa com’e fatta questa abitazione dei Titanici. Potresti tracciarne una pianta?» E ancora: «Non sarebbe possibile tagliare qualche pezzetto della tua tunica e poi unire i pezzetti insieme? Mi hai detto che avevi dell’adesivo…» E ancora: «Cara, potresti spiegarmi, in modo semplice e comprensibile, tutto quello che sai dei principi su cui si basavano i mezzi degli Antenati? Automobili, battelli, aeroplani, astronavi…»
Talvolta, queste richieste divertivano Rachel, altre volte la spaventavano, e in generale finivano col lasciarla esausta. «Ma tu non senti mai il bisogno di riposare?» finiva col chiedergli.
In effetti, pareva che Eric fosse infaticabile. Passeggiava continuamente avanti e indietro per la gabbia, immerso nei suoi pensieri, o si soffermava a esaminare il comportamento dei Titanici che entravano e uscivano dal laboratorio, oppure studiava tutti gli strumenti contenuti nelle tasche della tunica, tentando prove ed esperimenti. All’inizio, Rachel lo aiutava, anche se a volte ignorava lo scopo di quello che lui faceva. Ma col passare del tempo, preferi lasciarlo fare da solo e si limitava a starsene sdraiata seguendolo con gli occhi e rispondendo alle sue domande occasionali. A volte, Eric si irritava con lei per questo contegno in apparenza apatico, poi lo giustificava con le sue condizioni, e questo serviva a spronarlo maggiormente.
Un giorno accadde una cosa inaspettata. Un Titanico si avvicino alla gabbia, e vi lascio cadere Roy il Corridore.
Sulle prime, vedendo uno sconosciuto scendere in quella che, dopotutto, era la sua casa, appeso a una corda verde, Eric corse ad armarsi, pronto a far pagare cara allo sconosciuto la sua pur involontaria intrusione. Ma lo riconobbe subito, e gli corse incontro per abbracciarlo.
Il Titanico, visto che i due non si scannavano, si allontano apparentemente soddisfatto.
Eric aveva parlato a Rachel di Roy, e glielo presento. Il Corridore rimase enormemente impressionato dal fatto che una donna della Gente di Aaron avesse accettato, e volentieri, di diventare la compagna di Eric. Tuttavia non fece commenti, e comincio a raccontare quello che era successo nell’altra gabbia, dopo che Eric era stato portato via.
«Dopo la tua scomparsa siamo rimasti tutti disorientati» disse. «Perfino Arthur l’Organizzatore non sapeva piu cosa fare. Ogni giorno i Titanici portavano via qualcuno per i loro esperimenti, e i superstiti cominciavano a litigare. Io mi vergognavo di avere ammirato tanto gli Stranieri e di averli imitati anche nell’acconciatura, e ho ricominciato a portare i capelli sciolti, come vedi. Pensavo che, riprendendo l’aspetto di guerriero, forse potevo acquistare un po’ di ascendente, e…»
«Ah, ecco perche ti hanno scelto per portarti qui!» l’interruppe Rachel. «Io, voi, i Selvaggi, portiamo tutti i capelli sciolti. I Titanici non si sono accorti che sono incinta, e hanno voluto darmi un altro compagno.»
Roy la guardo interdetto.